venerdì 9 settembre 2005

Posto prioritario.

Ministri. Parlamentari. Sindacalisti. Persino cardinali. Dai documenti riservati delle Poste ecco la mappa delle raccomandazioni
di Riccardo Bocca


La lettera ha un tono burocratico, ma il contenuto è confidenziale. La prepara il 21 aprile 2004 un'impiegata di Poste Italiane per l'amministratore delegato Massimo Sarmi. Con un'intestazione chiara: "Egregio signor onorevole Gianfranco Fini, vicepresidente del Consiglio dei ministri". Il leader di An si è interessato nel novembre 2003 alla "valorizzazione" dell'ingegner P. T., e ora riceve notizie: "Le comunico", si legge, "che nell'ambito del consolidamento della struttura organizzativa di appartenenza, all'interessato è stata di recente assegnata la responsabilità di un ruolo di maggiore ampiezza manageriale, in coerenza col profilo professionale e esperienziale posseduto". Ovviamente in sintonia "con quanto dallo stesso auspicato".

Questo e molto altro emerge da un documento titolato esplicitamente 'Casi in evidenza delicata'. Dentro, migliaia di pagine, nomi, date, numeri di telefono. La cronaca quotidiana di uno scandalo delle raccomandazioni che coinvolge tutti: vertici delle Poste e politici di prima fila, sindacati e agenzie interinali. Una montagna di segnalazioni gestita per anni con l'aiuto della Direzione centrale delle risorse umane. Candidature turbo che sono state vagliate dal gruppo Poste e spesso premiate con assunzioni, promozioni, lavori a tempo determinato o trasferimenti desiderati. Il tutto avvalendosi delle strutture interne di selezione, le quali di volta in volta hanno svolto colloqui e fornito indicazioni ai capi.

In altre parole: la mappa del privilegio di cui si è spesso favoleggiato, e che trova conferma in database e file con messaggi di posta elettronica e bozze di lettere, indirizzari e minuziosi riepiloghi. Elenchi nei quali compaiono, tra i raccomandanti, volti illustri della politica italiana: soprattutto di centro-destra, ma non solo. Dal ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi ai suoi predecessori Maurizio Gasparri e Salvatore Cardinale. Dal vicepremier Giulio Tremonti al segretario dell'Udeur Clemente Mastella. Dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi al segretario del Udc Marco Follini. Dal senatore della Margherita Michele Lauria, ex sottosegretario alle Comunicazioni, al ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia (Forza Italia). Continuando con celebri sindacalisti, dirigenti interni e persino cardinali. Tutti catalogati nei computer di Poste Italiane nel tentativo di ordinare le infinite richieste. Una fiumana di schede in cui si trovano anche quelli indicati come "casi umani" e normali procedure di assunzione. Non sempre, va sottolineato, i casi in evidenza sfociano in un posto di lavoro: molte volte i selezionatori bocciano l'aspirante dipendente, oltre al suo sponsor, e la cosa finisce lì. Ma l'altra faccia della medaglia, quella della corsia preferenziale, prevale. Su 3 mila 203 casi analizzati da 'L'espresso', 841 sono indicati con esito positivo, 86 in stand by, 613 con esito negativo e 1.663 non hanno precisazioni. Quanto basta per aprire un nuovo, imbarazzante capitolo nel dibattito su politica, affari e questione morale.

Esplosiva, in questo senso, è una nota riservata del primo marzo 2005, un mese prima delle delicatissime elezioni regionali. Chi scrive è la Direzione centrale risorse umane, la quale informa l'amministratore delegato Massimo Sarmi riguardo all'attivazione di nuovi contratti di lavoro a tempo determinato nella provincia di Roma. "Coerentemente con specifici fabbisogni espressi dalla Divisione rete territoriale per far fronte a criticità connesse alla 'gestione code'", si legge, "e nel quadro delle esigenze più volte poste dalla medesima in termini di fabbisogni su specifici uffici postali di Roma, è stata autorizzata l'attivazione di una fornitura di 100 lavoratori somministrati per attività di sportello per il periodo 1 marzo-30 giugno 2005". Onde evitare eccessive concentrazioni su singole società, continua il documento, "il contingente autorizzato è stato ripartito tra le seguenti agenzie per il lavoro, secondo le quantità rispettivamente indicate: Adecco 31, Select 20, E-work 20, Manpower 14, Metis 15". Nel frattempo però, a fianco delle procedure ordinarie, entra in gioco la politica: "In data 28 febbraio", spiega la Direzione centrale risorse umane, "il capo di gabinetto del ministro delle Comunicazioni, avvocato Condemi (Massimo, ndr), venuto a conoscenza della suddetta manovra gestionale, ha inoltrato per conto del Ministro (allora Maurizio Gasparri, ndr) un elenco di 74 nominativi, con richiesta di inserirne 35. Contestualmente, l'avvocato Condemi ha preannunciato e inviato un secondo elenco di 50 nominativi, con richiesta di inserirne 40, per un totale di 75 persone (...). Si è proceduto tempestivamente", conclude la nota, "a richiedere alle agenzie per il lavoro di sospendere l'inserimento dei lavoratori non ancora contrattualizzati. A fronte di tale intervento si ritiene possibile 'congelare' 60-65 aliquote". Via libera insomma ai raccomandati, stop ai figli di nessuno.

Non è un caso isolato, lo strappo alla regola. La pioggia di raccomandazioni che parte dal ministero delle Comunicazioni e arriva a Poste Italiane, è incessante. Da anni. Lo svela il database riservato ai 'Casi in evidenza delicata', dove oltre alle persone segnalate si trovano i segnalatori, inseriti nella casella 'provenienza'. Uno spazio più volte riempito dagli uomini fidati dell'ex ministro Gasparri. L'avvocato Condemi, per l'appunto, compare in decine di schede, compresa quella di Flaminia Volpi, assunta nel febbraio 2004 presso la filiale di Roma est e nipote del consigliere di Gasparri Franco Volpi. Lo stesso Volpi, già accusato da un dirigente della Regione Lazio di interferire nei contratti di lavoro a termine delle Poste ('L'espresso' n. 25), spunta nel database il 26 settembre 2003, dove l'oggetto della raccomandazione è un contratto interinale per la Calabria alla società Inwork. Raccomandano anche Franco Medici e Giovanni Bruno, entrambi consiglieri di Gasparri. Come pure il capo della sua segreteria Ranieri Mamalchi, dal 2003 direttore degli affari istituzionali di Poste Italiane, citato 125 volte. C'è il suo cognome nella scheda del 7 febbraio 2005 dedicata alla signora P. G., la quale ottiene un contratto di lavoro a tempo determinato. Ricompare il 30 giugno 2005 nella scheda della signora C. Z., poi assunta dalla società Adecco presso la filiale di Roma Centro. E altrettanto risolutiva, nel novembre 2004, è la presenza di Mamalchi nella scheda del signor L. M., inserito in uno stage di Bancoposta a partire dal 14 febbraio 2005.

Quanto all'ex ministro Gasparri, otto sono le raccomandazioni dov'è citato in prima persona. Nel marzo 2004, ad esempio, per l'assunzione in Basilicata della signora M. T. D. S., avvenuta il 3 maggio successivo. Il suo nome è anche abbinato a quello di Adalberto Baldoni, già presidente della Commissione per l'assetto del sistema radiotelevisivo, e Donato Bruno (Forza Italia), presidente alla Camera della commissione Affari costituzionali. Ma a prescindere da Gasparri, incroci e sovrapposizioni sono la regola nel database delle Poste. Il potere bussa in mille modi, e a Raccomandopoli trova spesso aperto. Lo stesso Mario Landolfi, successore di Gasparri alle Comunicazioni, risulta nella casella delle 'provenienze' prima e dopo la nomina. Non solo per la richiesta di assunzioni, ma anche per avanzamenti in carriera. Lo dimostra la lettera che nel luglio 2004 viene mandata alla firma del capo della Direzione centrale risorse umane, Claudio Picucci: "Mi riferisco al suo interessamento a favore della signora L. A.", scrive a Landolfi, "inizialmente assegnata alla Direzione commerciale business, area sud, la quale aspirava a transitare presso il Chief marketing office per la gestione dei clienti della Pubblica amministrazione. Al riguardo, la informo che quanto auspicato ha potuto trovare accoglimento, e l'interessata è già passata a svolgere la sua attività presso la funzione richiesta".

Certo, tutto potrebbe essere. Anche che i raccomandanti illustri agiscano in totale disinteresse; che i loro interventi servano a sanare casi disperati. Ci sono pure storie così, nelle migliaia di pagine che raccontano il volto segreto di Poste Italiane. Si trovano politici che cercano di aiutare ragazzi orfani, che domandano alle Poste un lavoro per chi è alla disperazione. Come il sindaco di Roma Walter Veltroni, tre volte presente nel database, il cui nome risulta il 10 marzo 2005 nella richiesta di lavoro a tempo determinato per la signora P. S., secondo Poste Italiane in "una situazione familiare molto disagiata". Ma poi emergono altre storie che portano nella direzione opposta: quella della tradizionale spintarella. Ad esempio, la vicenda che vede protagonista Maria Brancher, scoperta lo scorso aprile da un'inchiesta del 'Corriere delle Alpi'. Secondo il quotidiano, la sorella del sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher sarebbe stata assunta a tempo indeterminato da Poste Italiane. A ruota, il 26 aprile 2005 la parlamentare di Rifondazione comunista Titti De Simone ha presentato un'interrogazione al ministro delle Comunicazioni, "non ricevendo ancora una risposta". Che arriva adesso dalla documentazione di Poste Italiane: la signora Brancher è stata effettivamente assunta il 18 gennaio 2005. Con uno stipendio annuo di 19 mila 3 euro e 29 centesimi.

Situazioni simili, nel palazzone di Poste Italiane, sono frequenti. Lo si capisce leggendo i file che riguardano l'assunzione avvenuta il 16 maggio 2005 di Roberto Baldassarri, nipote del sottosegretario alle Finanze Mario Baldassarri. Lo stesso sottosegretario segnala il nipote assieme al suo segretario particolare, Sandro Cacchiarelli. Il quale a sua volta risulta assieme a Enrico Pazzali (in quel momento capo del Chief marketing office delle Poste) nel file per l'assunzione di Paolo Bicocchi, figlio di quel Giuseppe consulente di Baldassarri. Una girandola di raccomandazioni che sembra non finire mai. E che continua, salendo di grado, fino al vicepremier Giulio Tremonti, il cui cognome compare assieme a quello di Francesco Valsecchi (ex consigliere di amministrazione in Poste Italiane) per l'assunzione di Alberto De Ghislanzoni Cardoli: figlio di Giacomo, Forza Italia, presidente alla Camera della Commissione agricola. Assunzione richiesta il 31 maggio 2004 e arrivata il 16 marzo 2005.

Quanto agli altri nomi eccellenti del centro-destra, c'è soltanto da scegliere. Si può partire dal presidente del gruppo parlamentare di An alla Camera Ignazio La Russa e arrivare a Giuseppe Gargani, responsabile Giustizia di Forza Italia e presidente della Commissione giuridica al Parlamento europeo. Si può virare su Enzo Fragalà (An) e su Cristiana Muscardini, numero uno di An in Lombardia. Oppure puntare sul senatore siciliano Calogero Sodano (Udc) e poi rimbalzare su Enrico Ferri, ex parlamentare europeo di Forza Italia. Fino al vicepremier Gianfranco Fini, del quale nel database appaiono pure la segretaria Rita Marino e il capo della segreteria particolare Francesco Proietti Cosimi, citato con un misterioso signor (o ufficio) 'V.' per l'assunzione di Laura Proietti Cosimi, classe 1978, avvenuta il 15 marzo 2004. Da parte sua, Fini compare sette volte. Per esempio nella scheda per l'assunzione della signora L.C., effettivamente avvenuta il 16 marzo 2004.

Tutto, dalle procedure standard alla creazione di un database, indica che quello delle raccomandazioni non è un accrocchio estemporaneo. È un sistema, un metodo in cui è difficile comprendere chi governi il gioco e chi lo subisca. Chi, tra il gruppo Poste, classe politica e aziende di lavoro temporaneo, faccia piaceri a chi. L'unica certezza è la dimensione del fenomeno, straripante, soprattutto tra i politici. Non ne è esente il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia (Forza Italia), inserito nella casella 'provenienza' assieme a Valsecchi e al misterioso 'V.' per l'assunzione del signor G. B., richiesta il 15 novembre 2004 e avvenuta il 16 marzo 2005. Altrettanto evidente è l'impegno del senatore Michele Lauria (Margherita), ex sottosegretario alle Comunicazioni, citato nella scheda della signora A. S., poi assunta nell'aprile 2004. E pari attenzione meritano due ulteriori casi, legati stavolta all'Udc.

Il primo riguarda il ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi, che nel marzo 2004 si interessa alla signora "P. O., in servizio al call center unico di Roma con contratto di lavoro interinale in scadenza il 30 giugno p.v., la quale aspira a un'assunzione a tempo indeterminato o a ulteriori proroghe del rapporto in essere". Passano due mesi e la Direzione centrale risorse umane invia risposta positiva alla firma di Sarmi: "Mi riferisco al suo interessamento a favore della signora O. D.", si legge. "(...) Ove alla scadenza permangano i fabbisogni che hanno originato il ricorso alla fornitura di lavoro interinale, sarà nostra cura prevedere che il contratto con l'interessata venga ulteriormente prorogato".

Simile è la seconda vicenda, riguardante la signora V. P., sulla cui scheda del dicembre 2003 appare il cognome dal segretario dell'Udc Marco Follini. Anche qui trionfa l'happy end, con i vertici delle Poste che "al fine di dare riscontro positivo alla richiesta di assunzione", sottopongono "il nominativo dell'interessata all'evidenza delle società di lavoro interinale che gestiscono il reclutamento di sportellisti nella regione Lazio". Risultato: "L'interessata è stata contattata e assunta presso la filiale di Roma Sud, a partire dal 23 aprile 2004, con un contratto di lavoro temporaneo" presso la società Inwork. Di più. La signora V. P. viene riconfermata dalla Inwork con "un ulteriore contratto di somministrazione lavoro a tempo determinato dal 10 novembre 2004 al 15 gennaio 2005".

Ordinaria amministrazione. Non c'è soluzione di continuità, nella parata dei grandi nomi. Colpisce, per esempio, che nel database delle raccomandazioni compaia Domenico Vulpiani, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni. Singolare è la presenza di Luigi Pietro Caruso, magistrato della Corte dei conti già delegato al controllo su Poste Italiane, inserito sia nel database che in un elenco titolato 'Segnalazioni archiviate'. E altrettanto imprevedibile è che tra i raccomandanti spuntino i cardinali Achille Silvestrini (quattro casi) e George Marie Cottier, teologo della casa pontificia, che con il misterioso V. sponsorizza il signor L. F. (assunto il primo marzo 2005). Ma il capitolo più delicato, in questa storia, è forse quello che riguarda il sindacato, controparte dell'azienda e nume tutelare dei lavoratori. Il suo ruolo, nella vicenda di Poste Italiane, è tutto da interpretare, ma certo non secondario. Il cognome di Ciro Amicone, segretario generale della Uil Post, compare nel database 60 volte, legato ad assunzioni a tempo indeterminato, contratti di somministrazione lavoro o sviluppi di carriera. Altrettanto attivo (80 presenze) è Carlo Ciancio, segretario generale Sailp (Sindacato autonomo italiano lavoratori postelegrafonici), il quale raccomanda R.P., secondo Poste Italiane "nipote della moglie di Ciancio, inserita dalla (società) Select su Napoli sportello dal 26 gennaio al 30 aprile 2005". Mentre il segretario della Cisl, Sabino Pezzotta, si interessa del signor P. C., la cui assunzione richiesta il 29 dicembre 2003 avviene a tempo indeterminato il 16 marzo 2004.

In altri file spuntano i cognomi di Donatello Bertozzi, consulente politico della segreteria generale Cisl, Antonino Sorgi (segretario della Slp-Cisl), Mario Petitto (segretario generale Slp-Cisl) e Walter De Candiziis, segretario generale della Federazione autonoma italiana lavoratori postelegrafonici (Failp-Cisal). Ma il vero mattatore del database è Serafino Cabras, segretario generale dell'Ugl (Unione generale del lavoro), a quota 94 presenze. A suo nome, gli uomini di Poste Italiane hanno creato tabulati riassuntivi per tenere sotto controllo le pratiche. Sempre a suo nome viene stilata da Poste Italiane il 6 giugno 2005 una nota riservata che ha per oggetto i contratti di somministrazione delle signore B. M. e F. C. D. F.. E tracce della sua attività si trovano anche in un file definito 'confidenziale', dove le pratiche a lui riconducibili sono suddivise in 'assunzioni' e 'sviluppo'.

Ora sarà interessante scoprire se tutte queste segnalazioni siano frutto di procedure ortodosse. O se giorno dopo giorno, anno dopo anno, abbia prevalso soltanto la regola del 'di' che ti mando io'. Del posto prioritario, oltre che della posta prioritaria. Bisogna chiederselo anche quando si scopre, dalle carte di Poste Italiane, che il condirettore generale Francesco Mengozzi, assieme al direttore Internal auditing Carolyn Dittmeier, ha chiesto l'assunzione di Stefano Tezzon (avvenuta a tempo indeterminato il 23 dicembre successivo). Non per altro: le note riservate delle stesse Poste lo definiscono "figlio" di Massimo Tezzon, "direttore generale della Consob".


I fantastici 20

Ecco l'elenco dei nomi che più spesso appaiono nel documento di Poste Italiane titolato 'Casi in evidenza delicata'. Va ribadito che nel database sono presenti non soltanto raccomandazioni illustri, ma anche procedure ordinarie e segnalazioni di 'casi umani'. Inoltre, la presenza tanto evidente di dirigenti di Poste Italiane può essere dovuta alla normale segnalazione interna per l'assunzione di personale. Va infine precisato che in cima alla classifica dei raccomandanti c'è una persona, o un ufficio, indicato con l'abbreviazione 'V.', presente ben 348 volte. E che il quattordicesimo posto spetterebbe al cognome Bruno, citato 45 volte. Ma è impossibile distinguere tra Donato Bruno (Forza Italia), presidente alla Camera della commissione Affari costituzionali, e Giovanni Bruno, consigliere del ministro delle Comunicazioni Landolfi: entrambi citati in lettere o altri documenti di Poste Italiane come segnalatori

140 Massimo Sarmi amministratore delegato Poste Italiane

125 Ranieri Mamalchi direttore Affari istituzionali di Poste Italiane, ex capo della segreteria del ministro delle Comunicazioni Gasparri

109 Francesco Valsecchi ex membro del cda di Poste Italiane

95 Massimo Condemi ex capo di gabinetto del ministro Gasparri

94 Serafino Cabras segretario generale Ugl (Unione generale lavoratori)

80 Carlo Ciancio segretario generale Sailp (Sindacato autonomo italiano lavoratori postelegrafonici)

72 Antonio Mazzone ex membro del cda di Poste Italiane ed ex deputato di An

70 Salvatore Cardinale deputato della Margherita ed ex ministro delle Comunicazioni

60 Ciro Amicone segretario generale Uil Post

60 Giancarlo Innocenzi (Forza Italia), ex sottosegretario alle Comunicazioni

54 Luca Sbardella ex capo segreteria particolare del ministro Gasparri

53 Massimo Baldini Forza Italia, sottosegretario alle Comunicazioni

50 Massimo Bragazzi, responsabile Divisione rete territoriale di Poste Italiane

50 Michele Scarpelli responsabile Servizio centrale segreteria organi societari di Poste Italiane

47 Salvatore Viti consulente dell'ex ministro delle Comunicazioni Cardinale

41 Luigi Pietro Caruso magistrato della Corte dei conti, ex delegato al controllo di Poste Italiane

36 Francesco Proietti Cosimi capo segreteria particolare del vicepremier Fini

36 Remo Gaspari ex ministro dc delle Poste

35 Franco Corlaita membro del cda di Poste Italiane

32 Ruggero Parrotto responsabile relazioni industriali di Poste Italiane


L'attivismo dell'ex ministro

Secondo il database di Poste Italiane, dal settembre 2002 al giugno 2005 l'ex ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale ha raccomandato 70 volte. Numerose sono anche le bozze di risposta che la Direzione centrale risorse umane di Poste Italiane ha mandato alla firma dell'amministratore delegato Massimo Sarmi. Sia negative che positive. C'è il caso del signor F. C., che aspira "a uno sviluppo dall'attuale livello B ad A1". C'è la vicenda del signor G. F., il cui "nominativo è stato posto all'evidenza delle società di lavoro interinale che gestiscono per noi il reclutamento nella Regione Lazio".
E c'è la situazione di G. P., "attualmente in servizio come lavoratore interinale presso il Centro stampa Postel di Palermo, e che ambisce a un consolidamento a tempo indeterminato".

Ma l'ex ministro Cardinale non si limita a segnalare persone e ambizioni. Lo rivela una nota riservata della Direzione centrale risorse umane di Poste Italiane, che il 23 giugno 2005 scrive a Sarmi. Oggetto: proposta di pubblicità sulla rivista 'InnovAzioni'. "Facendo seguito alla nota dello scorso 18 maggio avente il medesimo oggetto", si legge, "si trasmette l'allegata comunicazione, pervenuta nuovamente dall'onorevole Cardinale, contenente la richiesta di intervento per incrementare la presenza, in termini di spazi pubblicitari, decisa da Poste Italiane sulla rivista 'InnovAzioni'. Pare infatti", continua la lettera, "che dai contatti sinora intercorsi la nostra Azienda abbia deciso di essere presente sulla rivista con uno spazio pubblicitario piuttosto contenuto".

Per la cronaca, direttore del bimestrale di cultura politica 'InnovAzioni' è l'ex presidente socialista della Rai Enrico Manca, nonché consulente dell'ex ministro Cardinale. Mentre il condirettore è Vincenzo Viti, pure lui consulente di Cardinale, il quale compare spesso nel database delle raccomandazioni illustri. E tra tutte le schede in cui risulta nella casella 'provenienza', c'e anche quella di suo figlio, Gaetano Maria Michele, assunto a tempo indeterminato con chiamata nominativa dal primo febbraio 2005.

Sempre Viti, propone inoltre a Poste Italiane di utilizzare "la società Interim 25 per la fornitura di lavoro temporaneo". Ma il gruppo nel 2003 ritiene che "non sussistano le condizioni per un ulteriore sviluppo del ricorso al lavoro interinale". Valutazione in seguito completamente ribaltata. Tanto che Interim 25 inizia a lavorare per Poste Italiane, e bene. Come dimostra una nota riservata alla 'cortese attenzione superiore' che la sezione risorse umane prepara il 16 novembre 2004 e titola 'Riepilogo evidenze Viti'. Il sottotitolo è "Interim 25, richiesta utilizzo più intensivo". Seguito dal commento: "Con il passaggio alla nuova normativa relativa alla somministrazione a tempo determinato, è già stata incrementata la quota relativa alla società, passata da 33 a 54 risorse, ad oggi in servizio in Puglia, Basilicata, Emilia e Marche".


Consigliere in trasferta

Molti dirigenti di Poste Italiane risultano nel database delle raccomandazioni. Dall'amministratore delegato Massimo Sarmi al vice presidente delegato Nunzio Guglielmino, dal condirettore generale Francesco Mengozzi, in abbinata anche con il membro del consiglio di amministrazione Franco Corlaita, a membri ed ex membri del cda quali Mauro Michielon (in carica, quota Lega), Francesco Valsecchi (ex, quota Forza Italia) e Luigi Caruso (il precedente magistrato della Corte dei conti delegato al controllo).

Ma il caso più singolare è forse quello di Antonio Mazzone, ex deputato di An ed ex membro del cda delle Poste. Nel marzo 2002 il diessino Giuseppe Rossiello ha infatti rivolto al ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri un'interrogazione parlamentare, nella quale chiedeva se corrispondesse "al vero che il ministro interrogato, in data 9 febbraio 2002, in una riunione presso l'Hotel Sheraton di Bari" avesse "formulato espresso invito affinché i dirigenti del sindacato Ugl e i vertici di Poste Italiane organizzassero l'ospitalità al consigliere Antonio Mazzone". E se fosse "a conoscenza del ministro che la segreteria - settore Poste - del sindacato Ugl di Bari" avesse "con nota scritta coinvolto ufficialmente i predetti vertici locali delle Poste nel programma di visita del consigliere Mazzone". Chiedendo, infine, come Gasparri valutasse "il comportamento del consigliere di amministrazione che ha effettuato una visita ufficiale confondendo il ruolo di amministratore con quello di ex parlamentare in manifesta campagna elettorale, coinvolgendo nella stessa visita uno dei sindacati con cui il gruppo Poste ha un confronto in atto".

A tutte queste domande, non ha risposto il ministro Gasparri. Al suo posto si è presentato alla Camera l'allora sottosegretario per le Comunicazioni Giancarlo Innocenzi, il quale ha smentito qualunque forma di scorrettezza, fornendo una versione dei fatti che Rossiello ha definito, nella sua replica, "una vera e propria bugia". Ora si scopre che Giancarlo Innocenzi compare 60 volte nel database delle raccomandazioni illustri. Inoltre, anche il nome del consigliere Mazzone è assai presente. E compare in un caso abbinato a quello di Serafino Cabras: il segretario di quell'Ugl citata nell'interrogazione.


Tratto da l'Espresso del 09/09/2005

giovedì 8 settembre 2005

Schwarzy ha deciso: porrà il veto alle unioni omosex in California

Il Governatore: "Non possiamo avere un sistema dove il popolo vota e i suoi rappresentanti ne alterano le scelte"


WASHINGTON - Il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha deciso: porrà il veto sulla legge approvata martedì dal Parlamento statale che legalizza i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Schwarzenegger sostiene che la legge - approvata ieri ma con voti insufficienti ad eludere il veto del governatore - è in contrasto con la volontà degli elettori che, cinque anni or sono, approvarono una proposta di referendum perché la California non riconosca i matrimoni omosessuali contratti in altri Stati.

In una dichiarazione diffusa dalla sua portavoce, 'Schwarzy' afferma: "Non possiamo avere un sistema dove il popolo vota e i suoi rappresentanti ne alterano il voto. Mettero il veto alla legge per rispetto della volontà del popolo".

Nell'annunciare il veto, il governatore ha però precisato di credere che le coppie omosessuali "hanno diritto a piena protezione legale e non debbano essere discriminate".

L'intera questione dei matrimoni omosessuali è attualmente all'esame della magistratura californiana, che deve ancora pronunciarsi in modo definitivo.

(8 settembre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/esteri/gay/veto/veto.html

mercoledì 7 settembre 2005

California, il Parlamento dice sì ai matrimoni tra omosessuali

La norma approvata definisce il matrimonio quello tra "due persone" invece che "tra uomo e donna". Primo Stato in Usa.
La legge deve essere firmata dal governatore Schwarzenegger



WASHINGTON - Il Parlamento della California è divenuto martedì la prima assemblea statale degli Stati Uniti ad approvare una legge che autorizza i matrimoni omosessuali. La norma approvata definisce il matrimonio quello tra "due persone" invece che "tra un uomo e una donna". I sostenitori dei diritti di gay e lesbiche, che erano stati battuti due volte su provvedimenti analoghi, si sono imposti con 41 voti a favore e 35 contrari.

Per entrare in vigore, la legge deve essere firmata dal governatore Arnold Schwarzenegger, che non è favorevole al provvedimento. I fautori dei matrimoni omosessuali affermano che questa è una battaglia per i diritti civili comparabile a quelle per abolire la schiavitù e dare il voto alle donne. Il portavoce Margita Thompson, ha fatto sapere che il governatore ritiene che la questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso debba essere affidata a una corte di giustizia e non all'assemblea. Al tempo stesso non ha specificato se egli intenda porre il veto o no. La legge è passata ma non con abbastanza voti per annullare la possibilità di un veto.

Un democratico di san Francisco, Mark Leno, prima del voto aveva invitato i colleghi a dare il loro sì alla legge: "Fate quello che vi suggerisce il cuore, in modo che tutte le famiglie della California possano godere della stessa protezione legale".

(7 settembre 2005)


http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/esteri/gay/gay/gay.html

martedì 6 settembre 2005

PACS nella sanità, consensi bipartisan

Giudizi positivi anche a destra sull'apertura del ministro della sanità Storace. Sì di Bondi e Cecchi Paone, critico invece Calderoli.


MILANO - La maggior parte è favorevole, qualcuno scettico, pochi, nel centrosinistra come nel centrodestra, quelli contrari a priori. Fa discutere l´apertura del ministro per la Salute, Francesco Storace, sul Pacs nella Sanità. «È giusto che le coppie omosessuali possano registrarsi alle Asl», aveva dichiarato il ministro in un´intervista a Repubblica. Un´uscita considerata da molti sorprendente, viste le posizioni, non proprio morbide, tenute in passato sull´argomento. Ma che adesso, a maggior ragione, apre un dibattito politico serio. Quella di Storace è stata qualcosa di più di una semplice riflessione: ed è stata accolta come un viatico che può portare in tempi brevi a una parificazione - per ora sanitaria, poi chissà - dei diritti delle coppie gay conviventi. «È un fatto largamente positivo - commenta Franco Grillini, parlamentare diessino e presidente onorario Arcigay nonché primo firmatario della proposta di legge sui Pacs - Bisogna cominciare ad affrontare in concreto la questione dei diritti delle coppie conviventi, omosessuali comprese. Quindi ben vengano anche provvedimenti parziali come quello annunciato del ministero della Salute». C´è chi, come i parlamentari verdi Paolo Cento e Natale Ripamonti, si aspetta adesso da Storace fatti concreti: «Meglio tardi che mai - sottolineano - finalmente anche a destra si comincia ad avvertire la necessità di tutelare i diritti delle persone indipendentemente dall´orientamento sessuale. Il prossimo passo potrebbe essere il riconoscimento delle coppie di fatto». È su questo punto che interviene Ignazio La Russa, di An: «Attenzione a non strumentalizzare le parole di Storace - dice - . Del Pacs sanitario ne abbiamo parlato insieme quest´estate. È un´ipotesi sulla quale si può lavorare. Ma che non va letta come un´apertura alle unioni civili». Il suo collega di partito e senatore Riccardo Pedrizzi dice che «il riconoscimento dei Pacs nella sanità va consentirlo a tutti coloro che convivono stabilmente, a prescindere dall´orientamento sessuale».

Uno che già mesi fa si era espresso a favore del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto è Sandro Bondi: «E allora ben venga la registrazione delle coppie gay al servizio sanitario», spiega il coordinatore nazionale di Forza Italia, che resta però contrario sia al matrimonio che all´adozione di figli da parte di coppie omosessuali. «Un primo passo importantissimo», esulta il presentatore Alessandro Cecchi Paone: «In An si sta muovendo qualcosa che merita attenzione - ragiona - . Prima l´apertura di Fini sulla fecondazione assistita, adesso questa bella iniziativa di Storace...». Qualcuno, però, mostra scetticismo: «L´uscita del ministro per la Salute è aberrante, grottesca, contraddittoria», taglia corto Saverio Aversa di Rifondazione. «Come fa a dire sì al Pacs sanitario e no al Pacs nelle unioni civili? O le coppie omosessuali esistono, e vengono legittimate, o non esistono». Il giudizio più tranciante, e anche il più colorito, è però quello del ministro delle Riforme Roberto Calderoli: «Mi viene da ridere. Il buon Dio ci ha fatto con requisiti diversi: uomo e donna. Io rispetto questi requisiti. E comunque in Italia l´assistenza sanitaria è già prevista per tutti, omosessuali e eterosessuali».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=33938

Fabbricando Laicità: lavori in corso

Si è tenuto sabato alla Festa nazionale de l'Unità di Milano un confrontro tra Nichi Vendola, Rosy Bindi, Barbara Pollastrini. Articolo dal sito della Festa
di Aurelio Mancuso



Finché si è trattato di parlare del presidente del Senato Marcello Pera e delle sue ripetute esternazioni sullo scontro tra le civiltà, il confronto tra i tre esponenti dell’Unione è filato liscio. Ma Marco Politi, vaticanista di Repubblica e Corrado Formigli, coordinatore dell’incontro che si è svolto sabato sera alla Sala Italia 2006, non si sono fatti scappare l’occasione di incalzarli sui cosiddetti temi sensibili: fecondazione assistita, testamento biologico, riconoscimento delle coppie di fatto.



Barbara Pollastrini, la coordinatrice nazionale delle Democratiche di sinistra esordisce così: “E meglio perdere per i propri valori, che perdere i propri valori”; la platea gli tributa un’ovazione e ascolta attenta la risposta di Rosy Bindi, responsabile Welfare della Margherita: “Quando si trattò di votare la legge in Parlamento, ci siamo rifugiati nella libertà di coscienza. E’ stato un errore. Del cambiamento di alcune norme della legge 40, dovremo ridiscutere e cercare un intesa dentro l’Unione. Sono convinta che se c’è la volontà politica riusciremo a trovare un accordo”.. Nichi Vendola, presidente della Puglia, ripercorre le grandi conquiste civili del nostro Paese: “La difesa del divorzio e dell’interruzione di gravidanza parlavano a una società, che comprendeva con facilità di cosa si trattava. Sulla fecondazione assistita questo coinvolgimento sociale non vi è stato, la campagna referendaria è stata percepita come un confronto poco interessante”. Ma la coordinatrice delle donne DS non ci sta, o perlomeno vuole affermare che: “Se fossimo stati tutti più impegnati, anche se la battaglia era difficile, il risultato poteva essere meno negativo”. La sala approva, ma è il tema della laicità e della sua definizione che appassiona, e soprattutto come l’Unione saprà trovare un terreno comune per dare risposte convincenti sulla questione simbolo del momento: il riconoscimento delle coppie di fatto. Sul concetto di laicità le differenze, seppur lievi, emergono.

La Pollastrini parla del valore della laicità come “unico regolatore per una politica di ascolto e di accoglienza di tutte le differenze”; l’esponente della Margherita rivendica uno Stato laico, “distinto dalla Chiesa, ma non separato dai valori di cui è portatrice”; il governatore della Puglia non può non ricordare come Papa Ratzinger lo abbia profondamente deluso “dopo aver ricevuto la Oriana Fallaci”, subito la Bindi non si fa sfuggire la battuta “quella fa terrorismo letterario", il pubblico reagisce con entusiasmo. La figura del presidente spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero aleggia sul confronto e, mentre Barbara Pollastrini si dice “entusiasta di un leader politico che ha avuto un grande coraggio”, la Bindi si fa scura in volto e con puntigliosità ribadisce “su quello che è successo in Spagna non ho la tua stessa opinione; credo che si sia imposto, in modo anche un po’ violento, a quella società delle leggi iper laiciste.



Se invece si chiede di confrontarsi sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto sono disponibile a discutere”. Marco Politi non si fa sfuggire l’occasione: “Perché date l’impressione su questo tema di avere ancora il freno a mano tirato, quando tutte le altre società europee hanno dato risposte positive? “Io sono la seconda firmataria della legge sul Pacs (Patto civile di Solidarietà) – sbotta orgogliosa la Pollastrini – è una battaglia a cui credo con convinzione e sono determinata a portarla fino in fondo!” Tocca a Nichi Vendola raccogliere il testimone e valorizzare il suo risultato elettorale. “Si è detto che non avrei mai potuto vincere perché ero estremista e omosessuale. Sappiamo come è andata a finire”.



Il pubblico gli riserva una prolungata ovazione e, mentre il governatore chiede un segnale chiaro da parte dell’Unione sui Pacs (“il matrimonio lo lasciamo volentieri agli eterosessuali”); in silenzio ascolta la sua confessione finale, sollecitata da Formigli: “vorresti avere un figlio?”.

“Alla mia età si fanno i primi bilanci e si riflette su molte cose; io amo molto i bambini, ho dei nipoti stupendi. Sarei sicuramente un bravo padre, magari di uno dei milioni di disperati che in questo mondo ingiusto sono abbandonati, lasciati morire. Ma ho anche la consapevolezza che sono nato troppo tardi, forse altri dopo di me potranno parlare più serenamente di questo tema”.

Il silenzio indica forti emozioni in platea, che si liberano in un bruciante applauso.

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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