venerdì 25 maggio 2007

Il video sui preti pedofili scompare da Google"Viola il copyright detenuto dalla Bbc"

YouTube e il motore di ricerca oscurano Sex Crimes and the Vatican
Ma è ancora possibile vederlo in altri siti. Andrà in onda sulla Rai il 31 maggio


ROMA - "Il video non è più disponibile per motivi di diritti d'autore, detenuti da Bbc Worldwide Inc.". Questa la laconica scritta in rosso che appare su Google.com e YouTube se si cerca di aprire il documentario sul Vaticano e i crimini sessuali, realizzato e mandato in onda dall'emittente pubblica britannica nel 2006 e diffuso ormai quasi ovunque in rete. E' un fatto: se è vero che milioni di persone lo hanno già scaricato e visto - solo 600mila negli ultimi giorni - il filmato dello scandalo è scomparso dai maggiori motori di ricerca, Google in testa, e di conseguenza da YouTube, il più popolare sito di video, anch'esso di proprietà del colosso di Mountain View.

Le motivazioni ufficiali sono legate alla protezione del copyright: la Bbc ha infatti venduti i diritti per la trasmissione del documentario in Italia alla Rai - costo 25.000 euro - e il video andrà in onda il 31 maggio nel corso della trasmissione "Annozero" condotta da Michele Santoro. Ma c'è chi non esclude che siano entrati in gioco anche altri fattori: il Vaticano ha protestato in modo deciso contro la diffusione del video in rete, e il quotidiano Avvenire si è scagliato contro il filmato, definendolo un "infame calunnia via internet".

Il documentario sui sacerdoti cattolici in Irlanda, Stati Uniti e Brasile accusati di pedofilia è presto diventato uno dei più visti sul web, scatenando dibattiti e lunghe discussioni. Ma se è vero che i siti maggiori lo hanno rimosso è ancora possibile trovarlo, come nelle reti peer-to-peer e su quei siti che non linkano a YouTube ma lo hanno scaricato sui propri server: da noi www.beppegrillo.it, ad esempio.


(25 maggio 2007)
http://tinyurl.com/3x333m

Roma Pride 2007. Fassino: Aderiamo ma non alla piattaforma politica

Duro comunicato dei Portavoce del Pride: Fassino siamo alla schizofrenia!







Apprendiamo con incredulità e stupore che Piero Fassino ha dichiarato che i Democratici di Sinistra aderiranno al Roma Pride 2007, ma non alla sua piattaforma politica.



Siamo ormai alla schizofrenia assoluta! Ci spiega l’onorevole Fassino su quale di queste tre parole non si ritrova? : "Parità, Dignità, Laicità"?



Ci ragguaglia il segretario dei DS su quali dei punti programmatici contenuti nella piattaforma unitaria del Pride nazionale non si riconosce?



Non si aderisce ad un Pride soltanto perché le persone omosessuali sono discriminate, ma perché si è d’accordo sulla necessità che anche in Italia siano riconosciuti, come in tutti i paesi europei, diritti e tutele alle persone lgbt.



Chiarisca Fassino, innanzi tutto a se stesso e al suo partito, su quale versante vuole stare: con le politiche promosse da tutti i governi della sinistra europea o con la destra americana? (perché quell’europea è ben più avanti del centro sinistra italiano).



Se s’inaugura la stagione dell’equidistanza, sappia l’onorevole Fassino, che moltissimi cittadini e cittadine lgbt sapranno alle prossime elezioni politiche, orientarsi di conseguenza.





Coordinamento nazionale Roma Pride 2007

I portavoce:

Cristian Ballarin

Aurelio Mancuso

Rossana Praitano





http://www.gaynews.it/view.php?ID=74001

giovedì 24 maggio 2007

Don Narciso: una bomba dentro la chiesa

Don Narciso invita i gay a non farsi spaventare dall'omofobia. Poi parla dei mali della Chiesa: pedofilia, ingerenza nello Stato e lontananza da Cristo
di Flavio Mazzini


Una vita spesa all’interno della Chiesa. Ad insegnare, ad ascoltare, ma anche a rinunciare ad incarichi di prestigio, pur di mantenere la propria libertà. E oggi che sei – sono sue parole – un vecchio prete ancora innamorato di Gesù, combatte la sua piccola battaglia rispondendo senza peli sulla lingua alle domande dei lettori. Don Narciso magari pecca di vanità (anche se lui preferisce dire orgoglio), ma certamente non di ipocrisia. E oggi che l’atmosfera è tesa ai limiti di una guerra civile tra laici e clericali, non si tira indietro e lancia accuse pesanti contro i gay pavidi, contro i politici opportunisti ma soprattutto contro parte della sua stessa Chiesa, colpevole di aver rinnegato la misericordia di Cristo.


Gay.it ha sottolineato, all’indomani del Family Day e dell’Orgoglio Laico, che troppo pochi gay sono andati in piazza. Cosa ne pensi?

I gay sollevano la testa quando l’ambiente è propizio. Quando invece la lotta non è alla pari, si dicono ‘Ma chi me lo fa fare?’ e preferiscono non compromettersi. In questo momento di forte omofobia, i gay in Italia hanno paura. Sono spaventati dalla maggioranza che è andata al Family Day.


Credi fosse una maggioranza, quella scesa in piazza, e non un gruppo semplicemente ben organizzato?

C’è stato un risveglio omofobico. Proprio quando sembrava si stesse seguendo il resto d’Europa in un cammino di diritti, questo cammino è stato bruscamente interrotto dal Parlamento per iniziativa del Vaticano.


Sei molto critico verso la tua Chiesa…

A suo modo Cristo era un anarchico. Di sicuro lo era mio padre. Forse, e lo dico con orgoglio, qualcosa mi è rimasto nel sangue. E comunque penso che sono quelli come Betori che parlano di un Cristianesimo che non esiste e che non è altro che la ‘loro’ idea di Cristianesimo.


Ti riferisci alle recenti, durissime, parole del monsignore della Cei su aborto, eutanasia, coppie gay, visti come i ‘mali del mondo’?

Sono argomenti delicati che non vanno confusi. Sull’aborto è necessario che la Chiesa non resti in silenzio. Si tratta di un omicidio, forse un ‘piccolo omicidio’, ma pur sempre una vita che viene interrotta. Però la Chiesa non deve influenzare lo Stato, che solo ha il compito di legiferare. Né deve mostrarsi punitiva. Ma fare il possibile per aiutare tutte quelle povere donne che si trovano in difficoltà. In fondo Gesù ha fatto il matto pur di salvare una peccatrice.


E l’eutanasia?

La vita è un dono di Dio e quindi è sacra e inviolabile. Ma lo è fin tanto che resta vita. Quando una persona è malata la si deve assistere senza lasciare nulla di intentato. Ma quando non ce la fa più, nessuno ha il diritto di accanirsi. La legge non può vietare la fine di una vita che non è più vita.


E le coppie gay, ‘nemiche’ della famiglia?

La famiglia nel Vangelo non esiste. La stessa Sacra famiglia non era un famiglia come la si intende oggi. Se Maria aveva sposato Giuseppe doveva esserne la sposa in tutti i sensi. Se sceglie di restare Vergine il matrimonio stesso non è ‘valido’: la Sacra Rota stessa lo avrebbe annullato. Ma quel che conta è altro, ossia che Gesù, quando vengono a cercarlo sua madre e i suoi fratelli, risponde che quella non è sua madre e quelli non sono i suoi fratelli. A Gesù non importa la famiglia ‘tradizionale’ ma quella Universale, la comunità, dove siamo tutti fratelli e c’è un solo Padre: il Dio dei Cieli. Invocare il Vangelo a difesa della famiglia è un controsenso. La famiglia come la intende la Chiesa semmai è il frutto di un pensiero successivo, della Scolastica e di Agostino (che non a caso questo papa ama molto), ma non la si può difendere certo nel nome di Cristo”.


Hai visto le polemiche scatenate dal documentario trasmesso della BBC che in Italia nessuno ancora ha avuto il coraggio di mandare in onda?

L’ho visto su internet, come molte altre persone. Mi sembra che non dimostri niente di certo, ma le persone che parlano sembrano sincere e la BBC di solito è molto rigorosa. Comunque si sa che ci sono tanti casi del genere. La diocesi di Los Angeles, che pure è molto ricca e potente, sta andando in bancarotta a causa dei comportamenti di certi preti. Stanno vendendo tutti i loro beni per risarcire le persone violentate. In America è un problema assai diffuso, in Italia sembrerebbe di meno. Ma, se da noi ci fossero certe parcelle che percepiscono gli avvocati oltreoceano, forse potrebbe scoppiare qualcosa di analogo...


Dici che anche in Italia si correrebbe il rischio di gravi scandali?

Direi di sì.


Perdona se insisto, ma perché pensi una cosa del genere?

Ricordati che io sono anche un confessore. Ma proprio per questo motivo non posso dire di più.



Don Narciso è un vecchio prete romano, come ce ne sono tanti, cosciente di aver sempre voluto seguire il messaggio di amore di Cristo, anche quando è in disaccordo coi vertici della Chiesa e con la loro crescente omofobia.

Ha accettato, pur mantenendo uno stretto anonimato, di aprire un dialogo con i lettori di Gay.it. Chiunque sia interessato, può scrivere a Flavio Mazzini
, che gli rivolgerà tutti i vostri pensieri e le vostre domande.



http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22900

mercoledì 23 maggio 2007

Iran: torturata una coppia gay. Il reato? L'omosessualità

Nel paese teocratico del Medio Oriente essere omosessuali è reato. Pestaggi, arresti e impiccagioni sono all'ordine del giorno. E la comunità internazionale tace.


Clicca per ingrandire...


Una coppia di gay è stata punita con 80 frustate sulla schiena. E’ successo due giorni fa in Iran. Questo paese non è nuovo a fatti del genere, purtroppo. Da anni la comunità LGBT internazionale denuncia la situazione di un governo teocratico per il quale l’omosessualità è reato. Quotidianamente gay, lesbiche e transessuali vengono arrestati, torturati e a volte impiccati pubblicamente. Prova ultima dell’intolleranza di regime che governa quella che una volta era la radiosa Persia, è che la maggiore associazione LGBT, la IRanian Queer Organization, ha sede a Toronto, in Canada. Lasciamo alle immagini il racconto di quello che è accaduto il 20 maggio scorso.


http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22897

Pedofilia e Vaticano: RAI autorizza l'acquisto del documentario

I vertici Rai autorizzano l’acquisto del documentario della BBC che il Vaticano (e buona parte dei politici) avrebbe preferito gli italiani non vedessero.


ROMA – Via libera da parte del direttore generale della Rai Claudio Cappon all’acquisto di “Sex Crimes and the Vatican”, il documentario della BBC (nella foto un’immagine) che Michele Santoro vorrebbe trasmettere all’interno del suo programma “AnnoZero” che già molte polemiche ha suscitato nei giorni scorsi. Lo scottante documentario affronta in modo chiaro e non sensazionalistico il tema della pedofilia in ambito ecclesiastico, uno degli argomenti ‘intoccabili’ del giornalismo italiano e fino a oggi abbondantemente ignorato dalle televisioni sia pubbliche che private, al quale solo “Le Iene” hanno coraggiosamente tentato un qualche approccio. Se la Rai avesse deciso di non autorizzare l’acquisto Enrico Mentana aveva già fatto sapere che il suo “Matrix” era pronto a farlo (anche se oggi è stato smentito da Silvio Berlusconi in persona, che ha detto di averne parlato con Fedele Gonfalonieri.)

In una nota il presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, di An, commenta che «Nonostante la critica presa di posizione della maggioranza del CdA in merito all'acquisto del discusso filmato della Bbc, dal direttore generale Cappon è arrivata una soluzione pilatesca che a dispetto delle migliori intenzioni consentirà a Santoro & Vauro di imbastire un processo mediatico contro la Chiesa cattolica.»
Per Landolfi «Non sono queste le finalità di un servizio pubblico radiotelevisivo, non è per questo che i cittadini pagano il canone», una linea tutta improntata al non creare imbarazzi alla Santa Sede e alla quale si adeguano prontamente in coro anche i ‘teo-dem’ dell’Ulivo. Assai sdrucciolosa la presa di posizione del segretario della Cei, Giuseppe Betori, secondo cui il documentario in questione «non rispetta la verità, ad esempio quando attribuisce a Ratzinger la paternità di un documento emanato dalla Congregazione della Dottrina della Fede 19 anni prima della sua nomina alla guida del dicastero.» Inoltre aggiunge che «attribuisce alla legislazione canonica la volontà di coprire gli autori di questi gravi atti criminali, mentre la competenza della Santa Sede è invece un aggravamento della disciplina: il 90 per cento di coloro che vengono giudicati, infatti, sono poi estromessi dallo stato clericale.»
In realtà il documentario è molto documentato e non fa alcuna attribuzione impropria, partendo dalla Istruzione del 1962 (ai tempi di Giovanni XXIII) e arrivando al documento del 2001, firmato da Ratzinger quando era a capo della Congregazione della Dottrina della fede (un tempo meglio nota come Inquisizione), nel quale è assegnata a tale ufficio la totale competenza giurisdizionale. Il tutto improntato alla massima riservatezza in quanto questa tipologia di casi rientrerebbe in quelli soggetti al ‘segreto pontificio’. Il documentario sottolinea come in nessuno dei documenti vaticani venga data indicazione alcuna di avvertire le autorità giudiziarie per denunciare i sospetti casi di pedofilia affinché vengano condotte le indagini del caso. La riduzione a stato laicale dunque, per casi mai denunciati alla polizia, rischia di essere la sola ‘conseguenza’ a carico di esponenti del clero che hanno commesso atti di libidine su minori. Il documentario spiega anche come, in tantissimi casi, i sacerdoti accusati siano stati semplicemente destinati ad altra parrocchia.

Per approfondimenti si può consultare il sito(in inglese) Bishop Accountability che contiene ricchissima documentazione in materia. (Roberto Taddeucci)


http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22899

martedì 22 maggio 2007

Quel video non s'ha da vedere: rischio censura sul video della BBC

La Cei tuona contro la BBC, ma il video si diffonde ugualmente. Santoro chiede di mandarlo in onda durante la sua trasmissione in rai, ma il rischio censura è alto.

di Roberto Taddeucci





Sette mesi fa siamo stati tra i pochissimi a segnalare la messa in onda dello scottante documentario “Sex Crimes and the Vatican” quando fu trasmesso da BBC World. Si tratta di un inquietante reportage che indaga sulle ‘coperture’ che la Chiesa Cattolica avrebbe operato per mettere a tacere scandali riguardanti esponenti del clero coinvolti casi di pedofilia. Tra i casi toccati c’è anche quello di padre Henn Da quando Michele Santoro ha annunciato di aver chiesto ai vertici Rai di acquistarne i diritti per trasmetterlo all’interno della trasmissione “AnnoZero” è subito esplosa la polemica.



La Cei indignata

Tra i primi a drizzare le orecchie, i responsabili di Avvenire. Il quotidiano della Cei non gradisce che il documento venga visto proprio nelle settimane in cui chiede le donazioni dell’8 per mille . Nell’articolo, firmato da A. Galli, il tono è indignato per quella che sarebbe «un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l'augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI".» Il documentario denuncia che sin dagli anni ’60 esistono linee di condotta per i casi di sospetta pedofilia che mai indicano di denunciare il tutto alle autorità di polizia, ma piuttosto di rivolgersi alla Congregazione della Dottrina della Fede, che prevede che tutte le cause di questo genere siano soggette al segreto pontificio. Tali linee prevedono solo la riduzione allo stato laicale per i prelati coinvolti, confermate da Joseph Ratzinger in una lettera del maggio 2001.



Politici in soccorso del Vaticano

Contro la divulgazione del video si sono mossi anche i politici. Staderini (Udc) ha fatto sapere che si batterà «per impedire a tutti i costi la messa in onda» perché «sarebbe un attacco inaccettabile al Papa.» Mario Landolfi (An), presidente della Commissione di vigilanza Rai, invita il direttore generale Claudio Cappon a non aderire alla richiesta di Santoro, ma Russo Spena e Migliore (Prc) reagiscono dicendo che «è grave esortare alla censura preventiva» e che anche in Rai si dovrebbe poter parlare di queste cose senza «accettare imposizioni dalle autorità ecclesiastiche». Nel consiglio di amministrazione Sandro Curzi ricorda che la BBC è nota per la qualità dei propri programmi e che ha consigliato a Santoro di andare avanti in base alla serietà del prodotto. Per Alessandra Mussolini (As) «la pedofilia è uno dei crimini peggiori» ed è quindi possibilista sulla messa in onda del filmato «se serve per fare chiarezza» a patto però che non sia «un attacco alla Chiesa». Per Beltrandi (Rosa nel Pugno), anch’egli membro della Commissione di Vigilanza Rai, «c’è un gran voglia di censura in giro, se si chiede, o ordina, a Santoro di non mandare in onda un documento diffuso un anno fa, perché chiama in causa responsabilità vaticane». Per Mura (Idv) devono essere i vertici della Rai a decidere, tuttavia esprime perplessità, «considerato il tema trattato e il taglio accusatorio nei confronti della Chiesa.» Mura evidentemente ignora che il documentario spiega che le autorità vaticane sono state invitate, ma hanno declinato l’invito.





http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22893

Non mangiamo cibi preparati dai gay

Questo lo spirito cristiano di chi ha partecipato al Family Day. Un gesto da regime nazista.


Mentre in tv imperversano le immagini rassicuranti della famiglia perfetta che in estasi canta, prega e si commuove, girato l’angolo e imboccato il lungo vicolo, scivola via la maschera: il buon cristiano ora è una bestia affamata diretta al Colosseo.
GAY.tv ha già ampiamente documentato che al Family Day non è stata celebrata la famiglia ma si è manifestato contro i diritti delle persone omosessuali. Veniamo a sapere oggi che è successo molto di peggio. Un gruppo di persone reduci dalla manifestazione del Family Day si è fermato a mangiare qualcosa in un locale nei pressi del Colosseo, il Coming Out. Quando i sostenitori della famiglia tradizionale si sono accorti che l’esercizio era gestito da lesbiche e frequentato da persone glbt, si sono alzati lasciando le pietanze intatte nei piatti sostenendo che non avrebbero mai mangiato cibi preparati da persone omosessuali. Un gesto che rievoca l’inizio della campagna di odio xenofobo nella Germania nazista...

"Voglio esprimere la mia totale solidarietà alle ragazze del Coming Out purtroppo già più volte oggetto di attacchi anche violenti nel corso degli utlimi due anni – fa sapere Julia Pietrangeli di Arcilesbica – Invito tutti e tutte a non abbassare la guardia, ovvero a denunciare pubblicamente sempre qualsiasi atto di aggressione e di mantenere il contatto costante con le associazioni LGBT presenti sul territorio".

redazione@gay.tv
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=5221

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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