venerdì 2 novembre 2007

E' morto don Benzi, pubblico un suo saggio di omofobia

"Non esiste il diritto al riconoscimento delle unioni omosessuali. L'omosessualità può essere corretta"


Da "Corriere Romagna", 12 giugno 2006

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Benedetto XVI nell'aula della benedizione in Vaticano rivolgendo la parola ai partecipanti al convegno internazionale organizzato del pontificio Istituto Giovanni Paolo II, ha affermato: "Solo la roccia dell'amore totale e irrevocabile tra uomo e donna è capace di fondare la costruzione di una società che diventi una casa per tutti. Ora è urgente evitare la confusione con altri tipi di unione. Gli omosessuali chiedono il riconoscimento dei loro diritti come coppie conviventi. L'On. Grillini ha già un disegno di legge in tale senso da inoltrare al Parlamento. Il disegno propone l'approvazione dei patti civili di solidarietà, i Pacs. Sono la fotocopia del matrimonio. Io mi rivolgo alle persone che si ritengono omosessuali chiedendo loro di rigettare qualsiasi legge che si proponga il riconoscimento io di tali unioni. "Solo attraverso il matrimonio, afferma la senatrice Binetti della Margherita, c'è un'assunzione di responsabilità verso la società".

La maggioranza dei parlamentari italiani approverà i Pacs. Questo è già deciso. Non c'è solo un problema di promesse elettorali, c'è anche il problema di non perdere voti Nel programma dell'Unione c'è la proposta del riconoscimento di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.

Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà.

Io mi rivolgo direttamente alle persone interessate: non esiste il diritto al riconoscimento delle unioni omosessuali. L'omosessualità può essere corretta e la deviazione psichica che le è propria rimossa. Io mi rivolgo a voi perché salviate l'identità del matrimonio naturale e cristiano. Solo voi potete salvarlo rifiutando ciò che non vi è proprio.

Appello di Don Oreste Benzi

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Un video

lunedì 29 ottobre 2007

Reazioni degli attivisti europei alla campagna toscana contro l'omofobia

La campagna della Regione Toscana, passata sulle TV di mezza Europa, fa parlare al congresso di ILGA-Europe, la federazione europea delle associazioni LGBT


A neanche due giorni dalla presentazione, la campagna contro l'omofobia della Regione Toscana ha già fatto il giro del mondo. Le televisioni di mezza Europa ne hanno parlato e l'associazione dei poliziotti gay della Catalogna l'hanno presentata come un esempio di successo al Congresso di ILGA-Europe, la federazione europea di lesbiche, gay, bisessuali e trans.

Prima che venisse presentata, abbiamo mostrato il manifesto della campagna a singoli attivisti da vari paesi raccogliendo le loro reazioni a caldo.

Lisette (Estonia): "Mi piace perché funziona!"

Florentina (Romania): "Oh! Bella! È molto potente e intrigante e induce la gente a pensare".

Aksinia (Bulgaria): "L'ho vista sui media bulgari, penso sia eccezionale! Precorre i tempi, è molto innovativa. Capisco che causi reazioni perché a volte fa male trovarsi facci a faccia con la verità"

Monika (Germania): "Penso sia molto buona e non troppo forte, proprio giusta – spero che gli abitanti della Toscana la vedano nello stesso modo in cui la vediamo noi in Germania"

Hartmut (Germania): "Beh, dice solo come stanno le cose – è giusta – noi in Germania abbiamo una storia, quella dei campi di concentramento, e il modo in cui vediamo la campagna parte da questa consapevolezza – perciò è molto buona. Ovviamente per chi è bisessuale forse le cose sono differenti, dipende un po' da come si guarda alla cosa, ma per me, da uomo gay, di certo non c'è scelta, questo è quello che voglio e non voglio altro".

Kristi (Estonia): "Mi piace – porterà un sacco di agitazione, soprattutto in Italia, è un'immagine forte, ma mi piace."

Yves (Belgio): "È già su tutti I siti web del Belgio e c'è dibattito – I cattolici sono tutti saltati sulla sedia e intervengono dicendo "Ma come?! Non è una scelta?!" – non importa se è una scelta, si tratta di una questione di accettazione – è bene creare un dibattito, ma l'obiettivo finale è di convincere la gente che non è un problema essere omosessuale – non sappiamo se è una scelta e non dovrebbe importare, appunto – è la diversità intrinseca nella nostra società.

Vera (Romania): "È forte, mi piace!"

Miha (Slovenia): "Anche se fosse una scelta, dovresti poterla fare senza discriminazioni".

Florin (Romania): "È buona e giusta"

Joyce (Pesi Bassi): "Wow! Cosa dire? Ci devo decisamente pensare"

Tomek (Polonia): "Ha suscitato un grosso scandalo in Polonia, enorme copertura sui media!"

Marta (Polonia): "È buona, ma per la Polonia sarebbe troppo controversa – se si vuole far discutere, raggiunge decisamente lo scopo! Di certo sosterrei questa campagna".

Enric (Spagna): "In Spagna ne stanno parlando tutti – come co-presidente del Forum Europeo dei gruppi Cristiani LGBT la sosteniamo decisamente!"

Panagiotis (Grecia): "Non posso certo essere contrario – avrei preferito forse due bebé che si tenevano per mano anziché un'etichetta che dice homosexual perché le etichette te le attaccano, mentre quello che fai è quello che fai tu".

Xavier (Catalogna): "Dà bene l'idea che i diritti LGBT non sono un'opzione ma sono inopinabili – è molto buona – non è genetico ma non puoi scegliere e va bene per una campagna che non è una campagna "scientifica" ma di sensibilizzazione su un tema.

Gruppo di francesi – appena vedono la campagna incominciano a parlare e discutere a tutta velocità. Poi Philippe (Francia) esclama: " Bravo! Ha fatto discutere!"

Ben (Paesi Bassi): "Wow! È davvero grande, che campagna!"

Confrontando queste reazioni con quelle della comunità LGBT italiana forse diventa molto più chiaro perché in Italia siamo così indietro rispetto al resto d'Europa nella rivendicazione dei nostri diritti.

Riccardo Gottardi
Segretario nazionale Arcigay
http://www.gaynews.it/view.php?ID=75689


Il Viminale discrimina le coppie gay

Vietata la trascrizione in Italia perché "in contrasto con l´ordine pubblico"
di ALBERTO CUSTODERO


Il ministro dell´Interno ha vietato la trascrizione in Italia dei matrimoni gay contratti all´estero perché sono «in contrasto con l´ordine pubblico interno». Questa circolare del 18 ottobre ha scatenato le razioni dei radicali che, in una interrogazione parlamentare, accusano il Viminale di aver avviato «una campagna omofoba contro le coppie omosessuali che si sono sposate in altri Paesi dell´Unione Europea». La circolare ministeriale è stata emanata dopo il caso della coppia gay di Latina (sposata in Olanda), che s´è rivolta alla magistratura in seguito al rifiuto dell´anagrafe di iscriverli come «coniugi». E dopo le proteste per il congedo matrimoniale concesso dalla regione Friuli a un dipendente gay sposatosi in Belgio.

Nell´anno europeo per le pari opportunità, le polemiche dei radicali sulla circolare del Viminale tacciata di «omofobia» si sommano a quelle scatenate in questi giorni dal piano del welfare lombardo che garantisce assistenza «solo a chi pratica una sana e responsabile sessualità».

«Questo provvedimento della regione Lombardia - ha commentato Franco Grillini, deputato socialista e presidente dell´Arcigay - fa il paio con la "sana laicità rispettosa dei valori cattolici" di cui aveva parlato l´ex presidente della Cei, cardinale Ruini». «Ciò significa - ha chiosato il parlamentare - che se uno non è d´accordo con la sessualità come la pensa Formigoni, è escluso dall´assistenza regionale».

A proposito di matrimoni gay contratti in Paesi comunitari, il dipartimento per gli Affari Interni del Viminale ha diramato una circolare a prefetti, sindaci, ministeri degli Esteri e della Giustizia, e perfino all´Anusca (L´Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d´Anagrafe), con le istruzioni da seguire nel caso di richieste di registrazioni da parte di sposi dello stesso sesso. Nella modulistica utilizzata per questa pratica burocratica - recita la circolare - «non si specifica il sesso degli sposi», per cui c´è il rischio (e qualche caso c´è già stato), che si registri per errore un matrimonio fra due uomini, oppure fra due donne. L´atto matrimoniale, va detto, in questo caso sarebbe nullo. Ma per evitare questi disguidi burocratici, nella circolare «si ricorda che il nostro ordinamento non ammette il matrimonio omosessuale, e quindi la richiesta di trascrizione deve essere rifiutata perché in contrasto con l´"ordine pubblico interno"». La disposizione ministeriale va poi oltre, invitando a svolgere accurate indagini per accertarsi dell´effettivo sesso dei presunti marito e moglie.

«Gli ufficiali di stato civile devono porre particolare cura alla verifica che i due sposi siano di sesso diverso, richiedendo in caso di dubbio un documento di identità dal quale si desuma inequivocabilmente il sesso degli interessati». Il Viminale spiega che la dicitura «ordine pubblico interno» non va equivocato con quello comunemente inteso, ma fa riferimento ai principi del nostro ordinamento. A questa puntualizzazione, però, obietta Franco Grillini, secondo il quale l´indirizzo del ministro dell´Interno si scontra comunque con il diritto europeo.

«C´è una direttiva comunitaria - ha dichiarato il deputato socialista - sulla libertà di circolazione delle coppie. C´è l´articolo 9 della carta dei diritti di Nizza approvata dal nostro parlamento che garantisce ad ogni persona il diritto a costituirsi una famiglia». Ci sono i pronunciamenti del parlamento europeo che vietano la discriminazione nei confronti di coppie omosessuali. E i solleciti agli stati membri (come la 1474 del 26 settembre del 2000), di adeguare le proprie legislazioni «al fine di riconoscere legalmente la convivenza al di fuori del matrimonio indipendentemente dal sesso». Per Alessandro Zan, presidente della Lega italiana nuove famiglie, «la scelta del ministro dell´Interno è una offensiva politica alla richiesta di diritti di cittadini italiani o comunitari che intendono vivere in Italia con i propri compagni».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=75681

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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