venerdì 16 maggio 2008

La Corte Suprema dice sì alle nozze gay in California

californiagaymarriageI cittadini della California hanno il diritto di sposarsi anche se sono omosessuali e desiderano unirsi a una persona del loro stesso sesso. Lo ha deciso la Corte Suprema della California, che ha accolto la richiesta di alcune coppie omosessuali che rivendicavano il diritto di unirsi in matrimonio, anche se lo stato americano riconosce già diritti e doveri equivalenti a quelli di una coppia sposata attraverso le “unioni domestiche” (domestic partnership).

Con 4 voti a favore e 3 contro (è stato decisivo il presidente della Corte), i giudici supremi hanno stabilito che entro 30 giorni le coppie dello stesso sesso si potranno sposare a tutti gli effetti in California, a meno che il Parlamento locale non introduca un nuovo istituto, analogo al matrimonio civile e differente da quello religioso, ma valido sia per le coppie etero sia per quelle gay. Quello che non è accettabile, insomma - dice la sentenza - è che due persone dello stesso sesso che vivono una relazione affettiva siano trattate in modo diverso da due persone di sesso diverso nella stessa condizione.

Ecco che cosa scrivono i giudici:

Prima di tutto, l’esclusione delle coppie dello stesso sesso dalla definizione di matrimonio è chiaramente non necessaria per garantire piena protezione a tutti i diritti e benefici che attualmente sono accordati alle coppie sposate di sesso diverso; permettere alle coppie dello stesso sesso l’accesso alla definizione di matrimonio non priverà le coppie di sesso diverso di alcun diritto e non modificherà il quadro legale dell’istituzione del matrimonio, dal momento che le coppie dello stesso sesso che scelgono di sposarsi saranno soggetti agli stessi doveri e obbligazione che attualmente sono imposti alle coppie di sesso diverso.

Secondo: mantenendo la definizione tradizionale del matrimonio e concedendo alle coppie dello stesso sesso solo una relazione familiare separata e con un nome diverso imporrà, realisticamente, uno stigma negativo sulle coppie dello stesso sesso e sui loro bambini, poiché negare a queste coppie l’accesso alla tradizionale e altamente favorevole definizione di matrimonio equivale a porre un dubbio se la relazione familiare ufficializzata di una coppia dello stesso sesso merita una dignità pari a quelle di sesso diverso.

Terzo: a causa dell’ampia disparità di trattamento che le persone gay storicamente hanno suubito, è estremamente probabile che escludere le coppie dello stesso sesso dall’istituzione legale del matrimonio può essere inteso come il riflesso di un’opinione ufficiale, secondo cui le loro unioni formali sono di condizione inferiore rispetto alle equivalenti relazioni delle coppie di sesso diverso.

Infine, riservare la definizione di matrimonio esclusivamente alle coppie di sesso diverso e riconoscere solo una definizione separata e distinta alle coppie dello stesso sesso può avere l’effetto di perpetuare una premessa più generale - adesso rifiutata con decisione da questo stato - che gli individui gay e le coppie dello stesso sesso sono in qualche modo “cittadini di seconda classe”, che possono, secondo la legge, essere trattate in modo differente e meno favorevole rispetto a invidui eterosessuali e coppie di sesso diverso.

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