sabato 22 ottobre 2005

La chiesa degli scandali

di Roberto Taddeucci

Mentre la macchia dei preti pedofili si espande senza sosta, la Chiesa Cattolica invita a scovare i gay nei seminari. Storia "papale papale" di una vicenda di soprusi e ipocrisie.

CITTA' DEL VATICANO - Occhi puntati sul Vaticano. Nonostante i telegiornali italiani distolgano lo sguardo, evidentemente per non creare imbarazzo né dubbio alcuno nei fedeli telespettatori, il prestigioso New York Times ha dedicato pochi giorni fa un ampio articolo su 75 anni di vergognosi abusi sessuali in ambito ecclesiastico. Clicca per ingrandire...L'analisi prende spunto dalle rivelazioni recenti fatte dall'arcivescovo della diocesi di Los Angeles, il cardinale Roger Mahony, che ha finalmente compiuto quello che è stato presentato come un "atto di buona volontà" rendendo pubblici fascicoli sinora riservati riguardanti ben 126 preti cattolici accusati di abusi e molestie sessuali su minori. I casi emersi nel sud della California, una delle aree più cattoliche dell'intera federazione di stati, sono più di 500, moltissimi e molto circostanziati, il che potrebbe portare l'ente religioso a dover elargire risarcimenti per oltre 500 milioni di dollari. Cifra che molto probabilmente chiunque offra donazioni in denaro alla Chiesa Cattolica avrebbe voluto vedere spesa in ben altro modo.

Anni di abusi e ipocrisie
Clicca per  ingrandire...Il problema non è certo nuovo e la "bolla" ignominiosa ha cominciato a gonfiarsi ormai da anni. All'inizio del 2002 aveva scioccato la cattolicissima Polonia il caso del potente arcivescovo Juliusz Paetz, accusato da almeno una dozzina di testimoni di aver "insidiato" giovani seminaristi in molte e ripetute occasioni. Paetz era stato fatto vescovo dal suo connazionale e amico Karol Wojtyla nel 1982 e aveva lavorato anche nella Camera Pontificia in Vaticano. In quello stesso periodo negli Stati Uniti si era scatenato l'uragano mediatico che aveva visto coinvolti i leader della Chiesa Cattolica d'oltreoceano accusati di aver permesso che abusi simili andassero avanti per anni. Successivamente la sola diocesi di Boston aveva dovuto pagare oltre 85 milioni di dollari in risarcimenti a vittime di abusi sessuali su bambini e giovani da parte di preti locali, cifra che poi è aumentata ulteriormente.

Insomma, negli Stati Uniti i casi venuti alla luce si contano ormai a centinaia con le diocesi sotto accusa per essersi adoperate più ad evitare che gli abusi diventassero di dominio pubblico (trasferendo i prelati coinvolti) che non a tutelare la sicurezza dei bambini. Sono in attività da tempo associazioni di cittadini che chiedono che finalmente i Vescovi coinvolti si assumano le proprie responsabilità o che fanno informazione nella casistica specifica. Il precedente costituito da Boston pare non aver insegnato niente ad altre diocesi che hanno continuato imperterrite a cercare di insabbiare gli scandali man mano che emergevano attuando la solita tattica del "trasferimento" ogni qualvolta le circostanze lo richiedessero.

I pontefici che non sanno reagire
Giovanni Paolo II dal canto suo aveva deplorato pubblicamente questi accadimenti richiamando vescovi e sacerdoti al loro ruolo di esempi di moralità ma si era attirato anche pesanti critiche per via della sua inconcludente lettera apostolica "Sacramentorum sanctitatis tutela" che risaliva a neanche un anno prima (aprile 2001) e che, a parte prevedere una visita ed un'indagine apostolica, non prendeva nessun provvedimento concreto volto a risolvere una volta per tutte la piaga degli scandali sessuali in seno alla Chiesa causato da preti predatori. Alla Congregazione per la Dottrina della Fede veniva affidata la competenza esclusiva su tutta una serie di atti gravi commessi dai ministri del culto nella loro missione educativa a contatto con i giovani, tra i quali la pedofilia. Secondo tali indicazioni la stessa Congregazione, allora guidata da Joseph Ratzinger, il mese successivo (maggio 2001) diffuse una lettera ai vescovi nella quale avoca a sé i processi riguardanti gli abusi sessuali commessi da sacerdoti su minori, l´assoluzione di complici in peccati contro il sesto comandamento e altri simili delitti. Mentre le alte gerarchie vaticane emanavano queste circolari interne più di forma che di sostanza altre scottanti realtà continuavano a venire a galla. Clicca per ingrandire...Tra i nomi di rilievo coinvolti in questi anni in accuse per reati di abusi sessuali c'è anche il messicano padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dell'ordine dei Legionari di Cristo. Le accuse nei suoi confronti risalivano ad eventi che si sarebbero protratti per decenni e che vedevano coinvolti giovani seminaristi, tutti al di sotto dei 14 anni. Di questi fatti il Vaticano era a conoscenza sin dai tardi anni '70 ma ciò non impedì a Wojtyla di raccomandare pubblicamente padre Maciel come "guida efficace della gioventù". Era il 1994.

E i media italiani tacciono
Clicca per ingrandire...Come già sottolineato in apertura in Italia i mezzi d'informazione televisiva, Rai come Mediaset, si sono ben guardati nei loro notiziari principali dal riferire tutto ciò preferendo dar spazio ai gruppi di bambini invitati a giocare a calcio in piazza San Pietro (21 settembre) oppure all'edificante immagine del migliaio di bambini invitati a ricevere la prima comunione sotto gli occhi accorti di SS Ratzinger Benedetto XVI (16 ottobre). Nel campo della carta stampata su Repubblica Vittorio Zucconi ha dedicato all'argomento un'interessante ed esauriente corrispondenza dagli USA, commento che fa seguito all'articolo del New York Times.

Vade retro gay!
Purtroppo la pratica del "trasferimento" in presenza di preti coinvolti in scandali a sfondo sessuale pare essere diffusa ovunque, non certo solo negli Stati Uniti. In settembre era arrivata dalla Francia la notizia della condanna a 12 anni di carcere per un prete 65enne, Denis Vadeboncoeur, parroco in Normandia, per violenza su minore.

Padre Vadeboncoeur era stato in carcere 20 mesi in Canada per sodomia e aggressioni sessuali negli anni Ottanta ma poi si era visto affidare successivamente dalla chiesa francese - al corrente del suo passato - una parrocchia in Normandia. In Italia nel luglio scorso a Castagnole Piemonte il 36enne don Roberto Volaterra aveva accettato di pagare un risarcimento di 45 mila euro nel patteggiamento della pena relativa a violenza sessuale su una bambina. Anche in questo caso il sacerdote, a quanto riportato dall'agenzia di stampa Agr, risulta essere stato "trasferito". A fronte di tutto questo il Vaticano si accinge a pubblicare un nuovo documento che lancia invece una nuova crociata non contro i preti pedofili ma contro gli aspiranti sacerdoti che rivelino tendenze omosessuali. Il documento, un'"istruzione" di 16 pagine a firma del cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione cattolica, sarebbe stato letto e approvato questa estate dal pontefice durante le sue vacanze estive a Castelgandolfo e dovrebbe essere diffuso ai primi di novembre. L'annunciato divieto per i gay di prendere i voti ha già attirato molte critiche provenienti anche dall'interno del mondo religioso. Negli USA almeno due responsabili dei Gesuiti hanno inviato una lettera a preti e seminaristi assicurando loro che il loro orientamento sessuale non costituisce un problema fintanto che, ovviamente, siano mantenuti celibato e castità. "Non manderemo via nessuno", ha dichiarato il reverendo John Whitney, capo dei Gesuiti dello stato dell'Oregon.

Una confusione che conviene a qualcuno
C'è chi sembra essere interessato a mescolare due questioni assai diverse come pedofilia e omosessualità attribuendo il boom di scandali a sfondo sessuale a preti gay che avrebbero abusato di giovani ragazzi. Clicca per ingrandire...Monsignor Francis Maniscalco, portavoce della Conferenza Statunitense dei Vescovi Cattolici, invita a non confondere le due cose e ricorda che la pedofilia è una malattia psicosessuale: "Questo riguarda un argomento del tutto diverso, che è l'adattamento al celibato e la capacità di vivere una vita casta. Viviamo in un'epoca nella quale viene detto di esprimere se stessi e i movimenti gay sostengono di seguire il proprio orientamento sessuale e di viverlo, e questo può creare confusione, anche tra i seminaristi." Anche un altro gesuita, il reverendo Gerald Chojnacki, ha scritto una lettera nella quale afferma di non condividere affatto questa linea: "Sappiamo che Dio non discrimina, sappiamo che uomini gay hanno risposto alla vocazione ed hanno servito bene la Chiesa, come preti e come religiosi, e allora perché ci si dovrebbe chiedere di discriminare sulla sola base dell'orientamento sessuale coloro che Dio ha chiamato e invitato?".

Alla base di tutto ci potrebbe essere lo stereotipo secondo il quale gli omosessuali sarebbero incapaci di controllare la loro sessualità. Ma, come ricorda Gerard Thomas, un prete che ha fatto coming out, era stato proprio l'allora cardinale Ratzinger nella sua famigerata Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali del 1986 ad invitare a non creare confusioni su questo aspetto: "Dev'essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev'essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità. Come in ogni conversione dal male, grazie a questa libertà, lo sforzo umano, illuminato e sostenuto dalla grazia di Dio, potrà consentire ad esse di evitare l'attività omosessuale." Da questo il concetto che gli uomini gay non sarebbero accettabili in seminario perché non sarebbero in grado di mantenersi casti è un qualcosa che va contro gli stessi scritti di colui che è adesso Papa Benedetto XVI.

giovedì 20 ottobre 2005

Luttazzi e Travaglio assolti "Berlusconi non fu diffamato"

Caso "Satyricon", chiesti da Berlusconi 20 mld di risarcimento per aver "devastato l'immagine di politico e di imprenditore"
Il premier condannato a pagare 100 mila euro di spese legali
di ALESSANDRA LONGO



Marco Travaglio
e Daniele Luttazzi

ROMA - Condannato. Silvio Berlusconi aveva chiesto un risarcimento di 20 miliardi del vecchio conio, come direbbe Bonolis, a quel diavolo di Marco Travaglio, colpevole, in associazione a delinquere con l'attualmente desaparecido Rai Daniele Luttazzi, di averlo offeso, anzi di aver "letteralmente devastato - si legge nella querela - la sua immagine di politico e di imprenditore".

Ma il giudice ha deciso diversamente e ha condannato il capo del governo a pagare le spese legali nell'ordine di centomila euro. Ne dà notizia lo stesso Travaglio, molto sollevato all'idea di non dover versare a rate, per il resto dei suoi giorni, la cifra richiesta dagli avvocati del Cavaliere. E ora i fatti, come si dice in gergo d'aula.

Era il 14 marzo del 2001, un mercoledì sera. Su Raidue andava in onda Satyricon, direttore di rete Carlo Freccero, produttore Bibi Ballandi (anche loro denunciati in sede civile). Luttazzi chiama Travaglio a parlare del suo libro, "L'odore dei soldi", scritto a quattro mani con Elio Veltri. Storia non autorizzata sulle origini delle fortune economiche di Berlusconi, sui segreti meccanismi finanziari che portarono alla nascita della Fininvest, sullo strano arrivo, ad Arcore, dello stalliere mafioso Vittorio Mangano. Minuti televisivi senza filtro.

Luttazzi chiede, Travaglio risponde, con documenti e atti che ha usato per scrivere. Da dove ha preso Berlusconi i miliardi per cominciare? Perché ha ospitato un boss, poi condannato a due ergastoli, a casa sua? Perché la Rai ha sempre scansato l'ultima intervista di Paolo Borsellino, acquisita da chi indaga sulle stragi di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi? Intervista nella quale, spiega Travaglio, il magistrato parla dell'interesse della procura di Palermo per Berlusconi, Dell'Utri e Mangano?

"Ignobile attacco al capo dell'opposizione, libercolo diffamatorio": Berlusconi s'infuria, querela, fa querelare. Partono dieci cause che sarebbero in realtà cinque raddoppiate, una per la trasmissione e una per il libro, moltiplicate appunto per cinque. La Fininvest di Aldo Bonomo chiede cinque miliardi, Mediaset di Confalonieri si aggrega. Querelano anche Giulio Tremonti, citato perché la sua legge avrebbe garantito 243 miliardi di sgravi a Mediaset, e Forza Italia, partito offeso del leader offeso. In tutto le richieste di risarcimento ammontano a 150 miliardi di vecchie lire.

Pochi giorni fa, in sordina, la decisione del giudice, a breve la motivazione della sentenza. Travaglio, che ha appena finito di risarcire Previti per una causa persa ("Un problema di avvocato"), si dice "contento, molto contento": "Nel mio libro non dicevo niente di nuovo, mi sono limitato a riordinare documenti. Non abbiamo danneggiato nessuno perché non abbiamo mentito. Le querele sono partite solo per spaventarci. Io ho scritto acqua fresca rispetto a quel che si legge nella sentenza Dell'Utri dell'anno scorso.

Berlusconi è stato condannato in sede civile, dovrà pagare le spese legali. E' un passaggio importante. Con questa, ho vinto tre cause su dieci. Me ne rimangono altre sette...". Travaglio sta preparando un altro libro. Si chiama "Inciucio". Avverte: "Questa volta s'incazzerà anche la sinistra".

(20 ottobre 2005)
http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/lutra/lutra/lutra.html

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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