sabato 24 maggio 2008

Aggressione al conduttore di deegay.it

Riporto la notizia come apparsa sul sito della radio deegay.it


christianflorisQuesta notte intorno alle 2, il nostro conduttore Christian Floris, che aveva appena terminato la trasmissione in diretta del venerdì sera sulla nostra emittente e su un circuito di altre radio e televisioni, è stato aggredito sotto casa da due giovani sconosciuti che dopo avergli sbattuto con forza la testa contro un muro gli hanno intimato di smetterla con trasmissioni che parlano di tematiche legate all'omosessualità.

Christian è stato portato nella notte al pronto soccorso dove è stato giudicato guaribile in 7 giorni. Nella giornata di oggi Christian è stato assistito da Imma Battaglia e da Marco Belfiore di Digay Project ed e stata esposta una denuncia dettegliata dei fatti alla polizia che ha subito garantito di cominciare le indagini per isolare coloro che hanno compiuto questo ignobile atto. Era stato anche deciso di fare silenzio, per il momento, sull'accaduto per facilitare le operazioni delle indagini ma la notizia e sfuggita sulle agenzie nel tardo pomeriggio.

venerdì 23 maggio 2008

Per non dimenticare

strage capaci
23 maggio 1992 - Strage di Capaci

Giovanni Falcone
Francesca Morvillo
Rocco Di Cillo
Antonio Montinaro
Vito Schifani

Improvvisamente... un bel film

Bella serata ieri al Cinema Colonna di Firenze alla proiezione di "Improvvisamente, l'inverno scorso" di Gustav Hofer e Luca Ragazzi: sala piena di gente e dopo il film numerose sono state le domande a Luca (Gustav non era presente).

improvvisamente inverno scorsoMa parliamo del film: Luca e Gustav sono giovani, belli, hanno un buon lavoro e stanno insieme da più di otto anni. Vivono una vita tranquilla e serena circondati dall'affetto dei loro amici e dalle loro famiglie. Hanno superato tranquillamente la crisi del settimo anno ma, all'inizio del 2007, si ritrovano ad affrontare un'emergenza ben più grossa che supera i limiti del privato. L'8 febbraio il governo italiano propone una legge sulle coppie di fatto, i famosi DICO (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi). Autori del testo della legge sono il Ministro Barbara Pollastrini e Rosy Bindi. Luca e Gustav, consapevoli dell'importanza dell'evento, decidono di prendere una telecamera digitale e andare in strada a intervistare la gente per capire meglio cosa sta succedendo.

Il risultato è un ottimo lavoro che trova il punto di forza nella spontaneità degli intenti. I due protagonisti sono uno un esperto d'arte che lavora per un canale televisivo franco-tedesco(Gustav) e l'altro un giornalista specializzato in critica cinematografica (Luca). Conoscono il mestiere del cinema per passione ed è proprio questo temperamento genuino che li ha aiutati a costruire un reportage vero e commovente, senza ninnoli o abbellimenti, vicino alla realtà dei fatti.

Il film comincia mostrando la quotidianità della loro vita di coppia: la colazione al mattino, la lettura del giornale, il lavoro e gli hobby, compresi i litigi e gli screzi che tutti i conviventi (sposati e celibi, omosessuali ed etero) conoscono perfettamente. Poi la macchina da presa si sposta sulla legge in questione. Tutti i 14 articoli dei DICO, dal diritto di assistenza in caso di malattia alla successione nel contratto di locazione, sono spiegati in modo semplice e chiaro (forse per la prima volta in un modo così efficace!).

La voce narrante di Veronica Pivetti lega insieme gli avvenimenti, dalla proposta iniziale dei DICO all'insabbiamento finale della legge che, dopo svariate discussioni in Senato e numerose manifestazioni popolari pro e contro, è svanito nel nulla. O meglio. Si è prima trasformato in CUS (che sta per Contratto di Unione Solidale) e poi si è perso definitivamente nei corridoi di Palazzo Madama. La cosa grave è che nessun politico, se escludiamo la Pollastrini, lo sta più cercando.

Luca e Gustav intervistano componenti della Militia Christi, partecipano alla fiaccolata de Il Trifoglio e chiedono ai manifestanti del Family Day che cosa pensano dei DICO. La ricerca non è faziosa, tante sono le risposte a favore tanto sono quelle contrarie. A fine documentario però rimangono in mente solo quelle negative: Buttiglione dichiara "Niente figli, niente famiglia" dimenticandosi delle coppie sterili, e molti altri ruotano attorno all'idea che "l'omosessualità è una devianza naturale, una malattia da curare", seguendo una linea preoccupante di omofobia aggressiva. Questa, accompagnata dall'influenza dei media e dalle incursioni del Vaticano, sconforta sempre più i due registi, partiti ottimisti e fiduciosi e finiti nell’amarezza di un'Italia che non avrebbero voluto scoprire.

Gli autori del documentario si rivelano due fuoriclasse. Di quelli capaci di rispettare il rigore e la fatica di un viaggio, tra polemiche ed acclamazioni, stando attenti a non scordarsi l'ironia e i paradossi della vita. Dopotutto è cosa nota: l'amore tra due persone è forse l'unico sentimento nobile e uguale per tutti. Ma la legge è un po' distratta e non ha ancora capito cosa significa la parola "tutti".

Boicottiamo il TG1

il Comitato Bologna Pride lancia una campagna di boicottaggio: il 24 maggio non guardare il TG1

Riporto di seguito l'appello presente sul sito del Bologna Pride 2008

Dopo il servizio più che discutibile mandato in onda dal Tg1 ieri sera, durissima la replica di Marcella di Folco, presidentessa del Mit - Movimento di indentità transessuale e membro del Comitato Bologna Pride: “Il servizio andato in onda sul TG1 delle 20 di ieri sera è stato un servizio indegno per il servizio pubblico.

Il racconto di un linciaggio, un accanimento mascherato da giustizia privata, nel quale lo Stato, cioè le sue divise, sospende leggi e diritti e abdica le sue funzioni alla folla inferocita. Una grave legittimazione della furia di strada. Riprese e tono del servizio potevano essere degne di un filmato amatoriale di Forza Nuova.

E’ già da un po’ di tempo che anche l’informazione, anche quella che dice di non aver colore, si è piegata alle logiche dello strillone senza esercitare alcuna razionalità critica contro questa strategia dell’odio verso tutto ciò che è diverso, verso tutto ciò che ‘non può stare nel mio giardino’.
I soggetti sociali più deboli diventano un fastidio da eliminare, la violenza contro di essi legittima.

Questo clima d’odio di violenza ed intolleranza trans fobica, omofobica, e razzista sta divenendo un mefitico veleno che traspira dalla politica, passa attraverso l’informazione e sta corrodendo democrazia, senso civico e vivere comune. Le forze democratiche di questo paese debbono ribellarsi a tutto ciò.

Invitiamo dunque tutti coloro che non condividono questo tipo di informazione a boicottare un servizio pubblico che non corrisponde più a tale caratteristica ma che è piuttosto propaganda di Stato, uno Stato sull’onda di una deriva fascista, verso il quale è bene reagire subito.

Il 24 maggio NON GUARDATE IL TG1, non sintonizzatevi su Rai 1 in segno di protesta.

Pretendiamo che il direttore Gianni Riotta si scusi pubblicamente e in particolar modo con la comunità trans per l’indegno spettacolo”.

Cassazione: anche le coppie di fatto sono una famiglia

cassazioneLe coppie di fatto sono una famiglia a tutti gli effetti: questo il succo di una sentenza, emessa oggi dalla Corte di Cassazione, in una causa contro un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia. L'uomo si era difeso sostenendo che il reato di cui all'articolo 572 del Codice Penale non sussiste, in quanto la donna maltrattata non era la moglie, ma solo la convivente. Pertanto mancava la sussistenza della famiglia e del relativo reato.

Ma la Suprema Corte, ribadendo un orientamento più volte manifestato negli ultimi anni, ha ribadito che la convivenza crea legami di reciproca assistenza e protezione esattamente identici a quelli della famiglia; pertanto violarli comporta la giusta punizione della legge.

I giudici hanno precisato ”ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia non assume alcun rilievo la circostanza che l’azione delittuosa sia commessa ai danni di persona convivente more uxorio”, in quanto il richiamo alla famiglia contenuto nell’art. 572 c.p. ”deve intendersi riferito ad ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo, ricomprendendo questa nozione anche la famiglia di fatto”.

Quel che è importante è ”un rapporto tendenzialmente stabile, sia pure naturale e di fatto, instaurato fra due persone con legami di reciproca assistenza e protezione”.

La sentenza è chiara: ogni consorzio di persone tra le quali sono sorti rapporti di assistenza e solidarietà. E adesso chi glielo va a dire a Papa Benedetto XVI, alle gerarchie ecclesiastiche al "ministro" Carfagna e a tutti quei politici che nelle loro dichiarazioni considerano le convivenze qualcosa di diverso dalla famiglia?

mercoledì 21 maggio 2008

Zingaretti: "Le Istituzioni rispettino il Gay Pride"

zingarettiIl presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti prende oggi una posizione chiara a proposito del Gay Pride. Poteva non parlare, il Pride, in fondo, non riguarda il suo ente, oppure scegliere una linea defilata. E, invece, decide di schierarsi. Le sue parole suonano tra le più illuminate in tutto il Pd.


”Il Roma Pride 2008 è un appuntamento che merita rispetto e attenzione da parte di tutte le istituzioni - esordisce in un comunicato - Di norma, le manifestazioni si organizzano con il duplice obiettivo di mettere in campo delle rivendicazioni e di rivendicare una identità. È così anche in questo caso. Aggiungo che le libertà vanno difese, tanto più quando esse non ledono né offendono le libertà degli altri. Garantire a tutti l’esercizio dei propri diritti, e chiedere a tutti di rispettare questa impostazione, è per noi di fondamentale importanza, perché rappresenta il sale della democrazia. Odio qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’etnia, la religione, il colore della pelle, l’età, il genere, il patrimonio o l’orientamento sessuale. Proprio in tempi nei quali fra i cittadini si diffonde un senso di insicurezza, chi ha responsabilità pubbliche deve stare più attento a non fomentare le paure criminalizzando il diverso da sé e favorendo la ghettizzazione delle minoranze”. “Piuttosto che indicare nemici, per sconfiggere le paure, dobbiamo trovare soluzioni ai problemi. Per questo nei prossimi giorni l’amministrazione provinciale approverà, nell’ambito delle sue competenze, una serie di provvedimenti che rispondono in modo positivo ai temi sollevati dal Gay pride, sostenendo concretamente l’impegno contro l’omofobia, il bullismo nelle scuole, la xenofobia e incentivando la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno”.

Improvvisamente al cinema

improvvisamente

In questi giorni è in programmazione in Italia un un piccolo film-documentario indipendente vincitore di molti premi internazionali che però, parlando di omofobia di copie di fatto e dei loro diritti, è proiettato in pochissime sale italiane e al massimo un giorno per città. Per informazioni sulla programmazione potete visitare il sito internet del film
Queste le prossime date:

21 maggio Pistoia
22 maggio Firenze, Cinema Colonna, ore 21
23 maggio Pordenone, Cinemazero, ore 21


Il film narra la storia di Luca e Gustav. La loro vita di coppia cambia radicalmente, quando il governo nel febbraio 2007 propone una legge sulle unioni di fatto estesa anche alle coppie omosessuali. Il paese si è così diviso tra chi si diceva a favore dei DiCo e chi gli sparava contro.
Dai pulpiti delle chiese e dai salotti televisivi, si è arrivati a livelli parossistici di intolleranza.
Gustav e Luca si sono trovati, così, in mezzo a un’omofobia crescente. Per capirne i motivi hanno iniziato un viaggio in un’Italia a loro finora sconosciuta.


Giovedì 22 sarò sicuramente al cinema Colonna per vedere questo film e nei giorni successivi farò una piccola recensione; per adesso potete guardare il trailer qui sotto


lunedì 19 maggio 2008

Carfagna: niente patrocinio al Gay Pride

"I gay non sono più discriminati". Con questa motivazione la ministra Carfagna non darà il patrocinio al Pride.

carfagnaIl nuovo ministro per le Pari Opportunità prende posizione sul patrocinio al Gay Pride nazionale del prossimo 28 giugno a Bologna: "non verrà dato". «Penso che l'unico obiettivo dei Gay Pride - ha spiegato Mara Carfagna al Corriere della Sera di oggi - è quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d'accordo.»

Il ministro toglie così ogni dubbio sul finanziamento alla manifestazione più significativa per gay, lesbiche e trangender italiani. Soldi che non saranno concessi agli organizzatori del Pride nazionale diversamente da quanto fece, invece, il suo predecessore Barbara Pollastrini che li concesse sia in occasione del Torino Pride del 2006 che in quella del Roma Pride del 2007.

E ancora: «Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare».

Come diceva il vecchio Lubrano: "la domanda sorge spontanea": ma dove vive il ministro Carfagna? Basta leggere le cronache quotidiane per verificare che negli ultimi anni i fenomeni di intolleranza verso gli omosessuali sono in preoccupante ascesa.

Mi ha particolarmente colpito la storia (letta oggi su gay.it) di Andrea Peracchio, un ragazzo piemontese che da quando ha deciso di fare coming out, è stato allontanato da casa e da 14 anni non ha più rapporti né con i genitori, né con le sorelle e i fratelli che non gli hanno mai fatto conoscere i nipoti nati durante questa lontananza forzata. Da quando è comparso in televisione, poi, non ha neanche più un lavoro. I dirigenti della fabbrica dove Andrea lavorava come operaio, infatti, hanno deciso di non riconfermagli il contratto per non ben precisati "motivi di salute". La sua cartella clinica, quella che le grandi fabbriche redigono per ogni operaio, non gli è mai stata fatta vedere. Non solo, ma dopo qualche giorno che Andrea è stato ospite nel famoso programma di Canale 5, sono comparse scritte omofobe sul muro della sua casa. "Frocio di merda", "Gay al rogo", "Frocio Vaffanculo". Una situazione che è ben lontana dal clima di integrazione che il ministro Carfagna vorrebbe dipingere.


Riporto di seguito alcune dichiarazioni di politici e di associazioni glbt


Palermi(PDCI): Italia sempre più razzista e talebana. Offriamo l'immagine di un paese ipocrita e intollerante


(DIRE) Roma, 19 mag. - "Ci mancava solo la Carfagna a dare lezioni di morale, rifiutando il patrocinio al Gay Pride. Caccia agli immigrati, campi rom a cui si dà fuoco, l'omicidio del ragazzo di Verona ad opera dei naziskin, le donne sotto attacco sull'aborto... Un Paese razzista e sempre più 'talebano'". Cosi l'esponente del Pdci Emanuela Palermi interviene sul "caso" Gay Pride. "E' questa- continua Palermi- l'immagine che l'Italia sta offrendo di sé. Un Paese ipocrita e intollerante, in cui il libero orientamento sessuale viene considerato un vizio. Fra un po', andando avanti così, arriveremo alla razza eletta".


Concia(PD) Carfagna rispetti chi vive in coppia per amore

Roma, 19 mag. (Adnkronos) - "Il Ministro Carfagna dice falsità a proposito degli omosessuali". E' quanto afferma Anna Paola Concia, parlamentare Pd, commentando le dichiarazioni sugli omosessuali del ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, riportate oggi dal Corriere della Sera.

'E' vero - dice Concia - che la società italiana ha un approccio di maggiore apertura verso gli omosessuali e questo è dovuto al lavoro svolto negli ultimi vent'anni dal movimento omosessuale italiano: ma è tristemente vero che la politica si rifiuta di registrare questo cambiamento. La Carfagna è consigliata male - aggiunge Concia - probabilmente dai suoi cinque amici omosessuali ricchi, che vivono in un contesto sociale protetto. Anche io - ammette la parlamentare Pd - vivo una condizione privilegiata: il mio status di parlamentare mi consente di godere di diritti e benefici non riconosciuti ai comuni cittadini omosessuali; ma faccio politica per occuparmi di chi non ha questi privilegi'.

'Il Ministro si confronti con la società vera - incalza Concia - si confronti con quegli omosessuali che vivono in coppia per amore e che non hanno il diritto di lasciare l'eredità al partner di una vita o godere della pensione di reversibilità di questi; si confronti con i problemi di chi non può succedere di diritto nel contratto di affitto, di prendere decisioni sulla salute del proprio partner, di chi non può assistere il proprio partner malato. La Carfagna ha deciso di non andare al gaypride? Significa - continua Concia - che il ministro si rifiuta di conoscere da vicino i problemi gravi di una parte della società italiana. Cara ministra Carfagna - conclude Concia - così non ci siamo proprio: negare il problema, negare l'evidenza, non è la maniera migliore per avviare il dialogo sul tema dei diritti civili in Italia'.


Picierno (PD) Carfagna non sia manichea

Roma, 19 mag. (Adnkronos) - "E' di pochi giorni fa la notizia di una madre che ha accoltellato la figlia perche' 'colpevole' di essere omosessuale, e quasi ogni giorno i fatti di cronaca ci raccontano di quanto la vita delle persone omosessuali sia densa di difficoltà". Lo afferma il ministro-ombra del Pd per le Politiche giovanili Pina Picierno, che aggiunge: "Non è vero purtroppo, come ha sostenuto Mara Carfagna nella sua intervista al 'Corriere', che non esiste un problema di integrazione".

"Anche per questo -prosegue- mi auguro davvero che il ministro delle Pari opportunità partecipi al Gay Pride, e non si faccia condizionare nella sua attività da visioni manichee e fuori dal tempo, da contrapposizioni retoriche e strumentali tra famiglia e coppie di fatto, tra laici e cattolici".

"Questo Paese ha bisogno di risposte adeguate e moderne, in linea con il costume, il sentire diffuso e i cambiamenti della società. E in questo senso l'approvazione di una legge civile che garantisca diritti e doveri ai conviventi, indipendentemente dall'orientamento sessuale, è nell'interesse delle giovani generazioni e del Paese" conclude Picierno.


ARCIGAY. Un principe baci e svegli Carfagna

(AGI) - Roma, 19 apr. - L'arcigay chiede di incontrare il ministro delle Pari Opportunità dopo le sue dichiarazioni.

"Siccome ci teniamo che il ministro Mara Carfagna possa emanciparsi dal ruolo di matrigna - afferma Aurelio Mancuos, presidente nazionale di Arcigay - le chiediamo ufficialmente di incontrarci affinché possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la svegli". "Ci chiediamo - dice Mancuso - come faccia a sostenere il ministro che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali? Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive, perché ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta. Le persone lgbt in carne ed ossa soffrono e lottano molto piu' delle persone etero per portare avanti il loro amore e a volte sono costrette e nascondere il loro orientamento sessuale, in famiglia, a scuola, al proprio datore di lavoro. E' disumano affermare che non si voglia alcun tipo di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali: evidentemente la Carfagna non sa quante siano i drammi vissuti in questi anni dalle persone che non possono dare una prospettiva, una dignità ai loro rapporti d'amore. Se a questo assommiamo la fiera negazione del patrocinio al Pride nazionale di Bologna del 28 giugno, la Carfagna invece che un ministro della Repubblica, sembra aver assunto il ruolo della matrigna di Cenerentola. Un ministro non si occupa dei singoli casi di discriminazione, per questo ci sono gli avvocati e gli ottimi sportelli della Cgil che da anni collaborano con Arcigay e le altre associazioni lgbt. A lei chiediamo di assumersi il compito e la responsabilità di scrivere una legge perché tutte le discriminazioni, quindi anche quelle contro le donne, siano evitate. Quando il ministro avrà tempo potrà, in questo senso, leggersi gli atti parlamentari della scorsa legislatura ed apprendere che proposte del genere erano state avanzate dal precedente governo ed erano in discussione nelle competenti commissioni.

Ristabiliamo, infine, la verità: sono 14 gli omicidi di persone lgbt e in due anni sono 50 sono gli atti gravi di violenza denunciati. Migliaia inoltre - conclude Mancuso - sono gli episodi di discriminazione subiti dalle persone lgbt, che non emergono perché milioni di gay e lesbiche sono costretti alla clandestinità sociale, in assenza di quelle leggi di tutela e di riconoscimento ormai in vigore in tutta Europa.


Melandri (PD) "Vigilare sui diritti"

ROMA (ITALPRESS) - "Guai ad abbassare la guardia davanti agli ultimi preoccupanti segnali di crescita di un diffuso sentimento di ostilità degli italiani nei confronti dei Rom. Francamente non è accettabile, nella nostra civiltà giuridica, che davanti ad un fatto di cronaca, il reato commesso da un singolo diventi la colpa di tutta una comunità, di un intero gruppo. La politica, soprattutto per quelle forze la cui storia affonda nelle lotte per l'affermazione dei diritti in questo paese, ha l'obbligo di dare una risposta e di non cavalcare acriticamente l'onda emotiva che alimenta la paura e l'intolleranza".

Lo afferma Giovanna Melandri, esponente del Pd, per la quale "i muscoli non bastano per essere veramente piu' sicuri. Alle nuove insicurezze occorre rispondere anche con più diritti. Quando il ministro per le Pari opportunita' nega un semplice patrocinio ad una manifestazione, sostenendo che non vi sia in Italia un problema di discriminazione nei confronti della comunità gay, contribuisce anch'essa ad alimentare un brutto clima di intolleranza, divisione e contrapposizione. L'opposizione politica, ma anche quella culturale, dovrà costantemente vigilare affinché la risposta ai problemi del paese non faccia diminuire mai la garanzia di quei diritti che hanno fatto dell'Italia una grande democrazia europea, a partire da quelli delle minoranze", conclude Melandri.


GAYLIB:NO di Carfagna a coppie omo? Meglio la Mussolini

(DIRE) Roma, 19 mag. - "Sono stupito dell'annunciata e pregiudiziale chiusura del ministro Mara Carfagna al riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie omosessuali, cosa che rappresenterebbe la prima libertà negata di quel Popolo delle Libertà pure sostenuto centinaia di migliaia di gay". Lo afferma Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centro-destra), il quale sostiene che "recentemente Alessandra Mussolini aveva dimostrato assai più lungimiranza politica inserendo nel suo 'governo penombra' un omosessuale per le Pari Opportunità". GayLib ha pronte le sue proposte "alternative al mondo culturale ed al movimento omosessuale di sinistra ed in particolare il Riconoscimento delle unioni omoaffettive". "Mi auguro che il governo- conclude Oliari- forte di una ritrovata laicita', sappia seguire fino in fondo la via del liberalismo: non e' negando un diritto che se ne conserva un altro".


Gillini (PS) Destra omofoba non ama la diversità

(AGI) - Roma, 19 mag. - "Mi sembra che per il ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anziché svolgere una positiva attivita' di governo. Le sue sono solo due battutacce da bar che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità". Lo dice Franco Grillini, ex candidato del costituente partito Socialista a sindaco di Roma e direttore di Gaynews, ai microfoni di Ecotv.


Volonté (UDC) Brava Carfagna, i privilegi non sono diritti

(DIRE) Roma, 19 mag. - "Le critiche della sinistra e dei gay contro la corretta decisione di Carfagna e Alemanno di non dare né patrocinio né soldi al Pride carnevalesco sono stravaganti".

È quanto afferma, in una nota, l'esponente del'Udc, Luca Volonté, secondo il quale "le stravaganti connivenze politiche con i sindacati gay di sinistra sono finite" e questa "è una buona notizia". Nell'ultimo anno, aggiunge Volonté, "oltre ai patrocini per sfilate e baccanali fuori stagione, abbiamo visto sponsorizzare dalle istituzioni pubbliche mostruosità blafeme di ogni tipo". Dunque, conclude l'esponente Udc, "brava Carfagna. La sinistra gay chiama diritti i propri privilegi discriminatori verso famiglie ed eterosessuali".

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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