venerdì 24 giugno 2005

Al via oggi il Gay Pride di Salerno

Pronto anche l'anti Gay Pride con Forza Nuova e cattolici integralisti

(ANSA) - SALERNO, 24 GIU - Una tre giorni all'insegna del cambiamento e dell'inversione di rotta per il riconoscimento di nuovi diritti in favore delle coppie gay con una manifestazione che ha l'obiettivo di essere pilota per l'intero Mezzogiorno.

Tre giorni di dibattiti, di riflessioni, di iniziative. Con queste prerogative ha preso il via oggi nel centro storico cittadino, nell'antica struttura dell'Ave Gratia Plena, il Salerno Pride.

''La scelta di Salerno non e' casuale - ha detto Aurelio Mancuso segretario nazionale dell'Arcigay - Non e' un caso che questa manifestazione sia stata patrocinata dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione, all'Universita'. Dal Sud ci aspettiamo molto''.

Alla 'prima' svoltasi nel chiostro dell'antica chiesa sconsacrata nel cuore del centro storico cittadino, non c'e' la folla delle grandi occasioni. L'ingresso e' presidiato dalle forze dell'ordine. In tutto una quindicina di poliziotti, preoccupati per l'anti-pride promosso per il pomeriggio da Forza Nuova.

C'e' allegria nell'aria, ma anche tanta compostezza.''Siamo contrari ad espressioni che ricordano fenomeni baracconeschi - ha detto Pasquale Quaranta, portavoce del Salerno Pride - Da Salerno vogliamo che parta un messaggio ben preciso contro le discriminazioni e le violenze che ci vedono vittime di tanta ignoranza''.

Ma stamani si e' accenato anche all'impegno per il Patto civile di solidarieta'. ''Entro la fine della legislatura speriamo di arrivare all'approvazione della legge che riconoscerebbe i diritti e le garanzie a quelle migliaia di coppie di fatto, presenti nella nostra societa' - ha tenuto a sottolineare Titti De Simone, deputato di Rifondazione Comunista - Purtroppo questo quadro legislativo italiano ci pone in una situazione di grande arretramento rispetto a quello europeo, dove ci sono da tanti anni leggi ben precise''.

Significativa la testimonianza di Rita De Santis dell' Agedo, l' associazione dei genitori gay e lesbische, che ha evidenziato come nel terzo millennio esistano ancora tante discriminazioni.

''L'intolleranza viene da una serie di fattori: dall'ignoranza, dal pregiudizio, dalla discriminazione fatta dalla Chiesa, purtroppo. Proprio quella Chiesa - ha detto Rita De Santis - che dovrebbe abbracciare la totalita' e che invece attua una discrimazione cosi' forte, creando delle correnti di pensiero che a noi genitori fanno molto male''.

La rappresentante dell'Agedo ha invitato l'arcivescovo di Salerno Monsignor Gerardo Pierro a partecipare ai dibattiti per avviare una forma di dialogo. Contro le gerarchie ecclesiastiche l'intervento del filosofo Gianni Vattimo che ha sottolineato come la Chiesa si ostini a non riconoscere il mondo gay.

''Quelli che ci demonizzano di piu' - ha affermato - sono i preti. Mi sembra che la Chiesa non sia piu' fenomeno di fede, ma difesa di disposizioni arretrate''.(ANSA).

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(Fonte Salernonotizie.it)

Per coinvolgere e sensibilizzare l'opinione pubblica, nella sua totalità, si dovrebbe cominciare dall'italianizzare il termine: gay pride, l'orgoglio omosessuale, per tre giorni protagonista a Salerno per incontrarsi, parlare, fare festa e smuovere le coscienze di una società che va verso la pluralità e che quindi non può tenere conto delle diversità di vedute, degli orientamenti personali, politici, religiosi, sessuali.

Orientamenti che in certi casi continuano a scontrarsi contro i muri eretti dalla legge, dalla burocrazia, dalla mentalità che non può dirsi ancora globale. Insomma, in un mondo ancora troppo bacchettone per riconoscere, ad esempio, le coppie di fatto, c'è bisogno di manifestazioni, se vogliamo anche scioccanti, per rivendicare ad alta voce l'uguaglianza di diritti per tutti, anche per le minoranze di cui molti di noi fanno parte, più o meno consapevolmente.


Una società che accetta il Gay Pride - ha affermato il filosofo Gianni Vattimo - è di certo più libera di una società che lo rifiuta. E Salerno? Come si comporterà al cospetto della tre giorni dell'orgoglio dei diversi? Staremo a vedere. Certo, le premesse sono incoraggianti: la presenza delle forze dell'ordine, per fortuna, era e sarà solo ornamentale, perché i salernitani sono tolleranti. Anche se, a volte, parlano senza peli sulla lingua.

Ivano Montano

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La festa dell'orgoglio omosessuale avrà anche un'antifesta. Quest'oggi a piazza Portanova si alzerà la voce di chi considera il Gay Pride un'espressione di lobby.

Organizzatori dell'antifesta i militanti del partito Forza Nuova con i rappresentanti di alcuni raggruppamenti cattolici radicali.

Una manifestazione che vuol essere risposta provocatoria ai tre giorni di cultura omosessuale.

A seguire la protesta, che inizierà alle 17.00, un convegno all'Hotel Italia, dal titolo "La lobby omosessuale nemica della famiglia tradizionale".

Un incontro che, a detta degli organizzatori di Forza Nuova, vuole essere di sostegno alle tesi sulla sessualità di Papa Ratzinger e che non vuole contestare il folklore del gay pride ma le richieste avanzate da questa lobby, che accampa gli stessi diritti giuridici della famiglia.

Con questo incontro le organizzazioni della destra estrema vogliono anche togliersi di dosso l'etichetta di violenti che era stata loro affibbiata quando, sia da Salerno che da Bari, alcuni gruppi avevano contestato il gay pride, annunciando manifestazioni di piazza in occasione dell'incontro omosessuale campano.

Etica e moralità saranno, quindi, le parole chiavi di un anti gay pride che sicuramente non toglierà tono alla festa omossessuale salernitana. Ad ognuno la sua festa, ad ognuno il suo orgoglio.

Simona Cataldo

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32878

Gay Pride Torino 2006: l'arcivescovo: inopportuno usare il termine orgoglio

Il Comune non dovrebbe urtare la sensibilità cattolica

Torino, 24 giu. - (Adnkronos)- Non offendere la sensibilita' cattolica di Torino. Cosi' l'Arcivescovo, cardinale Severino Poletto, in occasione delle celebrazioni di San Giovanni, patrono della citta', di cui ricorda il sacrificio della vita per difendere i valori della societa', famiglia compresa, prende posizione sulle polemiche di questi giorni che hanno diviso le forze politiche piemontesi in merito al patrocinio delle istituzioni al Gay Pride che sara' ospitato il prossimo anno sotto la Mole.

''Bisogna distinguere - spiega l'Arcivescovo colloquiando con i giornalisti al termine della funzione religiosa - un conto e' il rispetto per le persone, dunque anche per omossesuali, indipendentemente dal loro orientamento sessule, un conto sono le valutazioni morali. La Chiesa -ricorda - crede che Dio abbia creato l'uomo maschio e femmina per una ben chiara finalita', quella dell'amore e della procreazione dei figli in un matrimonio stabile.

Usare termini come 'orgoglio sessuale' mi pare addirittura inopportuno''.

"Un'istituzione civile - ha aggiunto Poletto riferendosi alle polemiche sul patrocinio - faccia quello che puo' per evitare l'impatto negativo verso la sensibilita' di una citta' che e' cattolica e che dunque ha un suo ethos.

Tutti i problemi umani possono essere oggetto di discussione, se questa e' seria, ma se e' fatta conspudoratezza, per provocare e scioccare non credo sia opportuna''.

Il richiamo ai ''grandi valori etici'' era venuto poco prima anche durante l'omelia. ''Non si puo' pretendere - aveva detto Poletto - di organizzare una societa' giusta, che progredisce se non si fa riferimento ai grandi valori etici senza i quali non si riesce a tenere insieme una vera convivenza civile''.

''Si dice giustamente che lo Stato deve essere laico, ma laicita' dello Stato significa che e' aconfessionale, non deve avere una sua etica da imporre, ma deve riconoscere il pluralismo delle culture e delle fedi religiose. Di conseguenza - ha concluso l'Arcivescovo di Torino - non ci sono all'inteno di un corretto uso della laicita' verita' da promuovere sempre e a priori, come ad esempio quelle della scienza ed altre da delimitare o addirittura da rifiutare, come quelle dell'etica o della religione''.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32874

Chiesa o forza politica?

Ciò che è successo sabato 18 giugno a Madrid può aiutarci a capire la direzione in cui si sta sempre più chiaramente orientando il cattolicesimo ufficiale.

La gerarchia cattolica ha organizzato un corteo nella capitale spagnola per sollevare il paese contro il governo Zapatero che sta per approvare una legge che riconosce il matrimonio delle coppie omosessuali.

La manifestazione, capeggiata dal Cardinale Varela, arcivescovo di Madrid, è stata molto al di sotto delle attese della gerarchia cattolica che, contro i 200.000 presenti, ne aspettava almeno 500.000.

Con il pieno appoggio dell’Opus Dei, dei Legionari di Cristo, di tutte le componenti ecclesiali più reazionarie e del Partito Popolare, la gerarchia ha confermato di progettare il futuro del cattolicesimo spagnolo come “partito politico dell'illibertà”. Questo pontefice ha dimostrato una ulteriore svolta a destra (se era ancora possibile dopo un papa tradizionalista come Wojtyla).

Vorremmo fare tre brevi riflessioni:

1) Il cattolicesimo ufficiale, più che come chiesa, si realizza oggi come partito politico con un progetto planetario a difesa degli interessi oligarchici, patriarcali, economici del sistema di dominio. Per conseguire questo scopo, tesse la trama delle alleanze con tutti i poteri che sono interessati a mantenere le cose come stanno (lo status quo). La lotta contro l’espansione dei diritti civili è quindi fondamentale per mantenere l’oppressione.

2) Il “dominio”, messo in crisi e “ferito” da molti movimenti in atto in parecchi settori della società civile, delle tradizioni religiose, della ricerca scientifica e delle trasformazioni culturali, si difende attaccando disperatamente, rabbiosamente. Ciò comporta una progressiva radicalizzazione delle scelte in un contesto in cui, aldilà degli spettacoli e della papolatria, l’istituzione chiesa perde ogni autorevolezza. Tutto questo può rappresentare un’ottima occasione per capire che la chiesa è altra cosa dalla gerarchia e da qualunque istituzione che presuma di parlare in nome di Dio
Viene alla mente la riflessione del teologo cattolico Josè Comblin: “C’è un cattolicesimo ufficiale che è sempre più burocratico… La burocrazia vaticana produce documenti senza fine per giustificare la sua esistenza. Ma la sua ragion d’essere, come quella di tutte la burocrazie, è aumentare il suo potere e per questo difficilmente può lasciar trasparire qualcosa di cristiano in mezzo a tutta questa immensa produzione di carta stampata…” (ADISTA, 18 giugno 2005).

3) In tutto questo panorama, che invita ad essere vigilanti e ad aprire “nuove rotte verso Dio”, come scrive il teologo Diego Irarrazaval, è davvero promettente la dignità del governo spagnolo presieduto da Zapatero. Come aveva promesso, l’esecutivo spagnolo intende proseguire nella costruzione di una società laica, in cui a tutte le persone venga riconosciuto il diritto all’amore, un diritto tutelato dalla legge.

La Comunità cristiana di base di Pinerolo

Pinerolo, 20 giugno 2005

http://www.viottoli.it/comunicati/2005/c9_05.html

giovedì 23 giugno 2005

Spagna: come previsto il Senato boccia la legge sui matrimoni gay, adesso la legge torna alla camera per l'approvazione definitiva

SPAGNA: MATRIMONIO GAY, PROGETTO LEGGE RESPINTO DAL SENATO

(ANSA) - MADRID, 22 GIU - Il progetto di legge socialista che autorizza il matrimonio gay e' stato oggi respinto dal Senato, dove il Partito Popolare (Pp) ha la maggioranza, ma sara' approvato dalla camera bassa, a maggioranza socialista, il 30 giugno, finendo cosi' il suo iter parlamentare.

Il testo e' stato respinto con 131 voti contrari, 119 favorevoli e 2 astensioni. Hanno votato contro il progetto di legge i nazionalisti catalani di Unio e di Convergencia i Unio (Ciu), e il Par, partito nazionalista dell'Aragona. Favorevoli, oltre ai socialisti, Izquierda Unida (Iu), i nazionalisti baschi (Pnv) e il partito delle Canarie (Cc).

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Apc-UNIONI GAY/ SPAGNA, SENATO DICE NO A LEGGE, ORA PAROLA A CAMERA

Veto dai senatori ma si attende approvazione prossima settimana Madrid, 22 giu. (Ap) - Il Senato spagnolo ha posto il veto questa sera alla legge che intende equiparare le unioni gay alle nozze civili eterosessuali: i conservatori del Partito popolare si sono alleati ai conservatori catalani di Convergencia i Uniò per votare contro il progetto per 131 voti contro 119. Il governo socialista rimanderà il progetto di legge al Congresso dei deputati dove ha i numeri per far revocare il veto e far approvare il provvedimento in via definitiva.

Un voto finale che è atteso per la prossima settimana, nell'ultima sessione utile del parlamento prima della pausa estiva. Il progetto contestatissimo da conservatori e cattolici dovrebbe essere votato il 30 di giugno. Al Congresso, il governo del premier socialista José Luis Zapatero dovrebbe poter contare sull'appoggio di tutti i gruppi, escluso quello del Partido Popular. La Spagna diventerebbe così il terzo paese europeo, dopo Belgio e Olanda, a garantire ai gay non solo una forma di riconoscimento della coppia ma una vera equiparazione di fronte alla legge rispetto alle coppie eterosessuali, inclusa la possibilità di adottare bambini.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32853

Gay: Fassino, tutela senza equiparazione

Il segretario DS segue la linea di Prodi: no ai matrimoni, sì ai PACS

(ANSA) - ROMA, 22 GIU - Piero Fassino ritiene che in caso di vittoria, un governo del centrosinistra dovra' affrontare la questione della tutela delle coppie di fatto, sia gay sia eterosessuali. Al tempo stesso, il segretario dei Ds avverte che in Italia vale il principio costituzionale per cui la famiglia e' fondata sul matrimonio.

Rispondendo, su Sky Tg 24, ad una domanda sulla legge spagnola che riconosce i matrimoni omosessuali e sulla contrarieta' ribadita dal cardinale Camillo Ruini al riconoscimento dei Pacs (patti civili di solidarieta'), Fassino si e' detto contrario ''a cercare modelli all'estero''.

''Non dobbiamo andare a cercare Zapatero, Schroeder o Blair - sostiene il segretario dei Ds - anche perche' in Italia abbiamo la Costituzione che riconosce la famiglia fondata sul matrimonio, e io penso che questo articolo sia per tutti non solo vincolo, ma un principio che deve essere rispettato. Al tempo stesso sono altrettanto favorevole a che le coppie di fatto trovino una normativa che le tuteli''.

Fassino ha ricordato di essere presentatore di un disegno di legge sui pacs, (''l'unico che e' depositato''), che ''non mette in discussione il principio costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio'' ma riconosce i diritti di chi ha scelto la convivenza di fatto, che riguarda le coppie sia omosessuali che eterosessuali.

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"Fondamentale il rispetto dell' articolo della Costituzione sulla famiglia"


(Apcom) - "Noi abbiamo una Costituzione in cui è scritto che la famiglia è fondata sul matrimonio e io penso che questo articolo costituzionale sia per tutti noi non solo un vincolo ma un principio che da tutti deve essere rispettato".

Ospite a Sky Tg24, il segretario dei Ds Piero Fassino si dice "contrario a forme di matrimonio diverse che siano equiparate de facto al principio costituzionale".

Sì però al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. "Sono favorevole a che le coppie di fatto e i rapporti di convivenza de facto trovino una normativa che le tuteli, sia quando sono eterosessuali che quando sono omosessuali", spiega il segretario della Quercia, che ha presentato "un disegno di legge sui Pacs".

Ad ogni modo, secondo Fassino, non vanno ricercati "modelli all'estero". Riferendosi alla Spagna di Zapatero, che ha approvato una legge sui matrimoni tra omosessuali, aggiunge: "Conosco benissimo Zapatero da tanti anni e ne ho grande stima, ma la storia della Spagna non è la storia dell'Italia. Non credo che dobbiamo andare a cercare Zapatero, piuttosto che Schroeder o Blair o qualcun altro per farci spiegare cosa dobbiamo fare in Italia. Penso che ogni paese debba trovare le giuste soluzioni, figlie della storia e della cultura accumulate nel tempo".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32844

mercoledì 22 giugno 2005

Grillini a Ruini: il PACS è regola in tutta Europa

Il presidente onorario Arcigay risponde all'attacco del cardinale

(Apcom) - "Sul Pacs Ruini sbaglia perché la proposta di legge è volta a tutelare i diritti di due persone che stanno assieme e la legge elenca in modo puntuale i momenti difficili della vita a due per i quali la proposta attualmente in discussione alla Camera si presenta come strumento di garanzia".

E' quanto sostiene il parlamentare dei Ds e presidente onorario di Arcigay Franco Grillini, ribadendo che "definire il Pacs "Piccolo matrimonio" come fa Ruini vuol dire non aver letto il testo (cosa che consigliamo vivamente al presidente della Cei) e lo invitiamo a non aprire su questo terreno una nuova guerra di religione".

"Vorremmo infatti ricordare a Ruini - insiste Grillini - che leggi di questo tipo non sono l'eccezione ma la regola in tutta Europa e non si capisce bene perché solo in Italia non si dovrebbe legiferare in materia". "Vorremmo capire - conclude l'esponente della Quercia - se le opinioni espresse da Ruini sono le opinioni di un libero cittadino o se preludono ad una ossessiva campagna antigay come è successo in Spagna dove, peraltro, la manifestazione di Madrid non ha visto il milione di partecipanti annunciato, ma molto molto meno, segno che l'omofobia, con il conseguente razzismo antigay, ormai non fa più presa nella società".


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(DIRE) - ROMA- "Definire il Pacs 'Piccolo matrimonio' come fa Ruini vuol dire non aver letto il testo (cosa che consigliamo vivamente al presidente della Cei) e lo invitiamo a non aprire su questo terreno una nuova guerra di religione. Vorremmo infatti ricordare a Ruini che leggi di questo tipo non sono l'eccezione ma la regola in tutta Europa e non si capisce bene perche' solo in Italia non si dovrebbe legiferare in materia". Lo afferma il deputato Ds Franco Grillini, presidente onorario Arcigay e leader storico degli omosessuali. "Vorremmo capire se le opinioni espresse da Ruini sono le opinioni di un libero cittadino o se preludono ad una ossessiva campagna antigay come e' successo in Spagna dove, peraltro, la manifestazione di Madrid non ha visto il milione di partecipanti annunciato, ma molto molto meno, segno che l'omofobia, con il conseguente razzismo antigay, ormai non fa piu' presa nella societa'".

Grillini ricorda infine al presidente della Cei che "la proposta di legge e' volta a tutelare i diritti di due persone che stanno assieme e la legge elenca in modo puntuale i momenti difficili della vita a due per i quali la proposta attualmente in discussione alla Camera si presenta come strumento di garanzia".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32829

Ruini contro tutto

No anche ai PACS, sono piccoli matrimoni


(ANSA) - ROMA, 21 giu - La Chiesa dice no ai matrimoni gay, ma chiede che vengano vietati anche i Pacs, i Patti di civile convivenza, contratti che in molti Paesi d'Europa vengono riconosciuti come utili per regolare i rapporti tra due conviventi dello stesso sesso. Il divieto e' venuto dal cardinal Camillo Ruini nel corso della presentazione dell'ultimo libro di Joseph Ratzinger, ''L'Europa di Benedetto, nella crisi delle due culture'', scritto poco prima di diventare Papa.

Il cardinal Ruini ha sottolineato, nell'argomentare il divieto della Chiesa ai Pacs, che ''criterio fondamentale della dignita' della persona umana e' il matrimonio uomo-donna''. Per l'alto prelato bisogna ''tutelare i diritti delle persone senza tutelare forme che sottendono solo qualcosa di analogo al matrimonio ma non il vero matrimonio''. In sostanza per Ruini i Pacs sono qualcosa di simile ad un ''piccolo matrimonio''.

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(DIRE) No, ovviamente, ai matrimoni gay, ma no anche ai Pacs, i cosiddetti patti di civili di solidarietà. Il "non possumus" arriva dal cardinal Ruini che- durante la presentazione del libro scritto da Ratzinger prima di diventare Papa- risponde a una precisa domanda del moderatore Bruno Vespa.

"La Chiesa- dice il porporato molto vicino al Pontefice- deve sempre valutare sulla base del criterio fondamentale della dignita' irripetibile della persona umana, creata uomo-donna".

Dunque, no alle unioni tra persone dello stesso sesso. Quanto poi alla proposta precisa di recepire anche in Italia la legislazione relativa ai Pacs, Ruini e' chiaro: "Si tratta- premette- di vedere bene...". Un'apertura? Macche', solo un espediente retorico perche', subito dopo, arriva la stroncatura: "Anche senza pronunciare la parola- afferma infatti- sono come un piccolo matrimonio". E poi- aggiunge- "se si tratta di tutelare i diritti delle persone, ci sono tanti modi... senza per questo prefigurare qualcosa di analogo al matrimonio".

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(Adnkronos) - ''Si tratta di comprendere bene cosa significano i Pacs'' perche' ''anche senza la parola matrimonio, di fatto sono un piccolo matrimonio''. Lo ha detto il presidente della Cei, Camillo Ruini, interprellato da Bruno Vespa sull'atteggiamento della Chiesa nei confronti dei patti civilistici tra gay alla luce di quanto sta avvenendo nella Spagna di Zapatero, nel corso della presentazione del libro del Papa 'L'Europa di Benedetto' presso la sede del 'Tempo'.


''Quando si tratta di tutelare i diritti delle persone -ha detto Ruini- ci sono diversi modi per farlo senza prefigurare forme che sottendono qualcosa di analogo al matrimonio''.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32827

Regolarizzato il viado che si sposa

Sentenza della Cassazione contro il ministero dell Interno


Niente espulsione per gli extracomunitari transessuali - dediti alla prostituzione - che sposano una donna italiana. Lo sottolinea la Cassazione respingendo il ricorso presentato dal Ministero dell Interno contro Liony Messias D.O., un viado sudamericano che, per sottrarsi al foglio di via, si è sposato con Fulvia L., una donna italiana molto più anziana di lui. Il questore di Massa, nel luglio 2002, aveva respinto la richiesta dello straniero di ottenere il permesso di soggiorno per motivi familiari , invocati da Liony in ragione del matrimonio contratto con Fulvia L. e celebrato nel giugno 2000. Secondo l autorità di polizia, l uomo era un transessuale dedito alla prostituzione e le sue nozze erano solo un escamotage di facciata per rimanere in Italia e continuare l'attività di lucciola . Contro il provvedimento questorile, Liony si era rivolto al Tribunale di Massa che, nel dicembre 2002, aveva stracciato il foglio di via in quanto - in base alla legge sull'immigrazione - è vietata l espulsione dello straniero convivente con coniuge italiano . Il ministero dell Interno - però - non è rimasto a guardare e ha reclamato alla Corte di Appello di Genova sostenendo che Liony andava espulso perchè il suo matrimonio era fittizio e lui era un maschio solo dal punto di vista anagrafico , dato che era in realtà di sesso femminile . A riprova delle sue deduzioni, il Viminale aggiungeva che - per di più - quella coppia irregolare conduceva una convivenza discontinua dato che l attempata Fulvia lo andava a trovare una volta al mese e risiedeva in altra città. Queste osservazioni non hanno fatto breccia: i magistrati dell appello hanno bocciato, nel 2003, il ricorso del ministero rilevando che nessun rapporto di polizia era idoneo a smentire la veridicità del matrimonio dello straniero con una cittadina italiana, mentre la continuità delle vita comune non escludeva periodi di lontananza tra i coniugi, giustificati anche da motivi di lavoro, e non era dimostrata la circostanza che lo straniero fosse di sesso femminile . Contro l ennesima disfatta il Viminale ha tentato l'ultima carta e si è appellato in Cassazione. Senza successo. I supremi giudici - con la sentenza 13165 - hanno, infatti, confermato che Liony non può essere espulso e hanno condannato il ministero a rimborsargli 2.100 euro per le spese legali. [Data pubblicazione: 22/06/2005].

(La Padania del 22/06/2005)

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32834

lunedì 20 giugno 2005

Zapatero va avanti

Nozze gay, il corteo divide Spagna, Parlamento al voto. Primi matrimoni già in estate
Dal corrispondente del Corriere della Sera Mino Vignolo

MADRID - La manifestazione di Madrid contro il matrimonio gay è stata un grande successo, ma il governo di Zapatero proseguirà sulla sua strada. Il progetto di legge sarà dibattuto nel plenum del senato domani o il giorno dopo e il testo verrà ratificato il 30 giugno dal Congresso dei deputati dove il partito socialista e i suoi alleati dispongono di una comoda maggioranza. Nel corso dell'estate saranno celebrate le prime nozze fra persone dello stesso sesso e il capo del governo diventerà una icona della comunità gay internazionale. Già José Luis Rodriguez Zapatero è stato eletto a San Paolo «personalità dell'anno» dall'«Associazione brasiliana della fierezza gay, lesbica e transessuale» come ringraziamento e la sua fotografia campeggerà nella copertina di una rivista gay spagnola che uscirà in luglio. Sotto la foto la scritta «L'uomo che mantiene la sua parola».


LA PROTESTA - I dirigenti del Foro della Famiglia, che ha organizzato la manifestazione di Madrid, hanno chiesto di bloccare la legge e un colloquio con il capo del governo. Anche se Zapatero acconsentirà a riceverli non vi sarà spazio per cambiamenti radicali.

Poche ore prima della marcia la vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega ha detto che il governo porta rispetto ai manifestanti ma «è chiaro che essi manifestano per esigere che un diritto si neghi ad altri». Ha insistito che la modifica del Codice Civile che permetterà le nozze fra persone dello stesso sesso «non obbliga nessuno a fare niente che non voglia». Il governo socialista sa che la Chiesa mantiene una notevole influenza sulla società civile spagnola ma è consapevole che le riforme sociali sono appoggiate dalla maggioranza dell'opinione pubblica.


IL SONDAGGIO - Nell'ultimo sondaggio a livello nazionale due terzi degli intervistati hanno risposto di essere favorevoli al matrimonio gay. Per questa ragione la vice di Zapatero ha ricordato alla gerarchia ecclesiastica che «il governo deve prendere decisioni in nome della maggioranza dei cittadini e la maggioranza dei cittadini ha espresso la loro opinione favorevole al matrimonio indipendentemente dall'orientamento sessuale di ciascuno». In altre parole, la partecipazione alla manifestazione può essere stata massiccia, però è maggiore il numero di persone rappresentate dai partiti che approvano la legge in parlamento o che hanno votato socialista alle ultime elezioni.


I SOCIALISTI - Una manifestazione come quella di sabato, pensano i socialisti, li aiuta a rafforzare la loro identità come «partito del laicismo, del femminismo, del progressismo». Inoltre la presenza di parte della gerarchia cattolica e del partito popolare, fianco a fianco nella marcia, ha trasmesso una immagine di fronte «popolar-cattolico» conservatore. E' un'immagine che piace al governo perché inchioda il partito popolare sulla destra e lontano dal centro, ma scomoda una parte dello stesso partito e della gerarchia ecclesiastica. E' la ragione per cui dirigenti popolari, con il leader Mariano Rajoy in testa, non hanno partecipato, e nemmeno sono scesi in piazza circa tre quarti degli alti prelati. Chi non ha partecipato ha pensato che andare fosse controproducente da un punto di vista «politico».


IL PIANO - Non è d'accordo con questa analisi un personaggio come il vescovo di Segorbe-Castellon Juan Antonio Reig che è la massima autorità della Conferenza episcopale in materia di famiglia e vita. E' sceso in piazza circondato dai fedeli della sua diocesi che con ogni mezzo avevano raggiunto Madrid. E' una delle voci più forti ed eloquenti nella condanna delle riforme laiche intraprese dai socialisti. A suo giudizio la legge sulle nozze gay è «la punta dell'iceberg» di «un piano sinistro» di demolizione della Chiesa cattolica messo in atto dal governo Zapatero.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=32791

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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