giovedì 19 luglio 2007

Bari istituisce l'anagrafe delle unioni civili

Lo stabilisce una disposizione del sindaco


Il Comune di Bari istituirà un'anagrafe delle unioni civili, tenendo conto anche dei vincoli affettivi, senza alcuna distinzione tra unioni omosessuali o eterosessuali.

Lo rende noto l'ufficio stampa del Comune, diffondendo i contenuti di una disposizione che il sindaco, Michele Emiliano, ha inviato agli ufficiali d'anagrafe della ripartizione Servizi demografici.

Di conseguenza, all'atto della richiesta di costituzione di famiglia anagrafica, dovrà essere raccolta e trascritta formalmente, oltre alla indicazione dell'intestatario, anche ''il tipo di vincolo che motiva la richiesta stessa''.

In caso di coabitazione per 'vincoli affettivi', la richiesta di costituzione di famiglia anagrafica ''dovrà essere sottoscritta da ambedue gli interessati, alla presenza dell'ufficiale d'anagrafe incaricato''.

Plaude alla disposizione il comitato provinciale Arcigay di Bari. Il sindaco Emiliano, dice in una nota il consigliere del sindaco per le Pari opportunità e presidente provinciale

Arcigay, Enrico Fusco ''nei limiti delle proprie competenze'', ha dato ''il suo contributo per portare Bari e l'Italia più vicine agli standard europei.

Sono queste le azioni positive che le amministrazioni locali possono e devono assumere, per combattere dal basso l'intolleranza e il pregiudizio''.

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La Repubblica - Bari

Pagina IV - Bari La città che cambia Il sindaco supera l´impasse nella maggioranza: iscrizione anche per le unioni dello stesso sesso Coppie legate da vincoli affettivi ora potranno registrarsi all´anagrafe
di RAFFAELE LORUSSO

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Il Comune riconoscerà i vincoli affettivi diversi dal matrimonio. Non è l´istituzionalizzazione delle unioni civili, ma le somiglia molto. Dopo il braccio di ferro che per lunghi mesi ha paralizzato la maggioranza di centrosinistra, con l´ala cattolica e moderata da una parte e la sinistra dall´altra, il sindaco Michele Emiliano rompe gli indugi: gli uffici dell´anagrafe dovranno registrare anche il tipo di vincolo che lega i conviventi. Se sul piano culturale e politico è una rivoluzione, dal punto di vista pratico è soltanto l´applicazione della legge. In qualità di ufficiale di anagrafe, infatti, il sindaco ha deciso di applicare l´articolo 4 del Dpr numero 223 del 1989.

D´ora in avanti, insomma, gli uffici dell´anagrafe dovranno indicare anche il tipo di vincolo che giustifica la richiesta di costituzione di famiglia anagrafica. Non solo. Nel caso di coabitazione per vincoli affettivi, anche fra persone dello stesso sesso, la richiesta di costituzione di famiglia anagrafica dovrà essere sottoscritta da entrambi gli interessati, alla presenza dell´ufficiale di anagrafe incaricato. Nella circolare inviata ieri agli uffici, il sindaco Michele Emiliano ha anche specificato che i componenti della famiglia anagrafica «possono richiedere, anche separatamente, il rilascio di un´attestazione che riporti quanto da loro dichiarato all´ufficiale di anagrafe incaricato, che vi provvede previa verifica della sottoscrizione di entrambi i richiedenti, nonché dell´esistenza dello stato di coabitazione degli interessati stessi». Oltre che dai nuclei familiari di nuova costituzione, l´esistenza del vincolo affettivo potrà essere dichiarata anche da persone che già convivono sotto lo stesso tetto.

Con questo provvedimento il sindaco chiude una questione che aveva diviso a lungo la maggioranza di centrosinistra. L´ala moderata, con in testa Margherita e Udeur, ma anche qualche consigliere della lista Emiliano, si è sempre opposta al dibattito in consiglio comunale. In giunta il riconoscimento dei vincoli affettivi diversi dal matrimonio non fu votato dagli assessori della Margherita e dell´Udeur. A loro giudizio, infatti, portare in aula una materia già regolata della legge significava soltanto dare una valenza politica alla vicenda. La decisione del sindaco fa esultare il comitato provinciale dell´Arcigay. «La disposizione agli uffici dell´anagrafe di applicare correttamente la legge - dice in una nota Enrico Fusco, presidente provinciale dell´Arcigay e consigliere del sindaco per le Pari opportunità - è un atto di coraggio e di corretta amministrazione. Michele Emiliano è uomo di parola. Aveva promesso gesti concreti e ha risposto da par suo all´intolleranza di alcuni. Nei limiti delle proprie competenze, ha dato il suo contributo per portare Bari e l´Italia più vicine agli standard europei. Sono queste le azioni positive che le amministrazioni locali possono e devono assumere per combattere dal basso l´intolleranza e il pregiudizio».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74676

Roma, il GUP ammette il convivente dello stesso sesso in un processo penale

Grillini: "E' ora di una giusta legge per le coppie di fatto"


E' presto per parlare di pacs all'italiana, ma si apre una prima breccia nel dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, comprese quelle gay. Il gup del tribunale di Roma, Claudio Carini, ha infatti deciso di ammettere come parte civile il convivente di un omosessuale, Roberto Chiesa, ucciso nella capitale il 7 marzo scorso.

Il giudice ha riconosciuto come Mario Chinazzo, 67 anni, abbia subito un "danno diretto e conseguenziale", dalla morte di Chiesa, con il quale conviveva dal 1982. Anche la sorella della vittima, Graziella, è stata ammessa a partecipare al processo, che si aprirà il prossimo 8 novembre. Al contrario, non è stato riconosciuto il diritto a costituirsi parte civile del comune di Roma e dell'Arcigay.

Si tratta dunque di un primo riconoscimento giuridico, avvenuto non in sede civile, ma per opera di un giudice penale. "Avevo molti dubbi sul fatto che sarebbe stata accolta la mia richiesta", ha detto Chinazzo, visibilmente commosso. "Ho diviso la vita con Roberto per 25 anni, e mi faceva star male il pensiero di non essere nessuno per la legge".

Il gup ha chiesto inoltre una perizia per l'omicida, il rumeno George Alain Chisereu, che ,dopo aver sgozzato Chiesa, gli aveva svaligiato l'appartamento.
Ovviamente grande soddisfazione è stata espressa dal legale di Chinazzo, l'avvocato Daniele Stoppelli, per il quale "è stato provata l'esistenza di un rapporto materiale e affettivo che andava avanti da più di vent'anni".

“L’assenza di una legge per le unioni civili – ha commentato l’Onorevole Franco Grillini di SD - crea il paradosso che il vedovo di una coppia di fatto omosessuale e debba rimettersi alla competenza di ottimi avvocati e alla lungimiranza e apertura di un giudice perché gli vengano riconosciuti diritti. Non sempre le due condizioni si verificano e sovente i nostri vedovi non sono nessuno. La società italiana, mai come oggi, chiede certezze giuridiche per le nuove famiglie ed una giusta legge per le unioni civili capace di garantire quei diritti umani, come il diritto di essere ammessi al processo come parte civile in caso di morte violenta del proprio compagno, che sono ormai garantiti in quasi tutti i Paesi europei”.

http://tinyurl.com/35oqo8
http://www.grillini.it/show.php?4631

mercoledì 18 luglio 2007

Trieste, il comune cancella il matrimonio gay e denuncia lo sposo

Il caso del quarantenne sposatosi a Maiorca con il suo compagno svizzero: il certificato era stato regolarmente accolto in municipio. Il Comune cancella il matrimonio gay Annullata la registrazione all’Anagrafe. Il triestino sarà denunciato per falso. Il sindaco Dipiazza: «La legge italiana non riconosce queste nozze. L’impiegato è stato tratto in inganno dal documento in spagnolo»
di Piero Rauber

Il Comune annullerà la registrazione del matrimonio gay fra il quarantenne triestino F.C. e il suo compagno svizzero, celebrato in Spagna e protocollato tre mesi dopo all’anagrafe di Trieste. Non solo: il Comune si prepara a denunciare F.C. per falso ideologico, in quanto ha consegnato all’impiegata del Municipio - omettendo le precisazioni del caso - un certificato di matrimonio in cui le generalità del suo coniuge (di nome Eugen, di 41 anni, ndr) venivano riportate come «mujer-femme», cioè «femmina» in spagnolo e francese.

Il caso del matrimonio gay accettato all’anagrafe viene così liquidato dal sindaco Roberto Dipiazza a poche ore dall’uscita allo scoperto di F.C., che vive e lavora con il suo compagno a Maiorca. In Spagna, dove il governo Zapatero ha legittimato i matrimoni omosessuali. «Quest’atto per noi è nullo», spiega Dipiazza con il certificato in questione fra le mani. «In Italia - aggiunge il sindaco - non abbiamo una legge che può validare un matrimonio fra due individui dello stesso sesso. Questo triestino ha presentato un documento spagnolo che riportava il suo nome come ”marido” e quello del suo coniuge straniero, non identificabile istantaneamente come maschile o femminile, come ”mujer”. Gli impiegati dell’ufficio hanno preso atto correttamente del documento e l’hanno trascritto. Ma a questo punto le cose cambiano: la procedura di annullamento partirà immediatamente. Chiederemo la documentazione in Spagna e verificheremo, nel contempo, se ci sono gli estremi per far partire una denuncia d’ufficio».

«Non si tratta di un atto politico - mette infine le mani avanti Dipiazza - ma ho il dovere di tutelare i miei dirigenti e di far applicare la legge italiana. Se poi in futuro la legge cambierà, prevedendo unioni fra persone dello stesso sesso, allora mi adeguerò».

«In Italia grazie a Dio siamo ancora lontani da un ordinamento giuridico che preveda matrimoni omosessuali, dunque quest’atto non ha rilevanza ancorché contratto all’estero», dice invece esplicitamente Bruno Marini, numero uno provinciale di Forza Italia ed esponente dell’ala cattolica dei berlusconiani triestini.

La vicenda di F.C. è emersa pochi giorni dopo quella di Giulio Papa, il funzionario friulano che lavora nella sede di Bruxelles della Regione, sposatosi con un militare belga. A lui, di recente, la giunta Illy ha accordato il congedo matrimoniale. Tale decisione ha spaccato il mondo politico. Con An, in particolare, che ha bollato il congedo come «osceno», per voce del coordinatore regionale Roberto Menia. E in An, peraltro nel ruolo di presidente provinciale, milita pure Paris Lippi, vicesindaco e assessore ai servizi demografici di Trieste. Che, sul caso di F.C., tuona: «Manderemo alla procura i documenti per accertare se vi sia qualcosa di rilevante dal punto di vista penale. Questo personaggio non ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto davanti a un’impiegata in buona fede. Se avesse voluto portare avanti la battaglia per le unioni degli omosessuali, non avrebbe dovuto falsificare il sesso del suo coniuge. Così facendo, anche se non condividiamo i matrimoni gay, avrebbe avuto tutto il nostro rispetto. E invece la sua mossa altro non è stata che una furberia, paragonabile a uno scherzo di carnevale, a una goliardata».

«È triste che una persona debba farsi riconoscere in questo modo un diritto civile che in quasi tutti gli altri paesi europei è già riconosciuto dal punto di vista normativo», rileva invece il segretario provinciale dei Ds Fabio Omero, ex presidente dell’Arcigay di Trieste. «Si sa - prosegue Omero - che l’Italia è uno degli ultimi paesi dell’Ue a non essersi ancora adeguato alle risoluzioni del Parlamento europeo in materia di unioni civili. Ci troveremo sempre più spesso davanti a situazioni di questo tipo se nel Parlamento italiano non se ne discuterà per tempo. So di altri casi di matrimoni gay contratti all’estero e non registrati in Italia che sono finiti davanti a un giudice, in particolare uno a Firenze e un altro a Latina: per farsi riconoscere l’unione civile queste coppie devono aspettare di percorrere tutti i gradi della giustizia nazionale contro l’Avvocatura dello Stato. Quando usciranno le rispettive sentenze della Cassazione potranno finalmente rivolgersi alla Corte di giustizia europea, appellandosi alle risoluzioni del Parlamento europeo».

«Se le norme permettessero la registrazione non ci sarebbe affatto da scandalizzarsi - chiude Roberto Decarli dei Cittadini - ma credo che, con tutti i problemi sociali che abbiamo qui a Trieste, questo caso sia tutt’altro che una priorità».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74671

martedì 17 luglio 2007

Registrato il primo matrimonio gay in Italia

Un omosessuale triestino presenta il certificato di matrimonio spagnolo: l’anagrafe dà l’ok, ora risulta regolarmente coniugato
di Pietro Spirito


C’è un matrimonio gay registrato all’anagrafe del Comune di Trieste. È il matrimonio tra F.C., 40 anni, triestino, ed E.R., 41 anni, cittadino svizzero. F.C. ed E.R. si sono sposati regolarmente il 31 luglio del 2006 a Maiorca, in Spagna, dove vivono e lavorano, e dove i matrimoni omosessuali sono legali. Nel novembre scorso F., che mantiene la cittadinanza italiana, è tornato a Trieste per registrare all’anagrafe il suo nuovo stato civile: coniugato. Si è presentato al Comune, ha consegnato il certificato di matrimonio spagnolo, e senza battere ciglio l’impiegata ha registrato l’avvenuto sposalizio. Ora, a tutti gli effetti, per il Comune di Trieste F.C. ed E.R. sono coniugi. Lo stesso ha fatto E.R. in Svizzera, dove è in vigore la legge federale sull'«unione domestica registrata» delle coppie omosessuali. Così quando F. va nella repubblica elevetica ora non ha più il dovere di giustificare il motivo e la durata della sua permanenza in quel Paese.

La registrazione al Comune di Trieste è la conseguenza di un atto che dovrà evidentemente essere chiarito: F.C. legalmente non poteva registrare il suo matrimonio contratto in Spagna, ma di fatto ora risulta agli archvi, e nessuno l’ha ancora invalidata. Per F.C., invece, si è trattato di un atto «dovuto».

«Ho solo voluto affermare un mio diritto - dice -, in fondo in Italia pago le tasse, e sono gay anche in quel momento; adesso anche all’ambasciata italiana in Spagna io risulto sposato, e questa per me è una garanzia; in Italia la sessualità entra in campo solo quando è lo Stato a dover dare qualcosa».

La registrazione in Comune del matrimonio gay è stata dunque un’azione provocatoria, approfittando delle buona fede dell’impiegata, visto che il nome di E.R. ha un’assonanza che può trarre in inganno? «Sono andato negli uffici comunali tranquillamente e nessuno mi ha chiesto niente - risponde F. - ho consegnato il certificato di matrimonio rilasciato in Spagna e l’impiegata ha compilato il modulo mettendo il nome mio e quello di E. nelle apposite caselle riservate a marito e moglie; mi aspettavo che mi chiedessero qualcosa, magari una spiegazione sul nome di E., ma nessuno mi ha chiesto nulla, e il matrimonio è stato regolarmente registrato».

F.C. ed E.R. vivono insieme da otto anni. Gestiscono un negozio di arredamento a Maiorca e viaggiano spesso in Europa alla ricerca di mobili e oggettistica per la casa. Si sono sposati nel luglio dello scorso anno, non appena il governo Zapatero ha legalizzato le unioni gay. Una cerimonia sobria, con i genitori di entrambi, durante la quale si sono scambiati gli anelli.

«I miei genitori - racconta F. - all’inizio erano molto perplessi ma poi, vedendoci felici, hanno capito e approvato la nostra scelta. La mia vita e quella di E. - afferma - non sono cambiate, vivevamo già insieme da anni, ma adesso che siamo sposati ci sentiamo più tutelati».

In quanto alle polemiche di questi giorni sul permesso matrimoniale concesso al dipendente della Regione che si è sposato a Bruxelles, F.C. ribadisce che l’amministrazione regionale «non ha fatto altro che riconoscere un diritto di questa persona».

F.C. viene spesso a Trieste per lavoro e per trovare i familiari. Non si nasconde che il suo gesto - l’iscrizione allo stato civile dell’anagrafe come «coniugato» - potrebbe avere delle conseguenze, quantomeno sul piano amministrativo. Ma soprattutto spera che «quello che ho fatto possa stimolare un dialogo proficuo sulla via di un riconoscimento anche in Italia dei diritti degli omosessuali».

(Ha collaborato Laura Tonero)
http://www.gaynews.it/view.php?ID=74657

Il governatore del Veneto: "Adozione anche per i gay"

«Per i bambini meglio che in orfanatrofi-lager»


«Piuttosto che lasciare i bambini in strutture simili a lager, come sono molti orfanotrofi nei paesi dell’Est, io sono favorevole a permettere l’adozione anche alle coppie omosessuali». Liberista nell’intendere il non intervento della politica nell’economia e altrettanto laico sul fronte delle politiche per la famiglia. Non si tratta di un rappresentante dell’estrema sinistra, ma di Giancarlo Galan. Il governatore veneto, a margine della presentazione del rapporto 2007 sulla società e l’economia della Fondazione Nord Est, confida la sua «posizione personale» sul tema dell’adozione.

Sollecitato da una giornalista sull’argomento famiglia, il presidente prima si indispettisce un po’ - «ma cosa c’entra in questo contesto» - poi si lancia in una confessione che, in ambito politico nazionale, lo posiziona, di fatto, più a sinistra di Piero Fassino. Grosso modo, per continuare nella semplificazione, sulla posizione espressa dal presidente della Camera Fausto Bertinotti. Galan - semplificazioni a parte - parla con convinzione. «Apriamo pure una riflessione seria su questo argomento - commenta il governatore -. Pacs, Dico o Cus? Se vogliamo parlare di cose importanti, pensiamo piuttosto ai molti orfani. Ecco, a questo proposito la mia posizione personale è di apertura rispetto alla possibilità che le coppie gay abbiano la possibilità di poter adottare un bimbo orfano». Una posizione estrema? Galan argomenta così: «In molti paesi dell’Est gli orfani sono tenuti in strutture più simili a lager che a orfanotrofi. Condizioni inaccettabili e scandalose. Piuttosto che condannare questi bimbi a una permanenza in simili lager, io sono favorevole a dare la possibilità anche alle coppie gay di poter adottare un bambino».

Come l’Euroregione, la posizione di apertura nei confronti delle unioni gay sembra essere argomento trasversale tra Galan e Riccardo Illy. Che giusto nei giorni scorsi ha concesso un permesso nozze a un dipendente che si è sposato (all’estero) con un militare belga.

(Matteo Marian)
http://www.gaynews.it/view.php?ID=74652

lunedì 16 luglio 2007

Nozze gay. Il caso Friuli Venezia Giulia in Parlamento

Forza Italia interroga Prodi e Amato. Menia (An): cosa oscena. Ma i Ds: scelta giusta
Il senatore Saro contesta la licenza al funzionario sposato in Belgio con un uomo Ma Pegorer appoggia la decisione del governatore: passo avanti per i diritti civili

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UDINE. Il caso del congedo matrimoniale concesso dalla Regione a Giulio Papa, il funzionario udinese in servizio a Bruxelles, sposato in Belgio con Dirk Van den Eede, un militare dell’esercito, arriva in Parlamento. Il senatore di Forza Italia, Ferruccio Saro, ha predisposto un’interrogazione urgente al premier Prodi e al ministro degli Interni Giuliano Amato per fare chiarezza in merito al riconoscimento in Italia dei matrimoni gay contratti all’estero. Duro attacco da Alleanza nazionale, che per voce di Roberto Menia, vicecapogruppo alla Camera definisce «semplicemente osceno il congedo, concesso dalla Regione al suo dipendente, sposo di pseudo-nozze omossessuali. Illy e compagnia sanno bene che - aggiunge Menia - la famiglia tutelata dalla Costituzione, è quella composta da un uomo e una donna, peraltro secondo i principi del diritto naturale. Essi sanno, e per questo motivo mettono le mani avanti, di compiere un atto giuridicamente illecito e per quanto mi riguarda, anche moralmente riprovevole».

La giunta regionale, su indicazione del presidente Illy (che si è detto pronto anche a pagare di tasca propria eventuali danni erariali qualora la norma comunitaria applicata dovesse essere impugnata dalla Corte dei Conti) ha infatti deciso di concedere, a un anno di distanza dalla richiesta, i 15 giorni di congedo che spettano ai dipendenti che si sposano anche a Giulio Papa, cittadino italiano residente all’estero che il primo luglio del 2006 si è sposato col 38enne militare belga contraendo le nozze gay che in Belgio sono legali.

Ma la battaglia parlamentare si annuncia calda. Per il senatore diessino, Carlo Pegorer, infatti, prescindendo dalle valutazioni giuridiche che «vanno approfondite» si tratta di un «passo avanti sintomo di una realtà politica attenta ai cambiamenti perché tutto ciò che consente il riconoscimento di un diritto è positivo, anche se bisogna tenere conto del contesto di un Paese in cui ci sono sensibilità diverse che vanno tenute nella giusta considerazione».

Grande soddisfazione per la scelta di Illy è stata espressa da Kristian Franzil di Rc al punto che il consigliere ha suggerito di estendere a livello nazionale l’iniziativa. Per Ferruccio Saro invece la decisione di Illy e della giunta conferma che di fatto c’è la possibilità di «bypassare il divieto di contrarre matrimonio con una persona dello stesso sesso tutt’ora vigente in Italia. E’ un fatto molto grave – dice Saro –, perché in questo modo Illy riconosce i matrimoni gay e mi domando cosa ne pensa a questo proposito la sua maggioranza e in particolare l’area cattolica». Senza entrare nel merito della vicenda il senatore azzurro ne fa un problema essenzialmente di natura giuridica. «Quando in commissione Affari costituzionali abbiamo discusso sull’applicazione della direttiva comunitaria che impone ai Paesi membri il riconoscimento dei diritti e degli istituti previsti dalle leggi statali – ricorda Saro -, diversi rappresentati dell’opposizione hanno posto il problema dell’applicazione di questa direttiva proprio facendo riferimento ai matrimoni gay. Che sono consentiti in Spagna e in Belgio, ma non in Italia. Dalla maggioranza però ci assicurarono che non ci sarebbero stati problemi e invece questa decisione di Illy e della Regione ripropone con forza il problema. E’ giusto che l’Italia sia costretta ad accettare (e riconoscere) regole e diritti sanciti in altri Paesi in merito alle relazioni tra individui? Io ho qualche dubbio e per questo motivo Illy avrebbe fatto meglio a essere più cauto».

Attualmente un matrimonio omosessuale celebrato all’estero non può essere riconosciuto in Italia (al riguardo è attesa una sentenza della Cassazione che potrebbe cambiare le cose) perché – spiega il coordinatore regionale della Lega italiana delle famiglie di fatto, Alberto Baliello, «viene considerato un atto che va contro l’ordine pubblico». Nel contempo però chi ha contratto un matrimonio omosessuale all’estero non può sposarsi con una donna in Italia perché sarebbe denunciato per bigamia.

Cristian Rigo

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Grillini applaude il Fvg: scelta europea L’Arcigay friulana: Illy apra alle coppie

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ROMA. «E’ molto positivo che la Regione Friuli abbia deciso di dire sì ai 15 giorni di congedo previsti per tutti i dipendenti in caso di matrimonio, applicando la normativa Ue». Franco Grillini, deputato della sinistra democratica e leader storico dell’Arcigay italiana applaude il governatore del Friuli Vg, Riccardo Illy, che ha dato indicazione alla Regione di assegnare il congedo matrimoniale di 15 giorni a Giulio Papa, 36 anni, udinese, funzionario dell’ufficio di rappresentanza del Fvg a Bruxelles, che ha sposato il 1° luglio scorso Dirk Van den Eede, 38 anni, militare dell’esercito belga a Anversa.

«Giulio Papa ha chiesto ed ottenuto dopo un anno il congedo matrimoniale – dice Grillini –. Va dato atto alla Giunta regionale del Friuli di aver fatto una scelta politicamente giusta senza ricorrere ad altre istanze burocratiche. E va dato atto al Presidente Illy di aver applicato la normativa europea in questo caso come dovrebbe essere fatto in tanti altri casi analoghi».

Il leader Arcigay spiega che «sono sempre più frequenti i matrimoni omosessuali tra cittadini e cittadine italiane con partner di paesi europei che hanno approvato normative che riconoscono ed estendono il matrimonio alle coppie dello stesso sesso – continua –. Attualmente in Italia sono in corso diverse richieste di registrazione dei matrimoni contratti all’estero».

Sul caso interviene anche l’Arcigay della provincia di Udine che reputano un segnale positivo, ma, allo stesso tempo, spiega che«c’è ancora molta strada da fare».

Questa la reazione del comitato provinciale Arcigay Nuovi Passi e di Arcilesbica Udine. «Un plauso convinto e unanime, invece, viene rivolto dall’intera comunità omosessuale della regione ai due coniugi, Giulio e Dirk, per aver portato con tenacia e coraggio queste tematiche ancora una volta all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica». Ad esprimere alcune perplessità sulle dichiarazioni di Illy è la presidentessa di Arcilesbica, Eva Dose. «Non vorrei si trattasse di una mossa per attirare l’elettorato gay e lesbico – afferma –, in vista delle prossime elezioni regionali ormai alle porte. Non dimentichiamo che il presidente Illy ha più volte espresso opinioni dichiaratamente omofobe in merito al riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso. O il presidente dichiara apertamente che è giusto e che è arrivata l’ora di riconoscere il matrimonio anche per le coppie gay e lesbiche, o dichiarazioni di questo tipo lasciano il tempo che trovano».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74644

domenica 15 luglio 2007

Chiede il congedo per le nozze gay. E dopo un anno la Regione Friuli Venezia Giulia dice sì

Il caso di Giulio Papa, 36 anni, funzionario udinese in servizio a Bruxelles.
Il marito è un militare belga
Il matrimonio ad Anversa il primo luglio 2006
Ora gli spettano 15 giorni

di TOMMASO CERNO


UDINE. Si era sposato un anno fa, il 1° luglio 2006, e aveva chiesto il congedo matrimoniale alla Regione. Solo che Giulio Papa, 36 anni, udinese, funzionario dell’ufficio di rappresentanza del Fvg a Bruxelles è gay. E davanti al sindaco di Anversa ha sposato Dirk Van den Eede, 38 anni, militare dell’esercito belga. Così, dopo un anno di “sospensione” del congedo matrimoniale per accertamenti, la Regione ha deciso di dire sì ai 15 giorni previsti per tutti i dipendenti, applicando la normativa Ue.

Il caso legale non ha precedenti in Italia. E il governatore Riccardo Illy lo sa bene. Ma alla richiesta degli uffici tecnici alla giunta regionale di richiedere un parere giuridico al tribunale italiano, la Regione ha risposto di no. E questo non solo perché ai tribunali non si possono chiedere pareri – la persona interessata al fatto avrebbe potuto rivolgersi al giudice – ma anche, spiega Illy, «perché sarebbe stato umiliante per il nostro collaboratore». E così il presidente della Regione ha applicato la normativa europea e ha dato mandato di assegnare a Giulio Papa il suo congedo, «anche perché il viaggio di nozze si fa subito – ha aggiunto il governatore – e già è trascorso un anno».

Illy ha anche garantito agli assessori che nel caso in cui la Corte dei Conti sollevasse dubbi di legittimità o dichiarasse il danno erariale per i 15 giorni di concedo matrimoniale concessi a Papa, lo stesso presidente sarà pronto a pagare di tasca propria quanto dovuto all’erario dello Stato. E chiudere il caso.

Il matrimonio fra Giulio (che risiede ad Anversa, pur cittadino italiano) e Dirk risale al luglio 2006, in Belgio, dove le unioni fra omosessuali sono riconosciute, tanto che i documenti personali del funzionario lo indicano come «coniugato».

Modificato lo stato civile, Papa ha fatto richiesta alla Regione per il congedo che spetta agli sposati, specificando le caratteristiche del suo caso, il primo nel suo genere in Italia. Ed è qui che la burocrazia si è messa di mezzo. Per vedersi riconosciuto il congedo, infatti, secondo gli uffici della Regione, il funzionario avrebbe dovuto registrare il matrimonio in Italia. Una procedura che si sarebbe invece rivelata inutile e superflua, visto che la normativa la prevede solo per pubblicizzare il matrimonio ma non per ufficializzarlo. A questo punto la Regione ha avviato una serie di verifiche tecniche, per capire se nel caso di Giulio e Dirk dovesse prevalere il principio comunitario, per il quale un cittadino europeo è soggetto all’ordinamento del Paese nel quale risiede e lavora, quindi il Belgio, o se in questo caso deve prevalere l’ordinamento italiano. Alla fine l’esecutivo ha deciso di di applicare il diritto dell’Ue, riconoscendo la validità dell’ordinamento del Belgio dove il funzionario regionale è residente e lavora. E prendendo atto, dunque, del matrimonio.

Così, su indicazione del presidente Illy, di fronte al dubbio sollevato dalle strutture tecniche, che suggerivano di ricorrere al giudice del lavoro italiano affinchè fosse lui a dirimere la questione, la giunta ha rilevato che adire al giudice era già una scelta, cioè la scelta per la quale l’ordinamento dominante era e doveva essere quello italiano. Per cui si è deciso che il congedo matrimoniale dovesse essere concesso, perchè il matrimonio in Belgio ha valore legale ed è trascritto sui documenti di stato civile. Una tesi confermata anche dal Parlamento, come spiega il senatore di Fi Ferruccio Saro. «Quando al Senato si discusse di questa questione, emerse il caso del Friuli Vg – dice –. La direttiva assunta dal Parlamento prevede proprio di comportarsi così».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74632

Destra USA, il deputato omofobo adesca agente nei bagni pubblici

Era paladino della crociata contro le nozze gay
di Roberto Rezzo / New York


«ANDIAMO dall’altra parte del ponte, conosco un posticino tranquillo», sono state le ultime parole dell’onorevole Robert Allen prima di essere portato via in manette dal parcheggio antistante i bagni pubblici dello Space Park View di Titusville, cittadina a pochi chilometri dal centro spaziale della Nasa a Cape Canaveral. Il deputato repubblicano della Florida e co-presidente della campagna per la Casa Bianca del senatore John McCain è accusato di adescamento, oscenità e istigazione alla prostituzione. Il verbale n. 07-43912 redatto dall’agente D. Kavanaugh nella vicina stazione di polizia è tra lo squallido e il boccaccesco. «Approssimativamente alle 15:33 stavo conducendo un’investigazione in borghese in cerca d’un ladro d’appartamenti che imperversa nella zona di Broad Street, quando mi sono diretto verso i bagni per aggiustare la radio di servizio. Mi sono lavato le mani e non essendoci asciugamani di carta a disposizione sono entrato in una toilette per prendere della carta igienica. L’individuo che occupava quella accanto prima ha iniziato a spiarmi affacciandosi oltre il divisorio e quindi mi ha raggiunto approfittando del fatto che avevo lasciato la porta aperta». Allen non perde tempo in preamboli: gli offre 20 dollari per fargli sesso orale. Intraprendente ma parsimonioso, il deputato ha passato una notte nella prigione di Brevard County ed è stato rilasciato dietro cauzione in attesa del processo. Coniugato, un figlio, ex dirigente dell’associazione dei Boy Scout, profondamente religioso, Allen ha costruito la sua carriera politica sulla difesa dei «valori morali delle famiglie americane». Furioso oppositore dei matrimoni tra omosessuali, è stato il primo firmatario della proposta di legge numero 1475 (bocciata dal parlamento della Florida) «contro i comportamenti libidinosi e lascivi» che avrebbe tra l’altro inasprito le pene per atti sessuali in luogo pubblico. «Allen è un uomo di valore; sa quali sono i problemi che stanno davvero a cuore alla gente», erano state le parole di McCain immediatamente dopo averlo nominato alla guida del suo comitato elettorale.

«Vorrei che il pubblico non giungesse a conclusioni affrettate», è stata l’unica dichiarazione di Allen dopo il rilascio dal carcere. «Un altro ipocrita che morde la polvere – è stata la replica del Rainbow Democratic Club, organizzazione gay vicina al Partito democratico – O forse dovremmo credere che stava facendo una ricerca sul campo per documentare la degenerazione dei costumi?».

Gli scandali a luci rosse che da un anno a questa parte hanno travolto esponenti di spicco della destra conservatrice potrebbero riempire un’intera collezione di giornaletti da parrucchiere. Il leader delle chiese evangeliche, reverendo Ted Haggard, che quando si assentava dalla famiglia per scrivere in piena tranquillità i suoi sermoni ne approfittava per noleggiare un aitante prostituto per festini a base di droga. Il deputato repubblicano Mark Foley che adescava i valletti della Camera promettendo raccomandazioni, ovviamente in cambio di sesso. I tradimenti a catena, finiti in un divorzio, dell’ex speaker repubblicano della Camera Newt Gingrich.

E ora su Washington incombe il terremoto che l’arresto di Madame Deborah Jean Palfrey rischia di provocare. L’ex maitresse minaccia di pubblicare l’elenco con tutti i clienti della sua agenzia. Migliaia di clienti tra cui onorevoli, alti papaveri militari, funzionari di governo. Sinora sono saltati fuori i nomi di Randall Tobias, prima delle dimissioni molto vicino a Condi Rice, titolare della delega per le campagne contro l’Aids nel Terzo mondo basate sulla castità e sull’astinenza. E quello del deputato repubblicano David Vitter, ben noto anche a una maitresse di New Orleans, già titolare del Canal Street Brothel: «Ci hanno chiuso nel 2002, ma sino ad allora è stato un assiduo frequentatore». Vitter non nega e non si dimette. Precisa che si è confessato: «Molti anni or sono ho chiesto e ricevuto il perdono da Dio e da mia moglie».

Larry Flynt, magnate della pornografia, editore della rivista Hustler, protagonista negli anni ‘80 di una vittoriosa battaglia sulla libertà di espressione conclusasi davanti alla Corte suprema, è convinto che siamo solo all’inizio. Ha sborsato 150mila dollari per pubblicare sul Washington Post un’intera pagina pubblicitaria in cui offre un milione di dollari a chiunque offra informazioni sulle relazioni extraconiugali di parlamentari e ufficiali della pubblica amministrazione. Il suo mensile ha sguinzagliato una ventina di investigatori privati che «stanno mettendo le mani su qualcosa di molto interessante». Flynt mette in chiaro che questa non è una caccia alle streghe: «Non me ne può importare di meno di quello che fanno a letto i membri del Congresso. Quello che non sopporto sono gli ipocriti. A Capitol Hill ce ne sono a bizzeffe e farò tutto il possibile per smascherarli. Il governo per 15 anni ha fatto di tutto per sbattermi dietro le sbarre. Adesso arriva la resa dei conti».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74633

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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