Fassino invece venga da noi, il giorno prima del family day
Roma, 18 apr. - Congressi quasi paralleli quelli dei Ds e dell'Arcigay. Eppure cortesia a senso unico. L'Arcigay che si ritrova a Milano dall'11 al 13 maggio invita Piero Fassino alla sua assise.
Dalla Quercia invece nemmeno una lettera all'indirizzo del segretario Aurelio Mancuso e del candidato di minoranza Enzo Menzione.
"Un particolare che la dice lunga sotto quali auspici nasca il partito democratico", commenta Mancuso.
"Un segnale, un cattivo segnale", rincara la dose Menzione.
I rapporti tra il Botteghino e l'associazione che storicamente difende i diritti delle persone omosessuali non sono piu' idilliaci. Quelli con il partito democratico, poi, sembrano destinati a mettersi peggio. All'Arcigay non ne fanno un dramma.
Del resto lo stesso Mancuso, oggi candidato di maggioranza per l'associazione gay, qualche mese fa annuncio' polemicamente che non avrebbe rinnovato la tessera alla Quercia: "Poca attenzione ai temi della laicita'".
Oggi la situazione e' peggiorata. "I Ds sono il principale partito di maggioranza. Eppure non hanno ottenuto nulla, assolutamente nulla, sul piano dei diritti civili". Pacchetto antidiscriminazione, Dico, omofobia, fecondazione assisitita: "dopo un anno di governo non c'e' niente. E se l'aria che tira e' questa il popolo glbt prende atto che il partito democratico non nasce con una vera identita' laica e riformista", dichiara Mancuso.
Anche il candidato di minoranza, Enzo Menzione, non si fa illusioni. "Io sono il movimentista dell'Arcigay eppure devo ammettere che il partito democratico avrebbe potuto essere un momento di attrattiva anche per me.
E invece non si avverte nessuna novita'. Nel manifesto poi non c'e' quasi nulla".
Gli altri partiti democratici, a cominciare da quello americano, "hanno un'impostazione molto avanzata, dove il tema dei diritti omosessuali non viene distinto in quanto tale dai diritti civili delle persone. Evidentemente in Italia pesa l'ipoteca del partner cattolico e la mancanza di una chiara e forte coscienza politica su questi temi nella classe dirigente Ds".
Che il mega congresso di Firenze non incroci il cammino dell'Arcigay delude ma non stupisce.
"Certo ci sara' la lobby di Gayleft, ci saranno delegati che sono anche nostri iscritti, ma non noi in quanto associazione. Ne prendiamo atto. Punto. Non abbiamo la sindrome della strega cattiva che non viene invitata al banchetto di Biancaneve- dice Aurelio Mancuso-. Allo stesso modo prendiamo atto che siamo ormai distanti dai Ds e tanto piu', a questo punto, lo saremo dal Pd. Invece continuiamo a guardare a quel che avviene a sinistra, perche' hai visto mai, magari nasce un soggetto unitario, laico e progressista".
Cio' non toglie che l'Arcigay non tenti di imbastire un dialogo con i Ds e con questa maggioranza sui temi 'caldi'.
Di qui gli inviti ai congressi, spediti a Prodi, ai ministri interessati ("venga anche Fioroni a dare risposte sull'omofobia a scuola"), ai presidenti di Camera e Senato, ai capigruppo e ai segretari di partito. A Fassino, quindi. "Venga l'11 maggio. E' il giorno che dedichiamo agli ospiti ed e' il giorno prima del Family Day- dice Mancuso- Sarebbe un segnale politico chiaro visto che lo slogan del nostro congresso e' 'siamo famiglie, pari dignita', pari diritti'".
Mancuso e Menzione, il Fassino e il Mussi dell'Arcigay, a differenza dei loro colleghi all'ombra della Quercia non si scinderanno.
"Noi non siamo contrapposti", dice il candidato di minoranza. "Siamo differenti. La battaglia per i diritti civili e' inderogabile sia per me che per Mancuso. Lui pero' e' piu' istituzionale, io piu' movimentista". Tra Firenze e Milano si dividera' invece Franco Grillini, deputato Ds vicino ad Angius, fondatore e presidente onorario dell'Arcigay. "Sono scisso: in maggioranza a Milano, in minoranza a Firenze - dice- ma non sto male".
http://www.gaynews.it/view.php?ID=73412
Roma, 18 apr. - Congressi quasi paralleli quelli dei Ds e dell'Arcigay. Eppure cortesia a senso unico. L'Arcigay che si ritrova a Milano dall'11 al 13 maggio invita Piero Fassino alla sua assise.
Dalla Quercia invece nemmeno una lettera all'indirizzo del segretario Aurelio Mancuso e del candidato di minoranza Enzo Menzione.
"Un particolare che la dice lunga sotto quali auspici nasca il partito democratico", commenta Mancuso.
"Un segnale, un cattivo segnale", rincara la dose Menzione.
I rapporti tra il Botteghino e l'associazione che storicamente difende i diritti delle persone omosessuali non sono piu' idilliaci. Quelli con il partito democratico, poi, sembrano destinati a mettersi peggio. All'Arcigay non ne fanno un dramma.
Del resto lo stesso Mancuso, oggi candidato di maggioranza per l'associazione gay, qualche mese fa annuncio' polemicamente che non avrebbe rinnovato la tessera alla Quercia: "Poca attenzione ai temi della laicita'".
Oggi la situazione e' peggiorata. "I Ds sono il principale partito di maggioranza. Eppure non hanno ottenuto nulla, assolutamente nulla, sul piano dei diritti civili". Pacchetto antidiscriminazione, Dico, omofobia, fecondazione assisitita: "dopo un anno di governo non c'e' niente. E se l'aria che tira e' questa il popolo glbt prende atto che il partito democratico non nasce con una vera identita' laica e riformista", dichiara Mancuso.
Anche il candidato di minoranza, Enzo Menzione, non si fa illusioni. "Io sono il movimentista dell'Arcigay eppure devo ammettere che il partito democratico avrebbe potuto essere un momento di attrattiva anche per me.
E invece non si avverte nessuna novita'. Nel manifesto poi non c'e' quasi nulla".
Gli altri partiti democratici, a cominciare da quello americano, "hanno un'impostazione molto avanzata, dove il tema dei diritti omosessuali non viene distinto in quanto tale dai diritti civili delle persone. Evidentemente in Italia pesa l'ipoteca del partner cattolico e la mancanza di una chiara e forte coscienza politica su questi temi nella classe dirigente Ds".
Che il mega congresso di Firenze non incroci il cammino dell'Arcigay delude ma non stupisce.
"Certo ci sara' la lobby di Gayleft, ci saranno delegati che sono anche nostri iscritti, ma non noi in quanto associazione. Ne prendiamo atto. Punto. Non abbiamo la sindrome della strega cattiva che non viene invitata al banchetto di Biancaneve- dice Aurelio Mancuso-. Allo stesso modo prendiamo atto che siamo ormai distanti dai Ds e tanto piu', a questo punto, lo saremo dal Pd. Invece continuiamo a guardare a quel che avviene a sinistra, perche' hai visto mai, magari nasce un soggetto unitario, laico e progressista".
Cio' non toglie che l'Arcigay non tenti di imbastire un dialogo con i Ds e con questa maggioranza sui temi 'caldi'.
Di qui gli inviti ai congressi, spediti a Prodi, ai ministri interessati ("venga anche Fioroni a dare risposte sull'omofobia a scuola"), ai presidenti di Camera e Senato, ai capigruppo e ai segretari di partito. A Fassino, quindi. "Venga l'11 maggio. E' il giorno che dedichiamo agli ospiti ed e' il giorno prima del Family Day- dice Mancuso- Sarebbe un segnale politico chiaro visto che lo slogan del nostro congresso e' 'siamo famiglie, pari dignita', pari diritti'".
Mancuso e Menzione, il Fassino e il Mussi dell'Arcigay, a differenza dei loro colleghi all'ombra della Quercia non si scinderanno.
"Noi non siamo contrapposti", dice il candidato di minoranza. "Siamo differenti. La battaglia per i diritti civili e' inderogabile sia per me che per Mancuso. Lui pero' e' piu' istituzionale, io piu' movimentista". Tra Firenze e Milano si dividera' invece Franco Grillini, deputato Ds vicino ad Angius, fondatore e presidente onorario dell'Arcigay. "Sono scisso: in maggioranza a Milano, in minoranza a Firenze - dice- ma non sto male".
http://www.gaynews.it/view.php?ID=73412