Interlocuisce due volte con il premier e gli dice:
'Abbi il coraggio di andare in galera'
'Ero venuto in veste di osservatore, con spirito critico ma evidentemente il dissenso non è contemplato'
MESTRE - 'Ma devono solo battere le mani quelli che sono qui?'. Lo ha chiesto ai cronisti uno spettatore del comizio del premier Berlusconi, allontanato dal Palasport Taliercio di Mestre dal servizio d'ordine.
Durante l'intervento del premier, diverse voci di consenso si sono levate dal pubblico, come quelle di un simpatizzante di Forza Italia che ha urlato a Berlusconi: 'Siamo con te', seguito da uno scroscio di applausi.
Il geometra Tarcisio Ruffato, invece, anche lui dalla platea, ha interloquito due volte con il presidente del Consiglio. La prima quando Berlusconi ha affermato che le abitazioni devono essere vendute ad un prezzo equo e Ruffato gli ha chiesto: 'Hai fatto così tu a Milano Due?'. Da parte sua, il premier ha osservato: 'Sono colpito dalla vivacità'.
La seconda, quando il geometra gli ha urlato: 'Abbi il coraggio di andare in galera'. A questo punto, Ruffato è stato circondato dal servizio d'ordine, che lo ha accompagnato alla porta.
'Sono venuto qui in veste di osservatore, da critico - ha commentato Ruffato, una volta all'esterno, parlando con i giornalisti - ma evidentemente il dissenso non è contemplato'.
(11 dicembre 2004)"
http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/economia/eccofinanziaria8/allontanato/allontanato.html
sabato 11 dicembre 2004
Mestre: contesta Berlusconi, allontanato dal servizio d'ordine
Silvio Berlusconi, il mago Houdini
«Silvio Berlusconi, il mago Houdini della politica europea, è riuscito ieri sera a evitare la prigione. La Corte ha stabilito che l’accusa di aver pagato 430.000 dollari per corrompere un giudice era fondata. Ma Berlusconi è sfuggito alla condanna a causa della prescrizione, cioè più di sette anni e mezzo dalla contestazione del reato».
The Independent, 11/12/2004
venerdì 10 dicembre 2004
Berlusconi colpevole di aver corrotto i giudici, ma il reato è prescritto
Ecco il dispositivo della sentenza:
"Visto l'articolo 531 CPP dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 06-07 marzo 1991 perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 C.P. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione; visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione relativo al bonifico in data 26-29 luglio 1988 contestato al capo A) per non aver commesso il fatto; visto l'articolo 530 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dagli altri fatti di corruzione contestati al capo A) per non aver commesso il fatto; Visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P., assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione a lui ascritto al capo B) perché il fatto non sussiste".
L'arbitro rivoluzionario
di CURZIO MALTESE
Alla vigilia della sentenza per corruzione di magistrati, l'imputato Berlusconi si è nominato giudice supremo della democrazia in Italia, arbitro dei destini d'Europa e patrono d'America, guida rivoluzionaria e signore delle regole televisive ed elettorali. Non è soltanto il classico delirio di onnipotenza che coglie il premier alla vista di Bruno Vespa, del quale presentava un libro. È l'annuncio della lunga, costosa e spregiudicata campagna elettorale che ci attende nel prossimo anno. O forse nei prossimi mesi. Se è vero, come sostengono in molti, che il premier paventa una frana dei conti pubblici per il 2005.
Che si voti in primavera o nel 2006, Berlusconi è pronto. Per prima cosa, come sempre, ha segnato il campo dei nemici.
Sono Prodi, la sinistra, l'Europa, il trattato di Maastricht più i giudici e in genere tutto quanto gli ricordi l'esistenza di leggi e regole. Nell'elenco è comparsa da tempo la par condicio, legge "liberticida" chè gli impedisce d'invadere le televisioni di spot e di farsi pagare dagli avversari come proprietario di Mediaset.
La novità è che non va bene neppure più la legge elettorale. Sarà modificata a colpi di maggioranza, annuncia Berlusconi all'ammirato Vespa, senza discutere con l'opposizione e neppure con gli alleati. Nessuna correzione proporzionale e tantomeno in senso maggioritario. Soltanto alcune modifiche complesse da spiegare il cui risultato concreto è favorire al massimo il leader di Forza Italia, e tanto basta. L'idea che cambiare il gioco elettorale a senso unico e alla vigilia del voto sia un po' una mascalzonata naturalmente non viene presa in considerazione. Nell'urgenza decisionista Berlusconi ha anche assicurato che otterrà la revisione di Maastricht, (soprattutto nell'odioso limite al rapporto debito/Pil ma non solo) e la rivalutazione del dollaro, che chiederà di persona all'amico George W. Bush.
Va da sè che i tagli fiscali di quest'anno, dallo stesso premier definiti "simbolici", saranno almeno raddoppiati l'anno venturo e così via. Fino al completamento della "rivoluzione liberale" promessa nel celebre contratto con gli italiani e finora purtroppo rinviata di anno in anno per una serie incredibile e jellatissima di circostanze sfavorevoli. In chiusura il premier, con largo anticipo sulle lungaggini della magistratura milanese, ha emesso un verdetto di piena assoluzione nei confronti di sè stesso per il processo Mondadori.
Fin qui il Silvio-pensiero, che può sembrare la solita tracimante berlusconata con la complicità di Vespa, magari più ridondante nella versione pacco natalizio. E in buona parte lo è. Ma oltre a questo, l'uscita del premier disegna una nuova strategia. La fase di governo è finita, con l'ultimo rimpasto e una Finanziaria blindata dai voti di fiducia. È andata male, inutile negarlo oltre. Il premier ha provato a vendere agli italiani l'azione di governo come "miracolo compiuto": non ha funzionato. Torna allora a indossare i panni che meglio gli si addicono, l'uomo dei sogni e della promessa, l'eroe di un'ottimismo della volontà non temperato da alcun pessimismo della ragione.
Con la veste del cavaliere senza macchia, lucidata ogni giorno dai servitori dei telegiornali, Berlusconi porterà la seconda sfida a Romano Prodi che oggi lo supera nei sondaggi. Al punto da convincerlo, per ora, ad accettare un eventuale duello televisivo. Accuserà il rivale di aver governato male in questi anni dall'alto della presidenza europea, gli addosserà la responsabilità d'aver fatto fallire la "rivoluzione liberale", le riforme, i tagli fiscali, le grandi opere pubbliche. Si comporterà insomma come se a governare (e a deludere) fosse stato l'altro.
Si tratta di un rovesciamento di ruoli spericolato e magari grottesco, ma considerato il controllo totale dell'informazione può riuscire. La crocefissione del Professore su stampa e tv per la battuta sui mercenari di Forza Italia, pure largamente fondata, ha funzionato da prova generale. Con l'abolizione della par condicio e la possibilità d'invadere l'etere con spot miliardari si possono fare miracoli. O almeno spostare quel due o tre per cento di voti che in tutte le democrazie ormai fanno la differenza fra il trionfo e una catastrofe.
(10 dicembre 2004)
http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/politica/riformeist2/arbirivu/arbirivu.html
giovedì 9 dicembre 2004
Canada: via libera alle nozze gay
di Giulio Maria Corbelli
La Costituzione canadese ammette il matrimonio gay. La Corte Suprema dà al governo federale luce verde per una legge sulla materia. Pronta forse già all'inizio del 2005.
OTTAWA - La Costituzione canadese ammette il matrimonio gay. E' quanto ha sentenziato la Corte Suprema del Canada dando al governo federale luce verde per una legge sulla materia. Anche se i giudici non sono arrivati a dire che tale legge è addirittura richiesta dalla Costituzione.
La Corte ha dichiarato che il governo può legalmente legiferare sul matrimonio e che la formula contenuta in una proposta di legge del governo che definisce matrimonio "una unione legale di due persone" non rappresenta una violazione del dettato costituzionale canadese.
Nozze gay: Canada contro USA
Si tratta di un passo importante che mette il Canada agli antipodi del suo vicino meridionale, gli Stati Uniti, dove l'amministrazione Bush sta spingendo per un emendamento costituzionale che metta le nozze gay al bando.
Il governo di Ottawa aveva sperato di ottenere dalla Corte Suprema qualcosa di più: una richiesta specifica della Corte Suprema a legiferare sulle nozze degli omosessuali che avrebbe reso più agevole l'iter parlamentare della proposta di legge in Parlamento.
Già durante le udienze del 6 e 7 ottobre i nove giudici non avevano nascosto che il governo stava cercando di scaricare su di loro la patata bollente e anche oggi, nel parere scritto approvato all'unanimità, hanno ricordato che il loro pronunciamento in realtà non era poi indispensabile. "L'esecutivo ha dichiarato la sua intenzione di affrontare con una nuova legge la questione dei matrimoni gay, a prescindere dalla nostra opinione", si legge nel testo.
Questo non significa che i componenti della Corte costituzionale siano pregiudizialmente contrari. Anzi. Hanno bacchettato quanti sostengono che autorizzare le unioni tra persone dello stesso sesso sarebbe una violazione dalla Costituzione del 1867, dove si parlava di matrimonio come unione tra eterosessuali.
Una Costituzione "viva"
"Il Canada è pluralistico", hanno spiegato i giudici, "la nostra Costituzione è viva, come un albero che attraverso interpretazioni successive si adatta e risponde alle realtà della vita moderna". Oggi, hanno sottolineato, è necessaria "un'interpretazione elastica, liberale e progressista" del testo. Detto questo, è stato comunque riconosciuto al clero il diritto di rifiutarsi di celebrare matrimoni tra gay.
Se il governo proseguirà sulla strada della legge sulle nozze gay il Canada diventerà la terza nazione al mondo a consentirli dopo il Belgio e l'Olanda.
Una legge entro il 2005?
Il disegno di legge dovrebbe essere presentato in Parlamento il prossimo anno, ma l'iter si presenta complicato. Tutti e quattro i partiti, compresi i liberali del primo ministro Paul Martin, sono divisi. Il premier ha già richiamato i ministri alla disciplina di partito. Per venire approvata la legge ha bisogno di 155 voti e secondo le previsioni degli osservatori parlamentari un'approvazione è ritenuta probabile all'inizio del 2005.
Giudici in sei province canadesi e un territorio hanno già contestato la definizione tradizionale di matrimonio tra persone di sesso diverso consentendo a migliaia di coppie gay di sposarsi. I canadesi sono di stretta maggioranza favorevoli alle nozze tra gay.
«Un altro importante passo verso la pari dignità sociale e l’eguaglianza di diritti tra tutte le persone nel mondo». E’ il commento del presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice.
«Se tutte le persone hanno la stessa dignità, come proclamano le Costituzioni degli stati democratici e liberali, pari dignità deve essere riconosciuta anche alle loro relazioni affettive, sentimentali e di solidarietà. Non è possibile precludere a due persone, che decidono di condividere una parte importante della propria esistenza, gli stessi trattamenti di altre coppie, solo perché sono due persone omosessuali».
http://it.gay.com/view.php?ID=19531
mercoledì 8 dicembre 2004
Statuto Toscana: i DS pubblicano una pagina intera su l'Unità per festeggiare lo statuto dei nuovi diritti
Una intera pagina pubblicitaria sull'Unità. E' quello che hanno fatto i DS toscani per celebrare la sonora bocciatura da parte della Corte Costituzionale del ricorso del Governo contro la proposta di Statuto della Toscana che conteneva tra l'altro il riconoscimento delle coppie di fatto e il voto agli immigrati.
Nella pagina pubblicitaria si fa esplicito riferimento alle coppie di fatto senza distinzione di sesso.
Di seguito il testo della pagina:
"Toscana terra fertile dove crescono nuovi diritti".
La Corte Costituzionale, bocciando il ricorso del Governo Berlusconi, ha approvato il nuovo Statuto della Toscana che apre sui nuovi diritti, riconoascendo le coppie di fatto, senza distinzione di sesso, e promuovendo il diritto di voto agli immigrati.
Difendiamo la Costituzione, promuoviamo la democrazia.
Israele: riconosciuti di fatto i matrimoni omosessuali per tasse ed eredità
(ANSA) - GERUSALEMME, 8 DIC - La giustizia israeliana ha riconosciuto di fatto i matrimoni omosessuali, almeno per quanto riguarda le tasse e il diritto ereditario. Lo riferisce oggi il quotidiano Haaretz.
L'avvocato generale Menachem Mazuz, ribaltando le decisioni di suoi predecessori, ha fatto sapere ai tribunali che lo stato riconosce in questi ambiti il diritto del coniuge omosessuale.
Il che non significa che dia legalita' alle unioni. In Israele sono riconosciuti solo i matrimoni religiosi.
Migliaia di israeliani hanno partecipato a giugno a Tel Aviv al 'Gay pride', alla presenza del sindaco Ron Huldai e del ministro della giustizia. Malgrado l'ostilita' nei confronti degli omosessuali negli ambienti religiosi, l'omosessualita' non e' piu' perseguita penalmente dal 1988
http://www.gaynews.it/view.php?ID=30245
martedì 7 dicembre 2004
E' arrivato Thunderbird 1.0!
Thunderbird 1.0, il client di posta di nuova concezione è disponibile anche in italiano nell`area download del sito mozillaitalia.org. Thunderbird rende l`uso della posta elettronica più facile, veloce e sicuro grazie all`implementazione di caratteristiche quali i filtri anti-spam, cartelle di ricerca salvabili, supporto alle notizie RSS, protezione dalla privacy.
Fra le caratteristiche più recenti:
Cartelle contenenti i messaggi basate su precedenti criteri di ricerca (che è possibile salvare)
Possibilità di suddividere i messaggi in cartelle per attributo (data, mittente, attributo). Sarà ad esempio possibile avere i messaggi nelle cartelle `oggi`, `ieri`, `settimana scorsa` e così via
Posta in arrivo singola per account multipli
Importazione dati migliorata
Supporto per i feed RSS
Controlli sulla privacy migliorati
Migliorata la ricerca rapida: sono aumentati i criteri di ricerca e le parole cercate all`interno del messaggio possono essere evidenziate
Come sempre disinstallare la versione precendente prima di installare questa. Eventualmente, in caso di problemi, eliminare anche le cartelle chrome ed extensions dal proprio profilo.
Sei uno studente gay? Hai un futuro
In diecimila copie una guida sull'orientamento sessuale per le scuole. Obiettivo: non rinnegarsi
di Delia Vaccarello da "1,2,3...liberi tutti" de l'Unità
Hanno trovato il coraggio. Hanno descritto le emozioni provate sui banchi di scuola. Quale coraggio? Quello di dirsi omosessuali, bisex o trans, di raccontare isolamenti e solidarietà, sconfitte e conquiste nella marcia verso la meta. Il giorno in cui non farà alcuna differenza per prof e compagni che uno studente abbia un orientamento sessuale piuttosto che un altro la meta potrà dirsi raggiunta. Un futuro che non appare impossibile. Le voci dei «coraggiosi» saranno distribuite nelle scuole in diecimila copie. A diffonderle sarà la prima guida sull'orientamento sessuale per studenti che ha un titolo dalle radici profonde (socratiche per l'esattezza), rivolto ai giovani tramite la lingua inglese, forse per rendere internazionale l'invito o l'auspicio. Il titolo è: «Be yourself!», cioè sii te stesso. La guida è realizzata dal circolo Arcigay «Tralaltro» di Padova, con il sostegno della Regione Veneto (www.tralaltro.it/risorse/beyourself/beyourself.htm). Si tratta di un pamphlet prezioso che andrà sotto gli occhi di tanti altri studenti. Chi ha remore, dubbi, ansie, interrogativi potrà ritrovarsi nelle 44 pagine che hanno i colori della pace e dell'arcobaleno ricche di informazioni e testimonianze. Ne diamo un saggio, ascoltando le voci dei giovani che hanno al massimo vent'anni, immaginando l'effetto che può fare a un ragazzo in cerca di sé sentire che non è, e non sarà, «l'unico al mondo».
LA DIMOSTRAZIONE
Spesso, spinti da un contesto sociale e familiare che non concede posto ai primi sentimenti verso una persona del proprio stesso sesso, ragazzi e ragazze cercano di «dimostrare» tenacemente di essere etero. «Avrò avuto 16 anni, andavo tutti i giorni a scuola in autobus, ricordo come mi obbligavo a provarci con una ragazza, proprio per contrastare tutto il desiderio e l'attrazione che provavo per un ragazzo di un anno più grande di me» (Roberto). Visto da «fuori» Roberto è un ragazzo «a posto». Visto da dentro, ha già deciso di «mimetizzarsi». Ed ecco Alberto: «È una cosa che ti smuove tutto e non capisci il perché... dopo magari aver notato un ragazzo che ti piace e che ti rendi conto ti piace più delle ragazze... iniziano i sensi di colpa e la paura di essere gay, di essere diverso, e i pianti di notte o al ritorno da scuola. Ma con tutti i problemi che ho devo pure essere gay? Ma no, sarà solo un pensiero passeggero. No, non voglio essere gay! Io odio i gay, li detesto, non voglio essere un frocio come fa vedere la tv. Ricordo il dolore psicologico, il desiderio di essere come gli altri e di rinnegare me stesso e i miei sentimenti. Finché un giorno decidi di fregartene». Le strategie delle ragazze spesso sono di negazione, mentre le offese si fanno pesanti se i compagni percepiscono il loro sottrarsi. Dice Ondina: «Alle medie è stata difficile... ho provato a stare con un ragazzo, giusto per "sentirmi normale". Ma all'epoca mi piaceva una mia compagna di classe. Poi quando l'ho lasciato, lui e i suoi amici hanno iniziato a tormentarmi, chiamandomi "lesbica schifosa" e altri epiteti simili».
PARLARE AI GENITORI
Il passo più difficile è spesso quello di esprimersi. Con se stessi, in primo luogo, e poi con gli altri. Dire di sé significa uscire da un universo di fantasie che sono il «miracolo» dell'adolescenza, ma che prima o poi vanno messe alla prova, interpretate e confrontate con la realtà. Un mondo fatto solo di fantasie può diventare una condanna, apparentemente piacevole, all'isolamento. A questo proposito dice Ondina: «Quando una mia compagna di università mi ha detto: Sai, da un anno e mezzo sto con una ragazza, immediatamente ho pensato: "ma allora se lo ammettessi a me stessa non sarei sola!». E Laura: «Il problema più grande è stato avere sufficiente fiducia in altre persone. Il problema, insomma, era più dentro di me che fuori...». Sul fronte del dire di sé, lì dove si consumano le battaglie tra le più impegnative, bisogna avere qualche accortezza. L'opuscolo, che non lesina indicazioni, consiglia di saggiare il rapporto che hanno con l'omosessualità le persone prescelte come confidenti. Consiglia al ragazzo e alla ragazza di fare prima alcune domande in generale e poi di immaginare le possibili reazioni. Insomma, come alla vigilia di ogni grande partita, occorre fare un sopralluogo del terreno di gioco e valutare le proprie forze e quelle, non tanto delle persone che ci troviamo dinanzi, ma del pregiudizio. Occorre, infatti, valutare quanto il pregiudizio sull'omosessualità sia radicato in loro e che capacità abbia il confidente di non cadere nelle sue trappole.
Il desiderio più grande è quello di dirlo a papà e a mamma. È ciò su cui a lungo ha riflettuto Christian: «Voglio parlare con mia mamma. Perché siamo sempre stati sinceri. Perché lei mi ha sempre supportato e dato fiducia, anche a costo di pagarla dura con e per me. Perché condividermi con lei sarebbe non solo gratificante, ma mi permetterebbe di avere un appoggio in più di immane forza. Perché non dovrei più glissare su chi frequento. Perché potrei parlare con lei dei miei sentimenti e delle mie emozioni. Perché glielo devo. Perché quando mi chiede come dev'essere la mia ragazza, potrei dirle di più oltre a "Ricchissima". Perché le voglio bene e lei ne vuole a me. E questo desiderio è tanto forte da chiudermi lo stomaco e farmi sentire una larva ogni volta che taccio. Ma allora, perché non trovo veramente il coraggio e le parole?». Ma i genitori già sanno. Alzi la mano chi non ha ancora intuito. Allora anche loro hanno bisogno di un sostegno e di un confronto. Per questo c'è l'Agedo. L'associazione di genitori e amici degli omosessuali che ha varie sedi in Italia e un sito: www.agedo.org.
AMICI MIEI
Il gruppo dei coetanei (cosiddetto dei «pari») è diventato sempre più importante per i ragazzi di oggi. E spesso, lì dove il gruppo stimola comportamenti conformistici, il ragazzo e la ragazza omosex hanno grosse difficoltà. La loro «diversità» si sente, soprattutto si avverte una sorta di lastra sottile trasparente che separa, in classe, come in casa o in palestra, coloro che non si accettano sessualmente. L'adolescente gay diventa un «ufo», un oggetto non identificato. Lui stesso non si identifica per paura del rifiuto. Su questa china i rapporti con gli altri, annidati nella terra di nessuno della non comunicazione, diventano indecifrabili. Essere se stessi è dunque fondamentale, per non cadere nel mimetismo, per non rinnegarsi. Per capire, in fondo, chi ti è amico e chi no. E scegliere. Non è obbligatorio dire tutto, ma è fondamentale non rinunciare alle parti più vere di sé. Giusy a un certo punto si è decisa: «Non ho mai pensato che dovessero accettare la mia omosessualità, anche se ne ho parlato tranquillamente a tutti i miei migliori amici per amore di chiarezza. Piuttosto sono stata io a decidere se me la sentivo di continuare il rapporto con persone che, dopo aver detto loro che sono lesbica, si sono rivelate false e ipocrite». Lo ha detto: è crollato il mondo? Sicuramente no. È iniziata, invece, per tutti la stagione del confronto, non solo per i ragazzi gay, ma anche per gli etero. Uno studio degli studenti dell'università romana La Sapienza dice che sono molto diffusi i comportamenti bisex, che i ragazzi oggi hanno meno censure, sono disposti alle esplorazioni. Conoscere l'altro è dunque fare una domanda anche a se stessi. E instaurare con il mondo un rapporto di fiducia, anche nel futuro. Il futuro dei tanti ragazzi e ragazze gay, lesbiche, bisex e trans che sono nati, che nasceranno, oggi appare possibile. Il futuro di Andrea: «Riguardo al futuro, ora appare molto meno scuro di una volta. Riesco a immaginarmi finalmente una vita, anche se c'è ancora molto da fare, mi sono accorto che il mondo alla fine non è impossibile da cambiare».
delia.vaccarello@tiscali.it
http://www.gaynews.it/view.php?ID=30229
Il triste anniversario dei diritti umani
di Mario Soares
Tutta la teoria contemporanea sui diritti umani proviene dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, votata nel 1789 dall’Assemblea Costituente istituita dalla Rivoluzione Francese che, a sua volta, si ispirava nel preambolo della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (1776), che dice: «Tutti gli uomini sono nati uguali e hanno ricevuto dal loro Creatore alcuni diritti inalienabili». Antecedenti più lontani sono la Magna Carta (secolo XII) e la «Bill of Rights» delle rivoluzioni inglesi del secolo XVII.
Però, per noi che viviamo nel XXI secolo, il riferimento fondamentale sui diritti umani è la Dichiarazione Universale approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948. Questa dichiarazione, votata da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite - compreso quelli che non la rispettano - è stata integrata da diverse convenzioni, come quelle relative ai diritti politici, quelli socio-economici e quelli della donna.
Nell’ultimo periodo della Guerra Fredda, i diritti umani sono stati una bandiera costantemente issata dall'Occidente per sconfiggere l'Unione Sovietica. Il blocco sovietico metteva l'accento sull'eguaglianza - definita guardando le scandalose disuguaglianze socio-economiche esistenti nel mondo capitalista -, mentre l'Occidente lo metteva sulle libertà e, soprattutto, su quelle politiche e religiose. Già allora, gli Stati Uniti usavano il detestabile criterio di “due pesi e due misure” per valutare le violazioni dei diritti umani, come spesso accadeva specialmente in America Latina, regione vittima di ripetuti interventi politico-militari ed economici da parte di Washington. L'esempio più clamoroso è stato il Cile di Pinochet.
Con la caduta del Muro di Berlino abbiamo assistito allo fenomeno - straordinario e non violento - del collasso del comunismo. E il mondo dette un giro di 180 gradi. Fu proclamata l'universalità dei diritti umani e della democrazia come una realtà alla portata di tutti i popoli, così come la promessa di una pace perpetua, vecchio sogno di Emmanuel Kant. Che illusi! La disintegrazione della Jugoslavia, lacerata da conflitti etnico-religiosi, e la Guerra del Golfo furono i primi segnali di quel che ci attendeva..
E poi arrivò l'11 settembre 2001, un orrore allo stato puro. Fu evidente l'immenso pericolo del terrorismo islamico o globale, insieme alla constatazione della vulnerabilità dell'iper-potenza. E siamo precipitati in un mondo inquietante dove l'importanza dei diritti umani è stata coscientemente screditata con il pretesto della preoccupazione per la sicurezza.
È fuori discussione che la lotta al terrorismo globale - o guerra, come imprudentemente l'ha chiamata Bush - è un imperativo assoluto con il quale dobbiamo essere fermamente solidali. Ma questa lotta deve essere condotta con intelligenza critica, basandosi su informazioni rigorose, con il conoscimento del terreno e delle condizioni in cui il terrorismo si muove.
Il brodo in cui cresce il terrorismo è il sottosviluppo, la mancanza di orizzonti e gli attentati contro la dignità delle popolazioni arabo-musulmane. Ed è ovvio che dobbiamo combatterlo con il rispetto assoluto dei diritti umani. Quando non è così, i terroristi e i loro antagonisti si ritrovano sullo stesso livello morale.
Precisamente per questo, l'amministrazione Bush ha strepitosamente fallito. Adesso, siamo a un passo da una guerra di religioni che altro non è se non un tremendo passo indietro in termini di civilizzazione. E il tentativo di marginalizzare le Nazioni Unite è stato un tragico errore che ha causato una frattura nell'Occidente visto che l'Europa non può accettare un simile cammino, non solo per ragioni strategiche ma anche e soprattutto per i valori umanisti che sono alle radici della costruzione europea. La violazione dei diritti umani dei prigionieri di “guerra” a Guantánamo, in Iraq e in Afghanistan, rappresentano una totale trasgressione alle convenzioni di Ginevra. Anche la tortura è stato un errore imperdonabile.
Quando parlo di fondamentalismo non mi riferisco solo alla variante islamica, ma anche agli altri due che vi si oppongono, compartendo la stessa natura. Il fondamentalismo evangelico, nato negli stati del sud dell'America del Nord, attualmente in un momento di espansione anche in America Latina e in Africa, è dotato di ingenti risorse finanziarie; e il fondamentalismo ebro-ortodosso che oggi sembra avere come obiettivo la liquidazione dello Stato Palestinese.
A questi due fondamentalismi che, semplificando, definiamo di tipo religioso, dobbiamo aggiungerne un altro di tipo economico: il fondamentalismo del mercato, propulsore della globalizzazione senza etica che domina il pianeta e che lo divide tra poveri e ricchi, marginalizzando un terzo dell'umanità.
Anche se sono molto differenti tra di loro, tutti questi fondamentalismi convergono per la distruzione dell'ordine mondiale fissato nella Carta delle Nazioni Unite, nel diritto internazionale e nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo che abbiamo ereditato dal secolo scorso e che bene o male, ha alimentato il sogno dell'uguaglianza della condizione umana,
indipendentemente dalla razza, dalla religione e dalla situazione sociale.
(Mario Soares è stato presidente del Portogallo dal 1986 al 1996)