giovedì 31 gennaio 2008

Laicità e unioni civili: ecco il manifesto del Partito Democratico

Il testo parla esplicitamente di coppie di fatto, di non interferenza nelle decisioni della politica e di lotta alle discriminazioni a causa dell'orientemento sessuale. La bozza presto definitiva.


Il mondo della politica è in grande fermento in questo periodo e poco prima che il governo cadesse dopo la sfiducia al Senato, il segretario del neonato Partito democratico aveva annunciato che il Pd, a prescindere dalla legge elettorale, alle prossime competizioni avrebbe corso da solo. E da quando il Pd è ufficialmente nato, una serie di commissioni stanno lavorando ai punti programmatici e alla definizione della linea politica. Un lavoro difficile, considerata la diversità delle anime che lo compongono.

Sabato prossimo si riunirà per l'ultima volta prima dell'incontro dell'Assemblea Costituente, la Commissione Valori si riunirà per stendere la versione definitiva del Manifesto dei Valori, appunto, ma la bozza che si conosce già dovrebbe essere molto simile, se non identica al documento che verrà presentato all'assemblea.

Il Manifesto inizia spiegando le ragioni che hanno portato alla creazione di questo nuovo soggetto politico per poi cominciare a parlare di tutti i principi che staranno alla base della sua azione: ridare voce ai giovani valorizzare le diversità di qualsiasi tipo esse siano, pensare nei termini di progresso e apertura che l' Europa unita richiede, con alcuni passaggi che riguardano specificatamente le donne le persone LGBT, le nuove conzezioni di famiglie e l' immigrazione.
"È tempo di superare il ritardo italiano nel riconoscimento del ruolo paritario delle donne protagoniste, in tutto il mondo, nella storia contemporanea, dei più significativi e profondi cambiamenti politici, culturali, economici - si legge nella bozza -. Il Partito democratico si è presentato al paese nel segno di una novità di portata altamente simbolica: il 50 per cento di donne presenti nelle assemblee costituenti nazionali e regionali, una novità che impone le necessarie coerenze. In termini culturali le donne si collocano al centro di un ripensamento radicale delle relazioni interpersonali, e del rapporto fra lavoro e cura, fra responsabilità individuale e collettiva. In termini politici le donne sono le prime interessate al rinnovamento della politica e a nuove forme di partecipazione che coinvolgano tutti".

Uno dei passaggi di maggiore interesse per la comunità LGBT è certamente quello che riguarda il riconoscimento dei rapporti di coppia dopo un anno segnato da un aspro dibattito a suon di numeri di piazza, tra Family Day da una parte e Orgoglio laico e Gay Pride dall'altra. A questo proposito il documento recita: "La società giusta che noi vogliamo interpreta il ruolo della famiglia tenendo conto sia dei diritti e doveri dei membri che la compongono sia delle nuove esigenze espresse dalla società civile. Essa è il primo luogo relazionale, affettivo e formativo dove si sviluppano l'identità, l’inserimento sociale e la dignità della persona. La famiglia è parte integrante di una politica aperta verso le nuove generazioni, e va incoraggiata con adeguate politiche di sostegno pubblico, rivolte in modo particolare alle famiglie con figli. In questo quadro, vanno riconosciuti i diritti delle persone che vivono nelle unioni di fatto". Il fatto che non si faccia esplicito riferimento all'orientamento sessuale delle persone che formano le 'unioni di fatto', lascia pensare che in questo passaggio il riferimento sia anche alle coppie LGBT.

E dopo avere fatto una breve analisi su come la globalizzazione, soprattutto dei consumi, abbia di fatto portato allo spostamento di milioni di persone da un Paese all'altro, e su come questo possa facilmente sfociare in femomeni di intolleranza razziale, religiosa o di qualsiasi altro genere, il Manifesto continua dicendo: "Milioni di persone, in gran parte giovani sono entrati nella rete dei consumi, dei bisogni, delle informazioni. Con l’assoluta necessità di affermare la propria identità e quindi il rischio che in assenza di nuovi valori il vuoto sarà riempito da contrapposizioni razziali, violenze, guerre di religioni. Di qui la necessità di una nuova consapevolezza della centralità dei diritti umani. Il Partito Democratico si impegna affinché tale cultura sia sempre più condivisa, al di là delle barriere politiche, geografiche, religiose. Essa mira a eliminare ogni violazione della dignità e della vita della persona, e ogni discriminazione e violenza per motivi di appartenenze razziali e sociali, di schieramento politico e culturale, di religione di genere e di orientamento sessuale".
Infine un altro passaggio importante è quello che riguarda la laicità. E non poteva essere diversamente, dopo avere parlato di unioni di fatto e di lotta alle discriminazioni di ogni sorta, anche quelle omofobiche.

Su questo aspetto, il Pd fa riferimento alla Carta Costituzionale che identifica la laicità come un principio su cui si fonda l'Italia. "Il princìpio costituzionale della laicità dello Stato rappresenta un valore essenziale dell'impegno politico e sociale del Partito Democratico - si legge ancora nel Manifesto -. La laicità dello Stato consiste nella garanzia che ogni persona sia rispettata nelle sue convinzioni più profonde e che a ciascuno siano assicurati gli stessi diritti e gli stessi doveri. Allo stesso modo, la laicità dello Stato garantisce che le istituzioni siano di tutti e che le decisioni democratiche vengano assunte in modo libero e autonomo. (...) concepiamo la laicità come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali, e quindi anche come riconoscimento della rilevanza nella sfera pubblica, e non solo privata, delle religioni, dei convincimenti filosofici ed etici, delle diverse forme di spiritualità".
Adesso il documento dovrà passare l'ultimo esame della Commissione, di cui fanno parte laici convinti come Andrea Benedino ed Ermete realacci, ma anche rappresentanti dei teo-dem come Paola Binetti per poi essere presentato all'Assemblea Costituente Nazionale che ne dovrà approvare la versione definitiva. Nonostante le polemiche iniziali, l'attuale testo pone buone basi perchè vengano portate avanti battaglie importanti. Adesso non ci resta che aspettare il testo finale sperando che non vengano apportati cambiamenti sostanziali.

http://tinyurl.com/ypt668

lunedì 28 gennaio 2008

Spagna: Rajoy, se vinco le elezioni cambierò solo il nome alla legge sul matrimonio gay

Il leader del Partito Popolare Mariano Rajoy, sfidante del premier Jose' Luis Zapatero alle politiche spagnole del 9 marzo, ha affermato in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano El Mundo che se vincera' manterra' la discussa legge sui matrimoni gay approvata dalla maggioranza uscente socialista, cambiandone forse solo il nome.

Secondo Rajoy ci sono ''solo tre paesi'' fra cui la Spagna in cui la legge parla di ''matrimonio'' fra omosessuali: ''questo non mi piace'' ha precisato. Una eventuale modifica della normativa, ha aggiunto, ''riguarderebbe solo il nome e non i diritti e gli obblighi che la legge sancisce''.

Il Pp (centrodestra) ha presentato un ricorso contro la legge sui matrimoni gay, contestandone in particolare la denominazione, davanti alla corte costituzionale, che deve ancora pronunciarsi, ha ricordato Rajoy.

Un milione di persone ha manifestato a fine dicembre a Madrid durante il Family Day promosso dall' arcivescovado della capitale contro la legge sui matrimoni gay e contro quella sui divorzi rapidi, pure approvata dalla maggioranza socialista due anni fa. Nell'intervista a El Mundo il leader del Pp si e' inoltre impegnato a non cambiare la legge sull'aborto in caso di vittoria.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=76716

«Salvate i due gay iraniani dalla forca»

I due giovani hanno confessato sotto tortura la loro omosessualità e ora rischiano la vita



Due giovani iraniani sono stati arrestati perché gay e ora rischiano di essere impiccati. Lo denuncia il Gruppo EveryOne, organizzazione no profit per la difesa dei diritti umani, che si è già occupata in passato della vicenda della lesbica iraniana Pegah Emambakhsh, rifugiatasi a Sheffield, nel Regno Unito, dove le è stato negato l'asilo come rifugiata, e dove è ancora in attesa della decisione della magistratura inglese.

ARRESTO E TORTURE - I due ragazzi sono arrestati nell'Azerbaijan iraniano il 23 gennaio scorso. L'accusa, emessa nei loro confronti dal Tribunale islamico, è di «mohareb», ovvero nemico di Allah, e «lavat», ovvero sodomia. «Le autorità usano metodi di tortura fisica e psicologica per ottenere le confessioni delle persone che cadono nelle loro mani, e i due giovani hanno ammesso di amarsi, di avere una relazione sentimentale», riferisce EveryOne. La confessione dei due giovani, secondo il Gruppo, è bastata perché il tribunale islamico li rinviasse a giudizio con due accuse gravissime: «Mohareb», il reato di chi è «nemico di Allah» e «Lavat», sodomia. Il codice penale iraniano prevede la forca per gli omosessuali, che sono considerati «nemici di Allah».

PETIZIONE- Per salvare la vita a Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour, di 18 e 19 anni, EveryOne ha lanciato una raccolta di firme. Una petizione destinata a figure istituzionali che vanno dall'Onu al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e al suo ministro della Giustizia, dalle ambasciate a organismi Ue quali la presidenza del Parlamento europeo e della Commissione Ue.

PRECEDENTE- Appena del 5 dicembre scorso è il «barbaro assassinio» con l'accusa di «Lavat» di un altro giovane gay iraniano, Makwan Moloudzadeh, 21 anni, avvenuto nella prigione di Kermanshah, altro caso denunciato da EveryOne nella «campagna per la vita in Iran».

http://tinyurl.com/2kglyn

domenica 27 gennaio 2008

Giornata della memoria, anche per le altre vittime

Oggi, nella Giornata della memoria, si ricordano le vittime del nazismo e del fascismo, innanzitutto quelle del popolo ebraico per cui il nazismo aveva decretato lo sterminio totale. Furono sei milioni gli ebrei morti nei campi di concentramento, trasformati in campi della morte. Le comunità ebraiche dell’Europa centrale e orientale sono state di fatto annientate, quelle degli altri paesi decimate nella Shoah.

Accanto agli ebrei anche altri esseri umani furono perseguitati dal nazi-fascismo e inviati nei lager: omosessuali maschi, zingari rom e sinti, disabili fisici e mentali, lesbiche, anarchici. Già adesso, insieme alla tragedia del popolo ebraico, ricordiamo anche queste altre vittime che non portavano la stella gialla di Davide, ma erano costretti a indossare triangoli di diverso colore per distinguerli con precisione (l’accuratezza tedesca!).

Così gli omosessuali avevano il triangolo rosa (in segno di disprezzo e negazione della loro virilità), i testimoni di Geova il triangolo viola, rom e sinti il triangolo marrone. In Senato è stata presentata da Tiziana Valpiana di Rifondazione una proposta di modifica della legge che istituisce la Giornata della memoria, proprio per menzionare anche le altre vittime. In numero inferiore, ma anch’esse accomunate dall’odio e dalla persecuzione del nazismo.

http://www.queerblog.it/post/2871/giornata-della-memoria-anche-per-le-altre-vittime

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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