sabato 1 settembre 2007

Scandalo sessuale a Washington, si dimette senatore antigay

Larry Craig è stato sorpreso in un bagno dell'aeroporto di Minneapolis mentre tentava di abbordare un agente della polizia in borghese

<B>Scandalo sessuale a Washington<br>si dimette senatore antigay</B>

WASHINGTON - Dopo lo scandalo, le dimissioni. Il senatore Larry Craig, sorpreso nel bagno dell'aeroporto di Minneapolis mentre cercava di abbordare un poliziotto in borghese, annuncerà oggi le sue dimissioni dal Senato degli Stati Uniti. Lo riferisce la Cnn citando fonti del partito repubblicano nell'Idaho, secondo le quali il senatore lascerà l'incarico il 30 settembre. Craig aveva già accettato di lasciare gli incarichi in alcune commissioni parlamentari.

Il senatore, 62 anni, una moglie e tre figli adottati, era stato arrestato l'11 giugno da un poliziotto in borghese che stava sorvegliando un bagno maschile sospettato di esser teatro di attività sessuali gay. Craig era entrato, si era seduto nel camerino accanto a quello dell'agente e aveva fatto 'piedino' sotto la parete divisoria.

"Lei non sa chi sono io", aveva detto il parlamentare mostrando il tesserino del Senato e denunciando "il completo malinteso". Il poliziotto non si era lasciato intimidire e lo aveva arrestato. Il senatore aveva subito una condanna a dieci giorni di carcere con la condizionale, un anno di libertà vigilata e 575 dollari di multa. Craig, che all'epoca dei fatti si era in effetti dichiarato colpevole, ha confermato di essere stato implicato nella vicenda ma, con i poliziotti che lo hanno arrestato, ha smentito di aver tenuto una condotta disordinata e lasciva, e ha accusato gli agenti di una errata ricostruzione dei suoi comportamenti.

La notizia dell'arresto di Craig è approdata solo di recente media nazionali. Il senatore, quando il caso è venuto alla ribalta con abbondanza di particolari tratti dal verbale del poliziotto, ha negato con forza di aver fatto "alcunché di male" e si è difeso dichiarando: "Non sono gay, non lo sono mai stato. Non sono nemmeno colpevole. Ho sbagliato a dichiararmi tale con la polizia, ma volevo chiudere presto la faccenda".

Sul caso Craig i repubblicani del Senato hanno aperto un'inchiesta e la Casa Bianca si è detta "delusa" per lo scandalo. Le dimissioni di Craig dal Congresso erano state chieste, fra gli altri, dal senatore conservatore Norm Coleman e dal collega dell'Arizona John McCain, che è candidato alla nomination del partito nella corsa alla presidenza.

(1 settembre 2007)

http://tinyurl.com/23b9g5

venerdì 31 agosto 2007

La Chiesa Cattolica prenda esempio dai Valdesi

Il Sinodo della Chiesa Valdese italiana ha approvato un ordine del giorno contro l'omofobia dilagante


Oggi il Sinodo della Chiesa Valdese italiana (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) ha approvato un ordine del giorno, proposto da diversi pastori, dai rappresentanti delle chiese locali e dalla moderatora della Tavola Maria Bonafede, contro l'omofobia dilagante nel nostro paese e di solidarietà "ai fratelli e sorelle omosessuali".

Nell'ordine del giorno si fa riferimento al clima d'odio e alle persecuzioni violente contro i gay e le lesbiche e si sottolinea anche l'importanza di un impegno internazionale contro le discriminazioni e la pena di morte di cui sono vittima le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender).

Arcigay ringrazia la REFO (la Rete di fede ed omosessualità) per aver promosso l'ordine del giorno e tutta la chiesa valdese italiana per il suo pluriennale impegno a fianco delle persone omosessuali, che è per noi fonte di conforto e di fattiva vicinanza.

Ricordiamo che Arcigay da anni indica proprio la Chiesa Valdese per la sottoscrizione dell'8 per mille. Loro utilizzano effettivamente le risorse provenienti dalle tasche degli italiani per destinarle ad attività di aiuto e sostegno di progetti internazionali.

Non si può non notare quale distanza abissale vi sia tra le parole pronunciate dal Sinodo valdese e il silenzio (quando va bene) o gli insulti provenienti dalla chiesa cattolica italiana nei confronti delle persone lgbt.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
http://www.arcigay.it/show.php?2742




Comunicato della Chiesa Valdese


Il Sinodo esprime solidarietà alle persone omosessuali condannando discriminazioni e persecuzioni

Le chiese invitate a "sensibilizzare l’opinione contro il pericolo strisciante dell’omofobia"

Il Sinodo valdese e metodista "invita le chiese ad appoggiare organizzazioni, gruppi e iniziative tese a sensibilizzare l’opinione contro il pericolo strisciante dell’omofobia", con un ordine del giorno approvato oggi, in cui "esprime la propria solidarietà alle persone omosessuali oggetto di discriminazioni e persecuzioni, la propria preoccupazione per il repentino aumento degli episodi di omofobia sociale e fisica in Italia, la propria condanna ferma ed assoluta verso le persecuzioni e le condanne capitali emesse in molti paesi nei confronti di persone omosessuali".
La presa di posizione parte dalla considerazione sulla "condizione di discriminazione sociale e legislativa in cui versano molte persone omosessuali nel nostro paese che, limitando oggettivamente il loro diritto ad avere una affettività serena e responsabile, le rende oggetto di violenza fisica e psicologica" e sulla "situazione, lesiva per i fondamentali diritti umani, a cui sono sottoposti milioni di omosessuali nel resto del mondo là dove le persone omosessuali sono esposte a persecuzioni nell’indifferenza quasi assoluta dei governi occidentali".

Dalle 11.15 in poi i deputati del Sinodo passeranno alle elezioni degli incarichi esecutivi nonché all'elezione che dovrebbe riconfermare per un altro anno Maria Bonafede moderatora della Tavola valdese. Al termine dello spoglio delle schede, alle ore 13 circa, il moderatore terrà la consueta conferenza stampa per una valutazione conclusiva del Sinodo.
Il Sinodo si conclude oggi pomeriggio con un culto liturgico presso il tempio di Torre Pellice.

A cura dell'Agenzia NEV - Notizie evangeliche del 31 agosto 2007
http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index_commenti.php?id=558

Io donatore rifiutato, solo perché sono gay

Non uso droghe, non ho malattie né comportamenti a rischio per le malattie a trasmissione sessuale. Ma non posso rendermi utile


«Emergenza sangue a Milano». Ho appena terminato di leggere sul Corriere che il Policlinico ha lanciato lo stesso allarme di tutti gli anni. Questa volta però non credo realmente che ci sia tutto questo bisogno di gente buona che doni il proprio sangue per aiutare altri a sopravvivere. Circa due mesi fa mi sono recato al padiglione Marangoni armato di tutta la buona volontà possibile, noncurante della paura degli aghi e delle domande scomode alle quali mi avrebbero sottoposto, con un unico scopo: rendermi utile alla società nella quale vivo. Ho 28 anni, mi chiamo Massimo, non ho mai fatto uso di droghe, non sono anemico, non ho malattie importanti come tumori o diabete (grazie a dio), non sono sieropositivo, non ho mai avuto nessun tipo di epatite e non ho comportamenti a rischio per le malattie a trasmissione sessuale. Ma sono gay e non mi hanno permesso di donare il sangue. Il signor Sergio Casertelli si dice preoccupato perché quest'anno la raccolta delle sacche è scesa del 15%. Ma la dottoressa che mi ha vietato la donazione mi ha spiegato che il Policlinico non accetta donatori gay «a priori». Le ho fatto presente che a una persona in fin di vita non credo interessi con chi vado a letto ma solo se sono sano, ma mi ha risposto che «il Policlinico non è così alla frutta da dover accettare sangue anche dai gay». Per colpa di questa discriminazione, ci sono persone che magari lo avrebbero accettato il mio sangue, e non sapranno mai che io volevo darglielo.

Lettera firmata

http://tinyurl.com/yuu6cv

lunedì 27 agosto 2007

Pegah Emambakhsh

Una cosa mai vista: l'appassionata posizione italiana contro la pena di morte porta per una volta Roma a dare lezioni addirittura a Londra in tema di diritti gay.

L'Italia è in queste ore in primissima fila per bloccare la deportazione a Teheran di Pegah Emambakhsh, una lesbica iraniana, la cui domanda di asilo è stata respinta dalle autorità britanniche e che rischia in patria la pena capitale per lapidazione. Il caso, come riporta il Guardian, è praticamente passato praticamente sotto silenzio sui giornali inglesi mentre le autorità italiane - Barbara Pollastrini in testa - hanno già proposto di concedere a Pegah diritto d'asilo da noi.

In questo momento è in corso a Roma un sit-in davanti all'ambasciata del Regno Unito organizzato da Arcigay e Arcilesbica al quale questo blog partecipa con tutto il cuore e - per una volta - con un pizzico di orgoglio.

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.