mercoledì 9 maggio 2007

Family day? Non con i miei soldi!

Appello: non diamo l'8 x mille alla Chiesa cattolica ma alla Chiesa Evangelica Valdese

Dal sito della Chiesa cattolica www.8xmille.it si desume che dei 643 milioni di euro raccolti nel 2000 (ultimo anno con dati disponibili) ben l'80% va per l'edilizia, le necessità del culto cattolico e, soprattutto, il sostentamento del clero. Solo il 19,5% viene stanziato per le opere caritatevoli, lo 0,5 restante per i Beni culturali - altri fondi dello Stato italiano sono destinati a tal fine - .

La Chiesa cattolica raccoglie il 90% delle scelte per l'8 per mille, ma solo il 40% degli italiani mette la propria firma. Il totale dei soldi raccolti dallo Stato viene però ripartito in modo proporzionale.

Non decidere, quindi, significa dare il 90% del proprio 8xmille alla Chiesa Cattolica. Scelta rispettabile, ma che deve essere almeno consapevole.

Pur impegnandomi con forza per il rispetto di tutte le religioni - e chiedendo con altrettanta forza di essere rispettato dalle religioni - credo che in questo periodo in Italia sia bene dare un segnale forte e chiaro, soprattutto alla vigilia del Family day sostenuto dalla Chiesa cattolica.

Manifestazione che, parlando di "famiglia" al singolare, esclude tutte le altre famiglie (conviventi etero o omosessuali, risposati, divorziati, composte da un solo genitore, ecc.) negando loro dignità e diritti.

Garantiremo sempre il nostro sostegno ai missionari e ai preti di quartiere, ma credo che sia giunta l'ora di non finanziare più le casse delle gerarchie vaticane. Il denaro potrebbe essere uno dei pochi argomenti a cui i vertici si dimostrano ancora "sensibili".

Anche quest'anno, quindi, darò il mio 8xmille alla Chiesa Evangelica Valdese che, oltre ad essere
una chiesa progressista in campo sociale (permette il matrimonio per i preti e il sacerdozio femminile - leader ne è una donna -, è aperta verso l'omosessualità e i temi della modernità), è soprattutto l'unica che destina tutto il suo 8xmille per scopi umanitari (la loro ultima campagna si intitola: Un pozzo per l'acqua, un preservativo contro l'Aids: http://www.chiesavaldese.org/pages/finanze/otto_mille.php

Facciamo girare quest'appello

Grazie

http://www.gaynews.it/view.php?ID=73689

martedì 8 maggio 2007

Gay, Ferrero contro la Bindi: "Esclusi a Firenze, io non vado"

Cresce la polemica intorno alla conferenza sulla famiglia
Il ministro della Solidarietà: "La mia partecipazione non è opportuna"


ROMA
- "Non condivido la scelta del ministro Rosy Bindi di non invitare le organizzazioni omosessuali al convegno nazionale sulla famiglia di Firenze. Ritengo pertanto che nemmeno la mia partecipazione sia opportuna". Lo strappo del ministro della Solidarietà Paolo Ferrero fa rumore. Una netta presa di distanza che divide due ministri del governo. "I temi dei diritti di cittadinanza di tutti i cittadini al di là del loro orientamento sessuale e delle loro scelte di vita, avranno evidentemente altre sedi di discussione" spiega Ferrero. Che insiste: "Ritengo che la definizione di diritti certi ed esigibili per ogni cittadino, al di là che viva in famiglia o meno, a partire dai soggetti più deboli come i bambini o i non autosufficienti, sia il vero salto di qualità per costruire un welfare moderno".

La decisione di Rosy Bindi di non invitare le associazioni omosessuali alla conferenza sulla famiglia, aveva già ieri creato polemica. La prima a reagire era stata la diessina Anna Paola Concia del coordinamento Gayleft: "Il ministro dice che non siamo famiglie, ma siamo rimasti gli unici in Europa a dire una cosa di questo tipo. Anche noi, invece, siamo famiglia". Poi era stata la volta di Sergio Lo Giudice, presidente dell'Arcigay: "Siamo alla Santa Alleanza omofobica. La risoluzione del parlamento europeo dello scorso 26 aprile contro l'omofobia aveva visto giusto condannando come atti omofobici i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali".

Reazioni che Rosy Bindi aveva commentato con tranquillità: "So bene che questo causerà molte polemiche ma alla conferenza i destinatari delle legge sulle convivenze non sono legittimate a partecipare". E oggi la notizia della defezione di Ferrero che alza il tono delle polemiche anche all'interno del governo.

(8 maggio 2007)

http://tinyurl.com/yokdld

lunedì 7 maggio 2007

"Families night" con tutte le famiglie, con tutte le forme di amore

Accendi, con una candela, la speranza di veder riconosciuti i diritti di tutte le famiglie, di tutte le forme di amore.

Sabato 12 maggio parte del mondo cattolico si riunirà a Roma per il “Family Day”. Una manifestazione, nata chiaramente per contrastare la proposta governativa dei Dico.

Il “Family Day” è figlio dei “Non possumus”, di una concezione atavica di famiglia che non comprende le famiglie di fatto, e cioè le coppie non coniugate che convivono stabilmente, con o senza prole, od anche i nuclei familiari composti da coppie omosessuali o costituiti dal singolo genitore e dai figli riconosciuti.

Noi crediamo che a tutte le famiglie vadano riconosciuti i diritti già acquisiti nella stragrande maggioranza dei paesi europei, nel rispetto soprattutto del sentimento che caratterizza più di tutti queste unioni: e cioè l’amore.

Per questo lanciamo, con la forza del dialogo e del “Possumus", il “Families Night”.

La notte che precede il 12 maggio, l’11 maggio alle ore 21,30, accendiamo una candela nelle finestre delle nostre case, accendiamo la speranza dei diritti per tutte le famiglie, illuminiamo la notte dall’oscurantismo di chi si ostina a non volere considerare uguali tutte le forme di amore.


Ulteriori informazioni sull’iniziativa del “Families Night”, con tutte le adesioni, le trovate su:

http://familiesnight.splinder.com

“Bloggers uniti in difesa dei diritti delle minoranze e della laicità dello Stato”

Roma. "Sei gay", aggredito in discoteca

La reazione violenta di un gruppo di giovani dopo un complimento del 22 enne
di FEDERICA ANGELI


E´ stato malmenato da quattro giovani fuori da una discoteca di Testaccio perché omosessuale. La reazione violenta di un gruppo di ventenni nei confronti di Francesco P., uno studente di 22 anni, secondo l´Arcigay, sarebbe seguita a un apprezzamento rivolto dal gay al gruppetto. «Ciao ragazzi, lo sapete che siete proprio carini?».

«Al complimento - spiega Fabrizio Marrazzo, presidente dell´associazione omosessuale capitolina - sono seguite frasi offensive rivolte al ragazzo, quali "sporco frocio"». Poi dagli insulti si è passati alle mani, fino ad arrivare a un pestaggio vero e proprio, fuori dal night, conosciuto come locale frequentato da gay. Il ragazzo, uno studente della facoltà di Lettere, originario di Latina ma residente nella capitale, non è voluto andare a farsi medicare in ospedale, né ha voluto sporgere denuncia: temeva che la notizia dell´aggressione, passando per il pronto soccorso, potesse arrivare ai genitori, ignari della sua omosessualità. Il giovane dunque, che ha riportato ferite e lividi al viso e al petto, è stato soccorso da alcuni volontari di Arcigay, presenti la scorsa notte in zona per distribuire materiale sulla prevenzione dell´Aids ai frequentatori della movida capitolina.

«Sono queste famiglie che non comprendono i propri figli che vedremo al Family Day?» ha chiesto Fabrizio Marrazzo, responsabile anche del Gay Help Line, evidenziando che, dai dati in loro possesso, si registra «una forte crescita in Italia dell´omofobia negli ultimi tempi». Il fenomeno sarebbe dovuto, secondo Marrazzo, «all´aumento della visibilità della comunità lesbica e gay italiana, alla quale purtroppo seguono molte dichiarazioni di personaggi pubblici che spesso dipingono le lesbiche ed i gay come dei modelli pericolosi e da evitare».

Secondo l´associazione omosessuale, sono molti i casi in cui giovani gay, per il timore della reazione delle proprie famiglie, invece di rivolgersi alle forze dell´ordine per aggressioni e maltrattamenti, denunciano i soprusi di cui sono vittime al Gay Help Line il numero verde contro l´omofobia (800.713.713). «Dai nostri dati registriamo una forte crescita in Italia dell´omofobia negli ultimi tempi - prosegue il presidente dell´Arcigay Roma - basti pensare al caso di Matteo di 16 anni suicidatosi perché deriso come gay, e tanti altri episodi di giovani adolescenti, in tutte le città italiane, che subiscono violenze dai loro compagni scuola. Ci domandiamo - conclude Marrazzo - se è questa l´Italia e le famiglie che vogliamo, oppure se le istituzioni locali e nazionali intendono realmente aiutarci in modo forte e concreto, come recentemente è stato fatto contro la violenza razziale e nei confronti delle donne».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=73629

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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