L'annuncio è stato fatto dal sindaco della capitale israeliana nel giorno in cui il Paese ricorda le vittime della persecuzione nazista. Un grande triangolo di ferro riporterà tutti i nomi.Il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, ha annunciato che il Meir Garden della città sarà il sito che ospiterà un monumento in onore di tutte le vittime gay della persecuzione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Ecco cosa scrive Ynetnews.com, il sito di informazione israeliano più visitato:
Gay.it - Tel Aviv: presto un monumento alle vittime dell'omocausto"Circa venticinquemila omosesuali zono stati perseguitati durante l'Olocausto e decine di migliaia di loro sono sitati uccisi perché il Partito nazista pensava che il loro orientamento sessuale fosse una perversione. Nei campi di concentramento in cui sono stati imprigionati, i gay erano costretti a portare un triangolo rosa, mentre le lesbiche una fascia nera. Il progetto per la costruzione del monumento è stato iniziato da Itai Pinkas, una dei leader della comunità LGBT e membro del Consiglio Comunale di Tel Aviv dove svolge il ruolo di consigliere del sindaco in materia di nuovi diritti.. Il monumento sarà il primo in Israele a commemorare queste vittime, anche se altri quattro ne esistono in tutto il mondo: a Sidney, Copenhagen, Berlino e Amsterdam. E' stato disegnato come un triangolo di ferro sul quale saranno incisi i nomi delle vittime".
Nella immagine, il bozzetto del monumento.
http://tinyurl.com/62vfag
http://tinyurl.com/yh844e
“Buone notizie” dal
Nepal: Suni Bubu Pant, omosessuale dichiarato, di fede politica comunista, è stato eletto al Parlamento. Si tratta della prima volta di un gay dichiarato. Il suo partito lo aveva scelto come candidato “per assicurare i diritti degli omosessuali e di altre minoranze”.
Suni Bubu Pant farà parte dell’assemblea costituente che è stata eletta lo scorso 10 aprile, assemblea largamente dominata da ribelli maoisti.
Fino allo scorso aprile il Nepal era l’unico sistema monarchico indù al mondo e secondo le leggi il re era la reincarnazione di
Vishnu. Il processo che si sta portando avanti, quindi, è quello della laicizzazione o secolarizzazione che dir si voglia. Attualmente in Nepal non ci sono leggi che proteggano la comunità glbtqqi.
http://tinyurl.com/5lrksb
Il registro delle coppie di fatto: abolito. Giampiero Mariani, che a Desio è alla guida di una maggioranza di centrodestra da tempo, meditava di dare un colpo di spugna al registro istituito nel 1998 con il voto del defunto Ulivo. All’epoca, il primo cittadino Luigi Mariani, con il suo stesso cognome, allora esponente di punta dei Ds, nel corso di un infuocato consiglio comunale riuscì nell’impresa di far predisporre dall’ufficio anagrafe l’elenco dove annotare le coppie di fatto anche omosessuali.
Appresa la notizia, monsignor Piero Edmondo Galli, a quei tempi prevosto della città natale di Pio XI tuonò con parole durissime: «I nostri amministratori - disse – farebbero bene ad occuparsi dei bisogni reali della comunità. Dei lavoratori in cassa integrazione, delle famiglie in difficoltà. Invece, inventano il registro delle coppie di fatto». Il monsignore non aveva proprio digerito la sortita ideata dal cartello politico che dal 1995 al 2000 governava la città. E quello che aveva da dire, lo disse senza peli sulla lingua, addirittura dal pulpito. In ogni caso il registro approvato a maggioranza fu istituito.
Quanti sono ora gli iscritti è impossibile saperlo: la riservatezza in questo caso è legge. Tanti, pochi o nessuno. Giampiero Mariani, non è interessato per niente. Con una disposizione ben precisa ha deciso di gettarlo alle ortiche. «Io – spiega con granitica convinzione – non sono d’accordo con le coppie di fatto ma credo in quelle legalmente riconosciute. Figuriamoci se conservo un registro con le unioni tra omosessuali. Non ci penso neppure». «Avevamo anticipato i tempi – spiega Luigi Mariani ora consigliere del Partito democratico -. Lo scopo del registro era quello di dare un riconoscimento ad una condizione scelta liberamente».
http://tinyurl.com/3lphew
Elezioni: al comune sale un sindaco di centrodestra, Gianni Alemanno. Alla Provincia vince il gay friendly del PD, Nicola Zingaretti. Giallo su una scritta inquietante apparsa in centro città.
"Se vince Alemanno scomparirà la comunità lgbt di Roma". Con queste parole Paola Concia scongiurava ai microfoni di Gay.it una possibile vittoria del candidato a Sindaco del centrodestra Gianni Alemanno. Adesso quella vittoria è arrivata: Alemanno ha sconfitto lo sfidante di centrosinistra Francesco Rutelli, già sindaco della Capitale, con una percentuale inequivocabile. Più del 53% degli elettori lo ha scelto come nuovo primo cittadino. Le conseguenze per la comunità lgbt romana si sapranno solo a mandato inoltrato, quando saranno chiare le scelte del nuovo eletto in tema di gaystreet, lotta all'omofobia, progetti già avviati nelle scuole, i finaziamenti alla cultura gay, lo spazio concesso al Gay Village ecc.
Per ora le dichiarazioni sono quelle di rito: «Abbiamo vinto una lunga battaglia. Quando si vince bisogna essere generosi, ci lasciamo alle spalle tutte le polemiche e i veleni di questa campagna elettorale. Sarò il sindaco di tutti, senza distinzioni. Oggi non ha vinto una parte, ha vinto tutta Roma.» E questo è solo uno stralcio delle buone intenzioni proclamate.
È andata diversamente nella sfida per la Provincia conquistata dal candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti. Il fratello del noto attore Luca aveva dichiarato a Gay.it: «Abbiamo in mente di costituire strutture aperte alle persone che subiscono discriminazioni, violenze e abusi. Vogliamo aiutare chi si trova in difficoltà e non sa a chi rivolgersi. La vergogna e la paura di denunciare i fatti sono causa del ripetersi delle discriminazioni. A disposizione metteremo personale specializzato e preparato ad affrontare queste tematiche.»
La scritta apparsa in Piazza Vittorio Emanuele nei giorni scorsi la dice lunga sul clima pesante che si respirava in città a ridosso di questo appuntamento elettorale: "La ricreazione è finita". Per chi sarebbe finita, l'autore del gesto non lo ha detto. Ma nelle sedi delle associazioni gay che militano in città, Arcigay e Mario Mieli - quest'ultima oggetto di un recentissimo atto vandalico di stampo fascista - un'idea ce l'hanno.
http://tinyurl.com/5btv9r