sabato 30 giugno 2007

Orgogliosi di essere omosessuali

Altan

Sul numero in edicola del settimanale L'Espresso compare una vignetta di Altan che da sola descrive perfettamente la situazione italiana.

venerdì 29 giugno 2007

Polonia: dall'Europa libertà di discriminare?

Il governo ultraconservatore polacco ha ottenuto dell’Unione Europea l’introduzione di una ‘clausola sulla moralità’ grazie alla quale potrebbe attuare politiche contro la minoranza omosessuale.


BRUXELLES – Dal recente summit tenutosi tra i leader dell’Unione Europea è uscito un accordo che se da un lato ha evitato una disastrosa frattura sul cammino dell’Europa unita dall’altro, secondo molti, ha lasciato passare delle ‘licenze’ ad alcuni paesi niente affatto positive, in particolare a Gran Bretagna (soprattutto sul tema delle protezioni verso i lavoratori) e Polonia. Secondo un articolo fortemente critico pubblicato oggi sul quotidiano spagnolo El Pais la Polonia potrebbe approvare leggi repressive nei confronti delle donne (soprattutto per quanto riguarda il loro diritto di scelta sull’aborto) e degli omosessuali. Il tutto senza che la Corte di Giustizia europea possa intervenire in virtù della ‘non applicabilità’ della Carta dei Diritti Fondamentali in ambiti quali le politiche sulla famiglia e la moralità pubblica.

All’articolo 18 del testo strappato dagli ultra-cattolici gemelli Kaczynski, che sono alla guida del paese, c’è scritto infatti che "la Carta non influisce in alcun modo sul diritto degli Stati membri a legiferare nell'ambito della moralità pubblica, sul diritto di famiglia, così come sulla salvaguardia della dignità umana e sul rispetto della integrità fisica e la morale umana.” La Polonia si è distinta per varie iniziative che sono state altamente criticata da molti esponenti dell’Unione Europea per il loro contenuto palesemente omofobo. Tra le più note quella del Ministro dell’istruzione, nonché vice-primo ministro, Roman Giertych (“ben noto per il suo radicalismo cattolico e la sua omofobia”, nota El Pais)che ha proposto il licenziamento degli insegnanti che nelle scuole parlassero in termini non negativi di omosessualità, accusati di fare “propaganda”.

Secondo l’inviata del quotidiano spagnolo rimangono poco chiare le finalità della “dichiarazione unilaterale” ottenuta dai Kaczynski, molto criticata dalle associazioni per i diritti degli omosessuali in Polonia, che temono che in tal modo possano essere loro tolte quelle protezioni sui diritti umani e contro le discriminazioni che proprio grazie ai trattati europei le autorità polacche erano state costrette a sottoscrivere. Tomazs Szypula, attivista della Campagna contro l’omofobia, si augura che correzioni possano essere fatti nel corso dei prossimi mesi quando, sotto la guida della presidenza portoghese dell’UE, si terrà la Conferenza intergovernativa che dovrebbe tradurre in norme concrete gli accordi presi durante il vertice della scorsa settimana. (RT)


http://www.gay.it/channels/view.php?id=23107

giovedì 28 giugno 2007

28 giugno, giornata internazionale delle lesbiche e degli omosessuali

Oggi gli omosessuali di tutto il mondo festeggiano quella che è passata alla storia come la rivolta di Stonewall, e cioè una serie di violenti scontri fra gli omosessuali e la polizia a New York di tre giorni incominciata la notte di venerdì 27 giugno 1969 poco dopo l'1:20 di notte, quando la polizia irruppe nel bar chiamato "Stonewall Inn", un bar gay in Christopher Street, nel Greenwich Village.

"Stonewall" è dal punto di vista simbolico il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Per questo motivo il 28 giugno è stato scelto dal movimento LGBT come data della "giornata mondiale della fierezza LGBT" o "Gay pride".

L'anno seguente, in commemorazione dei moti di Stonewall, il GLF organizzò una marcia dal Greenwich Village a Central Park. Tra i 5.000 e i 10.000 uomini e donne vi presero parte.

Da allora, molte celebrazioni del gay pride in tutto il mondo scelgono il mese di giugno per le parate e gli eventi che commemorano quella scintilla che ha cambiato la storia di tutti.

In Italia il pride nazionale si è tenuto sabato 16 giugno ed ha visto, checchè ne dica la signora Roccella del family day, un milione di persone che hanno sfilato per bven 5 ore per le vie di Roma in difesa della laicità dello Stato minacciata dalla prepotenza della gerarchia romano cattolica.

In tutto il mondo ogni anno sfilano 20 milioni di persone. L’appuntamento più consistente è quello di san paolo del Brasile dove, anche quest’anno, hanno sfilato 3 milioni e mezzo di persone.

Lesbiche, omosessuali, transessuali e bisessuali, si confermano in italia e nel mondo come quella forza tranquilla e non violenta che rappresenta la punta di diamante della lotta per i diritti e le libertà.



Franco Grillini
Deputato Sinistra democratica

http://www.grillini.it/show.php?4563

Veltroni: no all'omofobia, sì ai diritti dei conviventi

Per Walter Veltroni il giorno dell’atteso discorso riguardante il suo impegno nel Partito Democratico, nel quale accenna al problema dell’omofobia e difende i diritti dei conviventi non sposati.



TORINO – Occhi puntati sul Lingotto di Torino dove oggi pomeriggio Walter Veltroni ha ufficialmente annunciato di accettare la possibilità di diventare il leader del Partito Democratico. Un discorso di 100 minuti accuratamente preparato e nel quale il sindaco di Roma ha parlato di tante cose, dalla necessità di riunire il paese, la necessità delle riforme, i conti pubblici, il clima. Nel suo lungo discorso in passaggi due richiami di particolare interesse per i lettori di queste pagine: uno sull’omofobia e uno sulle coppie di fatto.

“E nella nostra società – ha detto Veltroni -, a fianco di una grande ricchezza a volte nascosta in termini di "capitale sociale", sento esserci uno stato d'animo fatto di smarrimento, di stanchezza, di pessimismo, persino di forme di intolleranza, di incattivimento, di omofobia, di diffidenza e chiusura verso tutto ciò che appare estraneo, diverso. Poi, più avanti, parlando del rapporto tra stato laico e religione la necessità di trovare un punto di equilibrio: “È questo spirito di ricerca e di confronto che sta alla base della proposta di legge sui Dico. Se è certamente vero ciò che Savino Pezzotta ha detto, circa il valore costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio, è altrettanto vero che, come hanno fatto tutte le altre grandi democrazie, anche in Italia è giusto riconoscere i diritti delle persone che si amano e convivono.”

Soddisfatti Anna Paola Concia e Andrea Benedino, portavoci nazionali di Gayleft, la consulta lgbt dei Ds: «Abbiamo chiesto stamattina a Veltroni parole chiare sui diritti civili. Queste parole sono arrivate: la denuncia dell'omofobia e l'impegno per una legge europea sulle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali. Queste parole aggiungono Concia e Benedino ci incoraggiano a continuare il percorso di costruzione della cittadinanza politica degli omosessuali dentro il futuro Partito Democratico. Porteremo avanti questo percorso coinvolgendo tutte e tutti quegli omosessuali che vogliono accettare con noi questa scommessa.»

Non entusiasta invece la ministra Rosy Bindi secondo cui «è stato un discorso un po' lungo ed è mancata la generosità verso altre culture che non sono di sinistra, come quella cattolico-democratica.»


http://www.gay.it/channels/view.php?id=23102

mercoledì 27 giugno 2007

Firenze. Gay e cristiani: prima veglia per le vittime dell'omofobia

Alla chiesa valdese di via Lamarmora
di MARIA CRISTINA CARRATU


Gay e cristiani. Se c´è una categoria di omosessuali doppiamente sofferente, sono proprio loro. Quelli che, oltre al peso dell´emarginazione sociale, portano il fardello della condanna della loro Chiesa. Cattolica, s´intende, perché altre confessioni cristiane offrono invece solidarietà e accoglienza. Non a caso perciò la prima veglia ecumenica di preghiera per le vittime dell´omofobia che si tiene in Italia, organizzata dal gruppo di cristiani omosessuali Kairòs di Firenze con l´adesione di gruppi di tutte le regioni, si svolgerà domani alla Chiesa Valdese di via Lamarmora (ore 21), sostenitrice dell´iniziativa insieme alla Chiesa Battista. Un appuntamento inedito, che dovrà servire, come si spiega nel sito di Kairòs (www. kairosfirenze. it) non solo per incontrarsi, una volta tanto - credenti omosessuali, e non - a pregare insieme in un luogo di culto, ma anche per ricordare «i nostri morti», quelli che hanno costellato una storia di persecuzioni: dai roghi medievali ai lager nazisti, fino ai casi odierni di omofobia finiti in tragedia, Paolo Seganti ucciso a coltellate in un parco fra l´indifferenza, Matteo gay sedicenne suicida per disperazione. L´occasione, anche, per far capire come l´omofobia altro non è che una forma di razzismo, vietato dalla Costituzione: «Rispetto a cui, però» fa notare Jacopo, 35 anni, uno dei fondatori di Kairòs, «non esiste il minimo allarme sociale».

L´omosessuale credente deve fare i conti con l´omofobia della Chiesa, sempre più pressante e persecutoria. E forse non è un caso, osserva Cosimo, 26 anni, l´ideatore della veglia di domani, «che le crisi esistenziali alle origini di Kairòs siano maturate tutte intorno al 2000»: l´anno del Giubileo, e delle ire del cardinal Ruini contro il World Gay Pride di Roma. Kairòs denuncia un vero paradosso. «Un credente gay, come ogni credente, ha bisogno innanzitutto di trovare il senso profondo della vita» spiega Jacopo. «Purtroppo, i messaggi della Santa Sede fanno pensare che il Vangelo parli solo di sesso, con prescrizioni dettagliate e tassative. E così, a ricordare che Gesù è il Risorto e il Salvatore di tutti, quasi quasi ci ritroviamo da soli». Nessun orgoglio di bandiera all´origine di Kairòs, ma una dolorosa constatazione, come ricorda Simone, 26 anni, un altro dei fondatori: «Che nella vita quotidiana della Chiesa è impossibile vivere l´omosessualità come una delle tante condizioni degli uomini, cui Cristo si è rivolto senza distinguo». E un sogno, anche questo paradossale: «Potere, un giorno, scioglierci».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=74457

lunedì 25 giugno 2007

La Ue processa l'Italia per gli sconti alla chiesa sull'ICI

Sarà aperta una pratica d'infrazione per violazione delle norme sulla concorrenza

Sotto tiro negozi e alberghi "collegati" a luoghi sacri


di CURZIO MALTESE





C'E' CHI in Italia è abituato a ottenere privilegi da qualsiasi governo e autorizzato a non pagare il fisco, ma sul quale nessuno osa moraleggiare. Pena l'accusa di anticlericalismo. L'anomalo rapporto fra Stato italiano e clero è invece finito da tempo sul tavolo dell'Unione europea, che si prepara a mettere sotto processo il nostro Paese per i vantaggi fiscali concessi alla Chiesa cattolica, contrari alle norme comunitarie sulla concorrenza. Oltre che alla Costituzione, meno di moda. Al centro del caso è l'esenzione del pagamento dell'Ici per le attività commerciali della Chiesa. La storia è vecchia ed è tipicamente italiana.



Varato nel '92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell'Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani dell'anno scorso.

Molto in teoria, però. Di fatto gli enti ecclesiastici (e le onlus) continuano a non pagare l'Ici sugli immobili commerciali, grazie a un gesuitico cavillo introdotto nel decreto governativo e votato da una larghissima maggioranza, contro la resistenza laica di un drappello di mazziniani radicali guidati dall'onorevole Maurizio Turco.



I resistenti laici avevano proposto di limitare l'esenzione dell'Ici ai soli luoghi senza fini commerciali come chiese, santuari, sedi di diocesi e parrocchie, biblioteche e centri di accoglienza. Il cavillo bipartisan ha invece esteso il privilegio a tutte le attività "non esclusivamente commerciali".



Basta insomma trovare una cappella votiva nei paraggi di un cinema, un centro vacanze, un negozio, un ristorante, un albergo, e l'Ici non si paga più. In questo modo la Chiesa cattolica versa soltanto il 5 o 10 per cento del dovuto allo Stato italiano con una perdita per l'erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno, senza contare gli arretrati.



Il trucco o se vogliamo la furbata degli italiani non è piaciuta a Bruxelles, da dove è partita una nuova richiesta di spiegazioni al governo. Il ministero dell'Economia ha rassicurato l'Ue circa l'inequivocabilità delle norme approvate, ma subito dopo ha varato una commissione interna di studio per chiarirsi le idee.



L'affannosa contraddizione è stata segnalata all'autorità europea dall'avvocato Alessandro Nucara, esperto in diritto comunitario, e dal commercialista Carlo Pontesilli, due professionisti di simpatie radicali che affiancano e assistono il drappello dell'orgoglio laico.



A questo punto la commissione per la concorrenza europea avrebbe deciso di riesumare la pratica d'infrazione già aperta ai tempi del governo Berlusconi e poi archiviata dopo l'approvazione dei decreti Bersani. In più, la commissione ha chiesto al governo Prodi di fornire un quadro generale dei favori fiscali che l'Italia concede alla Chiesa cattolica, oltre all'esenzione Ici.



Che cosa potrà succedere ora? Un'infrazione in più o in meno probabilmente non cambia molto. L'Italia dei monopoli, dei privilegi e delle caste è già buona ultima in Europa per l'applicazione delle norme sulla concorrenza e naviga in un gruppo di nazioni africane per quanto riguarda la trasparenza fiscale. Quale che sia la decisione dell'Ue, i governi italiani, di destra e di sinistra, troveranno sempre modi di garantire un paradiso fiscale assai poco mistico alla Chiesa cattolica all'interno dei nostri confini. Magari tagliando ancora sulla ricerca e sulla scuola pubblica.



E' triste constatare però che senza le pressioni di Bruxelles e la lotta di una minoranza laicista indigena, l'opinione pubblica non avrebbe neppure saputo che gli enti religiosi continuano a non pagare l'Ici almeno al 90 per cento. Nonostante l'Europa, la Costituzione, le mille promesse di un ceto politico senza neppure il coraggio di difendere le proprie scelte.



Nonostante le solenni dichiarazioni di Benedetto XVI e dei vescovi all'epoca dei decreti Bersani: "Non ci interessano i privilegi fiscali".

Nonostante infine siano passati duecento anni da Thomas Jefferson ("nessuno può essere costretto a partecipare o a contribuire pecuniariamente a qualsivoglia culto, edificio o ministero religioso") e duemila dalla definitiva sentenza del Vangelo: "Date a Cesare quel che è di Cesare".





(25 giugno 2007)

http://tinyurl.com/2rfw4q

domenica 24 giugno 2007

Offese ai gay, l'omelia di mons. Matarrese

«I gay non possono essere considerati cristiani»

di Laura Eduati





Che sia chiaro, «i gay non possono essere considerati cristiani». Lezione di catechismo con digressione omofoba, quella impartita il 26 maggio da mons. Giuseppe Matarrese, vescovo di Frascati, ad un gruppo di ragazzini in preparazione per la cresima.



Il fatto è accaduto a Montecompatri, piccolo paese in provincia di Roma, ed è stato riportato dalla agenzia cattolica Adista che da lunedì darà un resoconto dettagliato della vicenda.



Il vescovo stava parlando della famiglia, della famiglia naturale eterosessuale, quando ha sentito il dovere di spiegare il posto degli omosessuali: fuori dalla Chiesa. Una dottrina in chiaro contrasto con il magistero cattolico, visto che le pecorelle smarrite vanno accolte. Probabilmente mons. Matarrese ha voluto parlare chiaramente, per farsi capire meglio dai giovani ragazzi. Che hanno afferrato il concetto. Una ragazzina presente al ritiro spirituale ha alzato la mano e lo ha contestato: «Secondo me non è giusto».



Così ha detto: «Secondo me non è giusto perché i gay invece possono amarsi come un uomo e una donna». E qui, racconta Adista, il vescovo 73enne ha perso la pazienza, zittendo in malomodo la ragazzina ribelle chiamandola "scema" e rivolgendo un irritato "hai la capoccia vuota" ad una compagna che tentava di difendere l'amica.

Peggio: mons. Matarrese si è rivolto ai genitori e al parroco pretendendo le scuse da parte dei cresimandi, minacciando di escluderli dalla celebrazione del giorno successivo. Mamme e papà preoccupati hanno tentato di convincere i figli, inutilmente. Le scuse non sono arrivate. Il vescovo ha comunque deciso di impartire la cresima ai ragazzi ribelli e agli adulti che li accompagnavano, ma si è tolto un sassolino dalla scarpa: durante l'omelia, ha parlato direttamente con i genitori invitandoli caldamente di tenere sott'occhio i figli che «evidentemente si sono allontanati dalla retta via».



"Liberazione" ha tentato di raggiungere telefonicamente mons. Matarrese, che però si trova in ritiro spirituale e non ha potuto fornire una spiegazione.



Ruiniano di ferro, il vescovo di Frascati è fratello del più celebre Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari. Non ha mai fatto mistero delle sue posizioni politiche. Alla vigilia delle amministrative 2005 aveva organizzato un incontro con trenta preti della sua diocesi e il candidato regionale Francesco Storace, poi battuto da Piero Marrazzo. «Sono di destra. Che c'è di male a dire: "Votate Storace"?».



Una famiglia, i Matarrese, schierata completamente a destra: la sorella è sposata con un senatore di Forza Italia, mentre Antonio faceva parte della direzione nazionale dell'Udc ed ex segretario provinciale a Bari del partito di Casini.



L'episodio di Montecompatri non è isolato. Poche settimane fa un sacerdote del barese aveva negato la comunione ad un giovane. Un fatto sgradevole: il prete ha atteso che il ragazzo si avvicinasse durante la messa per ricevere l'ostia e lo ha allontanato dicendo apertamente e davanti ai fedeli «No, a te no perché sei gay». Il movimento gay-lesbo-trans-bisex e queer denuncia da tempo una recrudescenza dell'omofobia in Italia. Scritte xenofobe dell'estrema destra a parte, gli omosessuali si lamentano apertamente delle opinioni anti-gay espresse quotidianamente da politici ed esponenti della Chiesa cattolica.



Pochi giorni fa andava in onda sul Tg2, ha denunciato Franco Grillini, un appello di Buttiglione al movimento omosessuale perché condanni apertamente la pedofilia, «come se ci fosse una qualche continguità».





http://www.gaynews.it/view.php?ID=74427

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.