sabato 17 dicembre 2005

Benedetto XVI imputato negli Stati Uniti per la copertura garantita dal Vaticano ai membri del clero responsabili di abusi sessuali

Daniel Shea, l'avvocato che ha portato la questione davanti alla Corte, parteciperà alla Manifestazione "per la libertà sessuale e di coscienza, contro le cause delle deviazioni e sofferenze, a cominciare da quelle dei preti pedofili e delle organizzazioni pedofobe" che l'associazione anticlericale.net ha organizzato per martedì 16 agosto alle ore 20.00 a Piazza San Pietro, in concomitanza con l'apertura a Colonia della Giornata Mondiale della Gioventù.



Roma 14 agosto 2005 - Il caso esplode pubblicamente solo nell'estate del 2003, quando il quotidiano americano Worcester Telegram & Gazette ottiene copia di un documento che per 40 anni era stato custodito come "strettamente confidenziale" negli archivi segreti della Santa Sede e riporta il caso di un avvocato di Boston, Carmen Durso, che consegna copia dell'Istruzione del 1962 "Crimen Sollicitationis" al Procurarore Michel J. Sullivan chiedendogli di riscontrare gli elementi, all'interno della giurisdizione federale, per procedere contro le gerarchie vaticane, colpevoli, a suo avviso, di aver deliberatamente coperto i casi di abusi sessuali che vedevano coinvolti membri del clero.

Contestualmente, un'altra lettera arriva sul tavolo del Procuratore, ed è firmata da Daniel Shea, avvocato di Houston (Texas), ex seminarista che ha scoperto il documento del 1962 e ne ha dato copia al quotidiano di Boston e all'avvocato Durso. Il documento, spiega Shea nella lettera, viene citato come ancora in vigore in una nota dell'epistola "De Delictis Gravioribus" del 18 maggio 2001, che Joseph Ratzinger, allo Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede aveva fatto recapitare ai vescovi e agli altri ordinati e membri della gerarchia ecclesiastica.

Il caso viene portato all'attenzione pubblica internazionale dalla rete televisiva statunitense CBS, quindi le gerarchie vaticane si difendono sostenendo che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante dal momento in cui sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico, ma la lettera di Ratzinger non lascia spazio a molti dubbi. In essa, l'attuale Papa Benedetto XVI, non solo richiama l'istruzione "Crimen Sollicitationis", ma per quel che riguarda "i delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede" dispone che "nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore" e ribadisce che "le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio."

In questi anni la giustizia americana ha proseguito nelle indagini e dal gennaio 2005 esiste presso la Corte distrettuale di Harris County (Texas) un procedimento tuttora in corso a carico di Joseph Ratzinger.

Daniel Shea, l'avvocato che ha portato la questione davanti alla Corte, parteciperà alla Manifestazione "per la libertà sessuale e di coscienza, contro le cause delle deviazioni e sofferenze, a cominciare da quelle dei preti pedofili e delle organizzazioni pedofobe" che l'associazione anticlericale.net ha organizzato per martedì 16 agosto alle ore 20.00 a Piazza San Pietro, in concomitanza con l'apertura a Colonia della Giornata Mondiale della Gioventù.

Ai giornalisti presenti sarà distribuito un dettagliato dossier e l'avvocato Shea sarà a disposizione per qualsiasi approfondimento circa i fatti giudiziari che vedono coinvolto Papa Benedetto XVI. (APA)

fonti:

http://www.guardian.co.uk/pope/story/0,12272,1469131,00.html

http://www.gaynews.it/view.php?ID=35408

Repubblica Ceca: il Parlamenmto approva le unioni gay

In Senato il progetto di legge potrebbe essere bloccato


Praga, 16 dic. (Apcom) - Dopo varie votazioni contrarie e un dibattito spesso infuocato, la camera bassa del parlamento ceco oggi ha approvato il progetto di legge che riconosce ua serie di diritti alle coppie omosessuali: registrazione dell'unione, diritti ereditari, assistenza sanitaria molto simile a quelle accordate con i matrimoni. Il voto - 86 a favore e 54 contrari su 147 deputati presenti - non è definitivo, ma segnala comunque una svolta. L'ultima di cinque bocciature risale infatti allo scorso febbraio, per un solo voto.

A favore oggi si sono espressi gran parte dei Social-democratici e dei Comunisti, mentre si sono opposti i deputati Cristiano-Democratici e del Partito Civico Democratico. I conservatori del Partito Civico hanno la maggioranza al Senato, quindi è facile ipotizzare che la camera alta bloccherà il progetto di legge. Tuttavia, oggi gli attivisti cechi per i diritti degli omosessuali sono soddisfatti. "E' un grande segnale di incoraggiamento - ha commentato Jiri Hromada, tra le figure leader del movimento per I diritti gay - la nostra visione va molto oltre la bozza di legge, ma è un compromesso accettabile".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=35398

giovedì 15 dicembre 2005

Papà gay, mamma lesbica: boom di bebè tra omosessuali

Lo rivela la più vasta indagine scientifica mai condotta sulla popolazione omo-bisessuale del paese



Hanno almeno un figlio, oltre i 40 anni, il 20,5% delle lesbiche e il 17,7% dei gay italiani. Lo rivela la più vasta indagine scientifica mai condotta sulla popolazione omo-bisessuale del paese. Sotto esame la salute e la vita di relazione di un campione statistico di 10mila persone. Domani i risultati presentati in un congresso a Firenze.

Papà gay, mamma lesbica. In Italia il 17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbiche, con più di 40 anni, hanno almeno un figlio. La quota scende ma rimane significativa se si considerano tutte le fasce d’età. Sono genitori un gay o una lesbica ogni venti. Per la precisione il 5% dei primi (il 4,7% è padre biologico) e il 4,9% delle seconde (il 4,5% biologica). A rivelarlo è Modi-di, la più estesa indagine statistica mai condotta in Italia sulla popolazione omosessuale e bisessuale e la prima ad aver riguardato anche l’universo femminile, condotta da Arcigay con il sostegno dell’Istituto superiore di sanità. I risultati della ricerca, che ha coinvolto negli ultimi mesi circa 10mila persone, saranno presentati in un convegno a Firenze, venerdì 16 dicembre, ore 9, Palazzo dei Congressi, piazza Adua 1.

“L’alto numero di genitori omosessuali è il fatto che colpisce di più, anche se conferma dati analoghi registrati in altri paesi – commenta Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay -. Questi numeri rimandano alla realtà di almeno centomila bambini o ragazzi italiani con un genitore gay o lesbica. L’abolizione del pregiudizio sociale verso di loro e i loro genitori è un obiettivo primario per la società intera”.

E’ un ritratto a chiaroscuro quello sulla condizione dei gay e delle lesbiche in Italia che emerge dalle prime analisi della ricerca, condotte su un campione scremato di 6774 soggetti (4690 maschi, 2084 femmine), che si autodefiniscono gay o lesbiche, o che hanno avuto rapporti sessuali recenti con persone del proprio sesso. Se per quanto riguarda aspetti più intimi, come la genitorialità, la realtà sembra più evoluta del previsto, altri aspetti della sfera pubblica, quali la libertà di non nascondersi, registrano un ritardo della situazione sociale.



Coming out: solo il 16,5% lo fa

Solo il 16,5% dei maschi e il 15% delle femmine del campione esaminato sono infatti pienamente “visibili”, cioè non nascondono il proprio orientamento sessuale in alcun ambito sociale: con gli amici, in famiglia, con i propri colleghi di lavoro o studio. E quasi un uomo su 10 (9,7%) e il 4,1% delle donne, invece, non ne ha mai parlato con nessuno.

Il grosso delle persone omosessuali, infatti, vive una situazione intermedia, evitando che alcune delle persone abitualmente frequentate venga a conoscenza della loro omosessualità. L’ambito in cui risulta più facile fare “coming out”, non fare cioè segreto della propria omosessualità, è quello degli amici, che ne sono tutti o quasi a conoscenza nel 48,9% dei casi. Ma è significativo che metà dei gay e delle lesbiche nascondano la propria sessualità anche ad alcuni di loro. Ancora più difficile appare la situazione in famiglia, dove solo il 38,6% degli intervistati ha parlato della propria omosessualità a tutti o quasi i familiari più stretti, mentre il 34% non ne ha mai parlato ad alcuno. L’ambiente più refrattario al “coming out” è infine il luogo di lavoro, dove solo una minoranza del 24,1% degli intervistati non nasconde la propria omosessualità, contro il 37,3% che non ne ha mai fatto parola. In tutti e tre gli ambiti sociali, e sia per i gay che per le lesbiche, appare inoltre più facile non nascondersi al Nord e al Centro Italia, piuttosto che al Sud.

“In generale nella nostra società l’orientamento sessuale, avere una relazione fissa, essere sposati, frequentare un partner, sono aspetti pubblici dell’identità e della sessualità di ciascuno, condivisi con le persone più vicine – osserva Raffaele Lelleri, sociologo e direttore dell’indagine -. Il fatto che l’84% dei gay e delle lesbiche eviti di parlarne in certi ambiti, in famiglia ad esempio, o tra gli amici o i colleghi di lavoro, indica che non percepiscono come abbastanza accogliente il clima dell’ambiente in cui vivono”.



Vita di coppia: le donne più degli uomini



Le donne tendono ad avere relazioni stabili più frequentemente degli uomini. Vivono in coppia il 60,7% delle femmine (8,7% con un uomo) a fronte del 45,7% dei maschi (il 5,5% con una donna). La ricerca riguarda infatti anche la popolazione bisessuale. Tra gli uomini la condizione di coppia aumenta con l’età: in particolare supera la metà del campione oltre i 31 anni. Tra le donne raggiunge un picco tra i 26 e i 30 anni e si stabilizza con una lieve flessione negli anni successivi. Fanno eccezione le coppie che le donne formano con un uomo, che invece calano nell’età adulta e più avanzata.



Nuovi partner: i gay on-line, le lesbiche tramite amici



I principali luoghi di incontro differiscono molto tra uomini e donne. Tra i gay la parte del leone la fa internet grazie a cui ha incontrato recentemente nuovi partner il 51,6% del campione. Segue un 32% che ha fatto incontri in locali pubblici omosex, come bar, discoteche, pub, il 20,7% in saune, il 20,5% in luoghi d’incontro all’aperto (ma solo il 9,4% tra gli under 25), il 16,1% a casa d’amici, il 14,9% in spiaggia e il 7,2% in associazioni gay e lesbiche. Ribaltata la situazione per le lesbiche, che si conoscono a casa di amici (18,6%) più che tramite internet (15,5%). Un buon 17,8% lo fa in locali omosex e il 6% presso associazioni gay e lesbiche. Al Sud i maschi hanno più difficoltà ad incontrasi nei locali, che sono molto meno diffusi che nel resto del paese.



Religione: cattolici il 41%



Sono credenti il 48,2% degli intervistati, con un’evidente discrepanza tra i gay (50,5%) e le lesbiche (42,9%). Non lo sono il 35,4% dei maschi e il 41,4% delle femmine, non sa o non è interessato il 14,6% del campione con una sostanziale omogeneità tra uomini e donne. Si definiscono cattolici solo il 41% dei gay e il 39,1% delle lesbiche. Rilevante, soprattutto tra gli uomini, la quota di buddisti. La grande maggioranza dei credenti è poco o per niente praticante.



Gay, lesbica o bisex?



Tra i maschi intervistati un’ampia maggioranza si definisce “gay” (62,1%), o omosessuale (9%). Uno su quattro sceglie però tra “bisessuale” (10,6%) o “solitamente non uso definizioni” (13,6%). Il rimanente 4,7% si divide tra “altro”, “non so”, e “eterosessuale”. Le femmine non usano un termine altrettanto condiviso di “gay”. Quelle che si definiscono “lesbica” sono infatti meno della metà (40,7%). Tra le altre il 6,5% sceglie “omosessuale”, il 4,5% “gay”, ma ben il 28,2% solitamente non usa definizioni (più del doppio dei maschi), il 13,3% è bisessuale. “Altro” è indicato dal 4,2% e il restante 2,6% si divide tra “non so” e “eterosessuale”.



Caratteristiche del campione



Il campione analizzato di 6774 persone (4690 maschi, 2084 femmine) è composto in stragrande maggioranza da cittadini italiani (97,7%). Il 31,6% vive nel Nord est, il 29,2% nel Nord ovest, il 22,3% nel Centro, il 17% nel Sud e nelle Isole. La distribuzione per fasce d’età è nettamente a vantaggio dei giovani. Gli intervistati con meno di 40 anni sono infatti l’84,9% del totale. In particolare quelli con meno di 25 anni raggiungono il 32,7%, quelli tra i 26 e i 30 anni il 20,9%, tra i 31 e i 40 anni il 31,3%, tra i 41 e i 50 il 12,2%, oltre i 50 il 2,8%. La quota di questionari compilati on-line è del 78,6%, contro il 21,4% su carta. La raccolta dei dati è stata coordinata da un’equipe scientifica di sociologi, psicologi e statistici ed è stata effettuata grazie all’aiuto di decine di volontari in tutto il paese. Altre info sul sito ufficiale della ricerca: www.modidi.net.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=35381

martedì 13 dicembre 2005

Unione-Cdl, distacco congelato al 7,9%. Nel centrodestra si afferma l'Udc




Nelle ultime sei settimane, sebbene vi siano state naturali oscillazioni del consenso, queste non hanno mai avuto una consistenza tale da stravolgere il trend di partenza che vedeva l'Unione in vantaggio sulla Cdl, tanto che, ad oggi, il divario fra le due coalizioni è del 7,9% a favore del centrosinistra.

Per il centrodestra dunque non si profila un'operazione strategicamente facile colmare nei prossimi 3 mesi un gap così rilevante, anche se va segnalato che storicamente la coalizione di Berlusconi è riuscita sempre ad incrementare i consensi, più di quanto abbia saputo fare il centrosinistra, durante il periodo più "caldo" della campagna elettorale.

La valutazione complessiva è che i due schieramenti, non avendo messo ancora in atto azioni strategiche di comunicazione, al momento, stiano "congelando" il consenso acquisito più che calamitarne di "nuovo" Questa situazione di staticità determina che le distanze tra i due schieramenti siano pressappoco invariate, anche se all'interno della CDL si registrano maggiori movimenti di voto, sebbene di valenza più politica che statistica.

Infatti è da notare la costante "vivacità" dell'UDC in termine di aggregazione di voti nuovi, come se il partito di Casini e Cesa fosse già entrato nel vivo della campagna elettorale, anticipando sul tempo i concorrenti interni.

Tuttavia, se in un primo momento l'incremento è stato determinato dal favore degli indecisi (tale dinamica, se pur lievemente, ha fatto crescere la CDL), oggi i flussi di voto in entrata provengono da un target di elettori di centrodestra che hanno dirottato il proprio consenso sull'UDC penalizzando alcuni partiti della stessa coalizione, più di tutti AN, che in un mese ha perso lo 0.7%, Anche Forza Italia rimane in "stagnazione" e sul lungo periodo è bloccato al 17.5%.

Questa tendenza in atto di riposizionamento dell'Udc del dopo-Follini, se dovesse essere confermata anche nelle prossime settimane, potrà rappresentare una spina nel fianco per gli altri partiti della CDL, specie in considerazione dei propositi dichiarati recentemente da Casini, ovvero che il nuovo leader della coalizione sarà scelto tra chi incrementa maggiormente i propri voti, piuttosto che tra chi ne riceve di più. Insomma, sembra che la CDL per il momento stia giocando con un solo "attaccante" e lo schema strategico delle 3 punte debba ancora decollare.

Anche il centrosinistra, comunque, ha difficoltà ad intercettare i favori provenienti dai 9 milioni di italiani che ad oggi si dichiarano indecisi e che condizioneranno l'esito finale della competizione elettorale. Nell'Unione intanto si continua a far sentire il consistente peso elettorale dei Verdi che rispetto ai valori storici delle passate elezioni si posizionano in media al di sopra di circa 1.5%, mentre la Lista dell'Ulivo riconferma il 34%, rappresentando così oltre 1/3 dei votanti.

di ANTONIO NOTO direttore IPR Marketing

( Repubblica.it 12 dicembre 2005)

Il western gay di Ang Lee favorito nella corsa ai Golden Globes

Annunciate le nomination. "Brokeback Mountain", già trionfatore a Venezia, ottiene sette candidature
In lizza come miglior film drammatico anche Allen, Cronenberg, Clooney e "The constant gardener". Poco spazio per i kolossal



Jake Gyllenhaal e Heath Ledger
in "Brokeback mountain"

LOS ANGELES - Grande spazio alle produzioni indipendenti e a basso costo, poco ai kolossal hollywoodiani: questo l'orientamento dell'Associazione stampa straniera di Los Angeles, che ha annunciato le nomination per i Golden Globes. Con un film già superfavorito: il western gay e romantico Brokeback Mountain, diretto da Ang Lee, già Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia. Forte di sette candidature nelle categorie principali, tra cui miglior pellicola drammatica.

Un riconoscimento importante per il film, anche in vista della corsa agli Oscar. Così come per gli altri quattro titoli selezionati nella sezione pellicole drammatiche: Good night, and good luck di George Clooney, A history of violence di David Cronenberg, Match point di Woody Allen e The constant gardener di Fernando Meirelles, dall'omonimo bestseller di John Le Carré. Snobbati, invece, kolossal come Munich di Steven Spielberg e King Kong di Peter Jackson. Anche se i due cineasti in questione si consolano concorrendo come migliori registi, insieme ad Ang Lee, Woody Allen, George Clooney e Fernando Meirelles.

Ma torniamo a Brokeback montain. Che strappa anche nomination per il migliore attore protagonista drammatico (Heath Ledger), per la migliore attrice non protagonista (Michelle Williams), per la miglior regia e ancora per sceneggiatura, colonna sonora e canzone originale. Una categoria, quest'ultima, in cui troviamo - un po' a sorpresa - il film panettone tutto italiano di Neri Parenti, Christmas in love, con la coppia Massimo Boldi-Christian De Sica. Merito di Tony Renis, autore del brano omonimo interpretato dalla giovanissima Renee Olstead. Nessuna pellicola di casa nostra, invece, nella categoria del miglior film straniero.

Per il resto, va detto che dopo Brokeback mountain a ottenere il maggior numero di nomination - quattro a testa - sono stati Match Point, film che segna il ritorno di un Woody Allen in grandissima forma, e l'adattamento per il grande schermo del musical di Broadway The producers.

E proprio The producers è tra i candidati nella categoria del miglior film commedia o musicale, insieme al biopic su Johnny Cash, Walk the line; al britannico Lady Henderson presenta; alla nuova, brillante versione di Orgoglio e pregiudizio; e all'hit indipendente The squid and the whale.

Quanto agli attori, nel settore opere drammatiche sono in lizza come protagonisti maschili, insieme a Heath Ledger, Philip Seymour Hoffman (star di Capote), il Russell Crowe di Cinderella Man, il David Strathairn di Good night, and good luck, e Terrence Howard di Hustle & flow. Tra le attrici, invece, concorrono come migliori protagoniste Gwyneth Paltrow (Proof), la "casalinga disperata" Felicity Huffman (transessuale nel film Transamerica), CharlizeTheron (North Country), Maria Bello (A history of violence) e Ziyi Zhang (Memorie di una geisha).

Sul fronte comico, tra gli uomini, candidati Joaquin Phoenix (Walk the line), Cillian Murphy (Breakfast on Pluto), Nathan Lane (The producers), Johnny Depp (Charlie e la fabbrica di cioccolato), l'ex 007 Pierce Brosnan (The Matador) e Jeff Daniels (The squid and the whale). Tra le donne, la veterana britannica Judi dench (Lady Henderson pesenta), Reese Whiterspoon (Walk the line), l'icona di Sex & the City Sarah Jessica Parker (The family stone), Laura Linney (The squid and the whale) e Keira Knightley (Orgoglio e pregiudizio).

Ma i Golden Globe hanno anche una ricca sezione dedicata alla televisione. Ecco le nomination per la migliore serie drammatica: Commander in Chief, Lost, Prison Break, Rome e Grey's Anatomy. Le cinque migliori serie non drammatiche in corsa sono invece Desperate Housewives, Enourage, My name is Earl, Weeds e Curb Your Enthusiasm. Le quattro casalinghe disperate, inoltre, sono state nominate come migliori attrici protagoniste nella categoria.

La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 16 gennaio a Los Angeles, e sarà trasmessa dalla Nbc.

(13 dicembre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/spettacoli_e_cultura/golden2006/golden2006/golden2006.html

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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