martedì 13 dicembre 2005

Unione-Cdl, distacco congelato al 7,9%. Nel centrodestra si afferma l'Udc




Nelle ultime sei settimane, sebbene vi siano state naturali oscillazioni del consenso, queste non hanno mai avuto una consistenza tale da stravolgere il trend di partenza che vedeva l'Unione in vantaggio sulla Cdl, tanto che, ad oggi, il divario fra le due coalizioni è del 7,9% a favore del centrosinistra.

Per il centrodestra dunque non si profila un'operazione strategicamente facile colmare nei prossimi 3 mesi un gap così rilevante, anche se va segnalato che storicamente la coalizione di Berlusconi è riuscita sempre ad incrementare i consensi, più di quanto abbia saputo fare il centrosinistra, durante il periodo più "caldo" della campagna elettorale.

La valutazione complessiva è che i due schieramenti, non avendo messo ancora in atto azioni strategiche di comunicazione, al momento, stiano "congelando" il consenso acquisito più che calamitarne di "nuovo" Questa situazione di staticità determina che le distanze tra i due schieramenti siano pressappoco invariate, anche se all'interno della CDL si registrano maggiori movimenti di voto, sebbene di valenza più politica che statistica.

Infatti è da notare la costante "vivacità" dell'UDC in termine di aggregazione di voti nuovi, come se il partito di Casini e Cesa fosse già entrato nel vivo della campagna elettorale, anticipando sul tempo i concorrenti interni.

Tuttavia, se in un primo momento l'incremento è stato determinato dal favore degli indecisi (tale dinamica, se pur lievemente, ha fatto crescere la CDL), oggi i flussi di voto in entrata provengono da un target di elettori di centrodestra che hanno dirottato il proprio consenso sull'UDC penalizzando alcuni partiti della stessa coalizione, più di tutti AN, che in un mese ha perso lo 0.7%, Anche Forza Italia rimane in "stagnazione" e sul lungo periodo è bloccato al 17.5%.

Questa tendenza in atto di riposizionamento dell'Udc del dopo-Follini, se dovesse essere confermata anche nelle prossime settimane, potrà rappresentare una spina nel fianco per gli altri partiti della CDL, specie in considerazione dei propositi dichiarati recentemente da Casini, ovvero che il nuovo leader della coalizione sarà scelto tra chi incrementa maggiormente i propri voti, piuttosto che tra chi ne riceve di più. Insomma, sembra che la CDL per il momento stia giocando con un solo "attaccante" e lo schema strategico delle 3 punte debba ancora decollare.

Anche il centrosinistra, comunque, ha difficoltà ad intercettare i favori provenienti dai 9 milioni di italiani che ad oggi si dichiarano indecisi e che condizioneranno l'esito finale della competizione elettorale. Nell'Unione intanto si continua a far sentire il consistente peso elettorale dei Verdi che rispetto ai valori storici delle passate elezioni si posizionano in media al di sopra di circa 1.5%, mentre la Lista dell'Ulivo riconferma il 34%, rappresentando così oltre 1/3 dei votanti.

di ANTONIO NOTO direttore IPR Marketing

( Repubblica.it 12 dicembre 2005)

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