sabato 28 luglio 2007

Lui non la cura, lei muore di cancro. Solo conviventi, quindi non è colpevole

La decisione dei giudici della Corte d'Assise di Milano. La coppia viveva insieme da quindici anni. La donna, slava, morta nel 2002.
Una sentenza ancora "provvisoria", che non fa giurisprudenza, ma che dimostra la necessità di regole per chi vive insieme senza essere sposato.



Lui è un camionista milanese, 51 anni, iniziali N.L.N. Lei, la sua compagna, di origine slava, è morta nel 2002, di tumore, senza assistenza, senza cure, senza un aiuto. Lasciata morire. Ma erano "solo" conviventi e per la giustizia lui, il camionista, non è colpevole di alcunchè. In base al codice, almeno. La coscienza, poi, quella è un'altra cosa.

Lo ha deciso oggi la I sezione della Corte d'Assise che ha assolto N.L.N dall'accusa di abbandono di persona incapace perchè "il rapporto di convivenza, in quanto rapporto di fatto non disciplinato dalla legge, è privo di rilevanza penale". La coppia viveva insieme da quindici anni pur senza essere - come dice la sentenza - disciplinati dalla legge. Non erano sposati, insomma. Due estranei sotto lo stesso tetto per cui però non scatta alcun tipo di obbligo, nè civile nè penale.

Tutto bene finchè la donna si ammala: tumore, obbligo di cure, necessità di assistenza, un'agonia lunga. E in solitudine visto che lui, dicono le accuse, non si è preoccupato di assisterla e di farla curare. Abbandono di persona incapace fino a causarne la morte. Secondo l'accusa, non le avrebbe somministrato le cure necessarie, tanto che la donna muore il 19 maggio 2002 dopo una lunga e devastante malattia che l'aveva ridotta a pesare 30 chili.

Con queste accuse, mosse dai parenti di lei, il camionista è finito sotto processo. Consulenti e periti confermano lo stato di totale abbandono in cui era stata lasciata la donna. Ma la Corte d'Assise lo ha assolto. Scrivendo una sentenza destinata a far discutere.

Per il presidente Luigi Domenico Cerqua non può estendersi al rapporto di convivenza quanto previsto dall'articolo 143, comma 2, del codice civile "che limita ai soli coniugi l'obbligo all'assistenza morale e materiale". Questo, infatti, comporterebbe una "inammissibile interpretazione analogica in mala partem". Per il giudice "sarebbe infatti contra legem, in un sistema retto dal principio di legalità, rendere applicabile la norma penale anche alle violazioni di obblighi morali o di solidarietà, e quindi anche nei confronti delle famiglie di fatto, ovvero di coloro che convivono more uxorio". "La cura, al pari della custodia - argomenta il presidente della Corte - deve fondarsi su uno specifico obbligo giuridico che trova la propria fonte nella legge o nel contratto, che peraltro fonda pur sempre nella legge la propria forza vincolante". E' obbligata alla cura, per esempio, la badante o l'infermiera che, in forza di un contratto, deve svolgere un determinato compito. Ma non due conviventi fantasma in quanto non riconosciuti da alcun tipo di contratto o articolo.

Si tratta di un primo grado e quindi di una decisione provvisoria in attesa di arrivare in Cassazione. Ma è una scelta che ha comunque un peso nel dibattito che riprenderà in autunno sui Dico e sulla sua ultima versione nota, i Cus - contratti di unione solidale - che portano la firma del senatore Giovanni Salvi, presidente della Commissione giustizia. La sentenza di Milano, infatti, è una negazione netta e chiara dei diritti delle coppie di fatto. In questo caso in "positivo" per l'imputato. In negativo da tutti gli altri punti di vita. E, anche, la dimostrazione che quando si parla di diritti per le coppie di fatto non ci si riferisce solo alle coppie gay ma anche, soprattutto, a quelle eterosessuali.

Tra gli obiettivi dei contratti di natura privatistica che riconoscono i diritti alle coppie di fatto c'è proprio il riconoscimento dell'assistenza sanitaria in caso di malattia di uno o dell'altro convivente. Oltre al diritto a subentrare nel contratto di affitto piuttosto che a ricevere la pensione di reversibilità.

Al di là delle intenzioni dei giudici milanesi, la sentenza di assoluzione del camionista stupisce e chocca. E dimostra, in tutta evidenza, la necessità di un regolamento che riconosca diritti e doveri dei conviventi. Che sono anche etero e non solo omosessuali.

(28 luglio 2007)
http://tinyurl.com/2evjgk

venerdì 27 luglio 2007

Bacio gay al Colosseo. Il fermato: trattato come un appestato

Parla uno dei due ragazzi fermati dai carabinieri. In sette li hanno circondati e portati in caserma dove si sono sentiti dire: «sappiamo benissimo cosa avete fatto».


«Era solo un bacio». Così Roberto L. commenta la brutta avventura di ieri sera quando, mentre passeggiava con Michele M., il suo ragazzo, è stato fermato da una gazzella dei Carabinieri, portato in caserma e denunciato per atti osceni in luogo pubblico. Per un semplice bacio.

«Era una bella serata - spiega Roberto, ventisettenne romano 'de Roma' - avevamo fatto una passeggiata per aperitivi e poi avevamo raggiunto degli amici al 'Coming out', poi intorno all'una e mezza abbiamo deciso di tornare a casa, Michele la mattina lavora». Raggiungendo il motorino i due ragazzi decidono però di fare un'ultima passeggiata, complice la serata calda, la luna e il paesaggio suggestivo del Colosseo.

«Mentre passeggiavamo ci siamo abbracciati e io l'ho baciato- spiega Roberto- un bacio 'focoso', e anche un bacio sul petto, niente di piu'. All'improvviso ci ha illuminato un fascio di luce, ci hanno chiesto i documenti e poi siamo rimasti fermi, sul muretto, ad aspettare».

Intanto passano 20 minuti e Michele, un po' spaventato chiede spiegazioni: "Semplici accertamenti", rispondono i carabinieri, che intanto vengono raggiunti da altri colleghi, per un totale di sette persone e tre auto dei carabinieri. «A quel punto ci hanno perquisito - spiega Roberto - cosa insolita considerando che non avevamo niente che fosse fuori posto: pantaloni allacciati, cintura a posto e maglietta indosso».

Dopo la perquisizione, i due ragazzi vengono portati via, «io su una gazzella, Michele su un'altra- continua il racconto Roberto - all'arrivo poi ci hanno trattato come appestati e all'interrogatorio che è seguito sono stato accusato di atti osceni in luogo pubblico».

Di fronte al ragazzo che giura di non aver fatto nulla di male - «solo un bacio» - il carabiniere risponde: «Lo sa benissimo cosa ha fatto». E scoppia l'indignazione: «Capisco perfettamente che sono perseguibile se faccio sesso orale sotto il Colosseo, ma noi ci stavamo solo baciando, con i pantaloni chiusi e tutto a posto».

Questa sera Roberto, che si sta occupando anche a nome del ragazzo, Michele, di difendere i propri diritti, si incontrerà con il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo e col legale dell'associazione Stoppello che si occupa del numero verde 'Gay help line' (800713713) per capire come far valere i suoi diritti. «Peccato - conclude Roberto - era una serata così bella...».


http://www.gay.it/channels/view.php?id=23247

Denunciata coppia omosessuale. Si baciava davanti al Colosseo

La coppia ha denunciato il fatto all'Arcigay: «Bloccati dai carabinieri al Colosseo e portati in caserma»
«Le coppie omosessuali sono considerate di serie B»
La replica dei cc: «Non era solo un bacio sulla bocca»



Nel giorno in cui la Cassazione ribadisce il diritto di esprimere "senza condizionamenti la propria identità sessuale", a Roma due omosessuali sono stati denunciati per atti osceni perchè si baciavano alle due di notte davanti al Colosseo.
Roberto e Michele, due ragazzi di 27 e 28 anni che formano una coppia di fatto, sono stati fermati la scorsa notte da una pattuglia di carabinieri all'uscita della Gay Street di Roma perché si stavano baciando, «come fanno migliaia di coppie che ogni giorno passano per il Colosseo». Lo riferisce Arcigay Roma. «Appena si sono baciati, hanno visto che la macchina dei Carabinieri ha acceso un faro ed i carabinieri sono scesi dall'auto e li hanno arrestati e portati alla Caserma del Celio. In caserma sono stati interrogati e gli è stato rilasciato un verbale dove risulta che sono stati denunciati al giudice».

DENUNCIA - I ragazzi hanno denunciato l'episodio al numero verde 800 713 713 Gay Help Line, di Arcigay Roma e del Comune di Roma, che li sta supportando legalmente. «Reputiamo tale arresto gravissimo, in quanto mostra come ancora oggi le coppie omosessuali siano considerate di seri B da molti - dichiara Fabrizio Marrazzo, Responsabile Gay Help Line e presidente Arcigay Roma: - non è possibile che nel 2007 una coppia gay non possa baciarsi ammirando uno dei monumenti più belli di Roma».

LA REPLICA - Non era solo un bacio sulla bocca quello che i due gay si stavano scambiando la scorsa notte sulle scalette che portano al Colosseo. È questa la replica dei carabinieri che hanno denunciato i due per «atti osceni in luogo pubblico». Baciarsi, è stato sottolineato dagli investigatori, non viola l'articolo 527 del codice, mentre il reato era «palese ed inequivocabile». Reato che - viene ancora precisato - sarebbe stato contestato a qualsiasi coppia; capita sovente ai carabinieri di contestare lo stesso reato a coppie eterosessuali, la maggior parte provenienti da fuori Roma, che vogliono «suggellare» davanti a posti famosi, come appunto il Colosseo, la loro unione.

http://tinyurl.com/yrqgez

La Cassazione apre agli omosessuali: "Devono vivere senza condizionamenti"

La suprema corte: "Libertà di vivere senza restrizioni le proprie preferenze sessuali"
"E' espressione del diritto di realizzazione della personalità, tutelato dalla Costituzione"






"L'omosessualità è espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità". La Cassazione apre agli omossessuali, e ne sancisce il diritto vivere le proprie preferenze sessuali "senza condizionamenti e senza restrizioni".

Il ricnoscimento si trova in un passaggio di una sentenza sul caso di un senegalese omosessuale su cui si e' espressa la Suprema Corte. L'uomo ha chiesto di non essere espulso nel proprio paese perche' in Senegal l'omosessualità è punita con la reclusione. L'uomo si dichiara omosessuale e ha portato come prova della propria identita' sessuale l'iscrizione a due associazioni di genere, tra cui l'Arcigay, avvenuta poco dopo il suo ingresso in Italia.

La Corte non si e' espressa sul caso specifico chiarendo che l'iscrizione alle associazioni non e' di per se' prova dell'identita' sessuale ma concorda con il giudice di pace di Torino che aveva definito ''condizione degna di tutela la scelta di genere''. Secondo i giudici supremi l'identita' sessuale deve potersi esprimere "senza condizionamenti o restrizioni".
(27-07-2007)

http://tinyurl.com/32y85j

mercoledì 25 luglio 2007

Mondiali Francia 2007: omaggio gay al rugby

La Francia si prepara alla sesta edizione dei Mondiali di Rugby in programma nella capitale dal 7 settembre al 20 ottobre. Più di due milioni i biglietti venduti per l’evento che potrà essere seguito anche sul web. E se le regole del gioco sono sempre le stesse, quest’anno il Comitato Regionale del Turismo dell’Ile de France sembra aver pensato anche al pubblico omosessuale.



Protagonisti di uno degli spot sono i rugbisti della squadra gay dei Gaillards impegnati in un appassionato bacio alla francese. Del resto siamo a Parigi e dopo i calendari dei Dieux du Stade i francesi hanno trovato il modo per far appassionare i gay al rugby.

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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