venerdì 29 agosto 2008

Matthew Mitcham: NBC si scusa per comportamento omofobo

Articolo tratto dal sito GayWave

matthew5Continua la vicenda dell’oro olimpico Matthew Mitcham; la rete statunitense NBC, dopo avere censurato la sua omosessualità, ha ricevuto parecchie critiche dalla comunità LGBT, tanto da convincere i vertici a scusarsi.

Vergognoso il comportamento omofobo della rete: non solo ha censurato ogni riferimento all’omosessualità ed al compagno di Matthew, ma si è anche rimangiata la parola!
L’evidente omissione nel servizio della rete su Matthew, infatti, non era passata inosservata, e le critiche sono scattate a poche ore di distanza; La NBC, per tutta risposta, aveva negato ad oltranza di aver omesso qualcosa od osservato una politica omofoba e perbenista. Ora invece Gary Zenkel, presidente della rete, ha redatto una dichiarazione ufficiale in cui si scusa per l’accaduto.
Dice la dichiarazione: “Ci pentiamo di non aver raccontato la storia di Mitcham, e mi scuso a nome del network per ogni omissione seppure involontaria”.
Evidentemente le organizzazioni LGBT devono aver sollevato un bel vespaio negli Stati Uniti.
Una mezza soddisfazione per Matthew ed il suo partner, che sano benissimo che l’omissione non è stata affatto involontaria.

martedì 26 agosto 2008

Matthew Mitcham, critiche sulla censura della Nbc

Articolo ripreso da Queer|blog.it


matthewmitchamboyfriendNon solo in Italia la censura televisiva colpisce i personaggi gay belli e vincenti. Pensate a una promessa dei tuffi che prima si ritira dall’attività, poi l’anno prima delle Olimpiadi decide di tornare a gareggiare e si presenta a Pechino 2008 per sfidare i cinesi a casa loro. Nella prima gara - i 3 metri - non arriva neanche in finale, ma nella “sua” gara, la piattaforma 10 metri, vuole dare il meglio: dopo il primo salto è nono, poi recupera e arriva al secondo posto dopo il quinto salto, ma è lontanissimo dal cinese. E i cinesi aspettano solo questo oro per fare en plein: 8 medaglie d’oro su 8 gare.

Tutti gli altri atleti (e allenatori e tifosi e spettatori) non cinesi tifano per lui e all’ultima prova tira fuori il tuffo della vita, 3,8 di coefficiente e un’esecuzione quasi perfetta: quattro 10 e due 9,5, totale 112,10, il punteggio più alto mai raggiunto da un tuffatore alle Olimpiadi. Primo posto, vittoria e medaglia d’oro. Questo stesso ragazzo di 20 anni, Matthew Mitcham, poco prima dei Giochi ha rivelato, con estrema tranquillità di essere gay e di convivere con il fidanzato Lachlan, che è presente a Pechino grazie a uno sponsor, la Johnson&Johnson. E infatti dopo la cerimonia di premiazione Matthew vola sulle tribune, abbraccia e bacia la mamma - che lo ha sempre aiutato e sostenuto - e subito dopo bacia il suo fidanzato.

Una storia meravigliosa, perfetta da raccontare come favola dei Giochi Olimpici e rivincita degli outsider sui predestinati. E infatti i giornali ne parlano diffusamente dall’Australia fino all’Italia, dove Gabriele Romagnoli scrive uno splendido articolo su Repubblica. Negli Stati Uniti, però, scoppia una polemica perché la Nbc - durante tutta la gara e al momento della premiazione - si dimentica di raccontare la storia umana e sportiva di Matthew.

Mi sembra già di sentire le risposte piccate di qualcuno: “ma i giornalisti non devono ficcare il naso sotto le lenzuola”, oppure “l’orientamento sessuale degli atleti non è una notizia”. Invece lo è, probabilmente, se sei l’unico atleta gay “fuori dall’armadio” e prendi l’oro, se batti i cinesi a casa loro e se, dopo la premiazione, corri ad abbracciare e baciare il tuo ragazzo. È qualcosa che si era visto finora? No. E dunque è una notizia, una gran notizia (bella o no, dipende dalle idee del giornalista, ma comunque è una notizia).

Per di più la Nbc si è distinta per raccontare le vicende umane di Michael Phelps sin nei minimi particolari; e qui si obietterà “Certo, quello è americano!”. Ma la Nbc ha dato anche grande spazio al triangolo amoroso fra Laure Manaudou, Luca Marin e Federica Pellegrini: una francese e due italiani. In tutto questo non c’era spazio per accennare alla favola di Matthew Mitcham?

domenica 24 agosto 2008

Matthew Mitcham intervistato festeggia con mamma e fidanzato

Un felicissimo Matthew Mitcham festeggia davanti alle tv la sua medaglia d'oro nei tuffi dalla piattaforma 10 metri alle olimpiadi di Pechino a fianco della mamma con cui è cresciuto e del fidanzato Lachlan Fletcher, che vive con lui.

Matthew, l'unico gay dichiarato prende l'oro a Pechino


Matthew Mitcham Médaille d'or
by GayClic


Grazie Matthew Mitcham per questa straordinaria vittoria e per la tua sincerità nel vivere tranquillamente la tua vita anche prima della medaglia.
Se guardate il video fino alla fine, dopo la premiazione Mitcham si arrampica a baciare prima la mamma e poi il fidanzato. La tv italiana ha censurato anche questa scena...

Morto steward italiano con il compagno e il figlio di tre anni

L'ultima telefonata al padre: vado via per un po'. Ma la famiglia non sapeva dove. Il giallo dell'identificazione



Domenico aveva osato sognare una vita accanto al suo amico più amato, Pierrick. Diceva che «solo chi sa sognare può volare» e chi l'ha conosciuto giura che quelle parole non avevano niente a che fare con la sua professione di steward.

Anni e anni passati in volo, prima per l'Alitalia, poi per l'Air France. Domenico Riso, cresciuto sotto il sole e davanti al mare della Sicilia, prendeva più aerei che autostrade, vedeva più nuvole che palazzi. È l'unico italiano morto fra le lamiere e le fiamme dell'Md-82, sulla pista di Barajas. Aveva 41 anni e la pretesa di chi è felice: vivere cent'anni assieme alle persone più amate. Pierrick e il suo bambino di tre anni, Ethan: erano loro quelle persone. Erano la sua «famiglia», le sue vacanze, i suoi sogni, i suoi coinquilini nella bella casa di Parigi, «una piccola reggia accogliente e calda » conferma il cugino dello steward, suo omonimo. Pierrick Charilas ed Ethan erano accanto a lui sul volo della catastrofe. Sono morti seduti l'uno vicino all'altro perché martedì pomeriggio Domenico era fra i passeggeri: non era salito su quell'aereo per servizio. Stavolta si partiva per le vacanze, tutti e tre assieme, come al solito, per qualche giorno di riposo sulle spiagge delle Canarie. Domenico aveva ottenuto dalla Spanair una tariffa agevolata, quella riservata ai bambini. Per questo accanto al suo nome, nella lista dei passeggeri, c'era scritto «niño», bambino, e per questo è stato difficile identificarlo.

Nessuno fino a ieri mattina aveva chiesto informazioni su quel passeggero dal nome italiano. Non una chiamata di un parente o di un amico allarmato. Sembrava un giallo. All'ambasciata e alla Spanair hanno capito dopo il perché. Domenico era sempre in volo e spesso non chiamava nemmeno casa per dire dove stesse andando. Un volo per lui era come spostarsi in macchina di pochi chilometri. Aveva telefonato al padre Pietro poche ore prima di partire, martedì. Ma erano state soltanto due parole: «Vado in vacanza per un po'», nessun dettaglio sulla destinazione. Così né il vecchio marinaio Pietro né le sorelle di Domenico (Concetta e Marianna) potevano immaginarlo sull'aereo della morte (la madre è scomparsa qualche anno fa). Lo hanno saputo ieri mattina, a casa Riso. E hanno saputo anche di Pierrick ed Ethan, nomi tante volte sentiti dalla voce di lui. Pierrick una volta era campione di aerobica, ha avuto una storia d'amore poco fortunata con la madre di Ethan e poi ha deciso di vivere con il bambino e Domenico nell'appartamento parigino, come fossero una famiglia fra tante, con il bambino da tirare su assieme.

Non che la cosa sia sfuggita alle malelingue di Isola delle Femmine, borgo marinaro alle porte di Palermo che «l'uomo dei cieli» (come lo chiamavano gli amici) aveva lasciato nel 1997 per la capitale francese. Due uomini che vivono assieme, si sa, sono fonte di chiacchiere e in paese non sono certo le chiacchiere che mancano. Se poi c'è di mezzo un bambino piccolo, amatissimo da tutti e due e che per Domenico era come un figlio, si può arrivare fino ai pettegolezzi più velenosi. Ma lui, Domenico, ha sempre tirato dritto per la sua strada. Come fece quella volta che decise di mettersi l'orecchino. Pazienza se qualcuno non gradiva. Se qualche parola di troppo lo irritava respingeva la rabbia cantando, lirica soprattutto, una delle sue tante passioni. Non era tipo che non osasse, Domenico. Lui volava. E «solo chi sa sognare può volare».

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_22/steward_incidente_aereo_9beaacfa-700f-11dd-9278-00144f02aabc.shtml

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.