sabato 2 giugno 2007

Il principe gay di Manchester

Il Manchester United ha acquistato per 30 milioni di euro il fantasista brasiliano Anderson: talentuoso, caparbio e giovanissimo. E gay.


Un fantasista brasiliano, nero, giovanissimo e gay alla corte di Cristiano Ronaldo. Il Manchester United ha annunciato l’acquisto dal Porto di uno dei più promettenti centrocampisti d’attacco al mondo: Anderson Luís de Abreu Oliveira. Nato il 13 Aprile 1988 a Porto Alegre e acquistato nel Novembre del 2005 dalla squadra portoghese, Anderson è stato vicecampione del mondo Under 17 nel 2005 in Perù, e fu proprio in quella occasione che mise in mostra il suo talento calcistico (vinse una sorta di Pallone d’Oro dei giovani), fino ad essere notato dai talent scout calcistici che sempre affollano tornei di questo tipo.



Fu appunto il Porto a metterlo sotto contratto, ma il Manchester, il Barcellona, l’Arsenal e il Milan avevano già adocchiato i virtuosismi e la solidità del giovane calciatore. Alto 176 centimetri con un peso di 69 kg, Anderson è il “terzo predestinato”. Prima di lui, in Brasile, solamente Ronaldo e Ronaldinho potevano vantare una fama ed una gloria in così tenera età.

Veloce nello scatto, dotato di un forte senso della regia sulla tre quarti, ma capace anche di propulsioni in attacco fino al goal, il ragazzo ha soprattutto un grandissimo talento: il carattere.
Vederlo giocare e sbraitare in mezzo al campo è uno spettacolo. Lui, piuttosto piccolino e giovane, grida e incita compagni di ben più solida carriera, dispensa indicazioni (oltre che assist d'un certo
pregio), trascina chiunque con entusiasmo e rabbia. A prova del suo carattere, la nota più bella e indicativa della sua ancor breve carriera: nel gennaio 2006, poche settimane dopo essere stato acquistato dal Porto, l’allora 17enne enfant prodige, già idolo di curve e ultrà, annuncia al suo spogliatoio e alla stampa portoghese “Sono gay”. Un mito. Il Manchester ha pagato 30 milioni di euro per accaparrarsi talento e carattere di quello che si preannuncia come il primo grande calciatore gay dichiarato.
Dopo il grigio di tanti campioni omosessuali nascosti nell’armadietto, un uomo vero e gay si appresta a scalare le vette del calcio europeo. E ad insegnare cosa significa davvero avere le palle.

giuliano.federico@gay.tv

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Quasi 5 milioni per l'AnnoZero sugli scandali vaticani

Alla fine è andato in onda e lo hanno visto quasi 5 milioni di italiani. Il documentario della BBC “Sec Crimes and the Vatican” ha sollevato un velo su un tema che si voleva rimanesse nell’ombra.


ROMA – Ascolti eccellenti ieri sera su Rai Due per “AnnoZero”, che ha trasmesso il documentario BBC “Sex Crimes and the Vatican”. È stato visto da 4.781.000 spettatori con uno share del 21,01%, risultando secondo solo all’ennesimo varietà canzonettaro di Rai Uno, che ha dilettato oltre 6 milioni di spettatori. Per Michele Santoro si è trattato del migliore ascolto in assoluto sin da quando il giornalista è tornato in video dopo gli anni di ‘esilio’ nel corso della precedente legislatura. Visti gli appelli a censure preventive da parte di molti esponenti politici e il gran tiro del fango sul documentario messo in atto dal plotone degli atei atei-devoti e degli ultras-clericali che abbondano sulla scena culturale italiana, per Santoro è stato un successo già andare in onda.

«Ieri sera abbiamo avuto una prova di civiltà» ha commentato il giornalista questa mattina su Radio Città Futura, aggiungendo che «ci è voluto tanto ma alla fine lo abbiamo trasmesso questo documentario. Ho sempre sostenuto che il servizio pubblico è ciò che il mercato non riesce a fare spontaneamente. Quindi il servizio pubblico deve essere più informazione, più dibattito, più polemica, più spregiudicatezza e più creatività altrimenti non ha senso parlare di servizio pubblico. Ogni volta che si verifica un episodio tutti si schierano soprattutto per un pregiudizio politico invece noi dobbiamo dibattere, discutere e parlare. Non devono esserci tabù riguardo a questo.» Il conduttore ha poi lodato monsignor Rino Fisichella, che «ha dato un segnale che se la politica italiana sapesse raccogliere ci porterebbe in una situazione decisamente più favorevole perché si è confrontato in campo aperto, ha detto la sua ma ha dimostrato anche una capacità di ascolto straordinaria anche rispetto a situazioni sconvolgenti.»Ma ha saputo il Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense dare risposte esaurienti ai tanti angosciosi interrogativi (“falsità” e “deformazioni” per l’Avvenire) sollevati dal documentario? A noi sembra proprio di no. Fisichella ha puntatosoprattutto a ribadire che il diritto canonico a cui fanno riferimento i documenti presi in esame nell’inchiesta non interferisce col codice penale dei singoli stati, tuttavia non ha saputo minimamente giustificare quello che poi, alla fine, è la vera grande questione sollevata da Colm O'Gorman: perché l’autorità ecclesiastica suprema (ovvero la Congregazione per la Dottrina della Fede guidata per oltre un ventennio da Joseph Ratzinger) non è intervenuta di fronte a casi di accuse di abusi sessuali provenienti da diverse parti del mondo (Irlanda, Stati Uniti, Brasile) e ha consentito che i sacerdoti accusati di tali crimini venissero semplicemente spostati, per anni e anni, da una parrocchia all’altra?

Nessun chiarimento (anzi, questo aspetto del documentario è stato totalmente ignorato) neanche sui casi come quello di Joseph Henn, il prete americano rimasto intoccabile e al sicuro in Italia, lavorando per anni proprio a due passi dal Vaticano, fino a scomparire proprio mentre gli veniva recapitato un mandato di estradizione verso gli USA.

Alla fine del can can mediatico il legittimo sospetto è che i vertici della Chiesa Cattolica quel (poco) che hanno fatto lo hanno foto solo a seguito dell’uscita degli scandali sui giornali e che ora, dispensando a piene mani bontà e perdono, siano già pronti alla piena assoluzione, soprattutto nei confronti delle proprie - peraltro neanche ammesse - responsabilità.
(Roberto Taddeucci)


http://www.gay.it/channels/view.php?id=22959

giovedì 31 maggio 2007

Il governatore del New Hampshire firma la legge sulle unioni civili

Primo Stato Usa a riconoscerle con atto legislativo spontaneo


New York, 31 mag. - Il governatore del New Hampshire John Lynch ha firmato in legge un provvedimento che fa del suo Stato il quarto negli Usa a consentire le unioni civili tra persone dello stesso sesso. E' la prima volta tuttavia che questo diritto viene riconosciuto con un atto legislativo spontaneo, senza cioè che ci sia stata una battaglia in tribunale sui diritti delle coppie omosessuali.

Il governatore, un democratico, intervistato aveva dato il suo appoggio alla legge qualche settimana fa, dopo l'approvazione della Camera del New Hampshire e in attesa del voto del Senato, entrambe controllate dal partito democratico.

Con il New Hampshire tutto il New England, la regione nord orientale degli Stati Uniti, ammette le unioni tra gay e lesbiche. Il Massachusetts è l'unico degli Stati americani a consentire i matrimoni tra omosessuali, per effetto di una sentenza giudiziaria. Mentre il Vermont e il New Jersey hanno ammesso le unioni civili, anche in questo caso dopo pronunciamenti di corti statali.

Il Connecticut è stato il primo Stato ad ammettere le unioni tra gay e lesbiche senza attendere l'intervento di una corte, ma la misura è al momento bloccata da un ricorso.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=74081

mercoledì 30 maggio 2007

La classifica dei campioni dell'omofobia

In occasione della Giornata Internazionale contro l'omofobia da poco celebrata, "Human Rights Watch" ha diffuso una classifica delle personalità responsabili della persistenza del pregiudizio contro i gay
di Roberto Taddeucci

NEW YORK - Sono Papa Benedetto XVI, il presidente degli Stati Uniti George W.Bush e quello iraniano Mahmoud Ahmadinejad le tre personalità che nel 2006 hanno più contribuito a minare il rispetto dei diritti umani, promuovendo attivamente il pregiudizio contro le persone omosessuali, bisessuali e transgender. È il risultato del nuovo rapporto annuale che l'organizzazione americana per i diritti civili Human Rights Watch (HRW) ha diffuso in occasione della Giornata contro l'Omofobia del 17 maggio, la data nella quale nel 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definitivamente depennato l'omosessualità dall'elenco delle malattie e dei disturbi mentali.

Nel presentare la Hall of Shame (galleria della vergogna) di quest'anno Scott Long, direttore del programma per i diritti della comunità GLBT di HRW, ha spiegato che questa lista di nomi «non mira a elencare coloro che hanno perpetrato le peggiori offese, ma mette in luce quei leader che hanno usato la loro autorità per negare basilari diritti umani. Bush e il Papa parlano entrambi di dignità umana ma le loro parole e azioni omofobiche danneggiano famiglie e ne compromettono il benessere». «L'omofobia mette a rischio fondamentali diritti umani - ha aggiunto Long - e questo dovrebbe essere preoccupante per tutti. I governi sminuiscono le famiglie quando negano il riconoscimento a tutte le famiglie. Mettono in pericolo i bambini quando riducono al silenzio alcuni bambini». Sono parole dette da una persone che vive oltreoceano ma per che a noi, che viviamo in Italia, fanno immediatamente pensare all'esclusione, veramente ingiustificabile, dell'associazione Famiglie Arcobaleno dal recente Congresso sulla famiglia tenutosi a Firenze.


La lista della vergogna 2006


Ecco i nomi e le motivazioni di coloro che sono entrati quest'anno nell'olimpo dell'omofobia.
1. Papa Benedetto XVI: "per minare famiglie. Il capo della Santa Sede è andato ben oltre l'esprimere il punto di vista teologico sull'omosessualità. Il Papa ha interferito nella politica di molti paesi condannando e facendo pressioni verso coloro che appoggiano pari diritti o forme di riconoscimento per le famiglie gay e lesbiche. Dopo la legalizzazione del matrimonio gay in Spagna nel 2005 il Pontificio Consiglio della Famiglia di Benedetto XVI ha comandato a pubblici ufficiali spagnoli di rifiutarsi di sposare coppie dello stesso sesso o di portare avanti le pratiche quando volessero candidarsi all'adozione di un bambino"

2. Il presidente USA George W. Bush: "per mettere a repentaglio la salute pubblica. Il Piano d'emergenza contro l'Aids (PEPFAR) stabilisce che un terzo delle risorse vadano ai cosiddetti programmi di 'astinenza fino al matrimonio'". Programmi che per HRW mettono a rischio la salute dei giovani in quanto mandano un messaggio secondo il quale non è possibile fare sesso sicuro e non forniscono adeguate informazioni. In alcuni paesi si è ridotta drasticamente la fornitura di profilattici in altri, come l'Uganda, fondi sono andati anche a gruppi che promuovono attivamente l'omofobia.

3. Il presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad: "per aver diretto una campagna di 'contrattacco all'immoralità pubblica' che ha portato all'arresto arbitrario di persone che si comportano o si vestono in maniera diversa, tra cui migliaia di donne per non indossare i 'corretti' abiti islamici. Ahmadinejad ha usato anche dei vigilantes religiosi per condurre raid in abitazioni private in cerca di comportamenti 'devianti', compresa l'omosessualità".

4. Il ministro polacco all'educazione e vice primo ministro Roman Giertych: "Facente parte di un governo di centro-destra che ha fatto dell'omofobia uno dei punti centrali della sua politica. Il suo ministero ha proposto una legge volta a sanzionare o arrestare insegnanti, educatori e difensori dei diritti umani anche solo per menzionare l'omosessualità, negando anche informazioni vitali su come proteggersi dall'Hiv/Aids".


5. Bienvenido Abante, membro del parlamento delle Filippine e a capo della Commissione sui diritti umani e civili: "Abante ha raccomandato che gli omosessuali siano 'curati' per farli diventare eterosessuali e ha più volte bloccato una legge volta a proibire discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e di genere. Ha anche suggerito che le persone GLBT siano escluse dalla 'definizione' riguardante i diritti umani."





http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22941

martedì 29 maggio 2007

Mosca pride, la violenza continua in Italia

Rebuzzi (FI) giustifica i violenti di Mosca: «non si può inneggiare a conquiste incomprensibili ai più». «I cittadini russi hanno percepito la manifestazione come un'offesa alla loro cultura».





Ormai è un caso internazionale e anche l'organizzazione Human Rights Watch denuncia quello che è successo a Mosca durante il Gay Pride di domenica scorsa. «I cristiani ultra-ortodossi, gli estremisti, i neo-nazi hanno provocato e attaccato i partecipanti. La polizia stava a guardare. Sono state arrestate un bel po' di persone, e col mio collega Scott Long abbiamo fatto il giro dei commissariati per verificare chi era stato arrestato. Alcuni individui vestiti di nero con una croce in mano gridavano: "Il sangue dei finocchi dovrebbe scorrere sulle strade di Mosca". Fanatici religiosi che, assieme a elementi di estrema destra, hanno cominciato ad attaccarci. La cosa singolare è che la polizia arrestava le vittime, anziché gli aggressori». È quello che racconta Boris Dittrich, rappresentante di Human Right Watch, presente alla manifestazione. «Il rapporto che Human Rights Watch sta preparando non comprenderà solo il comportamento della polizia alla Gay Parade - conclude Dittrich -, ma anche le violazioni dei diritti delle minoranze nelle repubbliche ex-sovietiche, le discriminazioni ai danni di chi desidera esprimere liberamente la propria opinione».



In Italia, I promotori del Gay Pride di Roma hanno ivitao i loro omologhi russi alla manifestazione del 16 giugno. Dalla politica invece, dopo una sfilza di dichiarazioni di solidarietà, non si parla quasi più delle violenze, se non per ribadire che i rapporti con la Russia non si toccano. La senatrice di Forza Italia Antonella Rebuzzi dice: «si devono sempre rispettare gli usi e costumi del Paese visitato; anche se la battaglia per i diritti umani è meritevole di plauso, altre devono essere le strade per coinvolgere cittadini che hanno culture diverse. Non certo quella di arrivare a sventolare bandiere sconosciute e inneggiare a conquiste incomprensibili ai più». Forse la senatrice non sa che l'unico gesto tentato dai politici italiani, in supporto agli organizzatori russi, è stato semplicemente consegnare una lettera al sindaco di Mosca. Niente di rivoluzionario, né che offendesse la cultura di chicchessia. «La Russia non è l'Italia, qui le leggi e le tradizioni sono molto forti e soprattutto inflessibili: la polizia ha il compito di proteggere i cittadini dello Stato e tenere alla larga chi fomenta il disordine - ha continuato imperterrita Rebuzzi - ; anche se i metodi brutali vanno condannati, certamente i cittadini di Mosca hanno percepito la manifestazione dei radicali come un'offesa alla loro cultura e alla loro religione». Cosa non si direbbe pur di non dispiacersi lo Zar Putin e i suoi uomini.



Di parere naturalmente opposto la ministra per il Commercio Internazionale Emma Bonino, che insieme al Partito radicale transnazionale ha indetto le manifestazioni di solidarietà di domenica pomeriggio, svoltesi in contemporanea a Roma, Bruxellles e Gerusalemme davanti alle rispettive ambasciate russe. «Sul piano dei diritti civili con la Russia sono in atto misure di pressione, anche se non sempre visibili, che speriamo portino ad un risultato, nel medio-lungo periodo» spiega la leader radicale. «Quello che è accaduto a Mosca è di una gravità inaudita, ma rispondere con una clausola sui diritti civili da applicare alle transazioni commerciali sarebbe impossibile». Chiaro, non si può certo compromettere la partnership energetica con il Cremlino per qualche uovo marcio, no?





http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22933

lunedì 28 maggio 2007

Natura: coppia di fenicotteri gay alleva un pulcino

Carlos e Fernando sono una coppia di fenicotteri rosa gay dallo sviluppatissimo istinto paterno, che stanno ora allevando un piccolo che era rimasto senza genitori.


SLIMBRIDGE – Carlos e Fernando sono una bella coppia di fenicotteri rosa, una delle attrazioni del parco naturalistico Wildfowl and Wetlands Trust, nella regione inglese del Gloucestershire. I due pennuti, razza Phoenicopterus roseus, fanno coppia fissa da oltre sei anni e ora sono diventati ancora più famosi da quando è stato affidato un piccolo pulcino nato da un uovo che era stato abbandonato. Della loro nuova famiglia si sono occupati quotidiani e televisioni in tutto il mondo, dalla CNN alla Rai.

La loro voglia di mettere su famiglia era nota da tempo, in quanto erano arrivati anche a provare a sottrarre delle uova da altri nidi,una cosa che, naturalmente, non si fa! Tuttavia la loro perseveranza a cercare di prendersi cura di qualche baby fenicottero ha favorevolmente impressionato i responsabili dell’oasi naturalistica. Quando da un uovo abbandonato e tenuto al caldo in un’incubatrice è nato un piccolo si è pensato di affidarlo proprio a Carlos e Fernando. Per far scattare l’attaccamento genitoriale il piccolo fenicotterino è stato rimesso dentro il guscio d’uovo dal quale era uscito e questo è stato posto nel nido della coppia gay. Quando vi sono tornati i due hanno covato l’uovo che si è aperto rivelando l’uccellino al suo interno, del quale hanno cominciato a prendersi cura.
Immancabilmente qualche moralistica voce si è levata dicendo che tutto ciò non è naturale. Dal WWT fanno notare che senza questo ’affidamento’ a Carlos e Fernando il piccolo volatile sarebbe morto e che quel particolare tipo di uccello è a rischio estinzione, con solo una trentina di aree in tutto il mondo nel quale si registrano nascite.
Nel parco della Camargue, nel sud della Francia, nell’ultimo anno non è nato neanche un pulcino, per cui ogni nuovo nato è prezioso. Le ultime notizie dalla riserva naturalistica dicono che il giovane fenicottero è stato accettato senza problemi e fa ora parte dello stormo di fenicotteri rosa del parco. (Roberto Taddeucci)


http://www.gay.it/channels/view.php?id=22931

Mosca: un altro gay pride di repressione

Aggrediti Luxuria e Cappato, che è stato arrestato. Lanci di uova e violenze ma "la polizia non faceva nulla e rideva". La cronaca, i video e le immagini




LA REPRESSIONE DEL GAY PRIDE 2006:
LO SPECIALE UN ANNO DOPO


Il permesso non era arrivato ma i più coraggiosi hanno deciso ugualmente di manifestare. E il risultato del Gay Pride di Mosca è lo stesso dello scorso anno: lancio di uova, feriti, cittadini e politici aggrediti dai nazionalisti e dalla polizia. Arrestati l’europarlamentare Marco Cappato e il funzionario radicale a Bruxelles Ottavio Marzocchi, il Coordinatore del Gay Pride di Mosca Nikolai Alexeiev e Nikolay Kramov, rappresentante dei radicali a Mosca. Cappato e Mazzocchi sono stati rilasciati poche ore dopo. Aggredita invece la parlamentare di Rifondazione Vladimir Luxuria. "La polizia ci ha detto che voleva portarci via perchè voleva proteggerci; ma mentre ci tiravano le uova e, ad alcuni, anche i sassi, la polizia non faceva nulla e rideva" ha detto.

LA NOTIZIA HA FATTO IL GIRO DEL MONDO. TG FRANCESE






Nel 14esimo anno dalla depenalizzazione dell'omosessualità in Russia i cinquanta partecipanti – tra cui il gruppo russo 'TATU' – volevano consegnare al sindaco una lettera firmata da parlamentari europei e italiani per chiedere di autorizzare il corteo ricordandogli che "la libertà di espressione, la libertà di riunirsi pacificamente e l'assenza di discriminazioni sono garantite dalla legislazione russa e da quella internazionale sui diritti dell'uomo".

Una manifestazione di solidarietà ai militanti arrestati ieri mattina a Mosca si è svolta ieri dalle 17 di fronte all’ambasciata russa a Via Gaeta 5. Hanno aderito GayLib, Arcilesbica, ArciGay Roma, Dgay Project, Circolo Mario Mieli, Rosa Arcobaleno, Coordinamento RomaPride 2007 e GAY.tv. In contemporanea a Roma, Bruxelles e Gerusalemme il Partito Radicale Nonviolento ha convocato delle manifestazioni per la libertà di espressione.

LA CRONACA DI REPUBBLICA.IT
INTERVISTA AUDIO DI CAPPATO E LUXURIA SU CORRIERE.IT
TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SU RADICALI.IT






http://www.gay.tv/ita/magazine/we_like/dettaglio.asp?i=3951

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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