giovedì 26 aprile 2007

Dal parlamento europeo via libera alla risoluzione sull'omofobia

Condannati i commenti discriminatori formulati da "dirigenti politici e religiosi" e sollecitate leggi antidiscriminatorie


STRASBURGO, 26 APR - Il Parlamento europeo ha approvato oggi con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astenuti la risoluzione sull'omofobia in Europa presentata dai socialisti, liberaldemocratici, verdi e sinistra europea e che prende di mira in particolare la Polonia.

Nella risoluzione si invitano le autorita' polacche ''a condannare pubblicamente e a prendere misure contro le dichiarazioni rilasciate da leader politici incitanti alla discriminazione e all'odio sulla base dell'orientamento sessuale''.

Il parlamento europeo ''e' del parere che qualsiasi altro comportamento costituirebbe una violazione dell'articolo 6 del trattato Ue'', che prevede sanzioni agli stati membri nel caso di violazione dei diritti umani.

La risoluzione ricorda il caso di Matteo, l'adolescente che si e' suicidato dopo essere stato vittima di bullismo per la sua presunta omossessualita' e il ''proliferare di casi di bullismo omofobico nelle scuole secondarie'' in Gran Bretagna.

I deputati europei condannano quindi ''i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alla gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli''.

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DICO/EUROPARLAMENTO SOLLECITA LEGGI ANTIDISCRIMINAZIONI GAY

Giornata internazionale contro omofobi.'Censure' a chi discrimina

Strasburgo, 26 apr. (Apcom) - L'Europarlamento, riunito in seduta

plenaria oggi a Strasburgo, ha approvato con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astenuti una risoluzione che "ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi ,che superino le discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso" (come i Dico in Italia) e condanna "i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali" (con un riferimento preciso a recenti vicende polacche), e istituisce il 17 maggio di ogni anno quale "Giornata internazionale contro l'omofobia".

Il testo "ricorda a tutti gli Stati membri" che la proibizione delle marce dell'orgoglio gay e l'eventuale mancata protezione dei partecipanti "contravvengono ai princìpi tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo".


http://www.gaynews.it/view.php?ID=73497

lunedì 23 aprile 2007

Laicità: si può continuare a tacere?

O bisogna interrogarsi se non si è andati oltre?

Oltre lo stato laico e il rispetto della pluralità delle idee

Oltre l’idea di uguaglianza e il principio di non discriminazione








Uno Stato è laico se religioni e ideologie non hanno influenza sul governo della società, ma hanno valore solo per le persone. Lo Stato deve garantire un comune spazio di libertà e non può imporre una dottrina morale.



Per questo è necessario che chi siede in Parlamento per volontà di elettori ed elettrici serva il principio dell’autonomia e del pluralismo, rappresentando e disegnando una comunità libera e responsabile, contrastando le disuguaglianze in un contesto di diritti e doveri e sancendo la libertà di organizzarsi la vita e le relazioni senza che le scelte di alcuni diventino obbligo per tutte e tutti, pena la perdita dell’autonomia personale e la conseguente violazione della dignità della persona.



Vediamo crescere ogni giorno un ossessivo richiamo da parte della chiesa cattolica ai valori e ai modelli unici: in questo apostolato scorgiamo, con preoccupazione, vene di integralismo e di contrapposizione ad altri integralismi, ma, proprio perché laici, difendiamo la libertà della Chiesa e della sua missione.



Ciò che ci pare vada oltre è vedere le istituzioni, a partire dal nostro Parlamento, incapaci di esprimere autorevolmente il proprio giudizio.



Arretrare per evitare la chiarezza, per paura di un sano conflitto di idee non aiuta la convivenza, anzi descrive una società triste, che guarda indietro e non sa scrutare il futuro.



I diritti civili segnano l’epoca, parlano dell’accoglienza e delle società multietniche, del bisogno essenziale di diritti, doveri, responsabilità, di rispetto, di libertà e quindi di laicità.





Promotori: Susanna Camusso (sindacalista), Ferruccio Capelli (Direttore Casa della Cultura di Milano), Sylvie Coyaud (giornalista), Claudio Fasoli (musicista), Giorgio Gaslini (musicista), Giulio Giorello (filosofo), Sergio Lo Giudice (Presidente nazionale Arcigay), Aurelio Mancuso (Segretario nazionale Arcigay), Rita Marcotulli (musicista), Alfredo Martini (Presidente Onorario Federazione Ciclistica Italiana), Pier Giorgio Odifreddi (matematico), Moni Ovadia (regista), Ottavia Piccolo (attrice), Lella Ravasi (psicanalista), Massimo Rebotti (giornalista), Paolo Soldini (giornalista)



Per sottoscrivere la lettera visitare il sito http://www.letteralaicita.org/

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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