Il governo ultraconservatore polacco ha ottenuto dell’Unione Europea l’introduzione di una ‘clausola sulla moralità’ grazie alla quale potrebbe attuare politiche contro la minoranza omosessuale.
BRUXELLES – Dal recente summit tenutosi tra i leader dell’Unione Europea è uscito un accordo che se da un lato ha evitato una disastrosa frattura sul cammino dell’Europa unita dall’altro, secondo molti, ha lasciato passare delle ‘licenze’ ad alcuni paesi niente affatto positive, in particolare a Gran Bretagna (soprattutto sul tema delle protezioni verso i lavoratori) e Polonia. Secondo un articolo fortemente critico pubblicato oggi sul quotidiano spagnolo El Pais la Polonia potrebbe approvare leggi repressive nei confronti delle donne (soprattutto per quanto riguarda il loro diritto di scelta sull’aborto) e degli omosessuali. Il tutto senza che la Corte di Giustizia europea possa intervenire in virtù della ‘non applicabilità’ della Carta dei Diritti Fondamentali in ambiti quali le politiche sulla famiglia e la moralità pubblica.
All’articolo 18 del testo strappato dagli ultra-cattolici gemelli Kaczynski, che sono alla guida del paese, c’è scritto infatti che "la Carta non influisce in alcun modo sul diritto degli Stati membri a legiferare nell'ambito della moralità pubblica, sul diritto di famiglia, così come sulla salvaguardia della dignità umana e sul rispetto della integrità fisica e la morale umana.” La Polonia si è distinta per varie iniziative che sono state altamente criticata da molti esponenti dell’Unione Europea per il loro contenuto palesemente omofobo. Tra le più note quella del Ministro dell’istruzione, nonché vice-primo ministro, Roman Giertych (“ben noto per il suo radicalismo cattolico e la sua omofobia”, nota El Pais)che ha proposto il licenziamento degli insegnanti che nelle scuole parlassero in termini non negativi di omosessualità, accusati di fare “propaganda”.
Secondo l’inviata del quotidiano spagnolo rimangono poco chiare le finalità della “dichiarazione unilaterale” ottenuta dai Kaczynski, molto criticata dalle associazioni per i diritti degli omosessuali in Polonia, che temono che in tal modo possano essere loro tolte quelle protezioni sui diritti umani e contro le discriminazioni che proprio grazie ai trattati europei le autorità polacche erano state costrette a sottoscrivere. Tomazs Szypula, attivista della Campagna contro l’omofobia, si augura che correzioni possano essere fatti nel corso dei prossimi mesi quando, sotto la guida della presidenza portoghese dell’UE, si terrà la Conferenza intergovernativa che dovrebbe tradurre in norme concrete gli accordi presi durante il vertice della scorsa settimana. (RT)
http://www.gay.it/channels/view.php?id=23107
BRUXELLES – Dal recente summit tenutosi tra i leader dell’Unione Europea è uscito un accordo che se da un lato ha evitato una disastrosa frattura sul cammino dell’Europa unita dall’altro, secondo molti, ha lasciato passare delle ‘licenze’ ad alcuni paesi niente affatto positive, in particolare a Gran Bretagna (soprattutto sul tema delle protezioni verso i lavoratori) e Polonia. Secondo un articolo fortemente critico pubblicato oggi sul quotidiano spagnolo El Pais la Polonia potrebbe approvare leggi repressive nei confronti delle donne (soprattutto per quanto riguarda il loro diritto di scelta sull’aborto) e degli omosessuali. Il tutto senza che la Corte di Giustizia europea possa intervenire in virtù della ‘non applicabilità’ della Carta dei Diritti Fondamentali in ambiti quali le politiche sulla famiglia e la moralità pubblica.
All’articolo 18 del testo strappato dagli ultra-cattolici gemelli Kaczynski, che sono alla guida del paese, c’è scritto infatti che "la Carta non influisce in alcun modo sul diritto degli Stati membri a legiferare nell'ambito della moralità pubblica, sul diritto di famiglia, così come sulla salvaguardia della dignità umana e sul rispetto della integrità fisica e la morale umana.” La Polonia si è distinta per varie iniziative che sono state altamente criticata da molti esponenti dell’Unione Europea per il loro contenuto palesemente omofobo. Tra le più note quella del Ministro dell’istruzione, nonché vice-primo ministro, Roman Giertych (“ben noto per il suo radicalismo cattolico e la sua omofobia”, nota El Pais)che ha proposto il licenziamento degli insegnanti che nelle scuole parlassero in termini non negativi di omosessualità, accusati di fare “propaganda”.
Secondo l’inviata del quotidiano spagnolo rimangono poco chiare le finalità della “dichiarazione unilaterale” ottenuta dai Kaczynski, molto criticata dalle associazioni per i diritti degli omosessuali in Polonia, che temono che in tal modo possano essere loro tolte quelle protezioni sui diritti umani e contro le discriminazioni che proprio grazie ai trattati europei le autorità polacche erano state costrette a sottoscrivere. Tomazs Szypula, attivista della Campagna contro l’omofobia, si augura che correzioni possano essere fatti nel corso dei prossimi mesi quando, sotto la guida della presidenza portoghese dell’UE, si terrà la Conferenza intergovernativa che dovrebbe tradurre in norme concrete gli accordi presi durante il vertice della scorsa settimana. (RT)
http://www.gay.it/channels/view.php?id=23107
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