Grillini: "E' ora di una giusta legge per le coppie di fatto"
E' presto per parlare di pacs all'italiana, ma si apre una prima breccia nel dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, comprese quelle gay. Il gup del tribunale di Roma, Claudio Carini, ha infatti deciso di ammettere come parte civile il convivente di un omosessuale, Roberto Chiesa, ucciso nella capitale il 7 marzo scorso.
Il giudice ha riconosciuto come Mario Chinazzo, 67 anni, abbia subito un "danno diretto e conseguenziale", dalla morte di Chiesa, con il quale conviveva dal 1982. Anche la sorella della vittima, Graziella, è stata ammessa a partecipare al processo, che si aprirà il prossimo 8 novembre. Al contrario, non è stato riconosciuto il diritto a costituirsi parte civile del comune di Roma e dell'Arcigay.
Si tratta dunque di un primo riconoscimento giuridico, avvenuto non in sede civile, ma per opera di un giudice penale. "Avevo molti dubbi sul fatto che sarebbe stata accolta la mia richiesta", ha detto Chinazzo, visibilmente commosso. "Ho diviso la vita con Roberto per 25 anni, e mi faceva star male il pensiero di non essere nessuno per la legge".
Il gup ha chiesto inoltre una perizia per l'omicida, il rumeno George Alain Chisereu, che ,dopo aver sgozzato Chiesa, gli aveva svaligiato l'appartamento.
Ovviamente grande soddisfazione è stata espressa dal legale di Chinazzo, l'avvocato Daniele Stoppelli, per il quale "è stato provata l'esistenza di un rapporto materiale e affettivo che andava avanti da più di vent'anni".
“L’assenza di una legge per le unioni civili – ha commentato l’Onorevole Franco Grillini di SD - crea il paradosso che il vedovo di una coppia di fatto omosessuale e debba rimettersi alla competenza di ottimi avvocati e alla lungimiranza e apertura di un giudice perché gli vengano riconosciuti diritti. Non sempre le due condizioni si verificano e sovente i nostri vedovi non sono nessuno. La società italiana, mai come oggi, chiede certezze giuridiche per le nuove famiglie ed una giusta legge per le unioni civili capace di garantire quei diritti umani, come il diritto di essere ammessi al processo come parte civile in caso di morte violenta del proprio compagno, che sono ormai garantiti in quasi tutti i Paesi europei”.
http://tinyurl.com/35oqo8
http://www.grillini.it/show.php?4631
E' presto per parlare di pacs all'italiana, ma si apre una prima breccia nel dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, comprese quelle gay. Il gup del tribunale di Roma, Claudio Carini, ha infatti deciso di ammettere come parte civile il convivente di un omosessuale, Roberto Chiesa, ucciso nella capitale il 7 marzo scorso.
Il giudice ha riconosciuto come Mario Chinazzo, 67 anni, abbia subito un "danno diretto e conseguenziale", dalla morte di Chiesa, con il quale conviveva dal 1982. Anche la sorella della vittima, Graziella, è stata ammessa a partecipare al processo, che si aprirà il prossimo 8 novembre. Al contrario, non è stato riconosciuto il diritto a costituirsi parte civile del comune di Roma e dell'Arcigay.
Si tratta dunque di un primo riconoscimento giuridico, avvenuto non in sede civile, ma per opera di un giudice penale. "Avevo molti dubbi sul fatto che sarebbe stata accolta la mia richiesta", ha detto Chinazzo, visibilmente commosso. "Ho diviso la vita con Roberto per 25 anni, e mi faceva star male il pensiero di non essere nessuno per la legge".
Il gup ha chiesto inoltre una perizia per l'omicida, il rumeno George Alain Chisereu, che ,dopo aver sgozzato Chiesa, gli aveva svaligiato l'appartamento.
Ovviamente grande soddisfazione è stata espressa dal legale di Chinazzo, l'avvocato Daniele Stoppelli, per il quale "è stato provata l'esistenza di un rapporto materiale e affettivo che andava avanti da più di vent'anni".
“L’assenza di una legge per le unioni civili – ha commentato l’Onorevole Franco Grillini di SD - crea il paradosso che il vedovo di una coppia di fatto omosessuale e debba rimettersi alla competenza di ottimi avvocati e alla lungimiranza e apertura di un giudice perché gli vengano riconosciuti diritti. Non sempre le due condizioni si verificano e sovente i nostri vedovi non sono nessuno. La società italiana, mai come oggi, chiede certezze giuridiche per le nuove famiglie ed una giusta legge per le unioni civili capace di garantire quei diritti umani, come il diritto di essere ammessi al processo come parte civile in caso di morte violenta del proprio compagno, che sono ormai garantiti in quasi tutti i Paesi europei”.
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