lunedì 16 luglio 2007

Nozze gay. Il caso Friuli Venezia Giulia in Parlamento

Forza Italia interroga Prodi e Amato. Menia (An): cosa oscena. Ma i Ds: scelta giusta
Il senatore Saro contesta la licenza al funzionario sposato in Belgio con un uomo Ma Pegorer appoggia la decisione del governatore: passo avanti per i diritti civili

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UDINE. Il caso del congedo matrimoniale concesso dalla Regione a Giulio Papa, il funzionario udinese in servizio a Bruxelles, sposato in Belgio con Dirk Van den Eede, un militare dell’esercito, arriva in Parlamento. Il senatore di Forza Italia, Ferruccio Saro, ha predisposto un’interrogazione urgente al premier Prodi e al ministro degli Interni Giuliano Amato per fare chiarezza in merito al riconoscimento in Italia dei matrimoni gay contratti all’estero. Duro attacco da Alleanza nazionale, che per voce di Roberto Menia, vicecapogruppo alla Camera definisce «semplicemente osceno il congedo, concesso dalla Regione al suo dipendente, sposo di pseudo-nozze omossessuali. Illy e compagnia sanno bene che - aggiunge Menia - la famiglia tutelata dalla Costituzione, è quella composta da un uomo e una donna, peraltro secondo i principi del diritto naturale. Essi sanno, e per questo motivo mettono le mani avanti, di compiere un atto giuridicamente illecito e per quanto mi riguarda, anche moralmente riprovevole».

La giunta regionale, su indicazione del presidente Illy (che si è detto pronto anche a pagare di tasca propria eventuali danni erariali qualora la norma comunitaria applicata dovesse essere impugnata dalla Corte dei Conti) ha infatti deciso di concedere, a un anno di distanza dalla richiesta, i 15 giorni di congedo che spettano ai dipendenti che si sposano anche a Giulio Papa, cittadino italiano residente all’estero che il primo luglio del 2006 si è sposato col 38enne militare belga contraendo le nozze gay che in Belgio sono legali.

Ma la battaglia parlamentare si annuncia calda. Per il senatore diessino, Carlo Pegorer, infatti, prescindendo dalle valutazioni giuridiche che «vanno approfondite» si tratta di un «passo avanti sintomo di una realtà politica attenta ai cambiamenti perché tutto ciò che consente il riconoscimento di un diritto è positivo, anche se bisogna tenere conto del contesto di un Paese in cui ci sono sensibilità diverse che vanno tenute nella giusta considerazione».

Grande soddisfazione per la scelta di Illy è stata espressa da Kristian Franzil di Rc al punto che il consigliere ha suggerito di estendere a livello nazionale l’iniziativa. Per Ferruccio Saro invece la decisione di Illy e della giunta conferma che di fatto c’è la possibilità di «bypassare il divieto di contrarre matrimonio con una persona dello stesso sesso tutt’ora vigente in Italia. E’ un fatto molto grave – dice Saro –, perché in questo modo Illy riconosce i matrimoni gay e mi domando cosa ne pensa a questo proposito la sua maggioranza e in particolare l’area cattolica». Senza entrare nel merito della vicenda il senatore azzurro ne fa un problema essenzialmente di natura giuridica. «Quando in commissione Affari costituzionali abbiamo discusso sull’applicazione della direttiva comunitaria che impone ai Paesi membri il riconoscimento dei diritti e degli istituti previsti dalle leggi statali – ricorda Saro -, diversi rappresentati dell’opposizione hanno posto il problema dell’applicazione di questa direttiva proprio facendo riferimento ai matrimoni gay. Che sono consentiti in Spagna e in Belgio, ma non in Italia. Dalla maggioranza però ci assicurarono che non ci sarebbero stati problemi e invece questa decisione di Illy e della Regione ripropone con forza il problema. E’ giusto che l’Italia sia costretta ad accettare (e riconoscere) regole e diritti sanciti in altri Paesi in merito alle relazioni tra individui? Io ho qualche dubbio e per questo motivo Illy avrebbe fatto meglio a essere più cauto».

Attualmente un matrimonio omosessuale celebrato all’estero non può essere riconosciuto in Italia (al riguardo è attesa una sentenza della Cassazione che potrebbe cambiare le cose) perché – spiega il coordinatore regionale della Lega italiana delle famiglie di fatto, Alberto Baliello, «viene considerato un atto che va contro l’ordine pubblico». Nel contempo però chi ha contratto un matrimonio omosessuale all’estero non può sposarsi con una donna in Italia perché sarebbe denunciato per bigamia.

Cristian Rigo

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Grillini applaude il Fvg: scelta europea L’Arcigay friulana: Illy apra alle coppie

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ROMA. «E’ molto positivo che la Regione Friuli abbia deciso di dire sì ai 15 giorni di congedo previsti per tutti i dipendenti in caso di matrimonio, applicando la normativa Ue». Franco Grillini, deputato della sinistra democratica e leader storico dell’Arcigay italiana applaude il governatore del Friuli Vg, Riccardo Illy, che ha dato indicazione alla Regione di assegnare il congedo matrimoniale di 15 giorni a Giulio Papa, 36 anni, udinese, funzionario dell’ufficio di rappresentanza del Fvg a Bruxelles, che ha sposato il 1° luglio scorso Dirk Van den Eede, 38 anni, militare dell’esercito belga a Anversa.

«Giulio Papa ha chiesto ed ottenuto dopo un anno il congedo matrimoniale – dice Grillini –. Va dato atto alla Giunta regionale del Friuli di aver fatto una scelta politicamente giusta senza ricorrere ad altre istanze burocratiche. E va dato atto al Presidente Illy di aver applicato la normativa europea in questo caso come dovrebbe essere fatto in tanti altri casi analoghi».

Il leader Arcigay spiega che «sono sempre più frequenti i matrimoni omosessuali tra cittadini e cittadine italiane con partner di paesi europei che hanno approvato normative che riconoscono ed estendono il matrimonio alle coppie dello stesso sesso – continua –. Attualmente in Italia sono in corso diverse richieste di registrazione dei matrimoni contratti all’estero».

Sul caso interviene anche l’Arcigay della provincia di Udine che reputano un segnale positivo, ma, allo stesso tempo, spiega che«c’è ancora molta strada da fare».

Questa la reazione del comitato provinciale Arcigay Nuovi Passi e di Arcilesbica Udine. «Un plauso convinto e unanime, invece, viene rivolto dall’intera comunità omosessuale della regione ai due coniugi, Giulio e Dirk, per aver portato con tenacia e coraggio queste tematiche ancora una volta all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica». Ad esprimere alcune perplessità sulle dichiarazioni di Illy è la presidentessa di Arcilesbica, Eva Dose. «Non vorrei si trattasse di una mossa per attirare l’elettorato gay e lesbico – afferma –, in vista delle prossime elezioni regionali ormai alle porte. Non dimentichiamo che il presidente Illy ha più volte espresso opinioni dichiaratamente omofobe in merito al riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso. O il presidente dichiara apertamente che è giusto e che è arrivata l’ora di riconoscere il matrimonio anche per le coppie gay e lesbiche, o dichiarazioni di questo tipo lasciano il tempo che trovano».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=74644

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