lunedì 20 giugno 2005

Zapatero va avanti

Nozze gay, il corteo divide Spagna, Parlamento al voto. Primi matrimoni già in estate
Dal corrispondente del Corriere della Sera Mino Vignolo

MADRID - La manifestazione di Madrid contro il matrimonio gay è stata un grande successo, ma il governo di Zapatero proseguirà sulla sua strada. Il progetto di legge sarà dibattuto nel plenum del senato domani o il giorno dopo e il testo verrà ratificato il 30 giugno dal Congresso dei deputati dove il partito socialista e i suoi alleati dispongono di una comoda maggioranza. Nel corso dell'estate saranno celebrate le prime nozze fra persone dello stesso sesso e il capo del governo diventerà una icona della comunità gay internazionale. Già José Luis Rodriguez Zapatero è stato eletto a San Paolo «personalità dell'anno» dall'«Associazione brasiliana della fierezza gay, lesbica e transessuale» come ringraziamento e la sua fotografia campeggerà nella copertina di una rivista gay spagnola che uscirà in luglio. Sotto la foto la scritta «L'uomo che mantiene la sua parola».


LA PROTESTA - I dirigenti del Foro della Famiglia, che ha organizzato la manifestazione di Madrid, hanno chiesto di bloccare la legge e un colloquio con il capo del governo. Anche se Zapatero acconsentirà a riceverli non vi sarà spazio per cambiamenti radicali.

Poche ore prima della marcia la vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega ha detto che il governo porta rispetto ai manifestanti ma «è chiaro che essi manifestano per esigere che un diritto si neghi ad altri». Ha insistito che la modifica del Codice Civile che permetterà le nozze fra persone dello stesso sesso «non obbliga nessuno a fare niente che non voglia». Il governo socialista sa che la Chiesa mantiene una notevole influenza sulla società civile spagnola ma è consapevole che le riforme sociali sono appoggiate dalla maggioranza dell'opinione pubblica.


IL SONDAGGIO - Nell'ultimo sondaggio a livello nazionale due terzi degli intervistati hanno risposto di essere favorevoli al matrimonio gay. Per questa ragione la vice di Zapatero ha ricordato alla gerarchia ecclesiastica che «il governo deve prendere decisioni in nome della maggioranza dei cittadini e la maggioranza dei cittadini ha espresso la loro opinione favorevole al matrimonio indipendentemente dall'orientamento sessuale di ciascuno». In altre parole, la partecipazione alla manifestazione può essere stata massiccia, però è maggiore il numero di persone rappresentate dai partiti che approvano la legge in parlamento o che hanno votato socialista alle ultime elezioni.


I SOCIALISTI - Una manifestazione come quella di sabato, pensano i socialisti, li aiuta a rafforzare la loro identità come «partito del laicismo, del femminismo, del progressismo». Inoltre la presenza di parte della gerarchia cattolica e del partito popolare, fianco a fianco nella marcia, ha trasmesso una immagine di fronte «popolar-cattolico» conservatore. E' un'immagine che piace al governo perché inchioda il partito popolare sulla destra e lontano dal centro, ma scomoda una parte dello stesso partito e della gerarchia ecclesiastica. E' la ragione per cui dirigenti popolari, con il leader Mariano Rajoy in testa, non hanno partecipato, e nemmeno sono scesi in piazza circa tre quarti degli alti prelati. Chi non ha partecipato ha pensato che andare fosse controproducente da un punto di vista «politico».


IL PIANO - Non è d'accordo con questa analisi un personaggio come il vescovo di Segorbe-Castellon Juan Antonio Reig che è la massima autorità della Conferenza episcopale in materia di famiglia e vita. E' sceso in piazza circondato dai fedeli della sua diocesi che con ogni mezzo avevano raggiunto Madrid. E' una delle voci più forti ed eloquenti nella condanna delle riforme laiche intraprese dai socialisti. A suo giudizio la legge sulle nozze gay è «la punta dell'iceberg» di «un piano sinistro» di demolizione della Chiesa cattolica messo in atto dal governo Zapatero.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=32791

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