di Alessandro Robecchi
Ho visto i telegiornali, sono informatissimo, so tutto quello che succede in Italia e nel mondo. Per esempio che hanno messo una pinna di plastica al delfino malato (Tg5). Oppure - caso davvero clamoroso, dove andremo a finire? - che a Mosca è arrivata la neve il 19 novembre (ancora Tg5). Poi si parla un po' di Wanna Marchi. Visto come sono informato? La frequentazione assidua del telegiornale dei puffi di Italia Uno mi sta facendo diventare un esperto di glutei. Con il freddo che fa fuori se vuoi vedere una spiaggia assolata e un bel paio di tette, c'è il servizio sul calendario del giorno, poi le ultime sul Grande Fratello, poi uno speciale sul Grande Fratello dell'anno scorso. C'è l'intervista ai giovani che guardano il Grande Fratello. E' l'informazione ai tempi del colera. Conto i casi di censura degli ultimi giorni, vanno da Hendel a Guerritore (Raiuno), da Travaglio (Sky) alla Mussolini (Raidue). A Radiorai, i giornalisti si sentono ordinare "vola più basso". Emilio Fede, scusate il termine, dà dei "terroristi" ai suoi redattori. Cade Mentana, il che significa che si è passati dalla fucilazione dei nemici (i Biagi, i Santoro) a quella degli amici non troppo stretti. I neutrali (ammesso che Mentana lo fosse) non sono più tollerati: la legge Gasparri li rende obsoleti, è autunno, cadono le foglie, anche quelle di fico. Col Tg1 imparo le sottigliezze della lingua. Se nel pastone politico si dice che "la maggioranza cerca l'intesa", significa che sono in corso sparatorie e agguati tra i banchi della destra. Se gli scappa detto che c'è "qualche disagio nella maggioranza" significa che siamo arrivati ai sacrifici umani. Funziona uguale Bruno Vespa: quando vedo che parla d'altro (le sette sataniche, la cronaca nera, i tarocchi) vado subito a controllare che non sia successo qualcosa di brutto a Silvio e ai suoi boys. Di solito è così: parlar d'altro, volare bassi è sempre una buona tattica. Per fortuna che c'è il Tg2, che ci racconta la ricetta della felicità: una sola aliquota fiscale del 19 per cento uguale per tutti, quella sì che è civiltà, ma purtroppo succede in Slovacchia.
In tutta questa libertà di informazione in cui mi immergo quotidianamente, sento un po' la mancanza della signora Gardini, la nuova portavoce di Forza Italia. Sarà che la voce di Silvio la portano tutti e dunque il suo ruolo è un po' superato. Sarà che l'inesperienza le ha giocato brutti scherzi e si è fatta beccare mentre raccontava in pubblico che Tremonti ha una macchinetta per mettersi le supposte. Ma sta di fatto che gli spazi della signora sono troppo stretti, che si potrebbe fare di più. Il portavoce serve essenzialmente per chiudere i panini del Tg1. Sapete come succede: si dice bene del governo, si dà spazio a una millimetrica dichiarazione della sinistra (a volte di Rutelli, perché la confusione mentale fa sempre ascolto) e poi si chiude con una dichiarazione della maggioranza. Ogni tanto si sbagliano: danno la reazione del governo prima ancora della notizia. Altre volte fanno prima e non danno nemmeno la notizia. E' questo meccanismo dell'informazione italiana che ci ha fatto conoscere Schifani. E' questo che ha reso popolare Bondi. E' con i grandi caratteristi che si fa il cinema. La Gardini, invece, si vede poco, se non la invitasse Vespa ogni tanto sarebbe un portavoce abbastanza afono. E' un caso di censura? Anche se le voci sono quelle di Silvio è giusto che il servizio pubblico faccia sentire tutte le voci di Silvio. Devo forse pensare che la Gardini sia considerata dai suoi stessi capi più impresentabile di Bondi? Non capisco perché la sinistra, sempre pronta a difendere i martiri della censura, non muova un dito per questa signora tanto a modo che - a parte quando parla delle supposte di Tremonti - porge con tanta grazia le opinioni del suo capo. Non straborda, non tracima come i suoi colleghi. Pratica l'arte della toccata e fuga. Ogni tanto spunta la Gardini e dice: tagliamo l'irpef! Zam, un lampo, e poi si continua con lo scandalo del maltempo o l'ammazzamento del giorno. Il portavoce subliminale funziona proprio così: un flash e si ritira nelle tenebre, le sue parole rimbombano per un istante e poi si torna ai cuccioli di iguana dello zoo di Pechino: giusto per la completezza dell'informazione.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Novembre-2004/art8.html
martedì 23 novembre 2004
I miei occhi hanno visto telegiornali...
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