giovedì 13 gennaio 2005

Fecondazione: «sì» a quattro referendum, bocciato quello radicale

di red.

Quattro su cinque. È questo il responso uscito dalla camera di consiglio della Corte costituzionale riunita da lunedì 11 gennaio per giudicare sull'ammissibilità dei cinque quesiti referendari sulla procreazione assistita.

I giudici della Corte Costituzionale hanno deciso l'inammissibilità del quesito referendario proposto dai Radicali e dall'associazione Luca Coscioni di abrogazione totale della legge n. 40 sulla procreazione assistita dichiarando invece ammissibili gli altri quattro referendum di abrogazione parziale della legge. Si voterà una domencia tra il 15 aprile e il 15 giugno.

I quattro quesiti referendari di abrogazione parziale della legge ai quali la Consulta ha dato il via libera riguardano: il limite alla ricerca sperimentale sugli embrioni; le norme sui limiti all'accesso alla procreazione medicalmente assistita (in particolare l'eliminazione dell'obbligo di creare in vitro non più di tre embrioni); le norme sulle finalità, sui diritti dei soggetti coinvolti e sui limiti all'accesso (in particolare per la cancellazione totale dell'art. 1 della legge sui diritti del concepito); il divieto di fecondazione eterologa.

I quindici giudici costituzionali, presieduti da Valerio Onida, hanno deciso dopo aver ascoltato in udienze a porte chiuse, le ragioni dello schieramento pro-referendum composto dai partiti del centrosinistra, Radicali, Cgil e altre associazioni contro il quale all'ultimo momento si era costituito il governo suscitando le proteste dei laici della maggioranza e la dura condanna dell'opposizione. Accanto all'esecutivo, a difendere le ragioni del no erano state ammesse anche sette associazioni che hanno avuto facoltà di fare alcuni interventi brevi presso la Corte e presentare memorie contro i referendum.

Furente la reazione del segretario dei Radicali, Daniele Capezzone, che aveva guidato la raccolta delle forme per il referendum sull'abrogazione totale. «Voglio dire subito che questa decisione è scandalosa, ancora una volta politica, e tale da umiliare il parere della stragrande maggioranza dei costituzionalisti italiani, che si erano espressi per l'ammissibilità di tutti i quesiti -dice Capezzone - Aggiungo che ora daremo battaglia sugli altri quesiti, di cui siamo copromotori e sostenitori, per evitare ulteriori scippi parlamentari».

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, plaude alla scelta della Consulta sull'ammissibilità dei quesiti referendari sulla procreazione assistita. «Il giudizio di inammissibilità del quesito per l'abrogazione totale della legge - aggiunge il ministro dell'Udc - sottolinea e ribadisce un principio che noi abbiamo sempre fortemente sostenuto: non si può aprire ad una situazione in cui sia possibile superare i limiti alla difesa della dignità della persona, sanciti dalla nostra Costituzione». «Si trattava - prosegue Giovanardi - di una richiesta inaccettabile e sono contento che con questa decisione si conferma la volontà di difendere questi limiti contro ogni tipo di aberrazione».

Sul tema della procreazione assistita «il governo Berlusconi ha dimostrato di non essere neutrale». Lo afferma l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, secondo il quale la legge 40, «non solo è sbagliata ma controproducente rispetto agli stessi fini che essa si propone. La necessità di cambiarla è nelle cose». Amato considera «probabile» una vittoria dei sì al referendum e considera sbagliata la convinzione, che egli vede diffusa tra i banchi del Polo, che non si arriverà al quorum e che basterà scoraggiare la partecipazione della gente al voto per farli fallire. «Anche se non si raggiungesse il quorum o vincessero i no - conclude Amato - non potremmo comunque tenerci questa legge, perchè più essa verrà applicata più emergerà che essa va cambiata

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=40269

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.