mercoledì 8 giugno 2005

Il Gay Pride a Torino spacca la giunta

Cinque assessori: pronti a dare il patrocinio. Insorgono i cattolici del centrosinistra
di Emanuela Minucci

L’orgoglio omosessuale spacca la giunta Chiamparino. O meglio, otto mesi di eventi legati al prossimo «Gay Pride» che sono previsti sotto la Mole da marzo al dicembre 2006, subito dopo le Olimpiadi, divide gli assessori. Da un lato l’anima cattolica, oggi rappresentata da tre membri della giunta (al fianco del vicesindaco Calgaro siedono l’assessore Marco Borgione e l’appena insediato Gavino Olmeo), dall’altra, in ordine sparso, e in maggioranza favorevoli, gli altri. Il sindaco Chiamparino, per ora, preferisce, non commentare: «Ho un’idea ben precisa sull’argomento, ma non voglio anticiparla. Ho preso l’impegno di incontrare i rappresentanti del comitato e poi ne parlerò in giunta. E solo martedì prossimo potremo parlarne».

Tanto basta a prevedere che nella prossima riunione di giunta il clima si surriscalderà. Così come si è surriscaldato qualche settimana fa a Milano, quando la giunta Albertini ha finito per negare il proprio patrocinio alla sfilata dei gay che è andata in scena orfana del simbolo del municipio. «Sì ma quella è una giunta di centro destra - fa notare Paolo Hutter, ex assessore della giunta Castellani, torinese di nascita e milanese d’adozione, nonchè precursore dell’”outing” - e va detto che succede solo in casi molto dubbi e particolari che il Comune neghi il patrocinio a chi lo chiede». Incalza: «Mi verrebbe da dire che chi è contro i gay si autoesclude dal centrosinistra e dall’Europa, e mi auguro che a Chiamparino e colleghi questo proprio non succeda».

Ma rivediamo come si è arrivati a questa nuova occasione di scontro. Qualche giorno fa, il comitato «Torino Pride 2006» ha inviato una lettera al sindaco Chiamparino per chiedergli di patrocinare la prossima edizione nazionale del Glbt Pride (dove Glbt sta per Gay, Lesbian, Bisexual, Transgender) che prevede ben otto mesi di manifestazioni perchè nel 2006 saranno trascorsi 35 anni dalla prima edizione del Gay Pride. «Onorevole sindaco - esordisce il messaggio firmato da Enzo Cucco - il comitato che rappresento intende organizzare a Torino il Pride nazionale per l’anno 2006, la più grande manifestazione di cultura, politica e spettacolo proposta dalle persone gay, lesbiche e transessuali a tutta la comunità».

Continua: «Si tratta di un’iniziativa che vogliamo caratterizzare in modo nuovo, dedicandola in modo esplicito a tutti coloro che non conoscono la realtà “glbt” italiana, attraverso iniziative culturali, di spettacolo e di riflessione che abbiano la caratteristica di essere trasversali e aperte al massimo confronto possibile».

Il sindaco Chiamparino, prima di dire sì all’incontro e acconsentire alla richiesta di patrocinio, ha anche girato una copia della lettera a tutti i suoi assessori. Nel frattempo le singole posizioni sono già emerse. Insieme con una buona dose di malumori. A capitanare il fronte del «no» a benedire con il simbolo del Comune «la sfilata-provocazione» ci sono gli assessori dell’ala cattolica della Margherita come Marco Borgione (Assistenza), e Gavino Olmeo (servizi anagrafici, personale). Spiega Borgione: «Ricordo perfettamente quando il Comune negò il patrocinio a una manifestazione di trial. Lo fece perchè a sponsorizzare l’evento c’era un manifesto di dubbio gusto, che ritraeva una ragazza intenta a leccare la gomma della bicicletta. Bene, mi pare che anche in questo caso, dal momento che spesso la sfilata del gay pride contiene notevoli cadute di gusto, sia d’obbligo procedere con i piedi di piombo».

Dello stesso avviso sono il collega Olmeo e il vicesindaco Calgaro. E contro il numero due di Palazzo civico si scaglia il capogruppo ds in Provincia Stefano Esposito (il comitato ha chiesto il patrocinio non solo al Comune, anche agli altri enti, Provincia e Regione), che spiega: «La morale e la cultura di Calgaro non possono e non devono diventare quelle della Città». A ritenere invece che il patrocinio si debba concedere ci sono gli assessori Tricarico, Bonino, Peveraro, Dealessandri, Sestero, Tessore e Viano. Si riservano infine di dichiarare il loro parere martedì prossimo, gli assessori Vinciguerra, Alfieri, Montabone.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32607

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