martedì 14 giugno 2005

Medici, pazienti e scienziati "L'Italia pagherà un prezzo alto. Ora all'estero per cure e ricerca"

Parte la caccia via internet ai centri oltre frontiera
E-mail di rabbia sui siti che hanno difeso il Sì
di MARIA NOVELLA DE LUCA


ROMA - Dopo la delusione la fuga. Se ne andranno le coppie in cerca di un figlio, se ne andranno i ricercatori a cui è vietato indagare sulle cellule dell'embrione. L'Italia degli sconfitti si organizza: medici, pazienti, scienziati, oltre frontiera è tutto pronto, basta entrare in Rete, chiedere consiglio alle associazioni, e tentare altrove ciò che in Italia è proibito. "Altrove" significa anche vicino, vicinissimo, la Svizzera, la Slovenia, la Spagna, l'Inghilterra, i centri esteri offrono convenzioni, prezzi sempre migliori, tecnologia d'avanguardia.

"Il nostro sito è inondato di messaggi di coppie disperate e piene di rabbia - racconta Federica Casadei, presidente di Cerco un bimbo - il senso collettivo è che a noi è stato rubato il futuro. Molte donne cattoliche annunciano che d'ora in poi non daranno più l'8 per mille alla Chiesa, in due ore oltre 500 messaggi. La sconfitta c'è, è sulla nostra pelle, ma anche la voglia di reagire: il numero di chi emigrerà per avere un bambino crescerà a dismisura. E con noi emigreranno anche i ginecologi, molti già lavorano fuori, anzi le coppie italiane "punite" dalla legge 40 rappresenteranno un enorme business dell'Europa globalizzata. La verità è che in questo referendum è mancato il voto dei giovani, e anche delle donne giovani, del tutto ignare di cosa vuol dire autodeterminazione femminile".

E la legge 40, sottolinea Filomena Gallo di Amica cicogna "divide di nuovo i ricchi dai poveri, i più forti dai più deboli", perché non tutti avranno soldi, tempo e forza per affrontare in un paese sconosciuto l'iter, difficilissimo, della procreazione assistita. È chiaro infatti che i tempi saranno lunghi. Che ben difficilmente il parlamento modificherà una legge così saldamente difesa. Ma a pagarne il prezzo non saranno soltanto le coppie infertili, i malati, i portatori di malattie genetiche.

Sarà anche " la scienza italiana a pagare un prezzo molto alto a cominciare dal ritardo che inevitabilmente accumuleremo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali". Lo afferma con amarezza Carlo Flamigni, il padre della procreazione assistita in Italia, sostenendo che non pochi "ricercatori potrebbero decidere di lasciare il nostro Paese per continuare i propri studi all'estero". All'Italia toccherà "importare" le scoperte di paesi più liberali.

"In presenza di risultati positivi delle ricerche sulle staminali embrionali, in qualunque paese ciò accada, questi verranno immediatamente resi noti, ma il grande paradosso sarà che l'Italia sarà allora costretta ad acquistare i brevetti di ciò che altri hanno scoperto, perché messi in grado di ricercare e lavorare in questa direzione. Chi, malato o parente di un malato, rinuncerebbe infatti ad una terapia salva-vita?".

"Siamo al Medioevo della ricerca - rilancia ancor più deciso l'immunologo Ferdinando Aiuti - il mio invito è rivolto ai giovani ricercatori: affrettatevi a lasciare l'Italia". Il farmacologo Silvio Garattini prova a fare autocritica. "Forse noi scienziati non abbiamo fatto abbastanza per far comprendere l'importanza di questo referendum". Cupo il commento dell'astrofisica Margherita Hack, che teme ora una crociata contro l'aborto. "Se l'embrione ha l'anima, se i diritti dell'embrione sono equiparati a quelli delle persone adulte, figuriamoci il feto. Siamo soltanto all'inizio...".

(14 giugno 2005)

http://www.repubblica.it/2005/f/sezioni/politica/dossifeconda7/scienzest/scienzest.html

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.