lunedì 13 giugno 2005

Referendum. Grillini: "I clericali non cantino vittoria"

Franco Grillini commenta la scarsa partecipazione al voto

(AGI) - Roma, 13 giu. - "Nonostante il deludente risultato della consultazione in termini di partecipazione al voto, nulla giustifica in questo paese quella svolta clericale, sanfedista e vandeana che si vorrebbe imporre". Lo dice Franco Grillini(Ds), che aggiunge: "I clericali, prima delle urne, hanno disertato il confronto a viso aperto, hanno abbandonato il campo sapendo di essere minoranza e nulla li autorizza ad annettersi l'astensione che caratterizza oltre 10 anni le consultazioni referendarie in Italia, tutte fallite. D'altra parte proprio la scelta di cercare di far fallire il referendum sommandosi agli indifferenti getta un ombra di cinismo su di una chiesa che non guarda ai mezzi per i propri fini. In tal modo si e' fatto del terrorismo sulla natura reale dei quesiti parlando di clonazione umana, di uomini fatti in laboratorio, di eugenetica; si sono trasformate le chiese in luoghi di propaganda politica con i fondi dell'8 per mille; si e' avviato un rigido controllo del territorio violando, con la propaganda per l'astensionismo, la segretezza del voto. In una parola - conclude il presidente onorario Arcigay - si e' sostituito, con l'uso cinico del trucco elettorale, quel consenso e quell'autorevolezza che la chiesa cattolico-romana non ha piu' a partire dalle chiese vuote per finire con la crisi delle vocazioni. Non si puo' in alcun modo, quindi, utilizzare il risultato del referendum per mettere in discussione aborto e divorzio. Una furbata elettorale non cambia la natura profondamente secolarizzata del paese. In definitiva i clericali sono ben lontani dal poter cantare vittoria".



--------------------------------------



(ANSA) - BOLOGNA, 13 GIU - ''Il quorum non c'e', ma non c'e' nemmeno la vittoria dei clericali'': questo il commento del presidente onorario dell'Arcigay Franco Grillini alla chiusura delle urne per il referendum sulla procreazione assistita.

Secondo il deputato dei Ds, ''una furbata elettorale non cambia la natura profondamente secolarizzata del Paese'' e ''non si puo' in alcun modo, quindi, utilizzare il risultato del referendum per mettere in discussione aborto e divorzio''.

''In un sondaggio riservato il no ai quesiti referendari era dato al 14% - afferma Grillini - I si' alle modifiche della brutta legge 40, che brutta rimane, sono largamente maggioritari nel Paese e avrebbero largamente vinto in presenza del quorum.

Cio' significa che, nonostante il deludente risultato della consultazione in termini di partecipazione al voto, nulla giustifica in questo Paese quella svolta clericale, sanfedista e vandeana che si vorrebbe imporre''.

Prima delle urne - prosegue il deputato dei Ds - ''i clericali hanno disertato il confronto a viso aperto, hanno abbandonato il campo sapendo di essere minoranza e nulla li autorizza ad annettersi l'astensione che caratterizza da oltre 10 anni le consultazioni referendarie in Italia, tutte fallite''. D'altra parte, secondo Grillini, ''proprio la scelta di cercare di far fallire il referendum sommandosi agli indifferenti getta un ombra di cinismo su di una Chiesa che non guarda ai mezzi per i propri fini. In tal modo - sostiene - si e' fatto del terrorismo sulla natura reale dei quesiti parlando di clonazione umana, di uomini fatti in laboratorio, di eugenetica; si sono trasformate le chiese in luoghi di propaganda politica con i fondi dell'8 per mille; si e' avviato un rigido controllo del territorio violando, con la propaganda per l'astensionismo, la segretezza del voto''.

''In una parola - conclude - si e' sostituito, con l'uso cinico del trucco elettorale, quel consenso e quell'autorevolezza che la Chiesa cattolico-romana non ha piu' a partire dalle chiese vuote per finire con la crisi delle vocazioni'' In definitiva, secondo il presidente onorario dell'Arcigay, ''i clericali sono ben lontani dal poter cantare vittoria''.



----------------------------



(ASCA) - Roma, 13 giu - ''In un sondaggio riservato -commenta Franco Grillini deputato DS e presidente onorario Arcigay -il no ai quesiti referendari era dato al 14%. I si' alle modifiche della brutta legge 40, che brutta rimane, sono largamente maggioritari nel paese e avrebbero largamente vinto in presenza del quorum. Cio' significa che, nonostante il deludente risultato della consultazione in termini di partecipazione al voto, nulla giustifica in questo paese quella svolta clericale, sanfedista e vandeana che si vorrebbe imporre. I clericali, prime delle urne, hanno disertato il confronto a viso aperto, hanno abbandonato il campo sapendo di essere minoranza e nulla li autorizza ad annettersi l'astensione che caratterizza oltre 10 anni le consultazioni referendarie in Italia, tutte fallite.

D'altra parte proprio la scelta di cercare di far fallire il referendum sommandosi agli indifferenti getta un ombra di cinismo su di una chiesa che non guarda ai mezzi per i propri fini. In tal modo si e' fatto del terrorismo sulla natura reale dei quesiti parlando di clonazione umana, di uomini fatti in laboratorio, di eugenetica; si sono trasformate le chiese in luoghi di propaganda politica con i fondi dell'8 per mille; si e' avviato un rigido controllo del territorio violando, con la propaganda per l'astensionismo, la segretezza del voto. In una parola - sostiene Grillini - si e' sostituito, con l'uso cinico del trucco elettorale, quel consenso e quell'autorevolezza che la chiesa cattolico-romana non ha piu' a partire dalle chiese vuote per finire con la crisi delle vocazioni.

Non si puo' in alcun modo, quindi, utilizzare il risultato del referendum per mettere in discussione aborto e divorzio.

Una furbata elettorale non cambia la natura profondamente secolarizzata del paese.

In definitiva i clericali sono ben lontani dal poter cantare vittoria''.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=32680

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.