Da Betlemme a Waterloo
di Marco Travaglio
Ormai è una via di mezzo fra Zelig e Forrest Gump. Non c'è epoca storica, da Betlemme a Waterloo, dal Manzanarre al Reno, che non l'abbia visto protagonista. L'altra sera il Bellachioma Tour ha fatto tappa a Telelombardia, dove però s'è verificato un imprevisto: gli intervistatori non erano suoi dipendenti. Dunque i conduttori Emanuela Ferri e David Parenzo e gli ospiti Cresto-Dina di Repubblica, Oddo del Soviet-24 ore e persino Paragone della Padania gli facevano domande e quando diceva una stronzata - cioè quasi sempre - glielo facevano cortesemente notare (in rappresentanza della ditta c'era il solo Belpietro, visibilmente spaesato fra tanti giornalisti). È stata un'esperienza inedita, che ha piacevolmente sorpreso il pubblico (120mila telespettatori solo in Lombardia). Ma anche un pericoloso precedente: se passa l'idea che si possono fare domande al premier, chissà dove andremo a finire.
Lui, all'inizio, si comporta come se fosse a Porta a Porta. «Le famiglie italiane si indebitano? Bene, è perché hanno fiducia nel futuro». Imbarazzo in studio. «Montezemolo parla a nome suo, non degli industriali. Io con industriali che la pensano come me» (tipo Gnutti e Fiorani, per dire). Il suo italiano è il solito:
personalizzato, fra un «i capogruppi» e un «museo di piante in Sardegna» (per non parlare dell'aiuola dei quadri e della serra di sculture). Poi la politica estera, la sua passione. «Gheddafi ci chiede una strada che colleghi l'Egitto alla Tunisia: impegno da migliaia di miliardi che stiamo discutendo». Pare che abbia proposto al colonnello un Contratto con i Libici, ma quello non ha abboccato: «Vedere strada, vendere cammello». Ora gli manderà Lunardi, il ministro con il buco intorno: già allo studio un emendamento alla legge Grandi Opere per un tunnel sottomarino Tripoli-Kiev, modesta deviazione della Transiberiana.
Il Cavalier Zelig sfodera un'altra specialità: l'economia. Crescita zero? Centomila posti di lavoro persi in un anno? Niente paura: «Ai lavoratori che guadagnano poco la risposta dell'imprenditore Berlusconi è: cercate di guadagnare di più. Un padre di famiglia sa cosa deve fare ci sono mille modi per incrementare le proprie entrate. Io, durante la guerra, aiutavo gli ambulanti al mercato e alla fine andavo a raccogliere la carta per strada, la mettevo nella vasca da bagno e la facevo asciugare facendo delle palle che poi vendevo per accendere le stufe. Poi mi han regalato una macchina fotografica e, per arrotondare, andavo a fare fotografie ai funerali e ai matrimoni». Ora che è cresciuto (si fa per dire), le palle le vende agli italiani. Resta da capire come facesse a lavorare al mercato durante la guerra (iniziata nel 1940), essendo nato nel 1936: papà Luigi e mamma Rosa lo mandavano a scaricare le casse a 4 o 5 anni? Ma questo è sfruttamento del lavoro minorile, roba da telefono azzurro.
Storia e geografia. Gli domandano dove diavolo sia quel famoso cimitero dei marines sulle cui tombe - come ha narrato ai figuranti del Congresso Usa - «da bambino giurai fedeltà alla libertà e alla democrazia». Contrordine: non era bambino, «avevo circa 20 anni». Il camposanto è quello «di Nettuno ad Anzio» (gli sfugge che una cosa è Nettuno, una cosa è Anzio): «Mio padre era un estimatore di De Gasperi e partecipava a iniziative che questi faceva a Roma. Una volta mi condusse al cimitero Usa. Fu nel 1956-57». Sventuratamente De Gasperi era già morto da due o tre anni, essendo spirato il 19 agosto 1954.
Alla fine, alcuni prodotti tipici della casa: l'elogio dell'evasione fiscale, il vanto di aver «sgominato le Br» con le nude mani, senza contare «l'arresto di 203 terroristi internazionali e 111 interni» (tutta opera sua) e l'ennesimo annuncio dell'imminente «sondaggio americano che ci dà al sorpasso» (li dà in testa da un mese, da prim'ancora di esser fatto, ma ancora non s'è visto). Quanto al caso Mills, «ho giurato sui miei figli che non sapevo nulla di quei soldi.
E poi, per definizione, il presidente del Consiglio non può mentire, altrimenti va a casa. Giuro qui davanti alle telecamere che io non ne sapevo nulla». I figli, comprensibilmente, l'hanno pregato di non giurare più sulla loro testa e lui giura sulle telecamere. Tanto, eccezionalmente, non sono le sue. «Mills non lo conosco». Però assicura che «non si è separato da Tessa Jowell per questa vicenda» (non lo conosce, ma sa addirittura perché si separa). Gran finale è sui comunisti: «Hanno ancora il simbolo della falce e marcello». Dice proprio così: marcello. Il primo Dell'Utri non si scorda mai.
da l'Unità
mercoledì 8 marzo 2006
Calce e martello
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