Anche se espulso, ma solo se l'omosessualità nel suo Stato è reato
La Cassazione spezza una lancia in favore dei diritti dei gay: gli extracomunitari espulsi e, nonostante questo, rimasti in Italia, non sono punibili penalmente a patto che nel loro paese l'omosessualità sia un reato e non "soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale".
E' quanto si evince dalla sentenza n. 2907 depositata oggi dalla prima sezione penale della Suprema Corte.
E' il caso di un marocchino che non aveva ottemperato all'ordine di allontanamento disposto dal questore perché, aveva detto, aveva paura di essere perseguitato nel suo paese a causa della sua omosessualità. Poi, aveva avuto guai con la giustizia in
quanto aveva violato l'articolo 14 della Bossi-Fini rimanendo in Italia. Il Tribunale di Modena aveva deciso di assolverlo perché, aveva spiegato, "attese la condizione di omosessualità
dell'imputato e la possibilità di essere perseguitato nel proprio paese - Marocco - avendo riguardo alla legislazione ivi vigente, sussistesse un giustificato motivo dell'inosservanza addebitata allo straniero".
Contro questa decisione ha fatto ricorso ai giudici del Palazzaccio la Procura di Bologna ottenendo una riapertura del caso (ricorso accolto con rinvio) per due motivi: i giudici
emiliani, a parere del collegio di legittimità, non avevano accertato che il 35enne straniero fosse, non soltanto nato in Marocco, ma avesse la cittadinanza marocchina a tutti gli effetti. Non solo. Poi avrebbero dovuto accertarsi che in quello Stato l'omosessualità è un vero e proprio reato e comporta "il rischio di una grave persecuzione".
Insomma, l'ordine di allontanamento del questore è inesigibile se "lo straniero sia cittadino del Marocco di guisa che, come tale, ed in ragione della propria appartenenza a comunità sociale e familiare, egli potrebbe fare ritorno soltanto in quel paese; che alla stregua della previsione del Codice penale di detto paese sia penalmente sanzionata proprio l'omosessualità come pratica personale e non soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale".
Insomma ora la Corte di Bologna dovrà valutare tutti questi elementi prima di decidere se giustificare o meno la violazione posta in essere al marocchino che, incurante dell'ordine del questore, è rimasto in Italia.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=76625
La Cassazione spezza una lancia in favore dei diritti dei gay: gli extracomunitari espulsi e, nonostante questo, rimasti in Italia, non sono punibili penalmente a patto che nel loro paese l'omosessualità sia un reato e non "soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale".
E' quanto si evince dalla sentenza n. 2907 depositata oggi dalla prima sezione penale della Suprema Corte.
E' il caso di un marocchino che non aveva ottemperato all'ordine di allontanamento disposto dal questore perché, aveva detto, aveva paura di essere perseguitato nel suo paese a causa della sua omosessualità. Poi, aveva avuto guai con la giustizia in
quanto aveva violato l'articolo 14 della Bossi-Fini rimanendo in Italia. Il Tribunale di Modena aveva deciso di assolverlo perché, aveva spiegato, "attese la condizione di omosessualità
dell'imputato e la possibilità di essere perseguitato nel proprio paese - Marocco - avendo riguardo alla legislazione ivi vigente, sussistesse un giustificato motivo dell'inosservanza addebitata allo straniero".
Contro questa decisione ha fatto ricorso ai giudici del Palazzaccio la Procura di Bologna ottenendo una riapertura del caso (ricorso accolto con rinvio) per due motivi: i giudici
emiliani, a parere del collegio di legittimità, non avevano accertato che il 35enne straniero fosse, non soltanto nato in Marocco, ma avesse la cittadinanza marocchina a tutti gli effetti. Non solo. Poi avrebbero dovuto accertarsi che in quello Stato l'omosessualità è un vero e proprio reato e comporta "il rischio di una grave persecuzione".
Insomma, l'ordine di allontanamento del questore è inesigibile se "lo straniero sia cittadino del Marocco di guisa che, come tale, ed in ragione della propria appartenenza a comunità sociale e familiare, egli potrebbe fare ritorno soltanto in quel paese; che alla stregua della previsione del Codice penale di detto paese sia penalmente sanzionata proprio l'omosessualità come pratica personale e non soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale".
Insomma ora la Corte di Bologna dovrà valutare tutti questi elementi prima di decidere se giustificare o meno la violazione posta in essere al marocchino che, incurante dell'ordine del questore, è rimasto in Italia.
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