giovedì 27 marzo 2008

Appello al governo per Mohamed

Pubblico la lettera di alcuni candidati(*) della Sinistra Arcobaleno per la dfifesa di un immigrato senegalese gay apparsa oggi sul quotidiano la Stampa


«Chiediamo al ministero degli Interni di intervenire per evitare il rischio che "Mohamed" venga fermato trattenuto e rimpatriato in Senegal dopo la gravissima sentenza di cui diamo notizia.

Gravissimo. Il giudice di pace di Torino ha ri-convalidato dopo quasi tre anni e mezzo il decreto di espulsione di un immigrato senegalese gay. Anche se ha accertato l’omosessualità del giovane e ha riconosciuto i pericoli a cui andrebbe incontro se rimpatriato. E' il totale rovesciamento della logica che aveva portato un altro giudice di pace, tre anni fa, ad annullare la espulsione dello stesso giovane Mohamed. Era stata la Cassazione a disporre di rifare il processo, per meglio accertare sia l'orientamento sessuale del ricorrente sia la sua perseguibilità in Senegal.

La sentenza di pochi giorni fa che respinge il ricorso contro l’espulsione cita la legge senegalese “ da uno a cinque anni di carcere per chiunque avrà commesso un atto impudico o contro natura con un individuo dello stesso sesso” e ne trae la conclusione che essa colpisce un comportamento e non la “mera” condizione di soggetto omosessuale. Quindi non sarebbe abbastanza persecutorio per rientrare nelle eccezioni alla espulsione previste dalla legge sull’immigrazione ( e salvaguardate persino nella Bossi Fini).

La protezione umanitaria degli stranieri omosessuali che rischiano la persecuzione nel loro paese d’origine dovrebbe essere un principio acquisito. Soprattutto dopo che un emendamento del senatore Gianpaolo Silvestri alla legge comunitaria sul diritto d’asilo aveva chiaramente affermato che va difeso il cittadino straniero “il quale, pur provenendo da un Paese sicuro, possa essere perseguito (non necessariamente in base ad una norma penale, ma comunque in base a disposizioni o atti concreti, oggettivamente individuabili) a causa di un fatto o comportamento che nel nostro ordinamento non è perseguibile (in quanto non costituisce reato).” La sentenza di Torino non tiene conto di questa legge – uno dei risultati positivi della legislatura - e confidiamo che prima o poi sarà cancellata. Ma nel frattempo il ministero degli Interni dia disposizioni umane e legali alla questura. Lo chiediamo come candidati della Sinistra Arcobaleno, auspicando che anche le altre formazioni politiche facciano lo stesso».


(*) TITTI DE SIMONE, VLADIMIR LUXURIA, GIANPAOLO SILVESTRI, PAOLO HUTTER e ANTONIO SOGGIA

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