giovedì 21 ottobre 2004

Barroso sfida l'Europarlamento. Su Buttiglione si va alla conta

Non ci sarà nessuno rimpasto, in seno alla Commissione europea. Il presidente designato della Commissione, José Manuel Barroso, conferma pienamente la fiducia a Rocco Buttiglione. Il suo portafoglio non verrà ritoccato, al filosofo rimangono le deleghe di Giustizia e Affari Interni.

Si intravede però una piccola novità. Meglio chiamarla una finta apertura nei confronti di Verdi, Socialisti e una buona fetta del gruppo liberale, intenzionati a sfiduciare la Commissione in Parlamento. Le conseguenze sarebbero traumatiche: Barroso, essendo stato legittimato come presidente della Commissione dal voto di Strasburgo (a luglio), rimarrebbe al suo posto. Ma dovrebbe nominare nuovi commissari. E un'eventualità del genere rappresenterebbe una crisi politica mai verificatasi prima in Europa. Per salvare la sua Commissione, Barroso ha presentato ai capigruppo del Parlamento europeo un documento in cui fa presente la possibilità che un gruppo di quattro commissari, da lui presieduto, sia incaricato di convalidare le iniziative sulla discriminazione, diritti e libertà. Del gruppo non farebbe parte Rocco Buttiglione.

Lo stesso Buttiglione è d'accordo con questa ipotesi. In una lettera inviata a Barroso, il filosofo precisa: «Non mi aspetto che un conflitto possa emergere fra la mia coscienza e il mio dovere quale commissario, ma se questo dovesse essere il caso durante il mio mandato sono pronto a chiedere formalmente di essere esonerato dallo svolgimento di determinati atti e di essere sostituito nello stesso». Oltre a questo, Buttiglione, nella missiva – cinque paragrafi in tutto – recita il “mea culpa”, cercando di redimersi per le dichiarazioni su donne e omosessuali. «Parole emotivamente cariche come peccato forse non dovrebbero essere forse introdotte nel dibattito politico», ha scritto il filosofo. Barroso ha anche annunciato che per gli altri cinque commissari sui quali sono state espresse delle riserve sarà lui a subentrare ogni volta che ci saranno problemi.

La mossa tattica di Barroso non ha comunque sortito l’effetto desiderato. Socialisti, Verdi e Liberali, confermano le loro posizioni e sono orientati a votare in Parlamento contro la fiducia alla Commissione. Daniel Cohn-Bendit, copresidente dei Verdi a Strasburgo, afferma: «La proposta di Barroso è aberrante. La sinistra voterà contro la Commissione, i liberali sono divisi. Questa Commissione o passa con un piccolo scarto o non passa del tutto». Barroso, a quanto sembra (i Socialisti confermano: «Se non cambia la delega di Buttiglione e della danese Kroes, la Commissione salta») ha fallito la sua mediazione.

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