mercoledì 10 novembre 2004

Finale di Commedia

di Antonio Padellaro

Il governo viene battuto alla Camera sull’articolo 1 della legge Finanziaria. La maggioranza diventa un agglomerato di risentimenti dove tutti accusano tutti. Il vertice della Casa delle Libertà, convocato per concordare il nuovo ministro degli Esteri e la famosa riforma fiscale si trasforma in una riunione di emergenza per salvare il salvabile. Sommiamo i tre principali eventi della giornata politica e avremo un governo incapace perfino di governare se stesso. Non serve a nulla affermare che un qualsiasi altro governo, in una qualunque altra normale democrazia avrebbe, a questo punto, preso atto di una situazione insostenibile e dunque rassegnato le dimissioni. Sarebbe un atto di consapevolezza e di rispetto delle istituzioni che, tuttavia, non ci sarà per la semplice ragione che a tenere in piedi il governo Berlusconi, in tutte le sue componenti, non sono più le normali regole della politica bensì una sorta di primordiale istinto di sopravvivenza.
Ciò che è accaduto, negli ultimi mesi, a questa informe ammucchiata di ministri avrebbe affondato non uno ma tre governi.

Il superministro dell’Economia creativa Tremonti accusato per la bancarotta dei conti pubblici e licenziato su due piedi dal presidente del Consiglio. Un altro ministro, Buttiglione, designato a rappresentare l’Italia nella Commissione di Bruxelles ma rifiutato dal Parlamento europeo con un severo verdetto di incompatibilità. Il ministro Siniscalco, successore del ministro creativo, costretto ad ammettere che le famiglie italiane non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, strangolate come sono dal costo della vita. Ogni volta si è detto che una cosa del genere non era mai accaduta immaginando chissà quali conseguenze me sarebbero derivate.

Ma ogni volta l’informe ammucchiata ha fatto finta di niente continuando a farsi tranquillamente gli affari suoi. Del resto, a parte l’opposizione, chi si azzardava a fiatare? Non certo la cosiddetta grande stampa, totalmente assorbita dal fondamentale dibattito sulle radici cristiane dell’Europa. Quanto al grande Tg unificato, chi poteva mai pretendere uno straccio di notizia, qualcosa che non fosse la solita velina letta, approvata e timbrata da Palazzo Chigi? Si voleva forse mettere sul lastrico le famiglie dei poveri direttori Rai e Mediaset? E se i precedenti erano questi si poteva forse pensare che la bocciatura, anche questa senza precedenti, dell’articolo 1 della legge Finanziaria avrebbe provocato un qualche sussulto di resipiscenza, un qualche scatto di dignità?

Infatti, la legge fondamentale dello Stato e dei conti pubblici, viene bocciata, incenerita, distrutta fin dal suo architrave e tutto va avanti come prima. I deputati della Cdl hanno cominciato a rinfacciarsi gli uni con gli altri la responsabilità dei larghi vuoti nell’aula di Montecitorio, ma questa non è una novità. Il Tg unificato tratta la cosa con lo stesso rilievo dedicato all’ondata di freddo sulla penisola, e anche qui niente di nuovo. Unico inconveniente, il rinvio dello scambio delle merci (Gianfranco Fini si prende la Farnesina e An accetta la riforma delle tasse) ma ci sarà, vedrete, tutto il tempo per mettersi d’accordo.

Bisogna essere degli illusi o degli inguaribili romantici per pensare che gente del genere possa ragionare con il senso di responsabilità di chi ha cuore il bene del paese. Un premier degno di questo nome, preso atto della crisi della propria maggioranza sarebbe, come minimo, salito al Quirinale per consultarsi con il capo dello Stato. Magari per poi dare vita a un nuovo governo, con un gabinetto rinnovato e un programma aggiornato e credibile. Poteva anche esserci un Berlusconi due che, tuttavia, non ci sarà per non correre il rischio, una volta sciolto il Berlusconi uno, che sia poi l’intera coalizione a dissolversi nel nulla. Una volta venuto meno qualsiasi altro collante politico, ideologico, programmatico, a tenere insieme Forza Italia, An, Lega e Udc resta esclusivamente la voglia di sopravvivenza e di potere. E pensare che nel centrosinistra c’è chi vorrebbe impostare un dialogo con questa roba qui. Un’idea davvero stravagante.
Tratto da l'Unità del 10/11/2004

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