venerdì 5 novembre 2004

Fuga dagli USA: richieste ai consolati per emigrare

Consolati sommersi di chiamate di cittadini americani che vogliono emigrare in stati più aperti per i gay

La grande fuga degli americani - si suppone di fede democratica - è già iniziata: a soli 48 ore dalla rielezione di George W. Bush alla guida del Paese per altri quattro anni, i consolati di Canada, Nuova Zelanda e Australia sono stati sommersi da numerose richieste di cittadini ansiosi di emigrare. L'effetto-Bush ha spinto gli americani a cercare i Paesi meno conservatori, più aperti alla legalizzazione dei matrimoni fra i gay, alla depenalizzazione della marijuana e al finanziamento del sistema sanitario.

Tutte tematiche trascurate dall'amministrazione Bush e che, secondo i più pessimisti, saranno ulteriormente accantonate per i prossimi quattro anni. Già negli anni Sessanta, durante la guerra fredda, molti americani parlavano di emigrare in Australia per evitare i rischi. E in questi giorni si sta delineando uno scenario simile anche se dai vari consolati negli Usa le autorità invitano alla cautela. «Succede ad ogni elezione», hanno sottolineato i centralinisti delle ambasciate straniere. La maggior parte delle persone che telefona ai consolati è spinta dalla frustrazione, ma tanti altri cittadini americani fanno sul serio. «L'interesse è senz'altro aumentato», ha confermato Rob Taylor, console generale per la Nuova Zelanda a San Francisco. «Molte richieste sono state avanzate già sei mesi fa, ma è anche vero che dopo queste elezioni la gente è ancora più pessimista sul futuro dell'America». Anche al consolato australiano il telefono non smette di squillare. «Gli americani sono divertenti», ha detto Linda Heller, uno dei responsabili. «Quando le cose non vanno come dicono loro reagiscono in maniera drastica. In questo caso con la decisione di abbandonare il proprio Paese». All'ambasciata canadese di Washington, che gestisce il maggior numero di richieste relative all'immigrazione, il numero delle domande è aumentato in due giorni. «Quelli che decidono di emigrare non sono affatto convinti dalla direzione verso la quale l'America sta andando», ha detto Pam Lambo, responsabile dell'ufficio stampa. Storicamente, il Canada ha sempre rappresentato un rifugio sicuro per i «cugini degli States».

di Tania D'Amico
dal "Corriere Canadese"

http://www.gaynews.it/view.php?ID=29745

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.