martedì 9 novembre 2004

L'arcivescovo di Bologna: «Le unioni civili sono una metastasi»

di Andrea Carugati

Diritti alle coppie di fatto? Una «letale metastasi». Della cui diffusione sono complici i Ds e l’Unità. Rei di aver promosso e raccontato la campagna per sostenere i Pacs, i Patti di civile solidarietà: una proposta di legge firmata da 161 deputati del centrosinistra, primo firmatario Franco Grillini, per estendere alle coppie di fatto diritti fiscali, previdenziali, sanitari e di successione. La crociata è partita domenica da «Bolognasette», inserto locale di Avvenire. Martedì scorso le pagine dell’Unità dell’Emilia Romagna avevano dato conto della presentazione dei Pacs a Modena, raccontando che l’obiettivo è «dare diritti, oggi negati, alle cosiddette coppie di fatto, formate da persone etero o omosessuali che vivono insieme senza il vincolo del matrimonio». Parole che non sono piaciute al giornale vicinissimo alla curia bolognese guidata da monsignor Carlo Caffarra.

Avvenire ha ironizzato sulla descrizione dei manifesti che la Quercia ha preparato per sostenere la campagna, dove si vedono quattro coppie: Marco e Matteo, Viola e Luigi, Franco e Teresa e Carla e Gina. Non è piaciuto che questo giornale definisse due gay «teneri nei loro pull di lana celeste in un abbraccio affettuoso». O due lesbiche come «sorridenti e colorate». «Non osiamo pensare le reazioni dei vecchi comunisti che nel definire certe situazioni scavalcavano tranquillamente il ministro Tremaglia», sogghigna il quotidiano della Cei. Per poi passare al piatto forte: «”L’identità del diritto con il desiderio” è stata definita da monsignor Carlo Caffarra in un recente convegno come la “vera metastasi delle nostre società occidentali», ricorda Avvenire. E spiega: «Contribuire a diffondere questa letale metastasi come sembrano fare i promotori della campagna pro Pacs, significa, a nostro parere, farsi complici del progressivo soffocamento dei principi sui quali si fonda la nostra civiltà». Proprio così. Aver scritto che quattro coppie, etero e gay, «condividono casa e sentimenti e oggi vorrebbero condividere dei diritti» significa soffocare i principi della nostra civiltà. Il quotidiano della Cei si concede anche un ironico riferimento alle disavventure europee di Rocco Buttiglione: «Poiché fortunatamente non siamo candidati a commissari europei vorremmo aggiungere una postilla: ci sono, in questa campagna gestita da lobby molto brave nell’arte del canto delle sirene, un grande silenzio e una grande ingiustizia.

Il silenzio è sui doveri sociali, ai quali le nuove coppie sembrano allergiche tanto da aver cancellato la parola dal loro vocabolario. L’ingiustizia è nei confronti della famiglia. Quella vera, fondata sul «matrimonio». Insomma, le coppie di fatto per Avvenire sono come chi «vuole la bicicletta ma costringe gli altri a pedalare». Dove pedalare significa, ad esempio, educare i figli e assistere gli anziani e i malati.

Dura la reazione di Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay: «Non credo che l’arcivescovo di Bologna Caffarra abbia letto il progetto di legge sui Pacs: se lo avesse fatto si sarebbe sicuramente risparmiato le stupefacenti dichiarazioni circa le presunte metastasi che il Pacs provocherebbe». «Evidentemente- prosegue Grillini- il fondamentalismo delle sette evangeliche americane, che non fanno molta differenza tra gay, cattolici ed ebrei, spira anche dalle parti della curia bolognese e del suo arcivescovo, in vena sfruttare il nuovo vento “teocon” per cercare di trapiantarlo anche qui da noi». «In ogni caso- assicura Grillini- la proposta di legge parla di diritti e doveri con buona pace di Caffarra. Il Pacs non è altro che un elenco di problemi su cui interviene la legge: la malattia, la morte, il carcere, la casa, i beni comuni, le testimonianze in tribunale, il permesso di soggiorno per ricongiungimento. Di grazia, dove sarebbe la metastasi?».
«Esterrefatta» dalle posizioni del foglio della diocesi bolognese Barbara Pollastrini, coordinatrice Donne della segreteria nazionale Ds. «La verità è che le coppie di fatto esistono e sono una libera scelta degli individui. Definirle una “letale metastasi” significa costruire a freddo e senza ragioni un clima di scontro e di crociata. A cui noi contrapporremo dialogo, confronto e responsabilità».

«Le parole del vescovo di Bologna si prestano a veicolare un messaggio di odio e intolleranza incompatibile con il messaggio cristiano», dice Sergio lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, che parla di «talebani di Avvenire» e aggiunge: «Definire queste relazioni di amore una metastasi significa farsi propagandisti di quella stessa cultura dell’odio che ha prodotto, negli ultimi giorni, aggressioni violente contro giovani coppie gay a Milano e a Napoli».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=39017

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