lunedì 8 novembre 2004

LICENZIAMENTO OMOFOBO AL SENATO

Il capo della segreteria del vice-presidente Domenico Fisichella mandato a casa da un giorno all'altro. Motivo? Essere apparso in una foto che lo ritraeva nella folla del Gay Village.

di Giulio Maria Corbelli

ROMA - Frequentare un posto di "culattoni" anche solo occasionalmente è un'azione assolutamente incompatibile con il ruolo di collaboratore di un senatore della Repubblica. Così almeno sembra che la pensi Domenico Fisichella, vice-presidente del Senato e membro del partito di Alleanza Nazionale. E' stato lui a licenziare alcune settimane fa un suo stretto collboratore, reo di essere stato involontariamente ritratto in una foto, poi pubblicata dal settimanale Panorama, all'interno in mezzo alla gente che affollava l'area del Gay Village di Roma.

A dare la notizia è stato Daniele Scalise, dalle pagine del Foglio di venerdì scorso. La foto incriminata, scattata dal fotografo Luigi Narici dell’agenzia Agf, secondo la descrizione del giornalista romano «ritrae dall’alto un gruppo di ganzi (ma è distinguibile anche una donna) quasi tutti a torso nudo: due si sbaciucchiano, due sono in procinto, altri si affollanno. Davanti, di passaggio, un giovane uomo con tanto di maglietta che si sta guardando attorno con l’impressione di cercare qualcuno. Quel signore è Dario Mattiello, capo della segreteria di Domenico Fisichella».

Licenziato senza alcuna spiegazione
Scalise ricostruisce la vicenda che è seguita alla pubblicazione di quella foto: «La domenica successiva all’uscita del settimanale, Fisichella parla come di consuetudine al telefono con il suo capo segreteria che lavora nel suo staff da otto anni con meriti che tutti ­ Fisichella in testa - gli hanno sempre e ampiamente riconosciuto. Nessun cenno alla foto». Pare invece che pochi giorni dopo il vice-presidente del Senato si sia sentito in dovere di esprimere con una dura reprimenda tutto il suo scandalo per l'episodio, chiedendo a Mattiello di stare a casa per tre giorni «per far decantare la vicenda». Ma i tre giorni non fanno in tempo a passare, senza che a Mattiello venga annunciata da un collega una lettera di licenziamento firmata dallo stesso senatore Domenico Fisichella. Lettera che poco tempo dopo arriva.

Il diretto interessato non avrò nemmeno la possibilità di interloquire con il suo "datore di lavoro" per un chiarimento. Non dovrà far altro che accettare la decisione. Una decisione basata su un fatto che la maggior parte delle persone di buon senso giudicherebbe senza nessuna importanza: trascorrere una calda sera d'estate nella Capitale in uno dei posti all'aperto più frequentati da tutti i romani - chi è stato al Gay Village sa che non era certo frequentato da soli gay e lesbiche.

Grillini protesta con Fisichella
Il deputato DS Franco Grillini ha inviato al vice-presidente del Senato una lettera aprte in cui si dice «trasecolato e allibito» nell'apprendere la notizia del licenziamento: «siamo di fronte - scrive Grillini - all'espressione di una evidente ed inaccettabile discriminazione, civilmente e moralmente detestabile, in radicale contrasto con i più basilari valori liberali della civiltà politica e giuridica dell’Europa contemporanea».

Il presidente onorario Arcigay chiude la lettera chiedendo al senatore Fisichella «di ripensarci, di ritornare sui suoi passi, di ammettere di avere sbagliato e di porgere le Sue scuse all'interessato, per il danno anche esistenziale e morale procurato, e alla comunità gay romana e nazionale per questo gesto impensabile di un paese civile e occidentale».

http://it.gay.com/view.php?ID=19374

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