venerdì 12 novembre 2004

L'INTERVISTA. Mentana: "Ho capito che stava per succedere quando il silenzio ha coperto l'opera dei manovratori"

"Dalle parti di Palazzo Chigi tanti volevano la mia testa"
di ANTONIO DIPOLLINA


ROMA - Prima l'annuncio in diretta alla nazione, poi il rientro in redazione dai suoi, accolto da un lunghissimo applauso ("Forse era di liberazione", scherza). Poi il crepitare delle telefonate, tra cui se ne distingue una, quella del successore designato e annunciato altrettanto in diretta, Carlo Rossella: toni concilianti, almeno sembra, la promessa reciproca di buona convivenza e buon lavoro. Ma intanto rimbombano polemiche già avviate, l'espressione di Enrico Mentana è quella di chi era pronto, ma non si può mai essere pronti del tutto.

Mentana, perché proprio ora?
"Veramente ci provavano da un sacco di tempo, in tanti. Quante volte ha letto la notizia che si è concretizzata oggi?".

Parecchie, in effetti. Ma allora?
"Ho un ritaglio da un sito internet di tre anni fa. Dice: Rossella al posto di Mentana e Calabrese a Panorama. Profetico? O a furia di gridare al lupo, si voleva rendere scontata una notizia allora poco credibile?".

Sì, ma ci hanno messi tre anni. Sono tanti.
"Era anche dura da far digerire, come ipotesi, anche perché il Tg5 è sempre andato a gonfie vele. Ho capito che stava per succedere quando le voci sono improvvisamente scomparse. A quel punto, era chiaro che c'eravamo vicini e che il silenzio copriva l'opera dei manovratori".

Quando hanno iniziato a farle offerte alternative?
"Diciamo negli ultimi sei mesi".

La proposta che le facevano era sempre quella di lasciare il Tg5?
"Sì. Ma era sempre presentata in senso distruttivo, e non mi stava bene. Questo meccanismo per cui venivo sollevato dall'incarico e intanto loro cercavano di riparare nello stesso istante, non mi andava, tutto qui. Era come se qualcuno ti rubasse il portafoglio e in cambio di offrisse un portamonete".

Come mai le è venuta in mente la metafora dei soldi?
"In molti, posso dirlo?, stronzi hanno messo in giro la voce che stessi trattando una superbuonuscita"

Ovviamente non era vero...
"Tanto poco vero che non ho chiesto niente, per poter lasciare il Tg a schiena dritta e senza bavaglio".

Scusi, si diceva che rifiutava quel genere di proposte. Adesso è stato sollevato dall'incarico, come ha detto in diretta, e poi promosso a direttore editoriale come ha annunciato Mediaset subito dopo. Cosa c'è di diverso rispetto a prima?
"Rispetto al passato c'è una proposta che riguarda la parte giornalistica. Prima mi offrivano altro, non mi interessava".

Ovvero, prima tentavano di togliersela dai piedi, ora no?
"Adesso c'è una proposta soddisfacente".

Direttore editoriale significa la vecchia ipotesi, ossia quella di creare un suo spazio settimanale di approfondimento?
"No, quello sarebbe un ghetto dorato, non mi interessa".

E allora direttore editoriale può significare solo un'altra cosa. Un signore che coordina, e comunque comanda sugli altri tg.
"Vediamo, vedremo. Ma il mio non è un compito di facciata, è invece un ruolo che voglio riempire di contenuti".

Appunto.
"Appunto".

Emilio Fede, alla notizia, potrebbe svenire. Anche per molto meno.
"So una cosa carina: aveva scommesso con una sua giornalista che mi sarei dimesso entro dopodomani. E' riuscito a incassare la buonuscita per me. Ma Fede non sarà un problema".

Diciamo che magari non sarà un problema nemmeno Giordano, il direttore di Studio Aperto. Chi rimane?
"Guardi, fino a domenica il direttore del Tg5 sono io. Vuole mica che litighi col mio successore prima ancora di passargli le consegne? E poi scusi, ma lei ha mai sentito di qualcuno che ha litigato con Rossella?"

Non faccia troppe battute. Spieghiamola.
"Non credo assolutamente che avrò problemi con i miei colleghi e tanto meno col mio successore. Ci conosciamo bene".

Ma, scusi se insisto, significa che lei controllerà Rossella?
"Significa che farò il direttore editoriale. Non sarò mica il primo al mondo".

Comunque non giriamo intorno alla questione principale. Ci sono già reazioni politiche furibonde, si parla di normalizzazione al Tg5 e dell'editore presidente del consiglio. Pochi giorni fa Paolo Guzzanti, deputato di FI, ha quasi richiamato alle armi l'informazione Mediaset, sostenendo che se si va avanti così si perdono le elezioni. Insomma, c'era un'esigenza politica superiore?
"Non siamo ipocriti. Certo che sì: andiamo per esclusione: ero troppo vecchio? Ragionando così si offenderebbe Rossella. Non facevo ascolto? Siamo stati per l'intera stagione fino ad oggi il programma più visto di tutta Mediaset. Anzi, Canale 5 l'abbiamo sorretta noi, alle 8, alle 13 e alle 20. Proseguiamo: Sono interista? Sì, ma anche Galliani è juventino...".

Si sta divertendo come un matto, eh?
"Non c'è male. E del resto, ha visto il Tg di questa sera? In mezzo a tanti drammi e tragedie vere non posso fare come le attrici del muto che si aggrappavano alle tende".

Più ci si pensa, però, più questa funzione di superdirettore su Rossella, Fede e Giordano sembra aprire scenari apocalittici.
"Parliamoci chiaro e seriamente. O davvero Mediaset vuole utilizzarmi come dice, per imprimere una svolta alla sua offerta informativa, oppure abbiamo scherzato. Per ora mi fido".

Scusi, quale svolta?
"Mi faccia dire: è o non è Mediaset che mi ha lasciato fare quel che volevo per tredici anni".

Proprio sempre? Sicuro?
"Sì. E la prova sta nel fatto che tanti dalle parti di Palazzo Chigi volessero la mia testa. Sono stato il primo a dire che mi hanno sollevato e che non me ne sono andato io dal Tg5, ma in queste ore sento urlare al regime da persone che già prima urlavano al regime di cui io facevo parte".

Sì, ma la svolta?
"Mediaset si è del tutto estraniata in questi ultimi anni da molti temi cruciali dell'informazione".

Esempio?
"Ha lasciato Vespa da solo, ha bucato mille avvenimenti. Domani è l'anniversario di Nassiriya, vede nei palinsesti Mediaset qualche trasmissione speciale?".

Stiamo tornando però alla questione dell'approfondimento. Non era un ghetto dorato?
"La questione non è che sia io a dover fare un programma su questo o su quell'argomento. Devo riuscire a far passare in tutta l'informazione Mediaset l'idea che non ci siano recinti da non oltrepassare".

Mettiamo che ci riesca. Riprenderanno a urlare e a chiedere la sua testa tutti quanti...
"E' un rischio che vale la pena correre. Sono stato fino ad oggi, a capo di un giornale libero. Mi faccia sbattere la testa contro un nuovo muro, poi magari le darò ragione".

Oltre a tutti quelli che si possono immaginare, a chi non piaceva il suo tg?
"Ai faziosi, da una parte e dall'altra. Ho avuto prove continue. Vuole un esempio: Paolo Guzzanti e sua figlia Sabina, faziosi da sponde opposte, che ce l'avevano e ce l'hanno con me. Li ho sempre messi d'accordo da questo punto di vista. Ho sempre pensato che il mio fosse un tg che riuniva le famiglie, ne ho riunita una in più...".

Ha un consiglio da dare al suo successore Carlo Rossella?
"Di essere indipendente. Diciamo così: Amicus Pelato, sed magis amica veritas".

Non era Plato?
"Pelato in questo caso va benissimo".
(12 novembre 2004)

http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/politica/mentana/esipoliti/esipoliti.html

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