mercoledì 17 novembre 2004

Un uomo che legge ne vale due

Fungheggiano in Italia mille iniziative e progetti per incentivare la lettura: è una geografia di splendide invenzioni
di Umberto Eco

Recentemente, in un'indagine dell'Eta Media Research era stato sottoposto a un campione un questionario letterario con quattro risposte possibili (alla Amadeus). Alla domanda cosa fosse il Decamerone, solo il 21 per cento rispondeva che si tratta di un libro di novelle, il 14 diceva che era un tipo di autobus, il 29 che era un appartamento di dieci stanze e il 36 che era un vino rosso.

Su Primo Levi il 33 per cento asseriva che aveva raccontato la vita dei derelitti in Sicilia, ma in compenso il 28 acconsentiva a che i Malavoglia fossero un gruppo di studenti alla vigilia della prima guerra mondiale. Ho particolarmente apprezzato che ben il 18 per cento riconoscesse che sono l'autore de 'Il nome della rosa' (è moltissimo, se il il test valesse per i sei miliardi di abitanti del pianeta avrei circa un miliardo di affezionati) ma il dato più significativo è che il 47 per cento ritiene che l'autore sia Sean Connery.

Queste notizie venivano offerte la settimana scorsa a Bari, insieme con altre, più note, sulle percentuali assai scarse di 'lettori forti' nel nostro paese (i 'deboli' sono quelli che hanno preso in mano un solo libro in un anno, ma poteva essere anche un manuale di cucina). Fortunatamente venivano discusse in un contesto che animava le migliori speranze. Da qualche anno Giuseppe Laterza ha fatto nascere i Presìdi del Libro nelle Puglie (ormai 26 centri, di cui uno al confine con la Basilicata) ma ormai l'idea attecchisce anche in Piemonte e altrove.

Nonostante le differenze organizzative, adattate ai vari luoghi, questi presìdi sono gruppi di iniziativa che, in collaborazione con biblioteche e librerie quando ci sono, ma anche là dove non c'è niente, raccolgono gente, in gran parte giovani, a parlare o a sentire parlare di libri, a discutere di quanto hanno letto, a dialogare con autori su temi fissi. L'iniziativa è bella e consolante, perché funziona, ma Giuseppe e Alessandro Laterza hanno ritenuto che fosse venuto il momento di porre a confronto tanti altri progetti che fungheggiano (non esagero) nel nostro paese.

E così per due giorni, al Kursaal di Bari, ecco circa 150 invitati (ma il pubblico in sala era assai più ampio) che costituivano il meglio dell'editoria italiana, librai e bibliotecari e i loro rappresentanti nazionali, organizzatori di giornate che suscitano intorno ai libri delle manifestazioni che mi permetterò di chiamare quasi oceaniche, come il festival della letteratura di Mantova, il festival di filosofia di Modena, il salone del libro di Torino, e poi premi illustri come lo Strega, il Grinzane, il Nonnino, i responsabili delle pagine culturali dei giornali, i sostenitori di molte di queste avventure educative come la Compagnia di San Paolo o la Telecom, sino agli inventori di progetti apparentemente minori ma non meno significativi, quali a esempio il Libro in spiaggia di Grado, che porta i libri e li fa leggere a chi riposa sotto l'ombrellone.

Mi riesce difficile citare tutti i 'racconti' che si sono uditi in quei due giorni, perché saranno intervenuti, per una decina di minuti ciascuno, più di una cinquantina di testimoni qualificati, ognuno con una storia diversa, dal racconto di come funziona una biblioteca modello a Pesaro a quello di un gruppo di pediatri che sta insegnando ai genitori, insieme alle altre cose essenziali per la crescita di un bambino, come abituarlo a toccare e vedere dei libri sino dall'età pre-scolare, il più presto possibile. Né poteva mancare 'Fahrenheit', la bella trasmissione di Radio Tre che invita i suoi ascoltatori ad abbandonare i libri che amano sulle panchine, o sugli autobus, perché altri li trovino e si sentano invogliati a leggerli. D'altra parte il titolo della manifestazione era 'Passaparola' perché talora, più della pubblicità o delle recensioni, è il passaparola dei lettori che fa vivere un libro.

Ne veniva fuori una geografia di splendide invenzioni, talora sostenute da enti locali, talora nate senza chiedere aiuto a nessuno, a livello di volontariato, tutte (direi) all'insegna implicita di quel motto di Valentino Bompiani (che non so se sia stato citato, perché talora sono uscito per sgranchirmi le gambe o a prendere un caffè), 'Un uomo che legge ne vale due'. Lamentata l'assenza di almeno due ministri che della lettura dovrebbero preoccuparsi, naturalmente c'è stato dibattito acceso sui libri distribuiti dai giornali, sulla minaccia alle librerie che viene dalla pratica indiscriminata delle fotocopie o dall'idea di scaricare testi scolastici da Internet, e su tanti altri problemi che sono all'ordine del giorno, e che talora hanno opposto diverse visioni, timori o speranze.

Ma anche i disaccordi erano, oltre che educati, propositivi, ed è stato bello vedere tante persone, dai vertici della Mondadori, della Rcs o delle Messaggerie Italiane sino allo sconosciuto ed entusiasta educatore di una provincia remota, stare insieme per far crescere in Italia un pubblico di lettori.
Lontano, intanto, su un'isola lontana, altri Famosi stavano insegnando che per valere due basta accoppiarsi. Il che sarebbe anche biologicamente vero, se non lo facessero per finta, davanti a spettatori che non hanno tempo per leggere.


L'espresso

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