mercoledì 1 dicembre 2004

Non più "gay" in tv. Ovvero i gay che alimentano il pregiudizio privilegiati dal piccolo schermo

Mi chiedo se è proprio necessario che la televisione abbia riunito in così poco tempo una masnada di isterici la cui unica missione nella vita è provocare risse...
di Vladimir Luxuria

Per quei pochi che ancora non lo sanno “gay” è la definizione anglosassone (scelta dal movimento stesso) per definire gli “omosessuali” (termine un po’ troppo scientifico che crea soggezione).

E’ la parola che il movimento americano ha voluto contrapporre a quel destino di tristezza, vergogna, remissione al quale ci volevano relegare i bigotti politici e religiosi che ci avrebbero volentieri imbalsamato ed esposto nei loro salotti-bene per dire agli amici “vedete, non ho nulla contro i culatt...pardon, i froci...solo che per me dovrebbero starsene chiusi in casa...e io lo ho fatto!”

“Gay” è la traduzione di “gaio”, un termine aulico della letteratura inglese dell’800 che il nostro movimento ha rimesso in auge: non per niente i “gay pride” non sono marce funebri, marce nere di camice nere; al contrario sono sfilate di gente allegra, colorata che alla luce del sole urla alle città “Ci sono anche io, guardami!” parafrasando il titolo di una canzone di Gloria Gaynor “Sono quello che sono!”. E’ però da diverso tempo che in TV il “gay” in senso di “allegro, orgoglioso” non va più di moda, oggi il piccolissimo schermo propone lo stereotipo “angry”, cioè “arrabbiato, pieno di livore”. Badate bene però che tale rabbia non è diretta verso coloro che calpestano i nostri diritti, le nostre speranze, coloro che non vogliono riconoscere e ufficializzare i nostri sentimenti (basti vedere le difficoltà per approvare le unioni civili anche in Italia, dopo che lo ha fatto tutta l’Europa), no... la rabbia è tutta diretta verso questo o quel personaggino appena liberato dagli arresti domiciliari di qualche “irreality show”, verso questa o quella flop-star, per criticare il look di una soubrette televisiva o l’ultimo calendario di una smutandata che poi fa la fine che merita: appesa al muro!

Cominciamo dalla star di Rai 1: Cristiano Malgioglio! Nello splendore della sua pochezza è il mattatore del gossip su “I Raccomandati” con Carlo Conte: la dimostrazione mediatica che i gay altro che colti e sensibili! I gay hanno problemi con l’esprimersi in italiano! Tant’è che mi è venuto un dubbio atroce: le avrà scritte veramente lui le parole di Mina?

Per carità qualcuno potrà obiettare “ma il signor Malgioglio non ha mai dichiarato apertamente i propri gusti sessuali!” Meno male! Così dopo Giulio Cesare, Michelangelo, Da Vinci e Pasolini a nessuno potrà venire lo scrupolo di doverci affiancare anche Malgioglio.

Passiamo a Rai 2: opinionista dell’Isola dei famosi è invece Signorini, il guru del pettegolezzo, l’attizzatore, una vera e propria biblioteca vivente dei curriculum delle stelle e stelline cadenti.

Ma eccoci a “Buona Domenica” su Canale 5! Va in onda lo scontro verbale tra Platinette, Solange e Rocco Casalino del “Grande Fratello” a colpi di insulti, colpi bassi e acidità verbali al vetriolo. Platinette è almeno una persona che ha alle spalle una carriera radiofonica, di militanza politica con le “Pumitrozzole”, ha spirito di osservazione e professionalità (sebbene a volte non approvo quando esagera e deborda), Solange è uno che nel suo campo (cioè chi legge più mani che libri) è una persona competente e almeno non ha mai avuto guai con la Finanza...ma Rocco Casalino...ma chi è? Da dove viene? Dove va? Ma soprattutto “Perché”?

Rimasi colpito qualche settimana fa da un servizio de “Le Iene” in cui il presunto bisex e più certo omosex Casalino in un’intervista dichiarava che gli extracomunitari “puzzano”.

E infatti dall’alto della sua nullità profumata padroneggia nel contenitore domenicale di Costanzo sputando veleno su tutto e su tutti...in attesa della prossima venuta di Johnatan del GF.

Mi chiedo se è proprio necessario che la televisione abbia riunito in così poco tempo una masnada di isterici la cui unica missione nella vita è provocare risse...ma allora questi gay se covano tutta questa rabbia dentro non è che vivono così bene, c’è qualcosa di non risolto, un desiderio di vendetta nei confronti del mondo!E poi è molto più comodo ed economicamente gratificante non prendersela con il governo, il sistema, il potere religioso, ma con i vip, vippettini e viperai!

Paulo Freire dice che “E’ nella logica dell’oppresso imitare il suo oppressore e provare a liberarsi dell’oppressione attraverso azioni similari a essa. Noi dobbiamo imparare a resistere a questo genere di risposta”. Forse volo troppo alto..ma penso che si possa parlare di diritti e vivibilità gay anche in modo non pesante affinché non cada giù né l’Auditel e (quello che più mi preme) la nostra dignità.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=30136

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