giovedì 27 gennaio 2005

Noi ricordiamo

di Furio Colombo

Oggi, Giorno della Memoria, i lettori dell'Unità trovano compiegate con questo quotidiano le pagine di due giornali italiani dell'estate del 1938, ovvero alcuni mesi prima della promulgazione delle leggi anti ebraiche e della espulsione degli italiani ebrei da tutte le attività e la vita del Paese. Abbiamo riprodotto la prima pagina del Popolo d'Italia, il giornale fondato da Mussolini, che ha questo titolo, che è anche una rivendicazione e un vanto: «Il razzismo italiano data dall'anno 1919 ed è base fondamentale dello stato fascista. Assoluta continuità della concezione mussoliniana» (6 agosto 1938).

Ci è sembrato importante anche riprodurre la prima pagina de La Stampa (31 luglio 1938) in cui il titolo a prima pagina è «Anche nella questione della razza noi tireremo diritto». Si legge nel breve testo che segue intitolato «Testuali parole»: «Dire che il fascismo ha imitato qualcuno o qualcosa è semplicemente assurdo».


In queste due pagine il regime fascista, nella sua peggiore incarnazione di persecutore di cittadini italiani, smentisce con decenni di anticipo coloro che penosamente sostengono, ai nostri giorni, che il fascismo non è stato uno dei due grandi protagonisti della Shoah, insieme alla Germania nazista. La Shoah - come si può vedere e capire in una grande mostra aperta in questi giorni a Roma, presso il Vittoriano (e da cui abbiamo tratto «La Stampa» e «Il Popolo d'Italia» del 1938) - non avrebbe mai potuto cominciare se leggi razziali ossessive, totali e durissime, come quelle approvate all'unanimità da Camera e Senato italiani, non si fossero saldate con quelle tedesche, diventando orrendo modello di persecuzione in tutta l'Europa occupata. Con questo numero de «l'Unità» c'è anche il volume «Voci della memoria», una antologia di documenti e testimonianze che potrà essere utile agli insegnanti costretti ad affrontare da soli, senza sostegni della scuola e senza sussidi, i ricordi di questa giornata.


Le pagine così crudelmente esplicite di due giornali fascisti, in pieno dominio del regime, e il volume ci servono per ripetere qui, a coloro che fingono di non sapere o di non sentire che, quando si parla di Shoah, richiamare altri crimini e orrori esecrabili accaduti altrove nella Storia (le Foibe, i Gulag) è solo un espediente per allontanare il discorso dal fascismo. La Shoah infatti è un delitto italiano, un delitto che, senza la fervida collaborazione fascista, non avrebbe potuto raggiungere un tale livello di sterminio in Europa. È questo delitto italiano - acclamato all'unanimità nel Parlamento e dai cosiddetti grandi statisti di allora - che oggi si ricorda con dolore inguaribile nelle scuole e nelle istituzioni italiane. Lo si ricorda insieme al delitto di perseguitare ed eliminare gli avversari politici, nel periodo più buio della Storia contemporanea italiana. Per questo, e per impedire che malattie mortali come il fascismo possano riprodursi, anche attraverso lo stravolgimento della verità e la negazione dei fatti, che esiste il "Giorno della Memoria", 27 gennaio, il giorno in cui sono stati abbattuti i cancelli di Auschwitz e il mondo ha cominciato a scoprire l'orrore della persecuzione nazista e fascista, tedesca e italiana.

tratto da l'Unità del 27/01/2005


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