giovedì 27 gennaio 2005

Spagna, Zapatero al Papa: "Rispetto per il mio Governo"

Il ministero degli Esteri di Madrid convoca l´ambasciatore: "Esagerato l´attacco della Chiesa contro di noi".Il premier risponde alle critiche alle sue riforme rivolte lunedì da Giovanni Paolo II
di ALESSANDRO OPPES

MADRID - La disputa fra il governo Zapatero e la Chiesa sale di tono fino a sfiorare la crisi diplomatica. Il nunzio del Vaticano in Spagna, monsignor Manuel Monteiro de Castro, è stato convocato al ministero degli Esteri, dove gli è stato notificato formalmente lo «stupore» dell´esecutivo socialista per le parole di dura critica pronunciate lunedì scorso da papa Giovanni Paolo II.

Una lamentela che è stata spiegata nei dettagli dallo stesso premier José Luis Rodríguez Zapatero durante la tappa argentina della sua visita in Sudamerica. La libertà religiosa è in pericolo? In Spagna si diffonde una mentalità ispirata nel laicismo? Parole «esagerate» quelle del pontefice secondo il capo del governo: «Qualunque spagnolo può constatare che è esagerato dire che c´è un problema di libertà religiosa quando la Spagna vive il momento di maggior libertà religiosa, ideologica e politica di tutta la sua storia».

Nonostante il «profondo rispetto» che sostiene di nutrire per il papa e per il suo diritto di esprimere le opinioni che ritenga opportune «sull´azione dei governi di qualunque tendenza», Zapatero ricorda di aver vinto le elezioni dello scorso anno con un programma politico ben preciso. Un programma che comprende leggi che hanno l´obiettivo di mettere fine alle discriminazioni sofferte dagli omosessuali e una più moderna legge sul divorzio: «Il governo mantiene i suoi impegni elettorali e rispetta scrupolosamente gli accordi sottoscritti con la Santa Sede», ha sottolineato il premier da Buenos Aires.

Lo «stupore» trasmesso dal sottosegretario agli Esteri Luis Calvo al nunzio apostolico si riferisce anche a questo: gli impegni contenuti nel Concordato siglato con il Vaticano sono stati sempre rispettati e mai è stato segnalato dal Vaticano un malumore e, da nessuna delle parti, l´intenzione di denunciare gli accordi. Mentre l´ala dura dell´episcopato spagnolo approfitta delle parole di Karol Wojtyla per alzare i toni della polemica, il governo chiede «rispetto» e ricorda che non esiste altro paese al mondo con un finanziamento «così generoso» alla Chiesa cattolica a carico delle finanze dello Stato (quest´anno sfiorerà i 150 milioni di euro). Dice il ministro della Giustizia Juan Fernando Lopez Aguilar, dal quale dipende la direzione affari religiosi: «In Spagna è pienamente garantito il diritto dei padri a che i loro figli ottengano un insegnamento religioso rispettoso del loro credo. Ma il governo fa il suo lavoro e sta sviluppando i suoi impegni nei confronti dei cittadini, come in qualunque società democratica, libera e aperta».

Se il governo socialista non si è tirato indietro di fronte alla prospettiva di una imbarazzante polemica diretta con il pontefice, è anche perché sono in pochi a pensare che dietro quel discorso non ci fosse una regia esterna al Vaticano, una mano spagnola. È apparso chiaro dal riferimento, del tutto fuori luogo, fatto dal Papa a qualcosa di molto poco spirituale come il Piano idrologico nazionale. «A chi gli ha passato il copione è sfuggita un pò la mano», ironizza pesantemente il portavoce parlamentare del Psoe Alfredo Perez Rubalcaba. «Sembra che il Papa parli a nome di un partito che ha anch´esso due P come lui».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=30754

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