Meglio il nostro fiero avversario che uno scolorito comprimario, che nei fatti sarebbe comunque in linea con l'attuale custode dell'ortodossia
di Aurelio Mancuso
Sono giorni intensi negli ampi saloni e androni dei palazzi sacri. Il Conclave è alle porte ed è tutto un trionfo di sottane nere fasciate di rosso o di violetto, che morbidamente vanno su è giù per i vari piani per organizzare, convincere, far conoscere posizioni, dossier dei candidati, volontà curiali contrapposte ad aspirazioni conciliari.
I cardinali questa volta hanno avuto la possibilità di conoscere bene le idee in campo, farsi un'opinione sugli schieramenti, prendere dimestichezza con le finezze linguistiche ovattate, soprattutto utilizzate dallo schieramento di Curia, per esprimere concetti in verità assai chiari: il nuovo papa dovrà percorrere le orme di quello precedente.
Al di là delle cortine fumogene dei vari Porta a Porta e degli incensanti reportage giornalistici delle tv nazionali, dentro la Congregazione generale, che ogni giorno riunisce tutti i cardinali (elettori e non), ne stanno venendo fuori delle belle. Qualche giornalista (per lo più della carta stampata) ammette che il dibattito è vivace, che tutto è messo in discussione e, quindi, molte certezze sui papabili, in verità sono invece più che altro auspici, ancora tutti da concretizzare.
Intanto perché proprio lo schieramento conservatore (Ratzinger, Ruini, Sodano) ha già troppi voti in saccoccia, e chi conosce bene la storia dei Conclavi, sa, che questo potrebbe rappresentare più uno svantaggio paralizzante, che uno strumento decisivo per influenzare l'elezione del papa.
I cosiddetti progressisti, appaiono però deboli (e troppi sono fuori dal voto perché ultraottantenni), anche se non hanno rinunciato a sollevare il tema del cambiamento e di una decisa discontinuità rispetto al papato appena concluso.
Stiamo però tutti attenti a non cadere nella trappola delle rappresentazioni di questi giorni: non si tratta di uno scontro epocale, né le parti contendenti sono solo due, né ci può attendere segni di vero e proprio dissenso. I cardinali li avete visti tutti schierati al funerale: la gran parte sono molto anziani, appesantiti in preziose vesti, che è il chiaro segno di una condivisa appartenenza ad una struttura gerarchica, da tanti cattolici (eh sì anche da tantissimi teologici e uomini di Chiesa)è ritenuta anacronistica, impermeabile ai mutamenti dei tempi, ancora aggrappata ai riti e a visioni cesaro papiste. Difficile, che da questa assemblea esca intenzionalmente qualcosa di veramente innovativo e chiaro.
In questo clima paludato ed incerto viene voglia di tifare per il cardinale Ratzinger. Già, proprio per quel Ratzinger custode dell'ortodossia, di una teologia assolutamente respingente rispetto alla modernità, ai mutamenti sociali, alle libertà individuali.
Di Ratzinger, infatti, è apprezzabile il fatto che i suoi documenti ed omelie sono estremamente chiari: da molti anni si è abbandonato il bizantinismo verbale e si sono affermate con semplicità le posizioni della Curia, di quella parte della Chiesa che non vuole essere timida e neutra rispetto al mondo politico. Piuttosto che ritrovarci con una paffuta e simpatica faccia, che nella sostanza non si discosterà dall'attuale fase storica della Chiesa, meglio il nostro diamantino avversario cardinale tedesco, fiero delle sue posizioni e fermo nel suo dire. La Chiesa ne patirà? Vedremo. Non è detto che sia giunto il momento di una vera svolta, anche perché bisognerebbe avere a disposizione (a meno delle sorprese sopra citate) una personalità così forte da poter mutare nel profondo il governo della cattolicità.
Allo stato attuale, fare previsioni è impossibile, ma nel dubbio meglio non cambiare: teniamoci stretto Ratzinger, con i suoi anatemi, le sue condanne inappellabili. Per chi di noi non è credente cambierà poco, (forse aumenterà la conflittualità tra movimento e gerarchie, ma tanto non è che sia stato flebile in questi anni…), per chi è cattolico aumenterà la consapevolezza, che forse lo Spirito Santo non ha ancora deciso di svelare il suo progetto, per aiutare questa Chiesa ad uscire dalle tenebre della paura e dell'ossificazione.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=31767
giovedì 14 aprile 2005
Nuovo Papa: speriamo sia Ratzinger
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