mercoledì 11 maggio 2005

Appello alla comunità gay: l'8 per mille dell'IRPEF alla Chiesa Valdese

Anche quest'anno rinnoviamo l’indicazione a favore della "Chiesa valdese - Unione delle Chiese metodiste e valdesi" come destinataria dell'8 per mille dell'Irpef.

Lo facciamo innanzitutto per ricordare che anche in Italia vi sono Chiese cristiane che non hanno nulla a che fare con i continui attacchi della gerarchia vaticana contro le più importanti conquiste democratiche degli ultimi decenni in materia di diritti umani e civili.

L’ostilità della gerarchia cattolica (che decide in via esclusiva sulla ripartizione dei fondi conferiti a tale Chiesa) a ogni riconoscimento dei più elementari diritti dei cittadini omosessuali viene invece espressa sistematicamente perfino in occasione di ogni più banale manifestazione a sostegno dei diritti degli omosessuali. Tale ostilità si ripropone ostinatamente e con protervia con la richiesta rivolta a tutte le forze politiche di negare ogni riconoscimento dei diritti reclamati dalle associazioni gay ovunque nel mondo, e cioè di una completa tutela giuridica contro le discriminazioni e della parità di diritti per le coppie gay. E perfino con accostamenti diffamatori fra omosessualità e pedofilia, così frequenti nelle prediche e nella pubblicistica cattolica, come se non fosse proprio negli ambienti ecclesiastici cattolici (oltre che all’interno di famiglie eterosessuali) che si verificano più di frequente gli episodi di pedofilia. Questo arrogante spirito di rivincita contro le conquiste della modernità democratica è assecondato purtroppo da gran parte della classe politica italiana.

Ricordiamo ancora l'attacco alla scuola laica e la pretesa di clericalizzare il più possibile la scuola pubblica, sottraendole in pari tempo fondi e risorse a favore di quella confessionale; ricordiamo il boicottaggio di ogni seria campagna di prevenzione dell'Aids (anche in sede di conferenze internazionali, con il risultato di bloccare importanti campagne di prevenzione dell’Onu) e la pretesa di regolare ogni aspetto controverso dell’esistenza individuale (bioetica, eutanasia, ricerca scientifica sugli embrioni, limiti cervellotici e vessatori alla procreazione assistita) con l’imposizione autoritaria anche ai non cattolici e ai non credenti delle regole proprie della religione cattolica.

Quest’anno, attraverso l’indicazione di astensione nei referendum sulla procreazione assistita per far mancare il quorum e invalidare la consultazione, la Chiesa cattolica italiana ha dimostrato una volta di più non solo la sua volontà di imporre all’intera società italiana la propria morale confessionale, ma anche la volontà di farlo pur sapendosi minoranza: solo sommando i (mancati) suffragi dei propri sostenitori più acritici alle astensioni fisiologiche, i vescovi possono sperare di continuare a imporre la volontà di una confessione religiosa a un’intera popolazione che, su questo punto, come attestano tutti i sondaggi, ha opinioni maggioritariamente diverse e più rispettose della libertà individuale.

D’altra parte, i fondi attribuiti con il meccanismo dell'8 per mille alla Chiesa romano-cattolica sono in larga prevalenza destinati a scopi di culto, al pagamento degli stipendi dei sacerdoti e alla costruzione di nuovi edifici ecclesiastici, all’opposto di quel che lasciano intendere i tendenziosi messaggi pubblicitari della campagna cattolica sull’8 per mille. Viceversa, la gran parte delle altre confessioni religiose concorrenti alla ripartizione di tali fondi (a cominciare dalla Chiesa valdese, il cui rendiconto è visibile all’indirizzo http://www.chiesavaldese.org/pages/finanze/otto_mille.php) li destinano invece esclusivamente a finalità sociali e umanitarie. Nell’atmosfera di parossistica mobilitazione mediatica a sostegno delle posizioni vaticane in ogni campo, seguita alla morte di Giovanni Paolo II, la Rai era addirittura arrivata, nelle scorse settimane, a censurare in un primo tempo uno spot della Chiesa valdese sull’8 per mille che evidenzia questa differenza fra valdesi e cattolici nell’uso dei fondi in questione.

Dall'altro lato, neppure lo Stato merita la nostra generosità. Lo Stato è inerte per quel che riguarda la prevenzione dell'Aids e l’Italia è il solo paese dell’Europa occidentale che abbia escluso il finanziamento della distribuzione gratuita di preservativi come strumento di prevenzione, condannando migliaia di adolescenti italiani ogni anno a infettarsi e a contagiare a loro volta i loro partner. E, mentre preleva ai cittadini omosessuali lo stesso contributo fiscale imposto agli altri, nega loro non solo il riconoscimento della parità di diritti come individui e come coppie, ma perfino una legge che vieti le discriminazioni ai loro danni, come richiesto più volte dal Parlamento europeo: una legge come quelle vigenti in quasi tutti gli altri paesi dell’Europa occidentale e come quelle che vietano anche in Italia la discriminazione di altre minoranze. Addirittura, una direttiva europea mirante a combattere la discriminazione è stata “recepita” dall’attuale maggioranza parlamentare in modo così distorto – e illegale – da rendere possibili discriminazioni in precedenza vietate da norme di legge generali.

La Chiesa valdese e metodista ha invece da tempo avviato una seria e coraggiosa riflessione anche sul tema dell'omosessualità (come sulla bioetica e da sempre sulla laicità dello Stato e della scuola pubblica, e come anni fa sul tema del divorzio e su quello dell'aborto), fondata sull'esegesi biblica e sull'impegno civile, tesa a superare pregiudizi secolari, riflessione che si è manifestata in numerose occasioni e anche con la solidarietà sempre manifestata di fronte agli ostacoli frapposti dalla Chiesa cattolica al libero svolgimento delle nostre manifestazioni. Queste riflessioni che provengono da una Chiesa cristiana universalmente rispettata e riconosciuta sono preziose per noi nel confronto con chi vuole negarci pari diritti e pari dignità sociale sulla base di una presunta “naturale” illiceità della nostra identità personale e morale.

Anche, ma non solo, attraverso questo impegno di riflessione e di ricerca, questa minoranza significativa nella società italiana ha spesso dimostrato che anche in questo paese la fede religiosa può motivare scelte di libertà anziché di autoritarismo clericale.

La scelta sulla destinazione dell’8 per mille assume un particolare significato quest’anno, al culmine di un crescendo di delirio idolatrico da cui l’intera società italiana è stata investita dopo la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione del suo successore. Sull’onda di un servilismo e di un’eccitazione mediatica e politica senza precedenti, si è smarrita ogni memoria del carattere laico delle istituzioni italiane, del profondo pluralismo culturale, politico e religioso della società in cui viviamo, del carattere estremamente controverso, perfino per gli stessi cattolici romani, dell’eredità del defunto Papa, pienamente condivisa dal nuovo soprattutto in materia di limitazione dei diritti civili. Si è perso in questi giorni, soprattutto, ogni rispetto per i milioni di cittadini che dissentivano dalle opinioni e dalle convinzioni della Chiesa di Roma.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32165

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