di Giovanni Dall'Orto
L'affossamento della chiesa cattolica, inziato da Giovanni Paolo II, potrò essere concluso senza pericolosi ripensamenti.
Giovanni Paolo II era riuscito a soffocare nella chiesa cattolica qualsiasi fermento e apertura verso il mondo moderno. Oggi le gerarchie monopolizzano con pugno di ferro le decisioni; il dibattito è impossibile, chi dissente è messo a tacere o espulso. Le teorie che osavano mettersi dalla parte dei poveri, come la teologia della liberazione dell'America Latina, sono state sradicate.
Il risultato? In America Latina oggi i poveri stanno "votando con i piedi", passando a ritmo preoccupanti a sette protestanti non meno fanatiche, ma che almeno garantiscono un sostegno socio-economico ai senza-diritti. In Africa ci sono molte conversioni all'Islam per ogni conversione al cattolicesimo, ed oggi l'Islam ha ormai più fedeli del cattolicesimo.
Anche altrove la gente "vota coi piedi". Le chiese si svuotano. I cattolici italiani che andavano a messa almeno una volta alla settimana sono passati dal 36% del 1981 al 25,8% del 1999. In Germania e in Spagna sono arrivati ad appena 17% e 18,1%.
Le donazione dell'otto per mille alla chiesa cattolica sono scese dal 43,1% del 1990 al 31,4% del 1998.
Il numero dei sacerdoti diocesani italiani è sceso da 41.666 nel 1974 a 35.019 nel 2000. Il numero di sacerdoti ordinati è crollato da 918 nel 1966 ai 384 del 1978. E questo non è un fenomeno solo italiano: nel mondo il numero dei sacerdoti cattolici è sceso da 420.971 nel 1978 a 404.626 nel 1998, nonostante la l'esplosione mondiale della popolazione e quindi del numero totale dei cattolici. Né in futuro la situazione migliorerà: i seminaristi, in Italia, sono crollati da 30.500 nel 1962 a 9.853 nel 1978, fino a 5.349 nel 2000. Su sei ragazzi potenziali preti nel 1962, oggi cinque preferiscono altre scelte.
Concentratosi sulla visione medievale della sessualità, il papato ha collezionato una sconfitta dietro l'altra su tutti i fronti: aborto (due referendum persi), divorzio, e perfino omosessualità (si pensi alla sfida lanciata, e persa, col worldpride). In diverse città italiane i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi. E la maggioranza degli italiani, compresi quelli di centrodestra, si dice favorevole a una legge sulle "unioni civili" aperta anche agli omosessuali.
Josef Ratzinger ha vegliato inflessibilmente, in quanto capo dell'(ex) Inquisizione, affinché la chiesa cattolica non deviasse mai da questa politica suicida. La sua elezione al papato è una garanzia del fatto che le chiese e i seminari termineranno di svuotarsi. Benedetto XVI potrà in compenso consolarsi con i politici italiani, pronti a leccare il pavimento davanti a lui qualunque cosa chieda. Ma i politici possono riempirgli le casse (e lo hanno fatto in abbondanza, negli ultimi anni!) ma non le parrocchie.
Visto il bilancio, resta ovviamente da chiedere ai gruppi di cattolici gay, che da 25 anni aspettavano la scomparsa di Giovanni Paolo II nella convinzione che il prossimo papa avrebbe portato a un'apertura, su quale "apertura" stessero delirando.
Ratzinger è l'autore di documenti talmente omofobi da scadere nel fanatismo religioso (vedi http://www.alleanzacattolica.org/temi/bioetica/cdf_omosessualita.htm e http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20030731_homosexual-unions_it.html).
Ci chiediamo allora cosa occorra per fare in modo che finalmente la loro voce di dissenso, anzi contestazione, anzi critica aperta, si senta finalmente, forte e chiara, qui ed ora.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=32153
lunedì 9 maggio 2005
Benedetta primavera
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Sex crimes and the Vatican
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