giovedì 9 giugno 2005

Buone notizie

di Antonio Padellaro

Tre buone notizie. La prima è che, domenica, Ciampi vota alle nove del mattino tenendo fede a una consuetudine decennale. Lo scrivono giornalisti bene informati sul Quirinale ma nessuno poteva dubitare che ciò sarebbe accaduto per l’alto senso delle istituzioni di cui il capo dello Stato ha sempre dato prova. Astenersi è un diritto sacrosanto ma usare l’astensione come un’arma propagandistica per fare fallire il referendum sulla fecondazione non è comportamento accettabile. Il presidente del Senato Pera e il presidente della Camera Casini hanno tutto il diritto di non esprimersi su dei quesiti che non condividono. Ma se trasformano una scelta individuale in un proclama alla nazione approfittando del prestigio degli incarichi ricoperti, come devono essere giudicati? Non sarà certo il voto di uno solo a determinare l’esito del referendum ma, vada come vada, vedere il primo cittadino della Repubblica deporre la scheda nell’urna ci farà sentire sicuramente meglio.
La seconda buona notizia riguarda un leader politico che in un’intervista a un importante quotidiano ha definito «diseducativa» l’astensione poiché, ha spiegato, allontana i cittadini da quell’esercizio fondamentale di democrazia che è il voto.
E tutto per seguire le indicazioni della Conferenza episcopale. Quel politico si chiama Gianfranco Fini. La sera prima avevamo visto una giovane donna ministro battersi in televisione per i quattro sì contro i sorrisetti ironici di un devoto e astenuto sottosegretario. Quella donna si chiama Stefania Prestigiacomo. Fini e Prestigiacomo fanno parte di un governo che questo giornale ha definito più volte come il peggiore che si ricordi. E il fatto che, per una volta, il leader di An e il ministro di Forza Italia esprimano posizioni che condividiamo non può cancellare le molte critiche che in passato abbiamo loro rivolto, anche con asprezza. Del resto, non sono i soli nello schieramento di centrodestra a dichiararsi a favore di un referendum che attraversa trasversalmente il paese scavalcando steccati politici e religiosi. Non si può, tuttavia, non apprezzare la sfida che i due ministri hanno lanciato con le loro dichiarazioni. Ci vuole coraggio a trovarsi praticamente da soli a fronteggiare il partito che si dirige rischiando di non dirigerlo più. La stragrande maggioranza dei parlamentari di An si era infatti già pronunciata per quella stessa astensione che Gianfranco Fini adesso giustamente deplora con forza. Quanto alla Prestigiacomo conosce benissimo i rischi che si è assunta mettendosi contro il curiale partito d’oltretevere e sa che non gliela faranno passare liscia. Ci sarebbe piaciuto, lo confessiamo, apprezzare lo stesso coraggio anche da questa parte, dalla nostra parte ma di esempi simili non ne abbiamo ancora visti.
La terza buona notizia riguarda la crescita della temperatura politica intorno al referendum. Si comincia a comprendere che la posta in gioco va molto al di là dei quesiti proposti e delle modifiche a una legge, importantissima, che riguarda la salute delle donne e la speranza dei malati. C’è un problema di libertà al centro di questo referendum che ci riguarda tutti poiché uno Stato laico non può affidare le sue leggi al giudizio di un potere religioso ancorché degno di grande rispetto. Un calore politico che, speriamo, il 12 e 13 giugno possa riscaldare il quorum degli italiani.

da l'Unità del 09/06/2005

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.