lunedì 27 giugno 2005

Lubiana riconosce le unioni gay: è già polemica

Previste l'assistenza economica obbligatoria reciproca e la condivisione dell'alloggio ma non tutti i beni saranno ereditabili
Tra un anno la prima cerimonia
Votata la legge che consentirà la registrazione delle «nozze» ma le associazioni insorgono: «Trattati da serie B»


LUBIANA - Sulla scia di quanto deciso da altri Paesi europei anche la Slovenia ha detto sì ai «matrimoni» omosessuali.

Il Parlamento di Lubiana ha votato ieri la legge che consentirà la registrazione a tutti gli effetti delle unioni tra cittadini dello stesso sesso. Alle cosiddette nozze gay hanno detto sì 44 deputati (praticamente tutti i parlamentari della coalizione di governo); i tre voti contrari sono stati quelli del Partito nazionale mentre le opposizioni di centrosinistra (demoliberali e socialdemocratici) hanno scelto l'ostruzionismo.

Le prima unione omosessuale sarà però celebrata appena fra un anno.

Infatti, il parlamento ha dato 12 mesi di tempo al Ministero del lavoro, della famiglia e degli affari sociali per preparare le dovute delibere attuattive.

Per sposarsi gli omosessuali sottoscriveranno una dichiarazione di assenso davanti a un funzionario dell'anagrafe.

La legge regolamenta anche le questioni riguardanti i rapporti giuridico-patrimoniali fra i partner. Nel caso uno dei due rimanga senza mezzi necessari per assicurarsi un'esistenza dignitosa, l'altro partner dovrà assicurargli un vitalizio. Nella normativa è stato inserito anche il diritto alla condivisione dell'alloggio nonchè quello di ottenere informazioni sulle condizioni di salute del partner ricoverato in ospedale. Sono state «bollate» invece come ingiuste le disposizioni relative all'eredità dei beni: il partner avrà diritto a ereditare solo parte del patrimonio comune, per i rimanenti beni dovrà fare i conti con eventuali parenti del compagno deceduto. La legge non conferisce ai componenti della coppia nemmeno lo status di famigliari come non sono altresì previste agevolazioni riguardanti l'assicurazione sanitaria, il fisco e le tutele sociali di cui godono le famiglie convenzionali. Per questi motivi le associazoini degli omosessuali in Slovenia hanno definito la legge comunque discriminatoria. «Con questa legge il governo ha dimostrato che gli omosessuali sono cittadini di serie B» hanno commentato i rappresentanti gay, annunciando che impugneranno la normativa al Dipartimento per le pari opportunità e davanti alla Corte costituzionale slovena.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32905

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