martedì 28 giugno 2005

Zapatero: "Noi e i gay, un problema di uguaglianza"

Come cittadino mi sento orgoglioso del fatto che il nostro Paese sia un riferimento per l'uguaglianza e il rispetto
di José Luís Zapatero*


COME cittadino mi sento orgoglioso del fatto che il nostro Paese sia un riferimento per l'uguaglianza e il rispetto. Come uomo aspiro a che il nostro Paese sia un esempio di convivenza con uguaglianza piena di diritti per tutti. Come premier del mio Paese debbo assumere la sfida di fare della Spagna un simbolo di pace e di tolleranza. La legge che consente il matrimonio agli omosessuali ci fa migliori come Paese perché dà dignità a persone che per molti anni hanno subito ingiustizie. Questa legge non toglie diritti a nessuno, ma finalmente riconosce dignità agli omosessuali. Questa legge appoggiata dalla maggioranza dei cittadini, della politica e del Parlamento, è il simbolo di ciò che deve essere una democrazia moderna. Non è mai stato facile lavorare per l'uguaglianza, ci sono state sempre resistenze a che noi tutti, uomini e donne, indipendentemente da qualsiasi differenza, fossimo liberi ed eguali. Per lungo tempo i collettivi di lesbiche, gay e transessuali hanno saputo mantenere la speranza che un giorno quella discriminazione potesse scomparire nel nostro Paese. Molti di loro hanno offerto grandi prove di coraggio, responsabilità e immaginazione inseguendo il sogno di un Paese dove nessuno fosse discriminato. La rivendicazione del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso emana dallo spirito stesso della Costituzione. È una proposta di riforma che non solo non va contro nessuno, ma della quale beneficerà tutta la società, perché aggiunge senza togliere. La nuova legge implicherà un allargamento del diritto che ha ogni essere umano di scegliere liberamente il cammino della sua vita e la ricerca della propria felicità. C'è in gioco molto di più della possibilità di sposarsi. È il riconoscimento della pienezza come esseri umani, della dignità, della uguaglianza incondizionata. Rimane sempre molto da fare, benché a partire da adesso esisterà un prima ed un dopo. È una data che passerà alla storia come il giorno in cui lesbiche e gay furono riconosciuti e raggiunsero la uguaglianza formale. Un giorno in cui si riconoscerà anche la memoria di quanti sono stati vittime della omofobia, del maschilismo, della incomprensione e della intolleranza. In momenti come quelli che stiamo vivendo, sentiamo l'orgoglio civico di appartenere ad un Paese moderno che rinforza la sua coesione con leggi e politiche di libertà ed eguaglianza. La Spagna sta compiendo un passo decisivo che la consoliderà nel mondo come simbolo di pace, diritto e tolleranza. Noi spagnoli non lo siamo sempre stati, ma possiamo e dobbiamo esserlo adesso. Cosí ogni giorno diventiamo un Paese migliore.

*Primo ministro spagnolo. Articolo tratto dalla rivista "Zero".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32944

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