mercoledì 13 luglio 2005

Presidenti aspiranti presidenti?

di Lietta Tornabuoni (La Stampa del 7/7/2005)


Dicono che il presidente del Senato aspiri a diventare Presidente della Repubblica, che il presidente della Camera aspiri a diventare presidente del Consiglio e che in queste aspirazioni, nel bisogno di guadagnarsi il sostegno delle gerarchie e degli elettori cattolici, stia la spiegazione dei loro comportamenti recenti. Può darsi che sia vero, e che si tratti di uno di quegli infiniti pettegolezzi politici secondo cui dovremmo avere almeno un centinaio, se non un migliaio, di aspiranti presidenti.
Ripensandoci, quel che è senz'altro vero è il mutamento avvenuto nei due personaggi, così repentino e radicale da lasciare di stucco. Marcello Pera, a leggerlo su «La Stampa» di cui è stato editorialista o altrove, a seguirne l'attività, era sempre sembrato un liberale laico: adesso pare un cattolico integralista. I comportamenti impeccabili sono svaniti: va in Spagna e irride alle leggi di quel Paese, senza valutare affatto la propria posizione ufficiale. Parlando della legge che permette il matrimonio tra omosessuali, la definisce non una conquista civile ma «il trionfo di quel laicismo che pretende di trasformare i desideri e talvolta anche i capricci in diritti umani fondamentali», un attacco al matrimonio.
Ma come si fa a pensare che la gente spagnola smetterà di sposarsi o deprezzi il matrimonio perché possono sposarsi anche i gay? Come si fa a considerare un capriccio l'amore che è certo l'unica ragione per cui in genere le persone si sposano? E cosa sarebbe il «laicismo», in che modo sarebbe diverso dalla laicità? E come considerare legittima una simile sgarberia nei confronti di un altro Paese, da parte di un presidente che in caso di necessità sostituisce il presidente della Repubblica?
Sul sentire cattolico di Pierferdinando Casini non ci sono dubbi, ma il presidente della Camera è sempre stato equilibrato, conciliante, nemico degli estremismi e delle gazzarre. Era difficile immaginarlo, al congresso della Udc, strepitare al microfono contro la legge spagnola sul matrimonio gay: «Non sono leggi solidali, sono leggi egoiste! Non favoriscono i più deboli, ma i più forti!». I più forti? Egoiste? Chissà cosa intendeva dire: certo è che, come per tanti democristiani, la condanna si indirizza sempre contro leggi che coinvolgono famiglia e sessualità, contro leggi che non impongono nulla, non vietano, non puniscono, ma consentono nuove scelte e libertà. E come considerare legittima una tale intolleranza in una autorità dello Stato il cui compito è quello di sovrintendere saggiamente a una assise composta da laici e fideisti, destra e sinistra, maggioranza, opposizione e astensione?

http://www.radicali.it/view.php?id=38394

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il Berlusca presidente della republica??? Scandalo.... quello è capace di voler diventare Papa e magari presidente della federazione dei pianeti uniti come a Star Trek.... azz, qua bisogna chiamare l'esorcista.....

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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